FANTASCIENZA STORY 165

IMMORTALITA’: ISTRUZIONI PER L’USO (1985) – PARTE 01

Il futuro è già qui ed è irrevocabile ed immutabile.

Chi può dirlo? È il quesito più importante

a cui vorrei dare una risposta…

Può un uomo dominare il destino?

…le cose a venire può cambiarle?

(L’Uomo che Visse nel Futuro di George Pal)

RITORNO AL FUTURO (Back to the Future)

Inizia il primo capitolo di una divertente trilogia che ha come tema principale i viaggi nel tempo e i paradossi temporali. Si può tranquillamente dire che i viaggi di Martin McFly (Michael J. Fox) e dello svitato ma simpaticissimo scienziato Emmett Brown, familiarmente detto “Doc” (Christopher Lloyd), sono in realtà un unico spettacolo di quasi sei ore e che, se non avete visto il primo, difficilmente si possono capire gli altri e viceversa, tanto sono strettamente legati tra loro, specialmente il primo episodio e il secondo. Tutti e tre comunque prodotti da Steven Spielberg e girati da Robert Zemeckis.

Martin McFly vive a Hill Valley, la solita piccola cittadina degli Stati Uniti e certamente vive in una famiglia scombinata perchè suo padre, George (Crispin Glover), un uomo timido e complessato, è costantemente oppresso dal suo capo, il mastodontico Biff Tannen (Thomas F. Wilson). La madre, Lorraine Baines (Lea Thompson), forse un po’ troppo dedita al bere, vive per tediare i suoi tre figli cercando di orientarli in un modo estremamente ristretto e bigotto di vedere la vita. Marty si rende conto perfettamente della situazione nella quale si trovano i suoi genitori e cerca, in ogni modo, di emergere dalla mediocrità dirigendo un piccolo complesso musicale dal quale non ha però molte soddisfazioni. Marty è amico di Doc, come abbiamo detto, uno scienziato genialoide, ma un po’ svitato e gli fa da assistente nel tempo libero. Dopo aver subito un trauma sonico per aver cercato di collegare la sua chitarra alle gigantesche casse del laboratorio di Doc, egli riceve un invito, anzi un ordine, per presentarsi, all’una e un quarto di notte, debitamente munito di telecamera, ad assistere e testimoniare un rivoluzionario esperimento dello scienziato.

Un assonnato McFly si presenta all’appuntamento e vi trova Doc, il suo cane Einstein, un camper e una magnifica macchina, una DeLorean.

Doc lega il cane sul sedile del guidatore e rivolto alla telecamera tenuta in mano da Marty, illustra un particolare del misterioso esperimento che sta per compiere.

Doc: “Voglio far notare che l’orologio di Einstein è perfettamente sincronizzato con il mio orologio di controllo. Hai fatto?

Marty: “Sì, fatto!

Doc: “Bene.

Lo scienziato avvia il telecomando che lancia la macchina velocemente contro un rettilineo e verso di loro. Una serie di lampi sembra percorrere il veicolo che sparisce improvvisamente lasciando due scie di fuoco che passano tra le gambe dei due. Doc è al settimo cielo.

Doc: “Che cosa ti dicevo? Ottantotto miglia all’ora! Lo spostamento temporale è accaduto esattamente alle uno e venti antimeridiane e zero secondi!

Marty raccoglie per terra la targa della macchina, ma subito la lascia cadere, il pezzo di metallo è rovente.

Marty: “Ah! Mio Dio… Mio Dio, Doc, hai disintegrato Einstein!

Doc: “Calma, Martin. Non ho disintegrato niente. Le strutture molecolari di Einstein e della macchina sono completamente intatte.

Marty: “Ma allora dove diavolo sono?

Doc: “La domanda giusta è: quando diavolo sono? Capisci? Einstein è il primo essere vivente che abbia viaggiato nel tempo… L’ho mandato dentro il futuro! Un minuto nel futuro, per essere esatti e precisamente all’una e ventuno e zero secondi rincontreremo lui e la macchina del tempo!

Marty: “Un momento, un momento Doc…. ehm… mi stai dicendo che hai costruito una macchina del tempo con una DeLorean?

Doc: “Dovendo trasformare un’automobile in una macchina del tempo perchè non usare una bella automobile?! E inoltre l’acciaio inossidabile del telaio ha permesso che il flusso… Attento!

