MARIA LIPARTITI

Con la fanfiction Cherchez la femme, ambientata nel mondo di Star Trek, Maria Lipartiti vinse nel 2008 l’ambito Premio dedicato alla celebre omonima saga spaziale creata da Gene Roddenberry. Il racconto fu pubblicato sul numero 136/2008 di Inside Star Trek Magazine.

Il testo (che si può anche leggere sul sito personale di Maria) mescola una storia hard boiled con la routine di bordo dell’Enterprise e fa emergere la padronanza dell’autrice sulla serie di fantascienza. Competenza che l’autrice ha perfezionato negli anni attraverso le letture, i film e i telefilm visti e rivisti, la conoscenza diretta dei principali attori, la partecipazione alle tante attività dello Star Trek Italian Club. Il tutto perfettamente metabolizzato. Cherchez la femme è solo uno dei tanti racconti scritti e pubblicati da Maria Lipartiti che hanno ricevuto importanti riconoscimenti. Tra questi sono da citare il Premio Kataris vinto nel 2013 nella categoria Battlestar Galactica con il racconto Mankind e il Premio Italia conquistato sempre nel 2013 nella categoria racconto su pubblicazione professionale con una storia breve dal titolo I Retroviaggianti.

Sia che si tratti di racconti avventurosi sia che si tratti di storie sentimentali va evidenziato come i suoi scritti, sempre ambientati nel fantastico, abbiano personaggi ben delineati, ottimi intrecci, cura del linguaggio sempre chiaro e quella leggerezza che non guasta mai.

Motivo per cui numerose sono le sue partecipazioni e presenze in antologie di narrativa per varie case editrici tra cui Delos Books, AssoNuoviAutori, Pegasus, BSGIC e Galaxy. Ma tra le cose che scrive vi sono anche filastrocche in rima, haiku e fantaiku. Nell’ambito degli haiku, composti da pochi versi e sillabe e che affondano le origini nella cultura nipponica, sempre nel fortunato anno 2013, Maria si aggiudicò il Premio Mondiale di Poesia Capoliveri Haiku.

Nata a Torremaggiore, in provincia di Foggia, vive a Padova, dove lavora per un’azienda produttrice di dispositivi medici. Laureata in Scienze Biologiche e specializzata in Ricerca Farmacologica, è stata ricercatrice nel settore delle neuroscienze e ha al suo attivo una sessantina di pubblicazioni su riviste internazionali e altrettante presentazioni a congressi. È autrice del libro Lezioni di nutrizione edito da Tecniche Nuove (Milano, 1998). Ma come nasce la sua passione per il mondo della fantascienza e del fantastico? “Gli anni della mia infanzia – ci dice – sono stati quelli della corsa allo spazio. Ammiravo i coraggiosi astronauti che viaggiavano fuori dai confini terrestri e non dimenticherò mai il giorno in cui vidi Neil Armstrong e Buzz Aldrin scendere sulla Luna. Da bambina e adolescente, leggevo Verne e Bulgakov, ma devo a mio padre la passione per la fantascienza: è lui che l’ha trasmessa a me e ai miei fratelli. Insieme guardavamo UFO, Spazio 1999 e Star Trek: The Original Series. Quest’ultima riprendeva l’idea dei viaggi spaziali che tanto mi avevano affascinato da piccola e la espandeva fino a creare un intero universo in cui si incontravano specie aliene straordinarie e accadevano eventi fantastici”.

COSA TI ATTRAEVA DI QUEI MONDI?

L’idea del viaggio interstellare e le tecnologie, alcune delle quali come comunicatori e D-Pad sono entrate nella nostra vita sotto forma di cellulari e tablet. Guardare Star Trek era puro divertimento e soddisfaceva il mio “spirito di avventura”, ma credo che abbia contribuito anche a gettare le basi del mio interesse per la scienza. Inoltre, offriva spunti di riflessione.

QUALI IN PARTICOLARE?

Gli episodi affrontavano temi importanti dal punto di vista sociale, etico e politico.

Il bacio interrazziale tra il capitano Kirk e Uhura è passato alla storia, ma c’erano anche il rispetto delle usanze e leggi di altre culture, per quanto bizzarre o distanti potessero apparire a un occhio umano, il tentativo di sanare i conflitti con la diplomazia, l’uguaglianza di genere…

NEGLI ANNI LA TUA VISIONE È RIMASTA LA STESSA OPPURE È CAMBIATA?

