GO NAGAI

Go Nagai, il cui vero nome è Kiyoshi Nagai (nato a Wajima nel 1945), è un autore di fumetti (manga in giapponese) e di cartoni animati (anime in giapponese) oltre che scrittore originario della terra del Sol Levante. Considerato uno dei più importanti mangaka (autore di fumetti in giapponese) di sempre, ha creato opere che hanno segnato la storia moderna del fumetto e ha portato due importanti innovazioni nei manga e negli anime del Sol Levante: nel 1968 con lo sdoganamento dell’erotismo nei manga destinati ai ragazzi con la serie Scuola senza pudore e nel 1972 con l’introduzione dei mecha, ovvero gli enormi robot guidati da piloti posti al loro interno, con l’anime Mazinga Z (Majinga Zetto).

Nagai ha iniziato a lavorare nel mondo del fumetto nel 1965, collaborando con Shotaro Ishinomori (Guyslugger, Chobin il principe stellare, Cyborg 009) e già nel 1967 crea Meakashi Porikiki, il suo primo manga. Nel 1970 fonda la Dynamic Production, per produrre e distribuire i suoi lavori, che col tempo si dotò di filiali in tutto il mondo, Italia compresa.

Profondo innovatore in ogni campo del fumetto giapponese, con il manga Mao Dante inizia la sue esplorazione delle tematiche religiose e demoniache che si interrompe per la chiusura della rivista su cui era pubblicato. Da quanto dichiarato da Nagai stesso, la fonte di ispirazione per Mao Dante (e successivamente per Devilman) fu una copia della “Divina Commedia” di Dante Alighieri illustrata da Gustave Doré, che aveva avuto modo di leggere durante l’infanzia. Terminata l’esperienza cartacea con il personaggio, Nagai crea, come soggetto per una serie TV sperimentale dedicata a un pubblico più adulto, un “quasi remake” e nasce così Devilman (Debiruman), forse la sua opera più famosa a livello mondiale. Per supportare il serial televisivo ne crea anche un manga, molto meno edulcorato (la serie TV infatti presenta richiami all’iconografia del supereroe occidentale). In tempi più recenti verranno realizzati anche due OAV (film speciali realizzati esclusivamente per il mercato home video) che riprenderanno più fedelmente la prima parte del manga, in cui introduce situazioni ai limite dello splatter e un finale apocalittico imprevedibile, soprattutto a quei tempi.

Dopo il successo di Devilman, nel 1972 Nagai crea Cutie Honey, che unisce le tematiche super-eroistiche con quelle erotiche che tanto gli stanno a cuore, e finalmente Mazinga Z, il primo cartone animato con protagonista un super robot controllato dall’interno da un essere umano. Di quest’opera furono pubblicate varie versioni a fumetti, la più importante delle quali è quella sceneggiata da Nagai e disegnata da Gosaku Ota, che segue fedelmente la trama della versione televisiva accentuandone la violenza e introducendo anche alcune innovazioni (tipo l’episodio in cui l’esercito del Dottor Hell, o Inferno come era stato tradotto da noi, conquista uno staterello africano). Inoltre, nel corso del fumetto e della serie televisiva viene introdotto il personaggio del Duca Gorgon, primo esponente del popolo di Mikenes che darà battaglia al successore di Mazinga Z, il Grande Mazinga. Nel 1973 ha poi inizio la lunghissima epopea di Violence Jack, una serie in cui la penisola del Kantō (dove si trova Tokyo) viene isolata da un cataclisma e diventa teatro di selvagge lotte per la sopravvivenza, che Nagai interromperà e riprenderà ripetutamente, fino a completarla solo nel 1990.

Tornando ai robottoni, Nagai passa al Grande Mazinga, la cui serie televisiva del 1974 approfondirà ed estremizzerà le tematiche già presenti nel suo predecessore Mazinga Z: questa volta il pilota del mecha non è un ragazzino inesperto, ma un vero e proprio soldato addestrato al compito e che ha come unico scopo nella sua vita la sconfitta del popolo dei Micenei, che si presentano nelle mostruose fattezze di enormi mostri robotici con teste umane incastonate solitamente nel ventre. Sempre nel 1974, Nagai dà di nuovo prova del suo genio e, insieme a Ken Ishikawa, inventa i “mecha componibili” con Space Robot (Getter Robot). Anche in questa serie ritorna la tematica del “nemico che viene dal passato”, ovvero in questo caso l’Impero dei Dinosauri, una razza di rettili umanoidi particolarmente intelligenti, rimasti in ibernazione per secoli e tornati a reclamare la Terra. Della serie TV vengono nuovamente create molte riduzioni a fumetti, la cui più importante è senza dubbio quella disegnata (e dopo i primi capitoli anche sceneggiata) dallo stesso Ken Ishikawa, co-autore di Getter, che è continuata fino al 2006, anno della sua morte. Questa “riduzione” comunque risulta essere radicalmente diversa dalla versione televisiva, mantenendo solo i presupposti di base. Sempre del 1974 è il fumetto Kekko Kamen (che si potrebbe tradurre come Maschera libidinosa), un’ennesima fusione di supereroi ed erotismo in cui la protagonista combatte il crimine vestita della sola maschera.