Un lampo di luce illumina la piazza deserta e riappare la macchina. È completamente coperta di ghiaccio. Faticosamente Doc apre il portello di guida e vede Einstein che lo guarda perplesso. Controlla gli orologi ed esulta.

Doc: “Sta benissimo e non si è accorto di quello che è successo. Per quanto lo riguarda il viaggio è stato istantaneo, ecco perché il suo orologio è un minuto indietro al mio. Lui ha saltato quel minuto per arrivare a questo momento. Vieni, ti mostrerò come funziona.

Marty: “Va bene.

Il ragazzo lo segue sempre riprendendo le immagini e l’interno della DeLorean.

Doc: “Primo. Innesti i circuiti del tempo (indica i tre timer di diverso colore sul cruscotto). Questo ti dice dove stai andando, questo ti dice dove sei e questo ti dice dov’eri. Registri il tempo di destinazione su questa tastiera. Diciamo che vuoi vedere la firma della Dichiarazione d’Indipendenza? O assistere alla nascita di Cristo? Ecco una data importante nella storia della scienza: 5 novembre 1955… sì, certo… 5 novembre 1955…

Marty: “Non capisco, ma che è successo?

Doc: “Eh, fu il giorno in cui inventai il viaggio nel tempo. Me lo ricordo benissimo: stavo in piedi sul water attaccando un orologio, la porcellana era bagnata, sono scivolato e ho battuto la testa sul lavandino… Quando ripresi i sensi ho avuto una rivelazione, una visione, un’immagine scolpita nella mia mente, un’immagine di questo. Questo rende possibile viaggiare nel tempo, il flusso canalizzatore…

Marty: “Flusso canalizzatore?

Doc: “Mi ci sono voluti quasi trent’anni e tutto il mio patrimonio per realizzare la visione di quel giorno. Mio Dio, quanto tempo è passato! Le cose sono molto cambiate da allora. Mi ricordo quando tutto questo era campagna a perdita d’occhio. Il vecchio Pibody era il solo proprietario qui e gli venne la folle idea di piantare alberi di pino…

Marty: “Questa è proprio forte, Doc, è grande, ma senti, funziona con la benzina normale?

Doc: “Sfortunatamente no. Ha bisogno di qualcosa di un po’ più vivace, Plutonio.

Marty: “Ah, Plutonio… Come? Plutonio!? Vuoi… vuoi dire che questo aggeggio è nucleare?

Doc: “Ehi, ehi, ehi! Continua a girare, continua a girare… No, no, questo aggeggio è elettrico ma ci vuole una reazione nucleare per generare uno e ventuno gigawatt di elettricità che mi serve.

Marty: “Doc, ma… ma non si può entrare in un negozio e comprare Plutonio. L’hai fregato a qualcuno?

Doc: “Ssssssttt… Certo! A un gruppo di libici nazionalisti. Mi avevano commissionato una bomba, io ho preso il loro Plutonio e gli ho rifilato un luccicante involucro pieno di pezzi di vecchi flipper. Mettiti una tuta antiradiazioni, prepariamoci a ricaricare.

Doc inserisce una carica di Plutonio all’interno del reattore posto sulla macchina.

Doc: “Cessato pericolo. Contenitori allineati. Non ti perdere i nastri eh? Servono per la documentazione… ecco fatto… Oh, oh, dimenticavo la valigia. Chissà se hanno mutande di cotone nel futuro, sono allergico ai sintetici.

Marty: “Futuro? È lì che stai andando?

Doc: “Certo. Venticinque anni nel futuro. Ho sempre sognato di vedere il futuro, di guardare oltre i miei anni, di vedere il progresso dell’umanità.

Marty: “Certo.

Doc: “Così potrò sapere anche chi vince i prossimi venticinque campionati di football.

Marty: “Ehi, Doc, vienimi a trovare quando arrivi là!

Doc: “Lo farò! Gira adesso. Ehm… Io, Dottor Emmett Brown, sto partendo per un viaggio di valore storico… ma… ma… ma dove ho la testa? Stavo dimenticando di prendere un’altra carica di Plutonio… e come pensavo di tornare indietro? Ogni carica un viaggio… Ho la testa fra le nuvole… Che c’è Einstein?… Oh, mio Dio mi hanno trovato, non so come ma mi hanno trovato. Scappa Marty!

Marty: “Chi?

Doc: “I terroristi! I libici!

Marty: “Oh, merda!

