FANTASCIENZA STORY 206

CHI NON MUORE… PAGA PEGNO! (1993) – PARTE 03

Molte persone perdono a poco a poco

la loro umanità senza accorgersene.

Non così tutto a un tratto, dalla sera alla mattina,

ma la differenza è poca.

(L’invasione degli ultracorpi di Don Siegel)

Siamo venuti da un mondo in agonia,

trasportati nell’universo di pianeta in pianeta

con la spinta dei venti solari.

Ci adattiamo e sopravviviamo.

Lo scopo della vita è sopravvivere.

            (Terrore dallo spazio profondo di Philip Kaufman)

ULTRACORPI: L’INVASIONE CONTINUA (Body Snatchers)

Il produttore Robert H. Solo deve essere molto affezionato al romanzo, peraltro bellissimo, di Jack Finney Gli Invasati perché, pur avendo prodotto il remake del film di Siegel e cioè Terrore dallo spazio profondo, ha voluto cimentarsi nuovamente in un’altra versione della storia che ha affidato alla sceneggiatura di Stuart Gordon, Dennis Paoli e Nicholas St. John da, e qui non è molto chiaro, un “soggetto” o sarebbe meglio dire una rilettura, effettuata da Larry Cohen e Raymond Cistheri, affidando il film alla regia di Abel Ferrara. Il risultato potrebbe definirsi una storia parallela ambientata, invece che in una città come nel secondo o in una cittadina come il primo, nella base militare di Fort Daly nell’Alabama.

Verso questa base si sta dirigendo la famiglia Manson composta da Steve (Terry Kinney), dalla sua seconda moglie Carol (Meg Tilly), dal figlio della donna, Andy (Reilly Murphy), e dalla figlia di Steve, Marti (Gabrielle Anwar). La storia è raccontata da Marti stessa.

Marti: “<Da dove comincio? Ah, non lo so. Comincerei con l’idea che certe volte ci sono cose che non comprendiamo. Magari dovremmo sforzarci di capire quelle cose. Mio padre era stato incaricato di ispezionare il settore militare sud dell’Ente Protezione Ambientale. La mia matrigna, il mio fratellastro ed io dovevamo passare quasi due mesi in viaggio con lui. Vi assicuro che non è facile trovarsi in macchina con un ragazzino di sei anni e la donna che ha preso il posto di tua madre. Nessuno mi aveva chiesto che cosa mi andava di fare quell’estate. Se le cose succedono ci sarà pure un motivo anche se è un motivo che non ti piace per niente>.

I quattro si fermano a una stazione di servizio. Steve sta guidando, alternandosi con Carol, fin dal mattino all’alba e ora è pomeriggio inoltrato. Marti chiede dove è il bagno e vi si dirige. Come vi entra una mano le tappa la bocca. E’ un soldato di colore che la guarda con occhi stralunati.

Soldato: “Hai paura?… Brava! Sono là fuori dappertutto… Ti assalgono mentre stai dormendo, ti assalgono mentre dormi, lo capisci? Vattene, sennò toccherà anche a te!

L’uomo si allontana e la ragazza, sconvolta, corre dal padre, ma quando lui e il benzinaio entrano nel gabinetto non c’è più nessuno. Il viaggio riprende.

Marti: “<Ti assalgono mentre dormi. Mi ricordo di aver pensato che era un pazzo. Ma mi ricordo anche di aver pensato che noi passiamo metà della vita dormendo…>

Una volta entrati nella base i quattro vengono indirizzati al proprio alloggiamento e cominciano a scaricare i bagagli. Marti non ascolta il padre che la incita ad aiutarli e si allontana verso il reticolato della base.

Marti: “<Se avessimo saputo che cosa ci aspettava saremmo scappati ma era destino che dovesse accadere. Cominciò così…>.

Le guardie la invitano ad allontanarsi da quella zona. Nello stesso momento una macchina con a bordo una ragazza, Jenn (Christine Elise), si ferma e la carica a bordo. Jenn Platt è la figlia del Generale Platt, il comandante della base e porta Marti a casa sua dove trovano la madre della ragazza (Kathleen Doyle) addormentata e ubriaca sul divano, quindi riporta Marti a casa. Durante la notte dei rumori provenienti da una abitazione vicina e una camionetta dei militari li svegliano, ma il buio della notte non permette loro di vedere molto.

