LUCA AZZOLINI

Giornalista, scrittore, curatore di collane e di antologie, narratore, ghost writer, autore: non si può etichettare Luca Azzolini con una semplice parola, perché lui è questo e molto di più… e allora, semplicemente, lasciamo che sia lui a raccontarcelo.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È LUCA AZZOLINI?

Ciao Davide, grazie per l’intervista e un saluto a tutti i lettori di La Zona Morta! Chi sono? Bella domanda. Sono un ragazzo di ventinove anni da poco compiuti, che ama scrivere e lo fa da un sacco di tempo. Sono nato a Ostiglia in provincia di Mantova nel 1983, mi sono laureato all’Università di Verona in Beni Culturali, e poi in Storia dell’Arte. Attualmente, mi mantengo scrivendo romanzi come ghost writer e con collaborazioni editoriali di vario tipo.

COME HAI COMINCIATO A SCRIVERE?

Ho iniziato a scrivere racconti fin da piccolo, quando invece di giocare a pallone preferivo prendere una vecchia agenda e inventarmi storie. Passavo delle ore intere a scribacchiare divertendomi con racconti che non desideravano altro che essere scritti. Poi, più o meno verso i diciassette anni, ho deciso di provarci seriamente. Amavo molto le storie fantastiche, e i libri di Marion Zimmer Bradley erano le mie letture preferite, comprese le antologie in cui invitava gli autori a mettersi in gioco. Combinazione volle che, proprio in quel periodo, in provincia di Mantova, dove abito, fosse attiva una associazione culturale che curava antologie contenenti racconti e poesie di giovani che volevano mettersi alla prova. Decisi di scrivere una storia per quel concorso, e fu così che pubblicai il mio primo racconto a diciotto anni. Da allora non mi sono più fermato.

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI?

Ho pubblicato il mio primo romanzo, Il Fuoco della Fenice, un urban fantasy, nel 2009 e in quello stesso periodo, a distanza di qualche mese, uscì l’antologia Sanctuary: primo progetto editoriale in Italia a raggruppare alcuni degli autori di punta del fantastico nostrano. Sono fiero di tutte e due queste avventure. Ricordo che quell’anno fu una vera corsa contro il tempo far combaciare le correzioni delle bozze alla lettura di oltre 2.000.000 di battute, tra racconti di autori noti ed esordienti (a Sanctuary era abbinato un premio per esordienti). Momenti pieni ma bellissimi per chi ama la scrittura. Rifarei tutto anche adesso!

RECENTEMENTE HAI PUBBLICATO “EVELYN STARR – LA REGINA DEI SENZASTELLE”, SECONDO CAPITOLO DELLA SAGA CHE TI VEDE COAUTORE CON FRANCESCO FALCONI. CE NE VUOI PARLARE?

Che avventura! Evelyn Starr è una serie per ragazzi che si compone, per ora, di due titoli: Il Diario delle Due Lune (ottobre 2011) e il più recente La Regina dei Senzastelle (maggio 2012). Quest’ultimo romanzo prosegue la storia di Evelyn nel Mullagh Maat, il misterioso Regno Grigio, che si nasconde tra le nebbie oltre l’Arco d’Avorio. In questa avventura abbiamo dato libero sfogo al lato più misterioso e oscuro della vicenda. Le ombre sono le protagoniste assolute, la trama si fa più ricca e alcuni colpi di scena disseminati nel primo romanzo vengono qui allo scoperto. Amo molto questo romanzo e questa serie, perché niente è come sembra! Abbiamo curato molto l’intreccio e tutti nascondono un segreto: Evelyn, Zak, Liam, il mutaforma Stillygan, la bisnonna Geraldine, persino l’oscura Regina dei Senzastelle.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?

Non ci sono state parti davvero complicate nella creazione del mondo che ruota attorno a Evelyn Starr. I personaggi sono nati in modo naturale, volevamo apparissero come persone vere e reali, nelle quali immedesimarsi. Forse i passaggi più complessi riguardavano la scrematura delle tante idee che Francesco e io avevamo a nostra disposizioni. Davvero tantissime… È stato molto divertente e al tempo stesso complesso decidere come strutturare la serie. Abbiamo cercato di scegliere sempre le soluzioni meno ovvie e meno banali. Volevamo stupire con qualcosa d’inedito, ma che non fosse forzato, e che in definitiva lasciasse stupiti i lettori.

COME NASCE UN ROMANZO A QUATTRO MANI E QUALI SONO LE DIFFICOLTA’ CHE SI INCONTRANO QUANDO A SCRIVERE SONO DUE TESTE?

Un romanzo a quattro mani nasce con centinaia di mail; ore e ore passate al cellulare o su Skype, dozzine di sinossi canovacci e bozze con versioni sempre nuove e diverse; cartelle piene zeppe di pagine e dati da ricordare, e anche qualche sporadico incontro per fissare i dettagli più importanti… o così è stato per me. L’incontro tra i nostri due modi di vedere le cose è stato naturale e indolore, perché abbiamo gusti simili e non ci sono mai stati problemi sulla trama, sui personaggi e il loro carattere. Certo, più di una volta abbiamo discusso sull’impostazione di una scena, di un dialogo, o sulle azioni di un personaggio, ma è sempre stato per il meglio. In definitiva si è rivelata una grande avventura!

OLTRE CHE SCRITTORE SEI ANCHE GIORNALISTA E CURATORE DI ANTOLOGIE E DI COLLANE. VUOI PARLARCI DI QUESTA SECONDA FACCIA DELLA MEDAGLIA DELLA TUA ATTIVITA’?

