ALESSANDRO MARZI

Illustratore, fumettista, disegnatore, sceneggiatore, grafico… questo e ancora di più è Alessandro Marzi, un nome che presto siamo sicuri sentiremo nominare sempre più spesso. Andiamo a conoscerlo meglio.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È ALESSANDRO MARZI?

Alessandro Marzi è una persona cresciuta a pane e Kenshiro, amante di ogni forma di horror e con una passione sfrenata per il rock e il metal, che fin da piccolo ha creduto in un sogno: quello di poter disegnare fumetti. Fino a un certo punto mi sembrava irrealizzabile, vedere in edicola un albo a fumetti col mio nome, no no, UTOPIA! Ma dopo, passarono gli anni e mi resi conto che, sì, era difficile, ma non impossibile. Ancora oggi ho molta strada da fare ma la direzione è quella giusta.

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI?

Per quanto concerne le precedenti produzioni non c’è molto da dire: terminata l’Accademia Comics di Roma mi sono gettato a capofitto su una quantità industriale di concorsi e cercai di promuovere la mia opera prima, MARCELLO MACELLO, personaggio di una storia horror di 9 pagine, ma in questa cosa ha trovato poca risposta sia da case editrici varie che da siti internet. Ebbi una recensione su Splattercontainer e il fumetto fu pubblicato online sul sito cartaigienicaweb.it.

Lavoro più importante invece è stato TITANOX, un supereroe creato da me; nel 2009 è stato presentato a “Orvieto Comics” e a “Manziana Comics” (lo stesso anno) uscì in vendita. Purtroppo, essendo un’autoproduzione le copie in circolazione erano poche, ma il personaggio si è fatto strada, anche sul web, fino ad arrivare a essere la mascotte di un gruppo Hard Rock chiamato H.O.T. (Hands Of Time). Nel loro debut album uscito in Europa nel giugno 2009 compare un’illustrazione raffigurante Titanox che stringe in mano i 4 membri della band.

RECENTEMENTE TI STAI OCCUPANDO DEL PROGETTO “ZOMBIE PORTRAITS”. VUOI PARLARCENE?

Sì beh, gli “Zombie Portraits” sono il mio ultimo progetto, nato proprio all’inizio del 2010.

Il funzionamento è semplice, tramite il mio blog si può inviare una foto in primo piano che io trasformerò in un ritratto zombie realizzato con inchiostro di china nero.

L’unico altro colore presente sarà il rosso del sangue, una piccola particolarità che chi, come me, è amante del gore non potrà non apprezzare.

Finora le cose non vanno male, ho avuto già un po’ di richieste e ne preparati alcuni anche per “Orvieto Comics”, la seconda edizione della mostra del fumetto e vinile.

Ho avuto anche un simpatico scambio di ritratti-zombie con un artista inglese, Paul McGrath, anche lui infatti realizza questo tipo di ritratti, però si affida alla colorazione in digitale.

COME È NATA L’IDEA DI QUESTO TIPO DI LAVORI?

“Zombie Portraits” è stato come un fulmine a ciel sereno per me.. L’esperienza poco positiva con MARCELLO MACELLO mi aveva fatto cambiare radicalmente strada, facendomi abbandonare il mondo dell’horror, ma proprio quest’anno vidi che ci sarebbero stati svariati festival proprio sull’horror. Questo incentivo mi ha fatto rimettere in moto il cervello per pensare a una cosa di impatto, ma diversa dal solito. In passato mi sono ritrovato a fare ritratti, ma nella maniera classica, quindi facendo 2+2 mi venne in mente l’idea di realizzare ritratti in stile fumetto-zombie. Ogni opera che faccio è soggettiva in base all’individuo che vuole farsi “zombare”, e non passa mai di moda. In seguito contattai l’organizzazione del “Fantasy Horror Cinefestival” di Perugia e fui richiamato da Lorenzo Lombardi, direttore artistico della manifestazione e regista di “In The Market”, che mi disse che una mia partecipazione sarebbe stata gradita. Di seguito la partecipazione a “Orvieto Comics” e a luglio all’Underground Horror Cinefest, a Tulsa in Oklahoma, ci sarà una piccola esposizione dei ritratti e la proiezione del mio spot promozionale.

ALTRO PROGETTO CUI STAI LAVORANDO È “CRYPTICO”, UN PERSONAGGIO CHE ABBIAMO AVUTO MODO DI VEDERE PERFINO NELLA LOCANDINA DI “ORVIETO COMICS 2010”. VUOI RACCONTARCI ANCHE DI QUESTA TUA NUOVA AVVENTURA?

“Cryptico” è un soggetto nato dalla mente di Marco Cannavò, direttore artistico di “Orvieto Comics” e mio superiore nel posto dove lavoro.

Ettore Buio è un archeologo che durante la ricerca del Fanum Voltumnae scopre una tomba  appartenente a un demone etrusco, ma mentre è all’interno è vittima di uno spiacevole inconveniente che lo trasformerà in Tuchulca, potente divinità che deve contrastare ‘’avvento di una pericolosa figura: Voltumna.