Il giorno dopo Steve è a colloquio con il Generale Platt (R. Lee Ermey).

Platt: “Ha mai fatto il militare?

Steve: “No, Generale.

Platt: “Allora non sa assolutamente niente della guerra biologica e chimica, dico bene? Vede, secondo me, sarebbe molto più pericoloso cominciare a mandare questa roba in giro che lasciarla tranquillamente qui dove si trova.

Steve: “Se queste sostanze sono immagazzinate al sicuro lei non ha niente di cui preoccuparsi.

Platt: “Io non ho niente di cui preoccuparmi? Vuole spiegarsi meglio? (Nessuna risposta) Venga qui, Capitano!

Capitano: “Sissignore!

Platt: “Scorti il professor Malone in giro per la base, gli mostri tutto quello che deve vedere, che prenda i suoi campioni e faccia le sue analisi e poi faccia tutto il necessario per poter affrettare la sua partenza.

Mentre Steve sta controllando una pozza di liquame all’esterno, gli si avvicina un ufficiale, il Maggiore Collins (Forest Whitaker). L’uomo è estremamente agitato e fuma nervosamente.

Collins: “Signor Malone, Maggiore Collins, capo del personale medico.

Steve: “Solo un secondo… (Si toglie i guanti e stringe la mano del Maggiore) Salve!

Collins: “Avrei voluto incontrarla prima per offrirle la mia collaborazione personalmente.

Steve: “Ah, la ringrazio.”

Collins: “Sono molto interessato agli effetti che queste sostanze possono produrre sugli esseri umani.

Steve: “Eh, gli effetti… Sì, qui c’è un sacco di roba chimica ed è tutta molto tossica… Gli effetti sul fisico potrebbero essere devastanti…

Collins: “Non dicevo sul fisico, alludevo agli effetti psicologici.

Steve: “Cioè?

Collins: “Influenzare… le funzioni cerebrali… ehm… interferire nei processi chemioneurologici… promuovere psicosi, paranoia, paura del sonno…

Steve: “Beh, io sono un chimico, non sono uno psichiatra, non lo so.

Collins: “Insomma… Possono alterare il senso della realtà? Voglio essere franco: stanno arrivando dei pazienti in infermeria che sono affetti da gravi fissazioni allucinatorie. Persone che hanno… paura di dormire… persone che hanno paura… che hanno paura di avere a che fare con i loro familiari e… dimostrano paranoia verso… gli altri… verso l’identità degli altri… persone che hanno paura di se stesse… Io sono letteralmente circondato da persone mentalmente disturbate…

Steve: “Io le credo, Dottore, ma le posso dire che non è colpa di quelle sostanze. Quei fenomeni non fanno parte della sintomatologia.

Collins: “Vorrei che mi tenesse aggiornato sulle sue ricerche. Sono molto preoccupato per quelle persone…

Si allontana bruscamente.

Steve: “Forse è meglio che se ne vada in vacanza…

Una pattuglia di militari porta degli scatoloni a casa di Steve e Marti li trova addirittura nella camera da letto del padre. Frattanto all’asilo Andy sta facendo disegno, ma qualcosa non va… sia nella maestra che loda i disegni degli altri alunni, tutti assolutamente uguali, sia nei compagni che lo guardano straniti. Andy si allontana dalla scuola ma Tim Young (Billy Wirth), notatolo, se lo carica in macchina e lo riconduce a casa. Lì incontra e conosce Marti.

Marti: “Tu dovresti essere all’asilo.

Andy: “Io lo odio quel posto.

Marti: “Perché lo odi?

Andy: “Fanno tutti gli stessi disegni e poi volevano farmi dormire per forza. Volevano farmi dormire per forza.