Inizia così la prima avventura di Martin McFly. Per sfuggire ai libici che gli sparano contro all’impazzata e dopo aver assistito alla morte del suo amico Doc, preso a colpi di mitra dai terroristi, egli entra nella DeLorean e la lancia a tutta velocità nel… passato. Il selciato scompare e appare una vasta campagna.

La macchina si infila dentro a un fienile e poiché indossa ancora la combinazione antiradiazioni viene scambiato per un marziano e preso a colpi di fucile. Marty riavvia velocemente la macchina e fugge. Poi il ragazzo nasconde il suo futuristico mezzo, ormai impossibilitato a ripartire, dietro a un grande cartello stradale e si avvia verso la città. Quella che gli appare davanti agli occhi è una Hill Valley molto diversa da come se la ricordava. Il campanile della piazza, colpito anni prima dal fulmine funziona ora perfettamente.

Entra in una tavola calda e su un elenco telefonico trova ancora il nome e l’indirizzo di Doc. Mentre prende qualcosa, accanto a lui vede suo padre George ma vede anche Biff e i suoi amici teppisti che già da allora martoriavano suo padre.

Il ragazzo corre via in bicicletta e Marty lo segue e lo scorge arrampicarsi su un albero per spiare la finestra della camera da letto di una ragazza che si sta spogliando.

George scivola dall’albero e sta per essere investito da una macchina ma Marty lo salva e, per il colpo ricevuto, il ragazzo sviene. Quando si risveglia crede di aver avuto un incubo e di essere a casa sua, anche perchè sente la voce di sua madre che lo rassicura e in effetti si tratta sì di sua madre… ma quella di trent’anni prima.

Lorraine non nasconde l’interesse per quel misterioso ragazzo che lei battezza col nome di Levi Strauss, così come sta scritto sui suoi calzoni, e Marty trova al più presto una scusa per uscire dalla casa dei genitori della ragazza e precipitarsi da Doc che lo accoglie con uno strano aggeggio sulla testa e, senza neppure dargli tempo di dire qualcosa, gli spiaccica sulla fronte una ventosa collegata a uno strano macchinario.

Marty: “Doc, io vengo dal futuro. Sono arrivato qui con una macchina del tempo che tu hai inventato e ora ho bisogno del tuo aiuto per tornare all’anno 1985!

Doc: “Mio Dio! Lo sai che cosa significa questo? Significa che questo dannato aggeggio non funziona! Sei mesi di lavoro per niente!

Marty: “Doc, mi devi aiutare. Tu sei il solo che sa come funziona la tua macchina del tempo.

Doc: “Macchina del tempo? Io non ho inventato nessuna macchina del tempo!

Marty: “Okay, va bene, adesso te lo provo. Questa è la mia patente, scade nel 1987. Guarda la data di nascita, guarda! Io non sono ancora nato… e.… guarda questa fotografia, mio fratello, io e mia sorella. Guarda bene la sua maglietta: Classe 1984!

Doc: “Fotomontaggio. E anche brutto. Hanno tagliato i capelli di tuo fratello.

Marty: “Dico la verità, Doc, mi devi credere.

Doc: “Allora dimmi, ragazzo del futuro, chi è il Presidente degli Stati Uniti nel 1985?

Marty: “Ronald Reagan.

Doc: “Ronald Reagan, l’attore? Ah! E il vicepresidente chi è: Jerry Lewis? …Suppongo che Marilyn Monroe sia la First Lady…

Doc ha raccolto un pacco di scartoffie e, sempre seguito da Marty, si avvia verso il laboratorio attraversando il giardino della casa.

Marty: “No, Doc, aspetta…

Doc: “…e John Wayne il Ministro della guerra… Ah! Ah!

Marty: “Doc, mi devi ascoltare…

Doc: “Ne ho avuto abbastanza di scherzi questa sera, buonanotte, ragazzo del futuro!

Lo scienziato gli sbatte la porta del laboratorio in faccia lasciandolo fuori.

Marty: “No, aspetta Doc! Doc, quella ferita che hai in testa, so come è successo, mi hai raccontato tutta la storia. Stavi in piedi sul water attaccando un orologio, sei caduto e hai battuto la testa sul lavandino ed è stato allora che ti è venuta l’idea del flusso catalizzatore che rende possibile il viaggio nel tempo.

La porta del laboratorio si riapre e uno sbalordito dottor Emmett Brown appare. Lo scienziato accompagna Marty nel posto dove il ragazzo ha nascosto la macchina.

