FABIO GIOVANNINI

Ha scritto di tutto e di più ed è uno dei massimi esperti del genere fantastico (e non solo) in Italia: potevamo esimerci dall’incontrare su queste pagine Fabio Giovannini? Certo che no… e allora eccolo qua, in una trilogia di interviste che ci accompagnerà nelle prossime settimane in cui conosceremo Fabio (conosciuto anche con lo pseudonimo di Ivo Scanner) a fondo, molto a fondo!

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È FABIO GIOVANNINI?

Un poligrafo? Un grafomane? Avendo pubblicato più di 50 libri credo che siano le definizioni appropriate. Nella vita ho lavorato un decennio per un centro di studi e ricerche su temi politici e sociali, ho fatto il giornalista, il redattore e consulente di case editrici, da parecchi anni faccio l’autore televisivo. Ma la “professione” che mi è stata più spesso attribuita è quella di “vampirologo” a causa dei numerosi volumi sui vampiri che ho scritto o curato. Mi diverte accostarmi, nel mio piccolo, a Christopher Lee che sottolinea sempre di non aver interpretato solo Dracula nella sua carriera… Ecco, io non ho scritto solo libri sui vampiri, ma l’etichetta di “vampirologo” mi è rimasta. E devo dire che non mi dispiace, anche se fa passare immediatamente per pazzi!

COME HAI COMINCIATO A SCRIVERE?

Appena ho imparato l’alfabeto, da bambino, ho cominciato a scrivere storie che illustravo e rilegavo approssimativamente come se fossero libri… Poi non mi sono più fermato.

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI, IN PARTICOLAR MODO DI QUELLE A CUI SEI PIU’ LEGATO?

Gli ultimi saggi che ho pubblicato si intitolano Musi gialli. Cinesi, giapponesi, coreani, vietnamiti e cambogiani: i nuovi mostri del nostro immaginario (Stampa Alternativa) e Assassini di libri. Breve storia della censura sui libri (Giubilei Regnani). Sono legato a loro come a tutti gli altri 50 e passa figlioli.

TI SEI OCCUPATO DURANTE LA TUA CARRIERA DI SVARIATI ARGOMENTI: A COSA CREDI SIA DOVUTA TUTTA QUESTA VARIETA’ DI INTERESSI?

In realtà c’è un filo rosso e una coerenza che lega la mia produzione di libri e i miei interessi. La curiosità per il non esplorato e per ciò che in genere viene frainteso o trascurato. Può essere in politica come nel cinema o nella letteratura. Se c’è una zona inesplorata cerco di visitarla.

VISTO CHE ULTIMAMENTE CAPITA SEMPRE PIU’ SPESSO DI LEGGERE MOLTI AUTORI ANCHE IN FORMATO DIGITALE, SECONDO TE QUALE SARA’ IL FUTURO DELL’EDITORIA? VEDREMO PIAN PIANO SCOMPARIRE IL CARTACEO A FAVORE DEGLI E-BOOK O PENSI CHE QUESTE DUE REALTA’ POSSANO CONVIVERE ANCORA PER LUNGO TEMPO?

Io resto affezionato al libro cartaceo, un oggetto che può essere toccato, odorato, sfogliato. Per certi versi l’e-book è comodo, ma io, forse essendo di un altro secolo, non rinuncio ai godimenti che dà il libro di carta. Grandi business ruotano intorno all’e-book e quindi è probabile che lentamente soppianterà il libro, ma non credo che quest’ultimo si estinguerà tanto facilmente.

OLTRE CHE SCRITTORE SEI ANCHE SAGGISTA. VUOI PARLARCI DI QUESTA SECONDA FACCIA DELLA MEDAGLIA DELLA TUA ATTIVITA’?

Anche il saggista è uno scrittore, a maggior ragione oggi che fiction e realtà si confondono sempre di più. Scrivere saggi richiede molto lavoro di ricerca, ma è più facile proporre un saggio a un editore italiano che un romanzo. Se l’argomento del saggio “tira”, l’editore sa che riuscirà a vendere almeno le copie necessarie per andare in pari, con la narrativa si rischia di più e i nostri editori non amano il rischio.
COME SI CONCILIA UN MODO DI NARRARE ISTINTIVO E PIU’ LEGATO AL CUORE, COME QUELLO DELLA NARRATIVA, CON UNA MANIERA DI SCRIVERE PIU’ RAGIONATA E PIU’ LEGATA ALLA MENTE, COME QUELLA DELLA SAGGISTICA?

Personalmente cerco di mettere un po’ di cuore e un po’ di mente in entrambi i tipi di scrittura.

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

La fantasia permette di costruire un immaginario libero, addirittura estremo (quello che preferisco), andando oltre un realismo che si limita a riprodurre o abbellire quello che già c’è. Con il fantastico non ci sono limiti e portare la realtà alle estreme conseguenze aiuta a capirla.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER INIZIARE UN NUOVO LAVORO?

Da qualcosa che ho vissuto, ho letto oppure ho visto.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Primo amore, Edgar Allan Poe. Poi ho letto da Marcel Proust a Pier Paolo Pasolini, da Thomas Mann a Paolo Volponi. Oggi non perdo un romanzo di Stephen King, sempre piacevole anche quando non raggiunge più le vette del passato, mi piace John Lindqvist, ma non mi pongo limiti nelle incursioni in ogni tipo di narrativa (purché non sia italiana, che oggi non mi attira più).

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM CHE PIU’ TI PIACCIONO, CHE CI DICI?

Il film che rivedrei continuamente è Dracula il vampiro di Terence Fisher. Poi citerei L’inquilino del terzo piano di Roman Polanski. Oggi preferisco le serie tv, che dilatano per ore e ore una storia, permettendo una costruzione approfondita di personaggi e situazioni.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Ho in cantiere un paio di libri sul cinema fantastico e uno sul fumetto erotico, in collaborazione con Antonio Tentori. Devo finire, ma sta diventando un’odissea, una biografia di Boris Karloff. Più che sogni, nel cassetto ho vari romanzi di Ivo Scanner che attendono, quasi mummificati, la pubblicazione.

NON CI RESTA CHE ATTENDERE ALLORA I PROSSIMI SVILUPPI: NE LEGGEREMO SICURAMENTE DELLE BELLE!

Davide Longoni