In quel mentre sopraggiunge Steve, lasciando che Tim si congedi non senza aver detto a Marti dove lo potrà trovare di sera; Jenn viene a prendere la ragazza, entrambe vanno al Top Gun e lì Marti incontra nuovamente Tim. Ma la ragazza incontra anche quel militare che aveva visto nel bagno della stazione di benzina il quale non solo non la riconosce ma la tratta duramente ingiungendo a Tim di riaccompagnarla a casa.

Poco lontano da lì dei militari raccolgono degli strani bozzoli da dentro uno stagno e li caricano su dei camion. Marti e Tim decidono di fare una passeggiata all’aperto, parlano teneramente e si scambiano un bacio. A casa, il piccolo Andy, assiste all’orribile scena del corpo di sua madre che si disintegra sotto ai suoi occhi mentre, da dentro un armadio, riappare quella che sembra in tutto per tutto Carol. Il piccolo fugge via urlando, dicendo che sua madre non è sua madre, Steve lo insegue e lo prende al volo mentre arriva la Jeep con a bordo Tim, Marti, Jenn e un altro militare. Steve manda via Tim in malo modo e ha un grosso litigio con Marti.

Una seconda discussione con il padre avviene il mattino dopo a colazione, mentre Andy continua a insistere che sua madre è morta. Durante uno dei suoi esami al magazzino di stoccaggio dei bidoni, Steve vede cadere due di essi addosso a un militare. Uno dei grossi contenitori ha strappato la tuta di protezione a uno dei militari, ma quello che Steve vede sulla gamba non è sangue ma una sostanza strana. Gli altri militari non gli permettono di avvicinarsi e portano via il ferito.

Marti va a casa di Jenn, le apre la madre e la ragazza raggiunge la sua amica in cima alle scale. Jenn fa vedere a Marti il bicchiere di sua madre che non contiene, come al solito vodka, ma semplice acqua. Poi la donna dice alla figlia che se ne esce per andare a giocare a bridge e questo trova incredula la ragazza che sa che la madre non è capace di giocare a bridge…

Intanto Steve preleva di nascosto un campione dalla tuta strappata e telefona al suo ufficio.

Steve: “L’ho preso dalle fibre della tuta. Ho fatto tutti i test sugli erbicidi ma non ho ancora idea di che cosa sia. Beh, ti mando il campione domani mattina. Fate una serie completa di analisi… Te l’ho detto: non ne ho idea. Non ho mai visto una cosa simile in vita mia… dà i brividi, non è sangue, non è saliva, non lo so che diavolo è… Fate le analisi standard e informatemi al più presto possibile!

Andy: “Io voglio andare a casa.

Marti: “Papà ha detto che appena finite le analisi ce ne andiamo, vedrai ce l’ha promesso…

Andy: “Succede mentre dormi.

Marti: “Che cosa?

Andy: “Che muori.

Carol entra in quel momento per dire a Marti che la vasca è pronta. La ragazza va in bagno mentre la donna ordina ad Andy di andare a letto. Nel caldo del bagno con alle orecchie le cuffie per sentire la musica, Marti si assopisce mentre sopra di lei, dietro al controsoffitto, uno dei baccelli sta allungando i suoi pseudopodi dai fori del soffitto verso Marti. All’interno del bozzolo qualcosa di vivente sta prendendo forma. Nello stesso momento Carol sta osservando il marito che sta dormendo, coperto dai filamenti di un altro baccello.

Le scene degli pseudopodi che si allungano e raggiungono il collo o la bocca della vittima sono state girate al contrario, con lo stesso sistema, in pratica, usato per La Cosa.

Il controsoffitto cede e un corpo incompleto ma simile a quello di Marti precipita nella vasca da bagno della ragazza che si sveglia urlando. Si precipita in camera da letto del padre e lo salva dall’attacco del secondo baccello; mentre Steve ordina a Marti di svegliare e di vestire Andy, Carol sta telefonando per sollecitare l’intervento degli altri replicati nel suo cottage.

Steve si precipita giù dalle scale.

Steve: “Carol, dobbiamo andarcene… avanti, presto! Dobbiamo andarcene subito!

Carol (calmissima): “Ascoltami bene…

Steve: “No, non ti rendi conto, dobbiamo andarcene!

