IL FASCINO DELL’INSOLITO

CAST

Franco Angrisano

Bruno Corazzari

Gino Maringola

Daniele Dublino

Fiorenza Marchegiani

Bruno Cattaneo

Carmen Scivittaro

Tonino Cuomo

Elisabetta Carta

Paolo Poiret

Pino Ammendola

Massimo Ghini

Olga Karlatos

Piera Degli Esposti

Arnoldo Foà

Francesca Archibugi

Sergio Fiorentini

Marisa Belli

Germana Dominici

Origine: Italia, Rai

Ideazione: Cecilia Cope e Angelo Ivaldi

Durata: 3 stagioni per un totale di 14 episodi di 80 minuti l’uno

TRAMA

Il fascino dell’insolito” è un serial antologico televisivo prodotto dalla Rai che presentava una rara selezione di innovative storie tratte dai grandi capolavori della letteratura gotica e fantascientifica diviso in tre stagioni.

La prima stagione, trasmessa dal 12 gennaio al 9 febbraio del 1980, era composta da 5 episodi.

La mezzatinta

Diretto da: Biagio Proietti

Scritto da: Biagio Proietti, Marialori Zaccaria (da M. R. James)

Interpreti: Sergio Fiorentini (Marco), Marisa Belli (Lidia), Germana Dominici (Fulvia), Bruno Cattaneo (Martini), Tonino Cuomo (il maggiordomo)

Trama

Marco, un antiquario, riceve una mezzatinta, raffigurante un’antica villa vesuviana. Egli la pone su un cavalletto per poterla fotografare, ma con stupore si rende conto che con il passare delle ore la mezzatinta muta di aspetto, mostrando il passare del tempo. Quando nella mezzatinta compare una figura scura che si avvicina alla porta di ingresso, Marco si precipita sul posto, sicuro che stia per succedere qualcosa di terribile; così facendo, si imbatte nella triste e misteriosa storia della sparizione di un bambino, avvenuta nella villa molti anni prima.

La stanza n. 13

Diretto da: Paolo Poeti

Scritto da: Emanuele Vacchetto (da M. R. James)

Interpreti: Tino Scotti (Marco Corelli), Franco Angrisano (il padrone della locanda), Gino Maringola (il maestro), Carmen Scivittaro (Assunta), Pino Cuomo (il fiaccheraio), Nina De Padova (Nina), Rodolfo Baldini (il giovane studente)

Trama

Marco Corelli, un anziano professore di paleografia, si reca presso una locanda di Benevento, città nella quale deve compiere alcuni studi. Il professore era già stato nella locanda tanti anni prima, da studente, e qui aveva conosciuto Assunta, della quale si era innamorato, ma che poi, assorbito dai suoi studi, aveva perso di vista; Assunta in seguito si ammalò e morì, ancora giovane. La prima notte il professore viene disturbato da voci e canti che paiono provenire dalla stanza n. 13 della locanda, cosa però impossibile in quanto il muro della stanza venne abbattuto, per incorporarla nella stanza n. 14, occupata ora dal professore. Il giorno dopo il professore rientra tardi e sente il pianto di una donna. Entrato nella sua stanza, scopre finalmente la fonte di questi rumori, e capisce che il destino gli sta dando una nuova opportunità di felicità.

Piccolo assassino

Diretto da: Stefano Calanchi

Scritto da: Stefano Calanchi (da Ray Bradbury)

Interpreti: Imma Piro (Alice), Gianfranco De Grassi (Davide), Edda Di Benedetto (Paola), Vera Matania (la bidella), Roberto Corcione (il collega di Davide), Carmen Scivittaro (la sindacalista)

Trama

Alice, una giovane sposa, è in ospedale in preda alle doglie: sta per partorire suo figlio; a causa dei forti dolori, urla che il bambino la vuole uccidere. Dopo qualche tempo, rientrata a casa, si confida col marito Davide, affermando che il bambino non voleva venire al mondo e vuole vendicarsi, uccidendola. Davide è sconvolto, e pensa che la moglie sia in preda a una brutta forma di depressione post-partum; nemmeno l’aiuto di Paola, una comune amica, riesce a distogliere Alice da questi funesti pensieri. Un giorno Davide, rientrando a casa, trova Alice morta ai piedi della scala interna: la caduta è stata causata da un pupazzo presente su di un gradino che ha fatto inciampare la donna. Davide si convince così che i timori della moglie erano reali, mentre Paola lo calma somministrandogli un sedativo. Quando Davide muore, soffocato dal gas di una bombola lasciata aperta, anche Paola comincia a credere che qualcosa di strano e malvagio stia accadendo in quell’appartamento.