Gli effetti speciali che mi sorprendevano allora mi sembrano ingenui e obsoleti adesso, ma i valori promossi dalla serie restano attuali.

QUALI DI QUESTI VALORI CONDIVIDI MAGGIORMENTE?

Coraggio, autorealizzazione e aiuto reciproco. Mi piace pensare a un futuro in cui prevale la cooperazione e la molla che spinge l’umanità è il desiderio di esplorare come nella visione originale di Roddenberry. Un futuro che, devo dire, è in parte già qui: la stazione spaziale internazionale è un laboratorio di ricerca a cui collaborano agenzie americane, russe, europee, canadesi e giapponesi; gli astronomi scoprono nuovi pianeti extrasolari e abbiamo assistito all’accometaggio di Philae su 67P e al sorvolo ravvicinato di New Horizons su Plutone, due imprese epocali che danno la misura delle capacità umane, ampliano le conoscenze e producono ricadute tecnologiche che contribuiscono a migliorare la nostra vita.

TRA TUTTE LE SERIE DI STAR TREK QUAL È QUELLA CHE PREFERISCI E PERCHÉ?

Star Trek: The Next Generation è la serie che apprezzo di più tra le cinque e Jean-Luc Picard è il mio capitano preferito. Del personaggio, ammiro la compostezza e la capacità di affrontare i problemi con saggezza e risolverli con equilibrio.

DA ANNI FAI PARTE DELLO STIC, LO STAR TREK ITALIAN CLUB. HAI UN RUOLO?

Sono socia dello STIC e faccio parte dei volontari che si occupano dell’imbustamento dell’Inside Star Trek Magazine, la rivista del club. Ogni due mesi circa, ci riuniamo presso “Ultimo Avamposto” per infilare riviste, tessere e rinnovi nelle buste, etichettarle e chiuderle. Ognuno ha il suo compito e l’attività è ben coordinata, tanto che in genere i plichi si preparano nell’arco della mattinata e sono pronti per essere termosaldati e censiti nel pomeriggio. Si lavora a ritmo serrato, ma non mancano le battute scherzose e i momenti di ristoro, grazie a bevande e dolcetti offerti dagli stessi “imbustatori”. È un bel modo di passare una giornata assieme a persone che condividono la tua stessa passione e una buona occasione per dare un’occhiata ai nuovi arrivi in negozio, un vero paradiso per i trekker e gli amanti della fantascienza in generale con i suoi numerosi gadget, modellini, libri e la grandiosa esposizione di attrezzi di scena e costumi.

PARTECIPI ATTIVAMENTE ANCHE ALLE CONVENTION?

In convention sono prima di tutto una spettatrice, interessata agli incontri con gli ospiti. È sempre gradevole potere scambiare due chiacchiere con un proprio beniamino, che sia un apprezzato attore delle serie televisive, uno scrittore di cui si è letto, o un astronauta. Sì, perché la convention è un prezioso miscuglio di scienza, letteratura e fantascienza e spazia dai giochi alle conferenze specialistiche.

QUEST’ANNO ALLA STARCON DI BELLARIA TI ABBIAMO VISTA ACCOMPAGNARE E FUNGERE DA INTERPRETE ALL’ATTRICE VIRGINIA HEY, CHE HA INTERPRETATO I RUOLI DELLA WARRIOR WOMAN IN MAD MAX E ZHAAN IN FARSCAPE. COM’È STATA L’ESPERIENZA?

In effetti da quest’anno faccio parte della sezione attori e ho avuto il piacere di fare da interprete a Virginia Hey. Durante i quattro giorni trascorsi con lei ho scoperto una persona affabile e amichevole, che ci tiene a stabilire una relazione diretta con i fan. Virginia non ha soltanto risposto alle loro domande, ma ha anche ascoltato le loro storie e lasciato a ognuno una dedica speciale, arricchita da cuoricini e simboli di baci. I fan hanno ricambiano l’affetto tornando più volte per portarle regali, o semplicemente per parlarle.