Amo scrivere in ogni forma, modo e colore. È un modo per esprimermi a 360° e non mi tiro mai indietro quando si tratta di scrivere. Per primi sono arrivati i racconti, nel 2006 è seguita la mia collaborazione con “FantasyMagazine” come giornalista per questa nota testata dedicata al fantastico; poco dopo è arrivato il primo romanzo e l’attività di curatore antologico, e nello stesso periodo ho curato una collana editoriale per la Reverdito Edizioni. Dietro l’angolo mi aspettava però il lavoro da ghost writer e il traguardo di Evelyn Starr. Mi ritengo molto fortunato, perché riesco a conciliare tutto questo grazie alla grande passione che ho per la scrittura, che negli anni è rimasta intatta.

COME SI CONCILIA UN MODO DI NARRARE ISTINTIVO E PIU’ LEGATO AL CUORE, COME QUELLO DELLA NARRATIVA, CON UNA MANIERA DI SCRIVERE PIU’ RAGIONATA E PIU’ LEGATA ALLA MENTE, COME QUELLA DEL GIORNALISMO?

Sono due approcci molto diversi alla scrittura, ma che molto spesso convivono. Il primo è, proprio come dici tu, più istintivo e innato: se è dentro di te, è un bisogno che devi colmare in qualche modo. Devi scrivere. Punto. L’attività giornalistica è più un’attitudine. Un modo di imbrigliare, ragionandolo, quel bisogno. Ma, se proprio dovessi scegliere, sono sicuramente più legato al mio lato “narrativo”. Devo sempre raccontare qualcosa: che sia un racconto, una storia, un romanzo. È nato tutto da lì e fa parte di me.

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

C’è qualcosa che, a un certo punto della vita di ognuno di noi, ci “rapisce”. O almeno io l’ho sempre interpretata a questo modo la mia voglia di scrivere fantastico. Non l’ho scelto, mi ha scelto. Sarà stato il sapore di libertà che traspira dalle sue pagine, l’amore per certe letture, il senso di meraviglia, la scoperta di luoghi impossibili, il poter creare dal niente personaggi e luoghi speciali, diversi da tutto quello che c’è in circolazione… Non c’era niente di meglio, almeno per me.

DURANTE LA TUA CARRIERA HAI SCRITTO RACCONTI E ROMANZI DI VARIO GENERE: A QUALE TI SENTI PIU’ LEGATO E PERCHE’?

Oh, bella domanda! Ora come ora, tra i romanzi, La Regina dei Senzastelle, mentre tra i racconti direi Stagioni (apparso su “FantasyMagazine”). Se però dovessi sceglierne uno soltanto, ovviamente direi La Regina dei Senzastelle: non tanto per l’importanza del titolo in sé, quanto perché penso davvero sia un buon lavoro sotto tanti aspetti. Ci tengo davvero a questa storia e ai suoi personaggi.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

Prendo ispirazione da quello che mi circonda, da quello che mi succede. Se sono sensazioni forti l’unico modo che conosco per metabolizzarle è scriverle. A volte è per comprenderle meglio, altre volte è per lasciarne una traccia indelebile, altre volte ancora è per cercare di esorcizzarle. Non sempre è un piacere scrivere, spesso è una valvola di sfogo, ma la meraviglia della scrittura sta anche in questo.

HAI SCRITTO SIA RACCONTI CHE ROMANZI: IN QUALE FORMA DI ESPRESSIONE TI TROVI PIU’ A TUO AGIO?

Sono portato a ragionare nella lunghezza del romanzo, anche se non disdegno affatto i racconti che sono sempre un’ottima palestra. Il romanzo, però, permette una maggiore introspezione. Mentre col racconto fotografi un momento, col romanzo hai l’opportunità di cambiare (tu stesso per primo) e capire certe cose assieme al tuo personaggio. Non è cosa da poco.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Tantissimi, ma quelli che porto nel cuore sono: Marion Zimmer Bradley (che in qualche modo ha permesso tutto questo), J.K. Rowling, George R. R. Martin, Jonathan Stroud, Stephen King (nel quale mi rifugio quando voglio essere certo di leggere qualcosa di davvero buono), Neil Gaiman, ma anche molti autori non di genere, da Cormac McCarthy a Michael Cunningham, da Tiziano Terzani a Oriana Fallaci.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM CHE PIU’ TI PIACCIONO, CHE CI DICI?

Star Wars”, per cominciare (che vidi per la prima volta su VHS, a nove o dieci anni, con mio padre), poi la trilogia del “Signore degli Anelli”, “Harry Potter”, “X-Men” (tutti, senza esclusioni), “LadyHawke”, “Alien”, “Thelma e Louise”, “Stardust”, “Blade Runner”, “Saw”, “Indiana Jones”… insomma, davvero un sacco!

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Tanti progetti per il futuro, che stanno aspettando una conferma. Ho finito da poco un corposo romanzo storico sul quale lavoravo dal 2007; ho “in ballo” anche il progetto per una nuova serie per ragazzi (che spero qualcuno voglia far “ballare” con la stessa intensità con cui lo desidero io), e certamente ho voglia di poter scrivere ancora di Evelyn Starr, perché ci sono segreti e misteri che vorrei davvero poter svelare! Sogni? Tanti anche lì, ma se mi guardo indietro mi rendo conto di essere già uno tra i ragazzi più fortunati che ci siano in circolazione. Da bambino sognavo di fare quello che sto facendo adesso, in questo momento, che cosa posso chiedere di più? :)

SAREMO NOI ALLORA A CHIEDERE DI PIU’, ASPETTANDO CHE ARRIVINO I TUOI PROSSIMI ROMANZI… INTANTO CI ACCONTENTEREMO DI QUELLI CHE HAI SCRITTO! ALLA PROSSIMA!

Davide Longoni