IVO SCANNER

Lo conosciamo come Fabio Giovannini, ma in realtà è noto anche con il suo pseudonimo di Ivo Scanner… due facce della stessa medaglia, due modi di essere un unico grande scrittore. Finora abbiamo avuto modo di interagire con Fabio, ora è tempo di fare la conoscenza anche di Ivo.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È IVO SCANNER?

E’ uno scrittore di narrativa che usa i generi letterari per sovrapporli, contaminarli e tentare di innovarli, nella speranza di dare dignità al pulp, al thriller o all’horror come strumenti per emozionare ma anche per riflettere.

DAL MOMENTO CHE SI TRATTA DELL’ALTER EGO DI FABIO GIOVANNINI, QUANTO C’E’ DI FABIO IN IVO E QUANTO DI IVO IN FABIO?

Fabio scrive saggi sull’immaginario e su temi politici e sociali, Ivo “scannerizza” tutto quel patrimonio e lo trasforma in racconto. Senza l’uno non ci sarebbe altro. Senza Jekyll non ci sarebbe Hyde.

COME NASCE LA NECESSITA’ DI CREARSI UN ALTER EGO E DI PORTARLO AVANTI PER COSI’ TANTO TEMPO?

A un certo punto è stata una necessità, oltre che un gioco. Come Fabio Giovannini avevo già pubblicato saggi su argomenti apparentemente lontani (dai vampiri all’ecologia politica, da Dario Argento alle riforme istituzionali…) e qualcuno storceva il naso perché l’interdisciplinarietà in Italia è vista con sospetto e occuparsi di tematiche “alte” e contemporaneamente di generi considerati “bassi” crea sconcerto e incomprensione. Così quando ho voluto cimentarmi con la narrativa (che coltivo da sempre) mi è sembrato più appropriato scegliere uno pseudonimo che per alcuni anni ha tutelato il segreto sulla vera identità dell’autore. Non volevo destabilizzare troppo i benpensanti o i cultori di un solo settore specialistico di cui spesso sono prigionieri.

RECENTEMENTE HAI PUBBLICATO COME IVO SCANNER PER UMBERTO SOLETTI EDITORE IL ROMANZO “LA SPADA NELLA CARNE”. CE NE VUOI PARLARE?

Si tratta di un thriller a sfondo esoterico, con sconfinamenti nell’horror, di ambientazione contemporanea. La storia si incentra sull’ex nazista Godzy Edben che in una villa toscana compie dei sacrifici umani. E’ il primo volume di una trilogia “nera” di cui fanno parte altri due romanzi non ancora pubblicati, “L’ultimo ebreo” e “Sotto la casa” (di quest’ultimo sono presenti i capitoli iniziali nel mio sito www.ivoscanner.it).

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?

In realtà non è stato difficile, perché la zona in cui si ambienta il romanzo, Cortona, la conosco bene dato che negli anni Ottanta l’ho frequentata assiduamente per realizzare la rivista di letteratura e cultura “Foreste sommerse” che beneficiava di un finanziamento del comune (altri tempi!). Per i personaggi mi sono ispirato sia a persone reali (la giornalista Molly evoca una giornalista che conoscevo all’epoca, oggi firma di punta del “Corriere della sera”) che immaginarie. Per quanto riguarda Godzy Edben, il protagonista principale del romanzo, se dovessi dargli un volto sarebbe quello di Peter Cushing.

VISTO CHE CI SI MUOVE IN UN’AMBIENTAZIONE CHE HA MOLTI LEGAMI CON LA STORIA MA ANCHE CON L’ESOTERISMO, QUANTO DI REALE E DI DOCUMENTATO C’E’ IN QUESTO TUO LAVORO E QUANTO INVECE DI INVENTATO?

Ovviamente molto è inventato, ma il museo egizio a Cortona esiste veramente, così come sono veri i sotterranei che attraversano la campagna toscana. L’idea di una spada che porta il potere, invece, risale come è evidente alla saga di re Artù, mentre l’Ordine del Drago era l’organizzazione di cui faceva parte Vlad Tepes – Dracula.

SEI STATO FRA I PROMOTORI DEL MOVIMENTO LETTERARIO “NEONOIR”: COSA RAPPRESENTA PER TE QUESTA TEMATICA E IN COSA SI DIFFERENZIA DAL NOIR TRADIZIONALE?

Il movimento “neonoir” è stato un’esperienza credo molto importante per diversi nomi della narrativa horror oggi ancora attivi. Ognuno aveva i suoi percorsi autonomi, ma avevamo dei minimi comuni denominatori. Tra gli autori che parteciparono e che continuano a pubblicare ricordo almeno, in rigoroso ordine alfabetico,  Nicola Lombardi, Marco Minicangeli, Alda Teodorani, Antonio Tentori, immagino ben noti ai frequentatori della “Zona Morta”. E c’era anche Aldo Musci, poi attivo soprattutto nella saggistica imperniata sulla cronaca nera (suo è, ad esempio, un libro sulle mafie nel mondo per Stampa Alternativa). La differenza dal noir tradizionale, ma soprattutto dal “finto noir” italiano allora gli albori (che in realtà è soprattutto “giallo” e poliziesco, cose diverse dal noir), era nella scelta esplicita di mettere al centro il “punto di vista di Caino”, cioè lo sguardo dell’assassino. Quella “neonoir” è stata una lunga stagione pionieristica che mescolava i generi, tentava la strada della multimedialità (cinema e teatro oltre che narrativa) e voleva affrontare le tematiche “nere” in  chiave italiana seriamente e senza scivolare nella commedia.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Tra qualche mese uscirà un nuovo romanzo horror di Ivo Scanner, “Menstruum -  Il sangue che uccide”: il titolo indica già che si tratta di una tematica tabù. Poi sarà la volta di Fabio Giovannini con un saggio piuttosto voluminoso dedicato alla vita e ai film di Boris Karloff, l’indimenticabile mostro in “Frankenstein” (1931). Poi con Antonio Tentori sto completando una mappa di tutti i film ispirati alle opere di Edgar Allan Poe. Questi tre libri saranno pubblicati da Profondo Rosso. Sogni  nel cassetto? Più che altro libri nel cassetto… saggi in lavorazione e diversi romanzi già completati che attendono da anni il momento giusto per la pubblicazione!

E NOI ATTENDIAMO ALLORA CHE QUESTO ARRIVI… SPERIAMO PRESTO!

Davide Longoni