ALESSIO FILISDEO

Ossessionato dai vampiri, scrittore horror/fantasy/gotico, amante dei videogame e della letteratura: queste e molte altre cose si concentrano nella vita e nella narrativa di Alessio Filisdeo, new entry nella scuderia di NPS Edizioni con il romanzo “Il mistero di Virginia Hayley”. Potevamo forse lasciarcelo scappare? Certo che no, per cui… eccolo qua!

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È ALESSIO FILISDEO?

Sono principalmente un entusiasta di natura. Adoro, ovviamente, la letteratura in (quasi) ogni sua sfaccettatura, amo il cinema e sono un accanito videogiocatore.

Lavoro per gran parte dell’anno come portiere di notte in un albergo dell’isola d’Ischia, e dedico le mie maggiori energie alla scrittura. Creare una storia, sia essa sotto forma di racconto o romanzo, è sempre eccitante!

COME HAI COMINCIATO A SCRIVERE?

Ho cominciato per gioco, come spesso, credo, accade a chi decide di dedicarsi con costanza e serietà al mestiere di scrittore. Andavo alle superiori, e mi piaceva imbrattare fogli su fogli di improbabili storie popolate da supereroi e supercattivi. Poi, lentamente, sono passato al fantasy classico, e solo qualche anno più tardi ho trovato la mia vera vocazione nel genere gotico.

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI, IN PARTICOLAR MODO DI QUELLE A CUI SEI PIU’ LEGATO?

Le mie produzioni precedenti riguardano la Saga del vampiro Nik, edita da Nativi Digitali Edizioni. Sono molto legato allo strambo personaggio del vampiro Nik, primo perché mi diverte sempre un mondo scrivere di questo pazzo scatenato che gode inopportunamente della sua condizione di non-morto, tra sparatorie ed esplosioni assortite, e secondo perché grazie ad esso ho potuto cominciare il mio percorso di scrittore, accostandomi al pubblico.

RECENTEMENTE HAI PUBBLICATO PER NPS EDIZIONI IL ROMANZO “IL MISTERO DI VIRGINIA HAYLEY”. CE NE VUOI PARLARE?

“Il mistero di Virginia Hayley” è un romanzo gotico vecchio stile, come mi piace definirlo, costruito attorno a un certo numero di elementi vittoriani entrati nell’immaginario collettivo, dal linguaggio formale e ricercato fino al sensazionalismo della componente horror.

È una storia dai toni cupi e tenebrosi, costruita in un contesto storico di verosimiglianza alla realtà, e rifinita con innesti fantasy-folkloristici tipici dell’Europa del XIX secolo.

SI TRATTA DI UNA STORIA GOTICO FANTASTICA CHE MESCOLA STORIA DELL’IMPERO BRITANNICO, MITOLOGIA EGIZIA ED ESOTERISMO: COME NASCE L’ISPIRAZIONE PER QUESTO RACCONTO E DA COSA DERIVA QUESTA COMMISTIONE DI ARGOMENTI?

L’Epoca Vittoriana, che sfocerà agli inizi del Novecento nella sfavillante Belle Époque, vide la (ri)nascita di una curiosa serie di mode ed interessi da parte della società borghese e intellettuale. È, tra le altre cose, il periodo dei grandi esploratori, degli avventurieri e del fascino dell’esotico.

Gli scavi in Egitto, in particolar modo, riportarono alla luce non solo una quantità di manufatti dal valore inestimabile, ma fornirono anche i mezzi atti a decifrare la misteriosa scrittura dei faraoni. Improvvisamente l’archeologia divenne un eccellente argomento di conversazione, e il misticismo dell’Antico Egitto una fonte di inesauribili meraviglie.

Quando ho ideato “Il mistero di Virginia Hayley” ho sempre dato per scontato di inserire al suo interno una componente sovrannaturale ma, d’altra parte, volevo anche darle un tocco di originalità, nel limite del genere. Ecco perché, rifacendomi a fatti storici realmente accaduti, ho optato per qualcosa di meno convenzionale, pescando a piene mani dalla cultura del Nilo.

Quanto alla componente politica, proprio non riesco ad immaginare una Londra vittoriana che non contempli una buona dose di torbide cospirazioni governative.

Che posso dire? Adoro i cliché!

HAI AVUTO MODO DI DIRE IN MERITO A QUESTO ROMANZO CHE “IL MISTERO DI VIRGINIA HAYLEY” SEMBRA “UNA SORTA DI GRANDE “PENNY DREADFUL” CHE RIUNISCE ALCUNE DELLE PIÙ ICONICHE CREATURE DELLA LETTERATURA GOTICA DEL XX SECOLO”… VOGLIAMO APPROFONDIRE UN PO’ DI PIU’?

I Penny Dreadful, o in maniera dispregiativa “penny awful”, furono uno dei grandi fenomeni culturali dell’Ottocento, il primo vero, seppur timido, tentativo di sdoganare la cultura dell’orrore.

A differenza degli importanti romanzieri dell’epoca che pure si erano cimentati col genere, spesso non incontrando il favore del pubblico, nonostante opere di grande valore e spessore, i Penny Dreadful parlavano con la voce del popolo. Non ponevano riflessioni filosofiche, non intendevano insegnare qualcosa, o guidare il lettore tra allegorie e metafore. Erano racconti di poche pagine, stampati su carta economica, a base di galloni di sangue, mostri e violenza. Sensazionalismo spiccio, privo di fronzoli, abbellito da illustrazioni e titoli accattivanti. Nessuno avrebbe scommesso sul loro successo, eppure lo guadagnarono, e non solo tra i ceti meno acculturati, vero pubblico di riferimento, ma anche tra la borghesia.