Veglia al morto

Diretto da: Mario Chiari

Scritto da: Biagio Proietti, Marialori Zaccaria (da Ambrose Bierce)

Interpreti: Alessandro Sperlì (dottor Helberson), Cesare Ferrario (William Mancher), Piero Vida (James Harper), Bruno Corazzari (John Jarette), Fiorenza Marchegiani (Lynn Brown), Mohamed Bashir (il cameriere), Livio Guidorizzi (il poliziotto)

Trama

San Francisco, 1899. Il dottor Helberson effettua un’autopsia in compagnia del dottor William Mancher e dell’assistente Harper. Per caso, nella stanza dove viene condotta l’autopsia, rimane isolata per qualche istante Lynn Brown, la fidanzata di Mancher; il terrore che si dipinge sul volto della ragazza spinge i due dottori a scommettere che nessun uomo riuscirebbe a restare per un’intera notte da solo, chiuso in una stanza con un cadavere. Harper conosce la persona che potrebbe farlo: John Jarette, un giocatore d’azzardo privo di scrupoli. La scommessa viene attuata e Jarette viene chiuso in uno scantinato, con quello che dovrebbe essere un cadavere adagiato su di un tavolo da biliardo e coperto da un lenzuolo. In realtà al posto del cadavere vi è il dottor Mancher, il quale vuole assistere di persona alle reazioni di Jarette. Al mattino Helberson e Harper si recano sul posto per liberare i due, ma con sconcerto trovano una folla e un poliziotto davanti alla porta, in quanto dall’interno provengono terribili urla. Non appena aperta la porta, Jarette scappa via, e all’interno viene ritrovato il cadavere sfigurato di Mancher. Passano alcuni anni e i due vengono richiamati con una lettera in uno scantinato simile a quello della scommessa, dove la vicenda ha una conclusione inattesa.

Miriam

Diretto da: Biagio Proietti

Scritto da: Diana Crispo, Biagio Proietti (da Truman Capote)

Interpreti: Luisa Rossi (Miriam Miller), Claudia Vegliante (Miriam), Claudio Sorrentino (Harry), Margherita Sestito (Dorothy), Corrado Annicelli (il marito di Miriam), Martina Carpi (la ragazza del sogno), Aldo Bufi Landi (l’uomo nel bar)

Trama

Miriam Miller, una casalinga di mezza età, rimasta vedova, passa le giornate ascoltando la radio. Una sera decide di andare al cinema e qui incontra una ragazzina che si chiama come lei, Miriam, la quale le chiede il favore di acquistarle il biglietto. Dopo qualche tempo, una sera la ragazzina si presenta a casa di Miriam, e con modi arroganti chiede di mangiare qualcosa, poi si impadronisce di un cammeo di proprietà della donna, infine, prima di andarsene, rompe un vaso di fiori. La donna rimane sconvolta, e la notte ha un incubo in cui si vede vestita come la ragazzina. Passato altro tempo, la donna si tranquillizza non vedendo più la ragazzina, ma un giorno questa si ripresenta a casa sua con uno scatolone contenente una bambola e alcuni vestiti. La donna le intima di andarsene, e corre al piano di sotto chiedendo aiuto a una coppia di giovani, Harry e Dorothy. L’uomo sale a vedere, ma non trova nulla, eccetto il nastro di una bambola. Miriam pensando che la ragazzina se ne sia andata, comincia a chiedersi se non sia una proiezione della sua mente.

La seconda stagione, trasmessa dal 21 agosto al 4 settembre 1981, era composta da 3 episodi.

La strada al chiaro di luna

Diretto da: Massimo Manuelli

Scritto da: Franco Ferrini, Massimo Manuelli (da Ambrose Bierce)

Interpreti: Mario Valdemarin (Simone Gioele), Eva Axen (Giulia Gioele), Rodolfo Traversa (il commissario), Franco Angrisano (il portiere dell’hotel), Walter Ricciardi (il cameriere), Angela Sacchi (la cameriera), Armando Landolfi (il ladro), Sara Manuelli (Sara Gioele), Barbara Nay (la segretaria), Luigi Caracciolo (il croupier), Sasà Montano (un giocatore), Elena Panarella (Sara adolescente)