VENIAMO ALLA TUA SCRITTURA. È UNA PASSIONE GIOVANE O ANTICA?

Ho iniziato per caso nel 2007. Credo che tutto sia nato dalla considerazione che Star Trek non ha mai avuto un episodio natalizio come accade per altre serie televisive. Ho avuto l’idea di regalare a ciascun capitano un incontro con Babbo Natale e ne sono nate cinque carole natalizie, diverse per stile e contenuto in base al temperamento dei personaggi: un sonetto per lo sbrigativo Kirk, due filastrocche per Picard e Janeway, una visione profetica per l’emissario Sisko e un messaggio da diffondere agli abitanti della galassia per il capitano Archer. Le filastrocche sono state pubblicate sull’Inside Star Trek Magazine e questo mi ha incoraggiato a scriverne altre…

COS’ALTRO HAI SCRITTO DOPO?

Gli haiku. Sono una mia passione. Mi piace la capacità dei maestri giapponesi di racchiudere un intero poema in diciassette sillabe e offrire suggestioni profonde attraverso l’uso di parole semplici e concrete. Scrivere haiku che abbiano la leggerezza e il distacco dei grandi autori giapponesi non è facile: gli haiku non sono metafore o aforismi e hanno regole precise. Ciò nonostante, ogni tanto provo a cimentarmi nella scrittura di haiku tradizionali o della loro versione fantascientifica, i fantaiku.

E PER QUANTO RIGUARDA LA PROSA?

Ai racconti sono arrivata grazie al Premio Star Trek 2008. L’iniziativa era stimolante: far vivere ai personaggi della serie un’avventura creata da me. Il racconto scritto per l’occasione, Cherchez la femme, si è classificato al primo posto. Anche in questo caso si può dire che galeotto fu il premio perché mi ha indotto a scrivere altre fanfiction. Il passo successivo è stato quello di scrivere racconti con personaggi nati dalla mia fantasia.

A PARTE I PERSONAGGI E LE STORIE ISPIRATE A STAR TREK, DA DOVE TRAI L’ISPIRAZIONE PER I TUOI RACCONTI?

Una buona parte dei miei racconti è stata scritta per partecipare a selezioni con un tema assegnato e quindi l’idea era già lì. In altri casi lo spunto è arrivato da persone ed eventi della vita reale, una fotografia, una città di cui conservo un ricordo speciale, credo di avere scritto almeno tre racconti ambientati a San Francisco, e una volta persino da un sogno.

C’È UN MESSAGGIO CHE INTENDI TRASMETTERE ATTRAVERSO I TUOI TESTI?

Non credo di volere trasmettere messaggi. Tuttavia, sono convinta che le idee degli autori in qualche modo traspaiano dalle parole e dalle azioni dei loro personaggi. Ripensando ai racconti che ho scritto sinora, mi accorgo che ecologia e integrazione sono due temi abbastanza presenti, il secondo probabilmente dovuto anche all’influenza di Star Trek.

COSA SIGNIFICA PER TE SCRIVERE? QUANTO TEMPO DEDICHI A QUESTA ATTIVITÀ?

La scrittura per me è disciplina, a volte un pungolo. Nonostante il poco tempo che posso dedicarle, cerco sempre di raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissata in termini di numero di caratteri, o capitoli da editare.

HAI MAI PENSATO DI DEDICARTI ANCHE ALLA NARRATIVA GENERALISTA?

Scrivo racconti di fantascienza, horror e “ai confini della realtà”. Il genere fantastico è quello che più mi attira e nel quale voglio cimentarmi.

SU QUALI SCRITTORI TI SEI FORMATA?

Ho letto di tutto, dai classici alla letteratura moderna. Nella mia libreria trovano posto Moravia e Calvino, McInerney e Carroll, Kerouac e tanti altri…

Gli scrittori che hanno fatto scattare in me la “mania del collezionista”, la voglia di possedere tutta la loro produzione, sono Stephen King, Irvine Welsh e Banana Yoshimoto. Il Re per lo stile e la capacità di tenere incollati alla pagina, Welsh per la crudezza dei temi e del linguaggio, Banana per le atmosfere e la cultura giapponese.