Carol: “Andare… dove?

Steve: “Carol, dobbiamo andarcene! Di che cavolo stai parlando?

Carol: “Steve, è importante… andare dove? Cerca di capire, andare dove? Quello che è successo in camera ti ha sconvolto, quello che è successo in camera tua non è stato un caso, è una cosa che sta succedendo dappertutto e a tutti!

Steve: “Ma di che stai parlando?

Carol: “Dove vorresti andare? Dove vorresti scappare? Dove vorresti nasconderti? In nessun posto… Di quelli come te non ne è rimasto nessuno… Hai capito? Capisci… bravo mi stai ascoltando ora… Lo so che sei spaventato, lo so che hai paura… Sta tranquillo sono sempre io. Sei confuso… adesso ti dico come si fa. Tutta quella rabbia, quella paura, quella confusione, si dissolveranno, Steve, ti addormenterai e ti sveglierai… domani mattina ti sveglierai e ti sentirai stupendamente… staremo ancora insieme…

Steve: “Non è possibile…

Carol: “Staremo vicini, non devi aver paura, lasciati andare…

Marti: “Papà… Papà!

Carol: “Andiamo a letto…

Steve: “No, sta lontano da me, stai lontano dai miei figli!

Steve e Marti con in braccio Andy, si precipitano fuori dalla porta nel tempo in cui Carol li indica agli altri con un forte urlo. Subito dalle strade sbucano dei feroci inseguitori che corrono dietro ai tre. Sembra non esserci scampo per loro ma intervengono alcune persone “normali” che sparano sugli assalitori. Anche Tim ha i suoi problemi ma riesce a liberarsi dei suoi commilitoni che lo stavano assalendo per farlo addormentare.

Steve, Marti ed Andy si nascondono in un magazzino e l’uomo decide di andare a cercare aiuto. Esce e penetra poi in un ufficio cercando di raggiungere un telefono. Ma una delle spie di comunicazione si accende e Steve sente una voce provenire dall’ufficio attiguo.

Collins: “Vorrei una linea esterna.

Centralino: “Mi dispiace, Dottor Collins, le linee sono tutte occupate. La prego di restare dove si trova. La richiamo appena ho una linea libera.

Collins: “Come fa a sapere il mio nome? Io non gliel’ho detto il mio nome! Come diavolo fa a sapere il mio nome?

Prende il telefono e lo scaraventa rabbiosamente contro la finestra, ingoiando delle pillole prese da un tubetto.

Steve: “Maggiore… Maggiore…

Collins apre il cassetto della scrivania e gli punta contro una pistola.

Collins: “Stia indietro!

Steve: “No, no, no, no, no, no… Sono io! Sono Steve Malone, si ricorda di me?

Collins: “Lo so chi è lei! Stia lì, NON SI MUOVA!

Steve: “Lei deve aiutarmi, non c’è più tempo, i miei figli sono in pericolo, mia moglie… lei ha una macchina? La prego, andiamo…

Collins: “È troppo tardi ormai, Malone! È TARDI! Hanno preso la base! Possiamo fare solo una cosa. aspettare che ci vengano a prendere e poi…

Steve: “Le chiavi, Dottore, le chiavi…

Collins: “La inseguiranno… La inseguiranno… È così che fanno… Dobbiamo restare qui a combattere, adesso!

Steve: “Sì, d’accordo.

Collins: “Ho una pistola per lei. Ho una pistola anche per lei. Ci difenderemo, la pagheranno Malone. Gli faremo vedere di che cosa è capace la razza umana… (Prende altre pillole dal flacone) Ne vuole?

Steve: “Venga con me, Dottore. Ce ne dobbiamo andare adesso, subito.

Collins: “Non deve dormire, deve stare attento, non deve dormire… venite avanti… prego… prego…

Steve ha appena il tempo di nascondersi dietro a una porta; da lì osserva il Generale Platt con il suo seguito, intento a convincere Collins a consegnare l’arma. Platt gli parla pacatamente.