Marty: “C’è qualcosa che non andava con l’accensione, così l’ho nascosta qui.

Doc: “Dopo che son caduto in bagno ho disegnato questo…

Marty: “Il flusso canalizzatore…

Doc: “Funziona… Funziona! Ho inventato qualcosa che funziona!

Marty: “Funziona pure troppo!

Doc: “Bisogna portarla di nascosto nel mio laboratorio. Devo farti tornare a casa!

Il filmato girato da Marty e che è rimasto, assieme alla telecamera, nella DeLorean, viene mostrato dal ragazzo a uno stupitissimo scienziato.

Doc: “Sono io, guarda. Sono un vecchio! Grazie a Dio avrò ancora i capelli. Ma che cos’è quella tuta che indosso?

Marty: “Beh, è una tuta antiradiazioni.

Doc: “Certo, per le conseguenze delle guerre atomiche. E questo (prende in mano la telecamera), è veramente incredibile! Uno studio televisivo portatile. Per forza il vostro Presidente è un attore, per essere bello in televisione!

Marty: “Ecco, questa è la parte importante, Doc.

Doc: “Che cosa ho detto? Uno virgola ventuno gigawatt!?… Uno virgola ventuno gigawatt! Bontà divina!

Marty: “Doc, ma che diavolo è un gigawatt?

Doc entra nella sala da pranzo e si getta affranto sulla poltrona.

Afferra un quadretto nel quale è stata incorniciata una fotografia e ad essa si rivolge.

Doc: “Come posso essere stato così sventato? Uno virgola ventuno gigawatt. Signor Edison come posso ottenere quel tipo di potenza? Non si può fare, vero Tom?

Marty: “Doc, c’è soltanto bisogno di un pochino di Plutonio.

Doc: “Ah, sono certo che nell’85 il Plutonio si compra nella drogheria sotto casa, ma nel ‘55 la faccenda è molto più complicata. Marty, mi dispiace, ma sei condannato a restare qui!

Marty: “Ma come, come condannato qui! Ma non posso rimanere qui, la mia vita è nel 1985. Ho una ragazza.

Doc. “È carina?

Marty: “Doc, è bellissima e.… e mi vuole molto bene. Guarda qui, guarda cosa ha scritto. Ti amo Marty. Doc, sei la mia unica speranza.

Martin mostra a Doc un depliant che il ragazzo ha ricevuto quando, ancora nel 1985, aveva fatto un’offerta per rimettere in funzione l’orologio del municipio che un fulmine aveva bloccato trent’anni prima. Sul retro del foglio la ragazza gli ha scritto il numero di telefono di sua zia e la dedica d’amore.

Doc: “Marty, mi dispiace ma l’unica potenza capace di generare uno virgola ventuno gigawatt di elettricità è la scarica di un fulmine.

Marty: “Cosa hai detto?

Doc: “La scarica di un fulmine! E sfortunatamente non si sa dove e quando può arrivare un fulmine!

Marty: “Invece lo sappiamo, guarda Doc!

Gli porge il depliant.

Doc: “Accidentaccio, questa è la risposta! Qui dice che la scarica di un fulmine colpirà la torre dell’orologio precisamente alle dieci e zero quattro della notte di sabato prossimo! Se possiamo, in qualche modo, immagazzinare questo fulmine, incanalarlo nel flusso canalizzatore… dovrà funzionare! Il prossimo sabato sera ti rimanderò indietro nel futuro!

Marty: “D’accordo! Bene! Sabato è perfetto. Posso passare una settimana nel 1955, andare in giro, posso conoscere un po’ di gente.

Doc: “Marty, non se ne parla nemmeno, tu non devi uscire da questa casa. Tu non devi vedere nessuno e non devi parlare con nessuno! Se lo fai possono esserci serie ripercussioni sugli eventi futuri, tu mi capisci?

Marty: “Ehm… si, certo, va bene…

Doc: “Marty, hai avuto contatti con nessun altro al di fuori di me?

Marty: “Ehm… in un certo senso oggi avrei conosciuto i miei genitori.

Doc: “Bontà divina! Fammi vedere ancora la foto di tuo fratello. Proprio come pensavo, questo prova la mia teoria, guarda tuo fratello!

Marty: “Non ha più la testa! È come se fosse stata cancellata!

