IL FANTASTICO OGGI

Sono passati sette anni dal debutto online di Zona Morta, che ha raccontato e continua a raccontare la cultura fantastica italiana e non, tra attualità e revival, classici e nuove tendenze.

Ma come sono messi i generi del fantastico, fantascienza, fantasy, horror, nell’Italia di oggi? Sono ancora di nicchia per pochi eletti o più mainstream. Un discorso complesso, non privo di luci e ombre, anche perché riguarda tanti mezzi di espressione e comunicazione.

In letteratura è proseguita la crescita esponenziale di titoli fantasy sugli scaffali di librerie e biblioteche, con autori e autrici nuovi, italiani e stranieri, e la riproposta di classici e sempreverdi. Chi piange la fine della fantascienza dovrebbe tenere conto che comunque i maestri del genere sono sempre disponibili, che in Italia abbiamo tutti i mesi in edicola quattro nuovi titoli della storica collana Urania, che l’anno scorso ha festeggiato le sessanta primavere, e che c’è stato un revival del genere distopico, in particolare per i più giovani, con fenomeni come quello di Hunger Games. Semmai, potrebbero lamentarsi un po’ di più gli appassionati di horror, dopo che vampiri e lupi mannari sono diventati bellocci per adolescenti, però qualcosa di interessante si muove anche qui, non ultimi gli appuntamenti periodici con l’inossidabile Stephen King. Da segnalare il crescente interesse per il filone steampunk, la fantascienza nel passato, con riproposta di classici come Jules Verne e presenza di autori contemporanei tra cui il nostrano Dario Tonani, tradotto proprio in questi giorni in Giappone.

Al cinema, la computer graphic aiuta il genere fantastico ma non può supplire a trame infantili e poco incisive: non sono mancati i titoli interessanti, tra cinema indipendente e blockbuster, e se può lasciare leggermente perplessi la scelta di Peter Jackson di allungare al massimo L’hobbit in tre film, per altre cose, buone ultime le riletture tra dark e fantasy delle fiabe, da Biancaneve a La bella e la bestia per arrivare al prossimo Maleficent, ci sono risultati interessanti al botteghino ma anche come contenuti. Senza contare i sempreverdi: abbiamo rivisto al cinema Star Trek e rivedremo anche Star Wars. L’unico rischio sul grande schermo è appunto solo quello che si punti solo sulla CGI e non su trame interessanti.

In tv, continuano ad esserci tante serie televisive di genere fantastico, molte delle quali che hanno debuttato proprio in questi ultimi anni. Anche qui la fa da padrone il fantasy, con la serie di culto Il trono di spade dal ciclo di romanzi di George R.R. Martin ma anche con la rilettura fiabesca di Once upon a time, ma non mancano altri toni, come la fantascienza distopica di Revolution, i vampiri politicamente scorretti di True Blood, l’horror di Sleepy Hollow, i viaggi tra storia e fantastico di Dr. Who, un classico che dura da anni e sa rinnovarsi in continuazione.

I fumetti presentano ormai un panorama ampio di proposte da vari Paesi e autori: i manga sembrano aver abbassato il loro target per lo più agli adolescenti (ma i classici di Go Nagai e Leiji Matsumoto tornano spesso in fumetteria), i comics continuano a proporre saghe di supereroi e titoli di maestri come Neil Gaiman e Bill Willingham, è aumentata la proposta di titoli francobelgi, con l’uscita di numerose storie di genere, tra fantascienza e fantasy, senza dimenticare le proposte Bonelli, tra evergreen alla Dylan Dog e nuove proposte come il recente Dragonero.

Il fantastico, grazie a internet e a siti come il nostro La Zona Morta, è diventato comunque un immaginario culturale di riferimento, che unisce varie generazioni (ovviamente con magari differenze anche inevitabili di storie e modelli), che ispira creatività, eventi, negozi in tema, pubblicazioni.

Ci sarà chi dirà che in un momento di crisi il fantastico è una valvola per evadere: ma chi conosce bene il buon fantasy, la buona fantascienza e il buon horror sa benissimo come in realtà la fantasia non sia un modo per stordirsi, ma per raccontare metaforicamente il mondo reale, con i suoi pregi e i suoi difetti, le cose da cambiare e i valori per cui battersi.

Tutto questo augurandosi che La Zona Morta continui a raccontare il fantastico mondo dell’immaginario e i suoi universi, così lontani ma anche così vicini a noi.

Elena Romanello