Trama

Simone Gioele, un uomo d’affari, è sposato con Giulia. Una mattina, il giorno 22 del mese, parte per un viaggio di lavoro, ma invece di andare in aeroporto si reca presso un hotel, dove sceglie di prendere la camera n. 22, numero che per lui è un’ossessione. Passa la giornata in stanza a effettuare telefonate mute a casa alla moglie; infine, quando è sera inoltrata, torna a casa e parcheggia fuori, attendendo in auto. Accade un fatto inaspettato: un ladro forza la porta e si introduce in casa; poco dopo entra anche Simone, che sale in camera da letto, dove strangola Giulia. Il giorno dopo, la polizia scientifica trova un gran numero di impronte del ladro, fatto che scagiona Simone; alla sera, passeggiando con la giovane figlia Sara, gli sembra di vedere in una strada, al chiaro di luna, la figura di Giulia che lo chiama. Il giorno dopo scappa senza lasciare traccia, abbandonando la figlia; si trasferisce negli Stati Uniti, dove cambia il nome in Caspar Lewin. Di tanto in tanto gioca alla roulette sempre lo stesso numero, il 22, e ogni anniversario del delitto torna in Italia, nello stesso hotel e nella stessa camera del giorno dell’omicidio. Passati alcuni anni, durante una di queste visite ha un infarto; ricoverato in ospedale, viene riconosciuto e visitato dalla figlia ormai adolescente. Poco dopo muore, ma questa non sembra essere la fine della storia.

La casa della follia

Diretto da: Biagio Proietti

Scritto da: Diana Crispo, Biagio Proietti (da Richard Matheson)

Interpreti: Luigi Pistilli (Chris Neal), Olga Karlatos (Sally Neal), Renato Mori (John Morton), Sasi Conte (Mary Forbes), Remo Remotti (il preside)

Trama

Chris Neal, uno scrittore di mezza età, è in crisi creativa da diversi anni. La frustrazione che ne consegue lo porta ad avere degli accessi di collera sempre più frequenti, fino a minacciare la giovane moglie Sally, che perciò decide di lasciarlo. John Morton, un amico di Chris, lo avverte del fatto che, secondo una recente teoria, la collera potrebbe avere effetti anche sugli oggetti della casa, i quali potrebbero immagazzinare questa energia negativa. Sempre secondo questa teoria, la presenza di Sally avrebbe fatto da bilanciamento all’energia negativa, ma il suo allontanamento potrebbe far sì che questa energia si scateni, provocando effetti imprevedibili. Chris rientra a casa e comincia a essere vittima di piccoli incidenti domestici, via via più gravi.

Impostore

Diretto da: Andrea Frazzi, Antonio Frazzi

Scritto da: Andrea Frazzi, Antonio Frazzi (da Philip K. Dick)

Interpreti: Adalberto Maria Merli (Spence Olham), Daniele Dublino (il comandante), Antonio Piovanelli (Nelson), Giorgio Giuliano (Edward), Elisabetta Carta (Mary Olham), Italo Dall’Orto (Peters), Bruno Marinelli (Capoposto), Renato Montalbano (dottor Chamberlain), Vittorio Battarra (voce primo militare), Claudio De Davide (voce secondo militare)

Trama

In un presente distopico, l’umanità è in guerra contro una forza extraterrestre. Il conflitto ha provocato ingenti danni al pianeta, molte zone sono inaccessibili a causa di radiazioni, e l’umanità resiste in una piccola porzione di territorio, denominata “la cupola”, protetta da un generatore di ioni che respinge le radiazioni. La difesa planetaria intercetta una comunicazione degli extraterrestri nella quale si parla di un robot umanoide, realizzato con le fattezze di uno scienziato che lavora nel laboratorio della difesa, il quale ha presumibilmente preso il posto del vero scienziato, con lo scopo di far esplodere il laboratorio, celando al proprio interno una bomba. I sospetti si indirizzano subito verso uno degli scienziati più influenti, il dottor Spence Olham; egli viene catturato e sedato, ma un contrattempo fa sì che riesca a fuggire. Comincia una caccia all’uomo, con Olham che cerca a tutti i costi il modo per dimostrare che il robot non è lui.

La terza e ultima stagione, trasmessa dal 10 luglio al 14 agosto 1982, era composta da 6 episodi.

La tortura della speranza

Diretto da: Mario Chiari

Scritto da: Mario Chiari, Luigi De Simone (da Auguste de Villiers de L’Isle-Adam)

Interpreti: Julian Beck (Aser Abarbaniele), Bruno Corazzari (Pietro d’Arbués), Piera Degli Esposti (la strega), Renato Carpentieri (frate giudice), Daniele Dublino (frate redentore), Pino Ammendola (un prigioniero), Renato Mariano (voce del torturato)

Trama

Aser Abarbaniele, un rabbino aragonese, viene imprigionato e torturato per un anno allo scopo di fargli abiurare la religione ebraica, nelle carceri di Saragozza all’inizio del XVII secolo. Nonostante le torture subite, il rabbino non proferisce parola, pertanto il Terzo Inquisitore di Spagna, Don Pietro d’Arbués, lo condanna all’autodafé. La sera prima dell’esecuzione, Don Pietro lo visita nel carcere e lo fa liberare dalle catene. Una volta rimasto solo, il rabbino trova la porta della cella aperta e comincia a vagare per il carcere, assistendo a una tortura e incontrando una strega, anch’essa condannata al rogo. Infine si rifugia in una chiesa, dove finalmente parla, ribadendo la sua fedeltà alla religione ebraica, quindi esce fuori dalla chiesa, sperando di essere finalmente libero.