HAI CITATO GRANDI AUTORI VIVENTI E NON. NEI GIORNI SCORSI LA STAMPA È TORNATA A PARLARE DI GABRIEL GARCÍA MÁRQUEZ. LE CENERI DELLO SCRITTORE PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA, SARANNO PORTATE A DICEMBRE DAL MESSICO DOVE MORÌ LO SCORSO ANNO, IN COLOMBIA, SUO PAESE NATALE. MÁRQUEZ E’ STATO UNO DEI MAGGIORI ESPONENTI DEL REALISMO MAGICO E TRA I MASSIMI NARRATORI DI LINGUA ISPANICA. LO HAI LETTO? COSA PENSI DELLA SUA OPERA?

I gusti e le preferenze di lettura cambiano nel corso degli anni e in base alle fasi della vita, ma lo scrittore che non smetterò mai di amare è proprio Márquez. Cent’anni di solitudine è uno dei miei libri preferiti. L’ultimo viaggio della nave fantasma è un racconto straordinario per l’atmosfera magica e la perizia tecnica: una sola lunghissima frase con un unico punto fermo alla fine.

Apprezzo il realismo magico non soltanto negli autori sudamericani, ma anche nei già citati Calvino e Jonathan Carroll. Trovo punti di contatto tra la cultura latina e quella della mia terra, in particolare per quanto riguarda la consuetudine di parlare con i defunti, che non sono i classici fantasmi, ma numi tutelari, la saggezza antica, la voce della coscienza a cui fare ricorso nei momenti difficili.

MENTRE PER QUANTO RIGUARDA LA FANTASCIENZA QUALI GRANDI AUTORI HAI LETTO?

Come tutti gli appassionati ho letto Orwell, Huxley, Asimov, Dick, Vonnegut, Bradbury… Mi piacciono e seguo con attenzione gli autori italiani contemporanei. Tra gli stranieri, Paul Di Filippo è uno dei miei preferiti.

LA FANTASCIENZA ODIERNA È OGGETTO DI DIBATTITO. VI È QUELLA SCRITTA DIVENUTA SEMPRE PIÙ DI NICCHIA, DI CONTRO QUELLA CINEMATOGRAFICA OTTIENE QUASI SEMPRE SUCCESSO DI PUBBLICO. QUAL È IL TUO PENSIERO IN PROPOSITO?

La fantascienza letteraria, televisiva e cinematografica, ha sempre avuto meno seguito di altri generi. È il motivo per cui serie curate come Ascension e Star Crossed non vanno oltre il pilot o la prima stagione.

Nonostante tutto, credo che oggi la fantascienza stia muovendo passi fuori dalla cerchia abituale degli appassionati. I romanzi per giovani adulti come Hunger Games, Divergent, o Maze Runners avvicinano ragazzi e giovanissimi al genere.

Altri romanzi presentano interessanti commistioni con generi differenti e possono quindi attrarre anche il grande pubblico.

Per quanto riguarda la fantascienza cinematografica, quella odierna può avvalersi di effetti davvero speciali, che danno la sensazione di vivere in prima persona gli eventi che si svolgono sullo schermo. In qualche caso, le immagini predominano sulla storia e il risultato sono le cosiddette “caramelle per gli occhi”, film di alto impatto visivo ma con evidenti lacune nella trama. Li ritengo comunque importanti se riescono a stabilire il “primo contatto” (come direbbero in Star Trek) e innescare la passione per il genere.

HAI SCRITTO ANCHE UN SAGGIO SULL’ALIMENTAZIONE LEGATO AL TUO LAVORO…

Tra le altre attività mi sono occupata di integratori alimentari. In quel periodo, tenevo corsi di addestramento per i venditori e seminari per il pubblico. L’insieme di quelle presentazioni è stato raccolto nel libro Lezioni di Nutrizione, edito da Tecniche Nuove. Nel testo illustro le proprietà dei nutrienti e descrivo i problemi derivanti da stati carenziali e iperdosaggio di vitamine e minerali. È un libro destinato al pubblico e quindi scritto con un linguaggio quotidiano e in forma schematica con l’obiettivo di offrire uno strumento di rapida consultazione e stimolare ulteriori ricerche.