Nel 1975 viene prodotto il seguito di Space Robot, ovvero Jet Robot (Getter Robot G) e soprattutto nascono due serie molto amate in Italia, Jeeg robot d’acciaio (Kotetsu Jeeg) e Ufo Robot Goldrake (Ufo Robot Grendizer). Anche in questo caso ci sono innovazioni nei mecha: in Jeeg, il pilota si trasforma esso stesso nella testa del robot con una metamorfosi e le altre parti, agganciate magneticamente, vengono “sparate” da una piccola navetta volante, appunto chiamato Big Shooter. I nemici provengono di nuovo dal passato, per la precisione dall’antichità giapponese. In Goldrake, invece, il mecha può entrare o uscire da un vero e proprio disco volante che gli fa da armatura e da mezzo di trasporto nello spazio. I temi sono questa voltà più “classicamente” fantascientifici, con una vera e propria invasione aliena. Goldrake ha avuto tra l’altro particolare fortuna in Europa, dove in alcuni stati (soprattutto Francia e Italia) ha dato origine a un vero e proprio fenomeno di costume, studiato perfino nelle facoltà di sociologia. Nel nostro paese poi l’arrivo di Goldrake ha segnato ufficialmente l’ingresso degli anime nella programmazione televisiva. L’impatto che ebbe all’epoca fu molto forte, in quanto c’erano molte differenze, sia di tecnica d’animazione sia di tematiche, con le serie allora conosciute come i cartoni animati della Warner Bros, della Disney o di Hanna & Barbera. Goldrake era veramente “un mondo a parte” in confronto ai suoi predecessori, tanto che la prima trasmissione sulla RAI fu preceduta da una breve introduzione. Famosissime divennero anche le sigle italiane, create da Vince Tempera. Inoltre Goldrake dimostra finalmente che molti dei personaggi di Nagai appartengono tutti allo stesso “universo narrativo”: nella serie compare infatti Koji Kabuto (in Italia però rinominato Alcor), pilota di Mazinga Z, alla guida di un innovativo mezzo volante a forma di disco. In più, in seguito saranno prodotti numerosi film e OAV in cui i super robot di Nagai si uniranno per una causa comune, tra i quali “Ufo Robot Goldrake contro il Grande Mazinga”, “Mazinga Z contro Devilman”, “Il Grande Mazinga contro Getter Robot” e lo spettacolare team-up “Ufo Robot Goldrake, Grande Mazinga e Getter Robot G contro il Dragosauro”.

Nel 1976 Nagai collabora a due serie forse meno originali, ma che pure sono state trasmesse in Italia con un buon successo: Gackeen magnetico robot (Magne Robot Ga-Kin) e Gaiking (Daiku Maryu Gaiking). Proprio a una disputa sui diritti di Gaiking si deve una violenta lite di Nagai con la Toei Animation, che fino a quel momento aveva prodotto tutte le sue serie, e la conseguente separazione.

Da questo punto in poi la carriera di Nagai prende una piega curiosa: oltre a produrre nuove opere, si dedicherà in maniera quasi maniacale alla “riscrittura” delle opere che lo hanno reso celebre, spesso aiutato nei disegni da Ken Ishikawa e recentemente da Yu Kinutani, ma anche da altri autori. In questo modo verranno riletti Mazinga (God Mazinger, Z Mazinger, Mazinsaga), Devilman (Neo Devilman, Devil Lady, Amon – The darkside of Devilman, Amon – The apocalypse of Devilman, Strange days – The apocalypse of Devilman) e Cutie Honey (Cutie Honey a Go Go, Cutie Honey SEED). Oltre ai remake cartacei, produrrà anche molti remake e/o seguiti delle sue serie animate: Shin Cutie Honey (seguito della serie del 1972), Cutie Honey F e Re:Cutie Honey (entrambi remake), tre remake di Getter Robot (Change!! Getter Robot, gli ultimi giorni del mondo, Neo Getter Robot contro Shin Getter Robot, Getter Robot re:model), due remake/spin-off  di Mazinga Z e del Grande Mazinga, ovvero Mazinkaiser e il successivo film Mazinkaiser contro il Generale Nero, un remake/seguito di Jeeg. Da segnalare è anche la serie TV di Devil Lady, che tuttavia non segue il manga. Esiste infine una parodia umoristica superdeformed, Il pazzo mondo di Go Nagai (del 1991), in cui compaiono tutti i personaggi delle sue serie più celebri in versione appunto deformata e comica.

Il successo dei manga e degli anime di Go Nagai si deve, oltre che al suo stile di disegno molto diverso da quello che si era visto fino ad allora, anche alle tematiche trattate nelle sue serie: l’erotismo (a volte celato a volte esplicito), la fantascienza (soprattutto con l’invenzione dei mecha, i cosiddetti super robottoni), l’horror (con chiari riferimenti principalmente allo splatter e al gore), la fiducia nella scienza (ma non completa), l’ambiguità tra il bene e il male (i suoi cattivi non lo sono fino in fondo, sono esseri che spesso hanno vissuto un destino spaventoso e che adesso vogliono vendicarsi sugli esseri umani; e così i buoni non lo sono certo nel senso dei prodi cavalieri medioevali, in quanto spesso hanno psicologie disturbate che li rendono altrettanto spaventosi di coloro che devono combattere), la fiducia nelle giovani generazioni (sono loro con la loro mentalità più aperta che riescono ad avere ragione sempre di spaventosi pericoli), l’interesse nel mondo antico (sia giapponese che europeo con particolare riferimento al mondo classico greco-romano e alla storia dell’antico Giappone).

Tutto questo, e molto di più, è stato ed è Go Nagai.

Davide Longoni