La scoperta di Morniel Mataway

Diretto da: Enrico Colosimo

Scritto da: Biagio Proietti, Emanuele Vacchetto, Enrico Colosimo (da William Tenn)

Interpreti: Franco Graziosi (Morniel Mataway), Ivana Monti (Mimì), Warner Bentivegna (Glesco), Adriana Innocenti (la padrona di casa), Mario Colli (voce dei comunicati radio)

Trama

Morniel Mataway è un pittore fallito e squattrinato che vive in un piccolo appartamento a Roma; egli è in attesa del successo, convinto della bontà dei propri quadri, ma in realtà questi non dimostrano altro che il suo scarso talento. Morniel ha una fidanzata, Mimì, che abita in un altro appartamento dello stesso palazzo, cercando di supportarlo e di sopportarlo. Un giorno accade un fatto incredibile: sul balcone dell’appartamento si materializza Glesco, un uomo che proviene da un lontano futuro. Egli ha viaggiato nel tempo per incontrare proprio Morniel, il quale nel futuro è considerato nientemeno che uno dei maggiori artisti del XX secolo; Glesco è un critico d’arte che conosce perfettamente i quadri di Morniel, ma quando egli comincia a farglieli vedere, Glesco, assai deluso, pensa di essere capitato in un periodo in cui Morniel deve ancora dare il meglio di sé.

Vampirismus

Diretto da: Giulio Questi

Scritto da: Giulio Questi (da E. T. A. Hoffmann)

Interpreti: Antonio Salines (il conte Ippolito), Maria Grazia Marescalchi (la baronessa di Valobra), Francesca Archibugi (Aurelia), Roberto Tesconi (l’amico Cipriano), Gino Maringola (Nicola il maggiordomo), Adolfo Geri (lo zio di Ippolito), Gerardo Panipucci (il dottor Meucci), Donato Placido, Paolo Poiret

Trama

Il conte Ippolito torna alla sua dimora, dopo un lungo viaggio in Inghilterra. Un giorno riceve in visita la baronessa di Valobra in compagnia di sua figlia Aurelia, della quale il conte si innamora a prima vista. La baronessa è un personaggio assai discusso, essendo stata in passato coinvolta in una vicenda giudiziaria: fu accusata di aver accolto in casa come amante un pericoloso criminale. Invitata dal conte a fermarsi per qualche giorno, improvvisamente muore, dopo aver minacciato Aurelia di non lasciarla in pace nemmeno da morta. Subito dopo il conte sposa Aurelia, la quale comincia a manifestare strani sintomi, tra cui l’inappetenza. Una notte il conte si sveglia e non trovando Aurelia di fianco a sé si alza e si reca in giardino, dove vede con orrore la moglie e altre donne cibarsi di un cadavere.

La cosa sulla soglia

Diretto da: Andrea Frazzi, Antonio Frazzi

Scritto da: Andrea Frazzi, Antonio Frazzi (da H. P. Lovecraft)

Interpreti: Massimo Ghini (Daniel Upton), Fiorenza Marchegiani (Mary Upton), Mattia Sbragia (Edward Derby), Daniela Surina (Rosy), Bruno Cattaneo (Mike), Elisabetta Carta (Asenath Derby), Paolo Poiret (George)

Trama

Daniel Upton, un giovane benestante che vive in un appartamento insieme alla moglie Mary e al figlio Teddy, riceve la visita di un suo vecchio amico, Edward, il quale gli racconta di essere rientrato dall’Europa e di essersi sposato con Asenath. La famiglia di Asenath è molto chiacchierata, in quanto si dice che il padre Efraim fosse dedito all’occultismo. Edward comincia a mostrare uno strano comportamento: a volte è freddo, quasi glaciale, altre volte è agitato e afferma di essere posseduto da Asenath, la quale è a sua volta posseduta dall’anima del padre, mai morto del tutto. Una sera, Edward piomba a casa di Daniel affermando di essere riuscito a cacciare Asenath; il giorno seguente, Mary, spaventata dalla presenza di Edward, lascia Daniel portando il figlio con sé. Daniel la sera si reca alla villa di Edward per chiarire finalmente la situazione.

