GLI ALBERI DI SATANA

Uno Sperling Paperback stampato nel novembre del 1997, traduzione italiana di Nuccia Agazzi. Richard Laymon è stato un interessante narratore di genere americano, tradotto con una certa costanza in italiano. Gli alberi di Satana è un romanzo di 200 pagine e ha dei meriti indiscussi. Il primo è che si legge con la facilità con cui si beve un bicchiere d’acqua: “Barlow è un’anonima cittadina della California meridionale. Con una funesta caratteristica: i turisti che capitano lì svaniscono nel nulla. Come per magia. E’ ciò che accade a due ragazze – Neala e Sherri – e a Lander e Cordelia, padre e figlia. In realtà, gli sventurati visitatori vengono catturati dagli abitanti di Barlow, malmenati e infine incatenati a degli alberi rinsecchiti… in attesa dei Krulls, diaboliche creature affamate di sesso e carne umana. La morte appare quasi come una clemenza liberatrice, ma, forse, non tutto è perduto”. Questa la trama del libro.

Dicevamo: la scorrevolezza è dovuta a una prosa molto visiva, improntata più all’azione che alla descrizione psicologica. I personaggi, semplici, sono funzionali alla storia. I capitoli sono brevi e imprimono un certo climax alla lettura.

Ma il vero punto di interesse è nella capacità di Laymon di restituirci (in letteratura, finalmente!) un equivalente di certo cinema di consumo americano. Mi riferisco allo slasher o al survival slasher; in particolare Gli alberi di Satana ha molti punti di contatto con 2000 maniacs di Hershell Gordon Lewis (la connivenza dell’intera cittadina di Barlow coi mostri Krull, delle specie di albini regrediti, a cui offrono otto o dieci vittime all’anno per essere lasciati in pace) e con pellicole future come Wrong turn (il libro è del 1990). Altre fonti: Grano rosso sangue di King. I Krull hanno bisogno di giovani donne da fecondare per progredire la specie mostruosa e adorare chissà cosa!

L’idea di avere un gruppo omogeneo di giovani uomini e donne in pericolo assediati da un branco di esseri o cittadini psicopatici, restringe il testo all’interno del fecondo sottofilone slasher, pochissimo praticato in letteratura, perlomeno da noi. Dunque è stato un grande piacere (ri)scoprire questo testo: Laymon costruisce romanzi psycho thriller senza troppi cazzi. Veloci, d’impatto, con una bella dose di sesso malato. Romanzi quadrati. Quadrati, ecco. Cercatelo su qualche bancarella.

L’estate è la stagione giusta per leggerlo.

Davide Rosso