Doc: “Cancellata dall’esistenza…

Il mattino seguente Doc e Marty si recano alla scuola di Hill Village.

Marty: “Ehi, guarda la scuola come è pulita, sembra nuova!

Doc. “Ricordati che secondo la mia teoria tu hai interferito nel primo incontro dei tuoi genitori, se non si incontrano niente matrimonio e niente figli. Ecco perchè tuo fratello maggiore sta scomparendo dalla fotografia e se non trovi un rimedio toccherà anche a te!

Marty: “Siamo sul pesante, eh?

I due entrano nel lungo corridoio della scuola e Marty indica George a Doc che, in quel momento, viene fatto oggetto di scherzi e di calci da parte dei suoi compagni. L’impressione che Doc ne ricava non è certo delle migliori dato che chiede al suo amico se è sicuro di non essere stato adottato. Marty si avvicina al padre e lo porta da Lorraine per presentargliela, ma gli occhi della ragazza sono tutti per Marty.

La campana di ingresso nelle aule rende deserto il corridoio.

Marty: “Doc, non l’ha nemmeno guardato.

Doc: “È più serio di quello che pensavo. È evidente che tua madre ha una infatuazione amorosa per te invece che per tuo padre.

Marty: “Un minuto, un minuto Doc, tu… tu mi stai dicendo che mia madre si vorrebbe fare me?

Doc: “Precisamente!

Marty: “Ah, siamo sul pesante!

Doc: “Ancora questa parola: pesante. Ma perchè è tutto così pesante per voi del futuro? Avete problemi con la forza di gravità?

Marty: “Cosa?

Doc: “L’unico modo per quei due di combinarsi con successo è di stare da soli. Tu devi spingere tuo padre e tua madre ad avere un rapporto, a socializzare…

Marty: “Insomma, un appuntamento!

Doc: “Certo.

Marty: “Ma di che tipo? Io non so cosa fanno i ragazzi negli anni ’50!

Doc: “Ma… ma sono i tuoi genitori, li devi conoscere. Hanno interessi in comune? Cosa fanno volentieri insieme?

Marty: “Niente…

Doc gli indica un cartello esposto nell’atrio della scuola.

Doc: “Guarda, c’è un cerimoniale ritmico sabato.

Marty: “Ma certo, il ballo “Incanto sotto il mare”! Devono andarci, Doc! È lì che si sono baciati per la prima volta.

Doc: “Va bene, ragazzo. Attaccati a tuo padre come la colla e fai di tutto perchè lui la porti a quel ballo!

Alla caffetteria della scuola Marty incontra nuovamente George, il quale sta scrivendo delle storie di fantascienza e cerca di convincere il ragazzo a chiedere a Lorraine di poterla accompagnare al ballo.

Dopo averlo imbeccato su cosa dire, il suo timido tentativo viene sventato da Biff che non perde occasione anche di litigare con Marty. George ha approfittato della discussione per squagliarsela e dice molto chiaramente a Marty che non ne vuole assolutamente sapere di tentare di nuovo, così Marty si inventa un sistema tutto fantascientifico per convincere George, accanito lettore di fantascienza, a riprovare a chiedere alla ragazza di uscire. Durante la notte, con la tuta radiazioni addosso e dopo aver rovesciato nelle orecchie del ragazzo della musica assordante, gli lancia un minaccioso messaggio.

Marty: “Silenzio, terrestre! Il mio nome è Darth Vader. Sono un extraterrestre e vengo dal pianeta Vulcano…

Il messaggio impostogli dall’alieno, parente molto vicino di George Lucas e Gene Roddenberry, sortisce il suo effetto e George si lascia trascinare nella tavola calda per tentare di invitare Lorraine al ballo ma, ancora una volta, è Biff a rompere le uova nel paniere. Il bullo viene sgambettato e preso a pugni da Marty il quale scappa velocemente nella piazza sopra uno skateboard improvvisato. Inseguito in macchina da Biff e dai suoi scagnozzi, riesce a far mettere la macchina in rotta di collisione con un camion carico di letame che si scarica tutto sulla decappottabile degli inseguitori.

Lorraine ha osservato rapita, dalle vetrate della caffetteria, le imprese del suo eroe e si decide a seguire Marty il quale torna a casa da Doc che sta osservando, su nastro, la scena dell’arrivo dei libici.

Marty: “Doc?!

Doc: “Oh, ciao Marty. Non ti ho sentito entrare. Strumento meraviglioso questo videoregistratore.

