CAPITAN HARLOCK 3D

SCHEDA TECNICA

Titolo originale: Space Pirate Captain Harlock

Anno: 2013

Regia: Shinji Aramaki

Soggetto: ispirato al personaggio e alle storie ideate da Leiji Matsumoto

Sceneggiatura: Harutoshi Fukui e Kiyoto Takeuchi

Direttore della fotografia: Kengo Takeuchi

Montaggio: Shinji Aramaki e Ryuji Miyamura

Musica: Tetsuya Takahashi

Produzione: Toei Animation

Origine: Giappone

Durata: 1h e 55’

CAST (VOCI ITALIANE)

Gianfranco Miranda, Davide Perino, Valentina Favazza, Simone D’Andrea, Gianni Giuliano, Renzo Stacchi, Ennio Coltorti

TRAMA

In un universo futuro in cui la Terra è una sorta di divinità intoccabile e in cui gli esseri umani si sono sparsi a vivere nel cosmo, il giovane Logan sale sull’Arkadia, astronave del ribelle e ricercatissimo Capitan Harlock, spinto da un desiderio di libertà. In realtà Logan è un combutta con la coalizione Gaia e con il fratello ufficiale Ezra, che si sente responsabile di averlo reso invalido, per annientare Harlock, che ha in mente un piano disperato per resettare l’universo nei suoi nodi temporali e riportare indietro il tempo a prima delle ultime catastrofi.

Logan scoprirà i misteri di Harlock, che vaga da oltre un secolo per espiare una colpa che ha commesso, oltre all’inganno di Gaia ai danni della Terra, ma deciderà alla fine di restare al suo fianco, mentre si può aprire un nuovo futuro per tutti.

NOTE

La sorpresa di inizio 2014: dopo anni in cui si è ripetuto che i film d’animazione non a stelle e strisce non avevano speranze al cinema, questa rilettura di uno dei protagonisti icona degli anime e manga anni Settanta, Capitan Harlock, si è attestato al secondo posto dopo Un boss in salotto, attirando in sala ragazzi di ieri ma anche di oggi, non solo ma anche con l’effetto nostalgia, e diventando un fenomeno su cui interrogarsi e da tenere d’occhio.

Una premessa: Capitan Harlock in questa incarnazione non è un remake o un seguito della celeberrima e mitica serie delle Mazoniane, ma una nuova storia, in un universo coevo ma completamente diverso, come ha fatto Matsumoto in tutte le incarnazioni del suo eroe, da quella de L’Arkadia della mia giovinezza a L’anello dei Nibelunghi, a cui questo film si rifà, costruendo un microcosmo diverso anche se sempre con alcune premesse, quali il pirata outsider, il veliero astronave, le donne evanescenti, uno spazio dominato da corporazioni e interessi, alcuni ribelli in cerca di una loro strada fuori dagli schemi.

Capitan Harlock si conferma anche in questa nuova avventura come un antieroe romantico e affascinante, con echi dell’Olandese volante dell’opera di Wagner, rileggendo la figura archetipa del pirata come ribelle senza causa. Il protagonista rimane leggermente sullo sfondo, i due protagonisti della vicenda sono Logan, doppiogiochista che scoprirà nuovi ideali con cui supererà la colpa con cui convive e forse un nuovo inizio in se stesso alla leggenda di Harlock, e il militare Ezra, nemico non privo di ambiguità e con un guizzo finale contro il conformismo degli autocrati di Gaia.

Anche in questo film tornano in auge le tematiche care a Matsumoto, l’ecologismo, la ricerca della libertà e di un mondo ideale, l’esaltazione della lotta al conformismo: il tutto viene avvolto da una realizzazione spettacolare, con citazioni degli altri universi narrativi dell’autore, a cominciare da Yamato, ma anche di altri immaginari fantastici, Star Wars in testa ma si fa notare anche un Tochiro, il migliore amico di Harlock che anche qui vive con la sua coscienza nel motore principale dell’Arkadia, con le sembianze di Harry Potter.

Capitan Harlock parte con qualche lentezza di troppo, anche se si distingue subito come spettacolarità, per poi decollare da un certo punto in poi, in una visione di un mondo disperato in cui sarà il compito di eroi imperfetti trovare una speranza, fosse solo in un fiore che rinasce e dà una possibilità di rinascita e eternità.

Certo, i puristi hanno storto il naso, e ci sarà sempre chi, anche con ragioni valide, preferirà l’animazione tradizionale a quella tutta in CGI (ma poteva andare peggio, potevano fare un film dal vero…): ma Capitan Harlock è riuscito a riprendere un protagonista ormai mitico di manga ed anime e costruire intorno a lui una nuova incarnazione, rivolta certo agli otaku anche di vecchia data, alcuni riconoscibilissimi in sala con magari qualche pargolo da rendere edotto a seguito, ma anche ai neofiti o a chi al cinema cerca storie interessanti, magari di genere fantastico e fantascientifico, senza essere fan di manga ed anime.

Una scommessa riuscita, visto che, dopo il successo in Giappone, Capitan Harlock ha saputo attirare pubblico in tantissimi altri Paesi, Italia compresa. Se questo segnerà una riscossa per l’animazione giapponese tout court è ancora presto dirlo, così come se questo film sarà il primo di altri con Harlock o altri indimenticati eroi ed eroine di una stagione di sogni rimasta nel cuore e nella fantasia di molti appassionati, a volte insospettabili.

Elena Romanello