CI SONO ALTRE FORME DI ARTE O COMUNQUE PASSIONI CHE PRATICHI? AD ESEMPIO PARTECIPI SPESSO ALLE SFILATE IN COSTUME NEL CORSO DELLE CONVENTION ORGANIZZATE DALLO STIC. QUANTO TI PIACE E QUANTO TI INTERESSA IL COSPLAY?

La sfilata dei costumi è uno degli appuntamenti fissi della convention ed è divertente assistervi, ma soprattutto parteciparvi vestendo i panni di un personaggio fantascientifico.

Il cosplay è imitazione, ma per me la creatività risiede nella ricerca, trasformazione e composizione dei materiali in modo da riuscire a creare una riproduzione fedele del personaggio che si vuole interpretare.

Per i miei cosplay ho scelto personaggi sia maschili sia femminili. Il primo è stato Quark, il barista Ferengi di Star Trek: Deep Space Nine. Ho visto la maschera in un negozio di Chicago e l’ho comprata d’impulso. Il resto è venuto da sé, utilizzando pezzi di abbigliamento in mio possesso e una giacca cucita da una sarta locale. L’incontro con una costumista teatrale ha portato i miei cosplay a un livello superiore. Oltre a lei, ho conosciuto un regista che si è occupato della costruzione delle maschere e attori che mi hanno consigliato sul trucco e sulla sua applicazione. È stato entusiasmante riuscire a coinvolgerli nella mia passione e sono grata a tutti loro per i costumi che mi hanno aiutato a realizzare.

Di tutti, lo Xindi Rettile è quello che ritengo il più riuscito. Costruirlo ha rappresentato una sfida per via delle creste frontali e della gabbia toracica, ma niente è impossibile per la mia prodigiosa squadra!

IN PROPOSITO CI VUOI RACCONTARE QUALCHE ANEDDOTO O EPISODIO DIVERTENTE?

L’anno in cui vestivo i panni di Lwaxana Troi, l’incontenibile ambasciatrice Betazoide apparsa in più di una serie di Star Trek, servivamo ogni giorno il the agli attori con una piccola cerimonia che coinvolgeva i frequentatori della convention. Il costume ricorda quelli indossati dalle saloon-girl del Far West e per uno degli attori divenni cowgirl. Invece, mentre indossavo il costume nuziale Klingon, intitolato Aspettando Worf a causa dell’assenza dello sposo, ho avuto la sorpresa di vedere salire sul palco proprio Worf, o meglio l’attore di una compagnia teatrale presente in convention, che interpretava il personaggio.

IN COSA RITIENI DI ESSERTI ESPRESSA AL MEGLIO AL MOMENTO?

Non credo spetti a me dire se e in cosa mi sono espressa al meglio. Sono contenta ogni volta che un mio racconto supera una selezione, felicissima se riceve un premio. In tutti gli altri milioni di casi in cui questo non succede… lo considero uno stimolo a impegnarmi di più.

DOPO TANTI RACCONTI CHE HANNO AVUTO RISULTATI LODEVOLI A QUANDO UN ROMANZO?

Ho scritto un romanzo negli anni in cui scrivevo fanfiction. È organizzato per avventure perché desideravo avere una mia “serie” di fantascienza. I personaggi, sfuggiti a un’esplosione grazie al furto di un’astronave, affrontano battaglie, risolvono enigmi e incontrano nuove specie come nella tradizione della space opera.

QUALI NUOVE PROVE TI ATTENDONO NEL PROSSIMO FUTURO?

Per quanto riguarda gli appuntamenti, alcuni concorsi e selezioni cui ero solita partecipare non sono più attivi. Tuttavia, le iniziative letterarie non mancano e se ritengo di avere il racconto adatto non esito a inviarlo. Ho comunque dei progetti. Mi piacerebbe esplorare le nuove vie di pubblicazione digitale messe a disposizione degli autori soprattutto per i miei racconti di “taglia superiore” rispetto a quanto richiesto dalla maggior parte delle selezioni.

AVENDO AMPIAMENTE APPREZZATO I RACCONTI DI MARIA AUSPICHIAMO CHE CONTINUI A SCRIVERNE ALTRI E AL CONTEMPO LA INVITIAMO A RACCOGLIERLI IN UN’ANTOLOGIA, MAGARI DIGITALE.

SARÀ UN SUCCESSO!

Filippo Radogna