Marty: “Senti, Doc, c’è qualcosa che non ti ho detto di quella sera che facemmo quella…

Doc: “Non dirmi niente, nessuno deve conoscere il suo destino.

Marty: “Doc, Doc, tu non capisci!

Doc: “Capisco che se conosco troppo del mio futuro metto in pericolo la mia esistenza come tu hai fatto con la tua.

Marty: “Hai ragione.

Doc: “Adesso ti mostro il mio piano per rimandarti a casa. Scusa la rozzezza di questo modello ma non ho avuto il tempo di farlo in scala e di dipingerlo.

Marty osserva il modello chiedendosi dentro di sé come ha fatto a farlo così bene e in così poco tempo.

Marty: “Va bene, va bene.

Doc: “Grazie, grazie. Allora. Tiriamo un cavo di corrente industriale dall’orologio della torre e lo sospendiamo sopra la strada tra questi due lampioni. Intanto abbiamo già attrezzato la macchina del tempo con questo palo e questo gancio che immette direttamente nel flusso catalizzatore. Al momento stabilito parti dal fondo della strada diritto verso il cavo accelerando fino a ottantotto miglia all’ora. Quel volantino dice che alle dieci e quattro minuti di sabato un fulmine colpirà l’orologio della torre dando corrente al cavo e il gancio farà contatto mandando uno virgola ventuno gigawatt direttamente nel flusso canalizzatore e rimandando te nel 1985.

Usando una macchinina a molla Doc fa la dimostrazione pratica del tentativo da effettuarsi sabato. L’esperimento riesce fin troppo bene in quanto la corrente incendia la macchina che urta un mucchio di stracci dando loro fuoco. Mentre stanno spegnendo le fiamme arriva Lorraine che chiede a Marty di invitarla al ballo e, poco dopo, il ragazzo si mette d’accordo con George inscenando un piano: lui fermerà la macchina nel parcheggio e Marty fingerà di mettere le mani addosso alla ragazza, George interverrà in quel momento e gli dirà: “Ehi tu, porco, levale le mani di dosso!” e poi lo prenderà a pugni. Lorraine capirà che George sa anche essere uomo e le sarà grato per il suo intervento.

Intanto siamo giunti alla sera del sabato e fervono i preparativi per poter rimandare Marty al suo tempo. Il ragazzo è già vestito e pronto per accompagnare Lorraine alla festa con la macchina di Doc il quale, davanti all’orologio del Municipio, sta tendendo i cavi elettrici.

Doc: “Sai, Marty, mi dispiace molto che tu vada via. Tu hai cambiato la mia vita, mi hai dato un motivo di speranza. Ora so che riuscirò a vedere il 1985, che costruirò questa, che avrò la possibilità di viaggiare nel tempo. Certo sarà duro aspettare trent’anni per parlare con te di tutto quello che è successo in questi pochi giorni, mi mancherai molto, Marty.

Marty: “Anche tu mi mancherai… Doc, parlando del futuro…

Doc: “No, Marty! Abbiamo già stabilito che avere informazioni sul futuro può essere molto pericoloso, anche se le tue intenzioni sono buone l’effetto può essere tremendo! Tutto quello che vuoi dirmi lo scoprirò nel corso naturale del tempo.

Ma Marty non si arrende e prepara una lettera per Doc.

Marty: “Caro Dottor Brown, il giorno del mio viaggio nel tempo tu sarai… ucciso dai terroristi. Prendi le precauzioni necessarie per evitare questo terribile disastro. Il tuo amico Marty.

Sulla busta il ragazzo scrive NON aprire prima del 1985 e gli infila la lettera nel cappotto.