La graphic novel fu inizialmente iscritta al concorso della Star Comics in occasione del “Fantasy Horror Award” e si è piazzato nei primi 10 su più di 600 partecipanti. Al momento stiamo cercando uno sponsor per coprire le spese di pubblicazione. L’intera immagine di “Orvieto Comics” ruota attorno alla figura di Tuchulca, dal sito internet ai gadget e la locandina ufficiale è stata disegnata da due master italiani del fumetto: Marco Santucci e Francesca Pesci.

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER L’HORROR. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Come ho già detto, io amo l’horror in ogni sua forma: leggo riviste, faccio indigestione di film, sono un fissato. Non so di preciso quando mi sia cominciata, ma io credo che questo genere sia uno dei migliori fra tutti perchè riesce a suscitare emozioni a chiunque, anche a quelli che lo odiano, dalla paura al disgusto, dalle risate allo stupore; racchiude in sé tutto, per certi versi ti fa comprendere anche la psiche delle persone, il lato oscuro che è in ognuno di noi e tutto ciò è veramente interessante.

Con le mie storie o i miei disegni diciamo che io cerco questo: diciamo che è lo stesso discorso che si fa per uno spot pubblicitario, sia che ti piace tanto o ti sembra un’emerita cavolata, comunque sia ti è rimasto impresso.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

Da qualsiasi cosa. Anche la cosa più banale, come farsi una spremuta d’arancio può trasformarsi in una storia, l’importante sono i particolari aggiunti.

Inutile negare che la mole di film da me visti finora influisce non poco, ma il mio tocco personale arriva dalle cose che ho davanti tutti i giorni, la quotidianità.

La storia breve “Una notte da lupi” è, sì, una storia inventata ma i due protagonisti sono stati creati sulla base dei miei genitori. Lo stesso MARCELLO MACELLO ha mille spunti della mia vita: è ambientato a Orvieto, accade tutto in occasione di una festa locale chiamata “Palombella”, anche i personaggi che compaiono, compreso il suo antagonista, sono persone realmente esistenti e che vivono qui!

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Qui andiamo in una zona un po’ oscura: io non sono mai stato un grande lettore, ho sempre preferito l’impatto visivo a quello della lettura, tuttavia mi sono ritrovato a leggere qualche libro ogni tanto e posso dire che Clive Barker è veramente un genio. Parecchi dicono che è l’erede di Stephen King, piacendomi anche lui posso dire invece che l’ha superato.

Non  disdegno comunque qualche lettura di H.P.Lovecraft o di Arthur Conan Doyle.

E I TUOI FUMETTI?

Per quanto riguarda i fumetti non sono mai stato un lettore di serie: sì, mi sono letto anch’io Spiderman, Batman e simili, ma ogni volta che vado in fumetteria io cerco un volume particolare, con una storia strana, bizzarra!

Per esempio ho davvero apprezzato il Pinocchio di Ausonia: ridisegnare la favola al contrario (ovvero un mondo di burattini e il Pinocchio ricavato da un pezzo di carne) è stata veramente una “genialata”.

Altri volumi che mi hanno colpito sono “Self Service” su soggetto di Bruno Brindisi, “Ucciderò ancora Billy the Kid” di Recchioni o “Laida Odius” di Andrea G. Pinketts.

L’unica serie che mi ha appassionato per un po’ è quella di “Spawn” di Todd McFarlane, ricca di scene estreme, con una solida trama e colori molto dark.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM, CHE CI DICI?

Qui per esempio potremmo starci giornate intere!

Amo l’horror, ma prima di lui i film d’azione la facevano da padroni nella mia testa.

Sono cresciuto con i calci rotanti di Chuck Norris (“Delta Force”, “Hellbound”, “Missing in action”) e le piroette di Van Damme, del quale ho quasi tutta la filmografia.

Dell’horror amo ogni sottogenere, dalle bellissime ghost story come “Il sesto senso”, “The Others”, “Fragile”, passando per i film biografici di serial killer come “Dhamer, il cannibale di Milwaukee”, “Ted Bundy” (la sua storia ha ispirato anche “Il silenzio degli innocenti”) o “Ed Gein, il macellaio di Plainfield” (anche lui ha ispirato “Non aprite quella porta”) fino ad arrivare a veri e propri capolavori come appunto i vari “Nightmare”, “Halloween” o “Venerdì 13”.

Negli ultimi anni mi sono appassionato molto all’horror francese che ha saputo sfornare pellicole brillanti come “A L’interieur”, “Calvaire”, “Alta Tensione” o “Martyrs” ma comunque una buona e sana risata con i prodotti della Troma non guasta mai!

Da poco ho visto un film che tuttora reputo uno fra i miei preferiti: non per niente è tratto da un racconto di Barker, che si intitola “Prossima Fermata l’Inferno” (“The midnight meat train” è il titolo originale).

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

In futuro spero proprio di avere un vero successo in questo campo, anche magari grazie al mio fumetto made in U.S.A. di prossima uscita e di poter affiancare il mio nome con quello dei “grandi” del mestiere.

Ho una vita appagata, ho Gloria, la mia metà, che mi sostiene sempre e che ringrazio quando magari alle 2 di notte mi prepara un caffè perchè io sono ancora sui fogli di carta; non ho rimpianti e non ho altri sogni, l’unica cosa forse è che avrei voluto cominciare prima con la stessa volontà e dedizione che ci metto ora.

IN BOCCA AL LUPO ALLORA… SPERANDO CHE NON SIA UN MANNARO!

Davide Longoni