Platt: “Vede come hanno ridotto le sue paure? Non lo capisce? Quando sarà tutto omologato non ci saranno più discussioni, niente conflitti, i problemi saranno finiti… Noi siamo tanti, ci sono migliaia di noi, qui. Abbiamo viaggiato per anni luce nell’universo sempre sopravvivendo e divenendo sempre più forti perché abbiamo imparato. È la razza che è importante, non è l’individuo.

Collins: “L’individuo è sempre importante…

Collins si punta la pistola alla tempia e si spara. Steve ha seguito tutta la scena nascosto e impaurito. È passato del tempo e Marti ed Andy stanno sempre aspettando Steve nascosti nel magazzino. L’uomo finalmente appare e porta fuori i figli facendoli salire sulla Jeep raccomandando loro di restare immobili e apatici. Ma Marti si accorge che qualcosa non va, fa sbandare la Jeep e ne scende precipitosamente cercando di portare via il fratello, Steve non si lascia sorprendere e la afferra. Interviene Tim puntandogli contro la sua arma d’ordinanza; Marti dirige il braccio armato di Tim contro il petto di Steve e fa fuoco. L’uomo cade a terra e si “sgonfia” come un pupazzo di gomma (e in effetti lo è).

Risalgono sulla Jeep e Tim cerca di raggiungere un elicottero mentre Marti ed Andy restano sul veicolo ad aspettarlo. Tim entra nell’hangar e riesce abilmente a ingannare il suo amico Pete (G. Elvis Phillips), indi decolla. Alcuni militari hanno però preso Andy e Marti e li stanno trasportando verso una grande sala, sala ove avvengono le duplicazioni. Tim atterra nell’area circostante e si dirige a piedi alla ricerca dei due fratelli. Approfittando di un attimo di confusione provocato da un militare che rifiuta di essere addormentato, Tim riesce a svegliare Marti appena in tempo e il suo duplicato muore.

I due escono dall’edificio cercando di mantenere un’espressione impassibile e si dirigono all’elicottero. Marti è preoccupata per il fratello e a stento riesce a trattenere le sue emozioni. Incontrano Jenn e fingono la massima indifferenza ma la ragazza riesce a ingannare la sua amica di un tempo.

Jenn: “Ho visto Andy, ti stava cercando…

Marti: “Dove?

Il suo interesse l’ha tradita. L’urlo (prime avvisaglie della realizzazione di Screamers?) e l’indice puntato di Jenn attirano l’attenzione degli altri che si precipitano verso i due fuggitivi mentre il Generale Platt sta smistando camion pieni di baccelli verso varie destinazioni.

Marti vede Andy che corre loro incontro e riesce a far salire il fratello appena in tempo. L’elicottero decolla. Andy si aggrappa a Tim e cerca di farlo precipitare, dopo una lotta convulsa Marti riesce a far cadere il finto Andy nel vuoto. Il piccolo cade urlando e puntando il dito contro di loro.

Capitano: “Dobbiamo inseguirli?

Platt: “Lasciali andare. Non gli crederà nessuno.

È l’alba e una fila di camion è diretta a infestare il mondo.

Marti: “<Avevano detto che nessuno ci avrebbe mai creduto. Chi avrebbe potuto credere a una storia così folle, quasi non ci credo nemmeno io. Avevano distrutto tutti quelli che amavo, la nostra reazione fu più che giusta…>.

L’elicottero distrugge, con i suoi missili, prima i camion e poi la base. Assistiamo alla morte, nell’inferno di fuoco che ne deriva, degli involucri di Platt, Jenn e Carol.

Marti: “<Vendetta, odio, disperazione, pietà e soprattutto paura. Ricordo di aver provato tutto mentre guardavo esplodere le bombe… quanto li odiavo…>

Sono due persone stanche e disperate quelle che scendono all’aeroporto di Atlanta.

Marti: “<Ti assalgono mentre dormi, ma non puoi star sveglio in eterno.>

Forse è tutto finito… o forse no…

Dove vuoi andare? Dove vuoi scappare? Dove vuoi nasconderti?

In nessun posto. Di quelli come te… non ne è rimasto nessuno…

(3 – continua)

Giovanni Mongini