Marty e Lorraine raggiungono la festa e il giovane parcheggia in attesa dell’intervento di George e, nel frattempo si accorge che sua madre non è quella bacchettona che diceva di essere. Beve, fuma e lo bacia anche, ma subito dopo ella si ritrae in preda a una strana sensazione: le sembra, dice, di aver baciato un fratello. L’intervento esterno non è quello sperato da Marty perchè è Biff quello che trascina fuori il ragazzo e lo affida ai suoi complici mentre lui entra in macchina con Lorraine così, quando George arriva, non trova il suo amico ma il teppista che comincia a torcergli un braccio per spezzarglielo. Intanto i complici di Biff hanno chiuso Marty nel bagagliaio del veicolo degli orchestrali i quali si erano seduti in macchina per fumare una sigaretta. Nel tentativo di liberarlo, visto che le chiavi sono rimaste nel bagagliaio, il chitarrista si ferisce a una mano. Marty viene liberato in tempo per vedere George mollare un formidabile pugno a Biff che lo fa cadere a terra svenuto e poiché la festa rischia di essere interrotta sostituisce lui il chitarrista e vede con piacere nascere l’amore tra George e sua madre, dopo qualche altro piccolo intoppo. Nello stesso momento anche i suoi compagni di scuola cominciano a portare rispetto a George dandogli quella sicurezza di cui lui aveva bisogno. Dopo aver compiuto dei virtuosismi con la chitarra e aver lanciato nel mondo un nuovo sound, Marty incontra Lorraine e George che se ne stanno andando, come lui d’altra parte.

Marty: “Io devo andare ma… volevo dirvi che è stato proprio… educativo…

Lorraine: “Marty, ci vedremo ancora?

Marty: “Te lo garantisco.

George: “Bene, Marty. Ti voglio ringraziare per i tuoi consigli. Non lo dimenticherò!

Marty: “Bene, George… Beh, allora buona fortuna, ragazzi… Ah, un’altra cosa. Se doveste avere dei figli e uno di loro, a otto anni, desse fuoco senza volere al tappeto del salotto, siate buoni con lui, eh?

George: “Va bene…

Marty se ne va e Lorraine mormora a George:

Lorraine: “Marty… Sai che è proprio un bel nome?

Marty si è precipitato da Doc e gli racconta del pugno che suo padre ha dato a Biff, da questo Doc capisce che la cosa avrà ripercussioni nel futuro ma tace con il ragazzo.

Doc: “… ti rimando indietro esattamente allo stesso tempo, sarà come se tu non fossi mai partito. Attento, ho dipinto una linea bianca sulla strada laggiù ed è da lì che ti devi muovere. Ho calcolato la distanza precisa tenendo conto della velocità di accelerazione e la resistenza retroattiva del vento dal momento della scarica del fulmine che sarà, precisamente, tra sette minuti e ventidue secondi. Quando scatterà questo allarme vai a tutto gas.

Marty: “Bene.

Doc: “Beh, penso che sia tutto a posto.

Marty: “Grazie.

Doc: “Grazie a te. (Si abbracciano) Ci vediamo fra trent’anni!

Marty: “Lo spero.

Doc: “Non ti preoccupare, basta che tu colpisca quel cavo con il gancio di connessione alla velocità di ottantotto miglia all’ora nel momento in cui il fulmine colpisce la torre e tutto andrà bene.

Marty: “D’accordo.

Doc: “Questa busta cosa significa?

Marty: “Lo scoprirai fra trent’anni!

Doc: “Parla di eventi futuri! È un’informazione sul futuro!

Marty: “Stammi a sentire…

Doc: “Ti ho già messo in guardia, ragazzo, le conseguenze sarebbero disastrose!

Marty: “Doc, è un rischio che devi correre, la tua vita dipende da questo.

Doc: “Nooo! Mi rifiuto di accettare questa responsabilità!

Lo scienziato strappa la busta.

Marty: “In questo caso ti dico solo una cosa…

Il discorso viene interrotto da uno dei cavi di collegamento che si è staccato, quindi Doc deve risalire in cima al Municipio per riconnettere le due prese, dal basso Marty gli passa lo spinotto e cerca di parlare con Doc ma vento e tuoni, nonché l’orologio della torre che prende a suonare le dieci, impediscono ai due di sentirsi.

Avvilito Marty raggiunge la DeLorean e si posiziona dietro la linea dipinta da Doc.

Marty: “Accidenti, Doc, perchè hai strappato quella lettera? Se avessi un po’ più di tempo… Ehi, un momento, ho tutto il tempo che voglio, ho una macchina del tempo. Posso andare indietro più presto ed avvertirlo… okay… dieci minuti bastano… ecco fatto circuito temporale acceso, flusso canalizzatore… sta flussando… motore avviato… via!

Il motore si spegne. Malgrado questi problemi e le acrobazie di Doc per collegare i fili, la procedura riesce e Marty e la DeLorean vengono catapultati nel 1985. Dopo aver sfondato un negozio Marty cerca di raggiungere il luogo dell’esperimento ma di nuovo la macchina non parte e vede sfrecciare accanto alla sua auto il furgone dei libici. Quando, correndo, arriva sul luogo vede nuovamente i terroristi sparare a Doc e vede sé stesso allontanarsi con la DeLorean e sparire nel vortice temporale mentre il furgone si schianta contro un ostacolo. Affranto il giovane si avvicina a Doc, lo scienziato sembra morto ma improvvisamente strabuzza gli occhi e si mette a sedere.