I “penny blood” diedero vita a un campionario di creature da incubo che tutt’oggi sopravvive nella letteratura di genere, e con “Il mistero di Virginia Hayley” ho voluto omaggiare a modo mio questa percezione dell’orrore sopra le righe, truculenta e immaginifica.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?

La vera sfida è stata rendere il tutto familiare agli estimatori del genere ma non prevedibile. Dosare gli stereotipi che il fan del romanzo gotico-vittoriano si aspettava, pretendeva di trovare in una storia di questo tipo, senza tuttavia scadere nel citazionismo sfrenato.

Trovare il giusto equilibro non è stato semplice.

VISTO CHE ULTIMAMENTE CAPITA SEMPRE PIU’ SPESSO DI LEGGERE MOLTI AUTORI, SIA EMERGENTI SIA AFFERMATI, ANCHE IN FORMATO DIGITALE, SECONDO TE QUALE SARA’ IL FUTURO DELL’EDITORIA? VEDREMO PIAN PIANO SCOMPARIRE IL CARTACEO A FAVORE DEGLI E-BOOK O PENSI CHE QUESTE DUE REALTA’ POSSANO CONVIVERE ANCORA PER LUNGO TEMPO?

Penso che le due realtà possano convivere serenamente, e che conviveranno anche in futuro.

Sono decenni, da quando è nato l’e-book, che si leggono spesso articoli su quanto il modello digitale stia ormai regredendo, dopo un boom iniziale. Soprattutto qui in Italia sembra che il ribadire, da parte di grandi marchi o testate giornalistiche, la superiorità del formato cartaceo sia una questione di principio. Eppure gli e-book vivono ancora e, dati alla mano, continuano a conservare una grande fetta di mercato. Il “profumo delle pagine stampate” non svanirà, ne sono assolutamente sicuro, ma neppure la praticità degli e-book tramonterà tanto presto. Anzi.

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL GENERE FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Il fantastico è un macro-genere dalle infinite potenzialità. Lo si può affrontare e sviluppare in mille modi, e toni, diversi. Il limite è dato unicamente dall’immaginazione di chi lo scrive, e nonostante io ami impostare le mie storie rifacendomi al concetto di iper-realismo, il fantastico mi permette allo stesso tempo di staccarmi dalle rigide regole della quotidianità, piegandole in maniera tale da rendere il tutto più affascinante, o terrificante, a seconda del caso.

SOPRATTUTTO PERO’ SAPPIAMO CHE AMI PARTICOLARMENTE LA FIGURA DEL VAMPIRO…

Io sono un vero fanboy della figura del vampiro. Credo che neppure esista un termine adeguato per indicare la mia ossessione sull’argomento. L’ho letto, analizzato e studiato in ogni sua forma, tempo, cultura e folklore.

Il “dannato” è, tra le mille altre cose, il mostro gotico per eccellenza. Parola chiave: mostro.

Ogni epoca ne ha dato una sua definizione. Ogni secolo lo ha identificato in un diverso vizio dell’Uomo: dall’ambizione smodata alla sacrilega sete di conoscenza, passando per il più sfrenato desiderio di lussuria fino all’orgogliosa ostentazione dell’indipendenza femminile.

Per me, come scrittore, il vampiro rappresenta passato, presente e futuro della condizione mortale. E in più è super forte, super veloce e difficile da uccidere: cosa si potrebbe chiedere di più spettacolare?

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

La mia principale fonte di ispirazione sono i libri che leggo. Suonerà banale, me ne rendo conto, ma è così. Tante idee mi arrivano anche da film, serie tv e fumetti (perlopiù le graphic novel americane e inglesi).

Le intuizioni più particolari e inattese le ho ricevute però dai videogame, un media tutt’oggi sottovalutato e discriminato, che tuttavia, dalla sua nascita, è stato in continua evoluzione, raggiungendo (narrativamente parlando) una maturità, e un’originalità, seconda a nessun altra opera d’ingegno.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Ne ho un mucchio. Difficile stilare una classifica. I primi che mi vengono in mente sono Alexandre Dumas, Jane Austen e Charles Dickens per il passato, mentre per il presente Stephen King, Neil Gaiman ed Alan Moore, con una menzione d’onore per l’Anne Rice degli esordi e l’intramontabile H. P. Lovecraft.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM CHE PIU’ TI PIACCIONO, CHE CI DICI?

Ovviamente al primo posto metterei “Intervista col vampiro”, che è stata la pellicola che mi ha introdotto all’ossessione per i vampiri, segnando la mia vita di scrittore.

In generale mi piace tutto, cinematograficamente parlando, specialmente i film per ragazzi degli anni Ottanta e i cult del regista John Carpenter.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Il futuro può essere una grande avventura, come dicono spesso in tv, ma può anche apparire spaventoso per diversi motivi. Personalmente cerco di concentrarmi sul presente, di fare ora, oggi, il meglio che posso con ciò che ho a disposizione.

Sogno di poter vivere del lavoro di scrittore. Sogno di potermi dedicare alle mie storie sette giorni a settimana, tutto l’anno, senza tediosi intermezzi dettati dalla necessità che uccidono ispirazione e tempismo. E sogno, in tutta onestà, una realtà diversa da quella italiana, che sempre meno valorizza la letteratura, sia essa nazionale o internazionale.

I progetti sono tanti. Nel cassetto ce ne sono alcuni a cui tengo moltissimo. Chissà!

Tengo le dita incrociate e confido nella Forza, sperando che domani non sia SMAG!

Davide Longoni