La specialità della casa

Diretto da: Augusto Zucchi

Scritto da: Augusto Zucchi (da Stanley Ellin)

Interpreti: Stefano Santospago (Costa), Achille Millo (Giglio), Vittorio Caprioli (Sbirro), Augusto Zucchi (Amado), Pino Ammendola (l’allevatore), Lucio Beffi (Nibbio), Tonino Cuomo (il maître), Sergio Ciulli (un cameriere)

Trama

Il dottor Costa è il direttore di un’azienda avicola; ricevendo il signor Amado, un cliente, racconta la sua storia da quando, giovane impiegato, entrò in azienda. Qui ottenne il favore del suo superiore, il signor Giglio, il quale cominciò a portarlo a cena presso il ristorante “Lo Sbirro”, un posto alquanto strano dove i clienti si recavano attendendo con ansia che capitasse la sera in cui veniva servita la specialità della casa. Questa era un arrosto di agnello, e la particolarità era che gli animali provenivano da una regione vicino all’Afghanistan, fatto che rendeva il sapore della carne unico e inconfondibile. I clienti più affezionati, poi, potevano avere il privilegio di essere invitati dal proprietario a visitare la cucina. Una sera un inserviente venne aggredito fuori dal ristorante e Costa lo salvò; per ricompensarlo, l’inserviente esortò Costa a non entrare mai, per alcun motivo, nella cucina. Quando Giglio scomparve, improvvisamente, proprio dopo aver visitato la cucina, Costa divenne il capo e fece tesoro dell’esperienza: decise che l’allevamento dei polli ormai era superato, la gente aveva diritto a cibarsi anch’essa della “specialità della casa”, fino ad allora riservata a una ricca élite, e ne cominciò l’allevamento intensivo.

Castigo senza delitto

Diretto da: Fabio Piccioni

Scritto da: Roberto Giardina, Fabio Piccioni (da Ray Bradbury)

Interpreti: Arnoldo Foà (George Hill), Valeria Ciangottini (Katherine), Corrado Gaipa (il capo dell’Anonima Robot), Vincenzo Ferro (l’avvocato), Marisa Reichlin (la segretaria), Pippo Davì (l’assassino), Ottavio Costa (voce fuori campo)

Trama

In un futuro distopico, la Anonima Robot è un’agenzia che mette a disposizione i propri mezzi tecnici alle persone che intendono commettere un omicidio. Dietro lauto compenso viene realizzata una copia robotica della persona che si intende sopprimere: uccidere un robot permette di sfogare il proprio istinto omicida, qualunque ne sia la causa, senza commettere un vero delitto, questa almeno è l’intenzione. George Hill è un cinquantenne che da circa un anno viene tradito dalla giovane moglie Katherine; egli si rivolge quindi all’agenzia, che dopo averlo analizzato a fondo realizza una copia robotica della moglie. Dopo aver commesso il finto omicidio, Hill è tranquillo, ma viene arrestato: un giudice ha stabilito che sopprimere un robot non è un atto così innocuo come sembra.

NOTE

La serie “Il fascino dell’insolito”, prodotta dalla Rai, fu trasmessa dalla Rete 2 in tre stagioni dal 1980 al 1982 per un totale di 14 episodi.

Gli ideatori furono Cecilia Cope e Angelo Ivaldi e nel cast tecnico segnaliamo la presenza alle musiche di Marco Vavolo, alle scenografie di Nicola Rubertelli e Mario Di Pace a ai costumi di Elena Mannini.

Il sottotitolo di questa antologia televisiva era “Itinerari nella letteratura dal gotico alla fantascienza” e si segnalano racconti tratti dai più grandi maestri del fantastico, fra cui M. R. James, Philip K. Dick, Ray Bradbury, Ambrose Bierce, Howard P. Lovecraft, E. T. A. Hoffmann e Richard Matheson.

Tra i registi che diressero gli episodi della serie vi furono: Giulio Questi, Enrico Colosimo, Mario Chiari, Fabio Piccioni, Paolo Poeti, Biagio Proietti, Andrea e Antonio Frazzi e Massimo Manuelli.

Nello stesso periodo la Rai realizzò una serie analoga dal titolo “I giochi del diavolo” (1981), mentre in precedenza aveva prodotto altre serie a tema fantastico come “I racconti fantastici di Edgar Allan Poe” (1979) e “Nella città vampira – Drammi gotici” (1978).

Davide Longoni