Marty: “Tu sei vivo, un giubbetto antiproiettile, come lo sapevi? Non mi è riuscito di avvertirti… (Doc gli mostra la sua lettera tutta riattaccata con lo scotch) La mia lettera… allora tutti quei discorsi che non si devono cambiare gli eventi futuri, la continuità spaziotempo…

Doc: “Beh, ho pensato, chi se ne frega?

Doc riaccompagna Marty a casa. Lo scienziato è pronto a intraprendere il suo viaggio trent’anni nel futuro e promette di andare a trovare il Marty del 2015. Il solito lampo di luce e Doc scompare.

Stremato Marty va a letto vestito ma una grande sorpresa lo attende il giorno dopo. Una casa elegante e pulita, una sorella e un fratello che lavorano e non sono degli scapestrati, sua madre è una donna giovanile ed elegante e suo padre uno scrittore di fantascienza a cui Biff lucida la propria auto. E lo stesso Marty è proprietario di un elegante fuoristrada e lo va ad ammirare in garage e, mentre ancora stupito e frastornato, sta guardando la sua auto ecco che Jennifer Parker (Claudia Wells), la sua ragazza, gli si avvicina. Si stanno baciando quando un lampo di luce e una folata di vento li investe e appare nuovamente la DeLoraine che si ferma davanti a loro.

Scende un futuristico Doc dalla macchina, munito di occhiali argentati e di un abito di foggia strana. Lo scienziato si avvicina a Marty.

Doc: “Marty, devi tornare indietro con me.

Marty: “Ma indietro dove?

Doc: “Indietro nel futuro.

Marty: “Un momento, cosa stai facendo, Doc?

Lo scienziato sta mettendo dei rifiuti in quella che prima era l’apertura per il Plutonio, ora, sopra di esse, fa bella mostra di sé una scritta curiosa ma ampiamente delucidante: “Mr. Fusion – Home Energy Reactor”, un gingillo domestico ovviamente proveniente dal futuro.

Doc: “Ho bisogno di carburante. Andiamo, su, entra in macchina!

Marty: “No, no Doc, sono appena tornato! Jennifer è qui e andiamo a fare un giro con la mia nuova macchina…

Doc: “Porta anche lei! Anche lei si dovrebbe preoccupare.

Marty: “Preoccupare? Ma… ma perchè? Ma che diavolo stai dicendo? Cosa ci succede nel futuro? Diventiamo tutti e due delle carogne, degli imbecilli?

Doc: “No, no, no, Marty. Sia te che Jennifer non avete problemi, sono i vostri figli Marty. Bisogna fare qualcosa per i vostri figli!

I tre prendono posto nella DeLoraine.

Marty: “Doc, devi prendere più rincorsa, non abbiamo abbastanza strada per arrivare a ottantotto!

Doc: “Strade?! Dove stiamo andando non c’è bisogno di strade!

La DeLoraine decolla facendo rientrare le ruote, sfiora le chiome degli alberi nel viale, un lampo di luce e poi più niente. Il secondo viaggio nel tempo è appena all’inizio…

TO BE CONTINUED…

Ottimo il make-up realizzato sugli attori Crispin Glover e Lea Thompson realizzato da Ken Chase che ha trasformato in appassiti quasi cinquantenni i due giovanissimi attori. Un lavoro che era partito nel 1980 e che doveva essere inizialmente girato da Ron Howard ed è stato realizzato negli studi Universal dove è stato ricostruito un intero quartiere di una cittadina all’epoca degli anni ‘50. Un lavoro meticoloso che fu opera del disegnatore Ron Cobb, dell’illustratore Andy Propert e, sopra ogni altro, dell’Art Director Larry (Blade Runner) Paul che si sono minuziosamente documentati con fotografie, filmati e articoli d’epoca.

Il successo del primo film non poteva non essere seguito, come poi era stato speranzosamente previsto dagli autori, da una continuazione e in effetti i seguiti furono due, girati contemporaneamente per risparmiare furbescamente sui costi.

(1 – continua)

Giovanni Mongini