HUNGER GAMES – LA RAGAZZA DI FUOCO

SCHEDA TECNICA

Titolo originale: The Hunger Games: Catching Fire

Anno: 2013

Regia: Francis Lawrence

Soggetto: tratto dal romanzo di Suzanne Collins

Sceneggiatura: Michael Arndt e Simon Beaufoy

Direttore della fotografia: Jo Willems

Montaggio: Alan Edward Bell

Musica: James Newton Howard

Effetti Speciali: Pete Kelley, Joe Love, Wes Mattox, Paul Sabourin, Richard Terry Tjelmeland e Scott Willis

Produzione: Jon Kilik e Nina Jacobson

Origine: USA

Durata: 2h e 40’

CAST

Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Elizabeth Banks, Liam Hemsworth, Donald Sutherland, Stanley Tucci, Woody Harrelson, Lenny Kravitz, Philip Seymour Hoffman, Jeffrey Wright, Amanda Plummer, Jena Malone, Lynn Cohen

TRAMA

Katniss e Peeta sono i trionfatori della settantaquattresima edizione degli Hunger Games, ma il loro compito non è certo finito, visto che sono diventati i beniamini di un pubblico affamato di emozioni e devono attraversare i Distretti in treno per portare i loro volti in mezzo a luoghi dove ormai la rivolta cova sotto la cenere. Per mettere un freno alla popolarità di Katniss come icona di ribellione e soprattutto stroncare le rivolte che stanno scoppiando ormai ovunque, il presidente Snow decide di organizzare una settantacinquesima edizione dei giochi solo tra i vincitori ancora vivi delle edizioni precedenti, in modo che si eliminino tra di loro e magari elimino anche Katniss, che non lascerebbe mai Peeta vivo dopo di lei.

Ma Snow non tiene conto di tante cose, a cominciare dal ruolo nella rivolta del suo braccio destro Plutarch Heavensbee, e della volontà di tutti o quasi i partecipanti al reality di ribellarsi al sistema. Le cose, sull’arena trasformata in un’isola tropicale con tutte le sue insidie, andranno in maniera molto diversa, fino al finale aperto, che anticipa l’ultimo atto della lotta di Katniss e della gente di Panem per la libertà.

NOTE

Secondo capitolo cinematografico della saga distopica di Suzanne Collins degli Hunger Games, in attesa del finale, che verrà diluito in due film, secondo un’abitudine introdotta con Harry Potter, per sfruttare ancora due stagioni di programmazione.

La ragazza di fuoco mantiene e conferma le premesse del primo capitolo, quello di essere un esempio di fantascienza distopica, genere assente per anni da teleschermi e letteratura, che piace ai giovani e giovanissimi ma è interessante da vedere anche per gli adulti, che colgono ideali, citazioni, substato culturale, tematiche, metafore della realtà.

Oltre alle reminiscenze di certa fantascienza anni Sessanta e Settanta, da La decima vittima di Petri in poi, in questo secondo film Capitol City richiama ancora di più il totalitarismo di certi regimi europei della prima metà del Novecento, con ricordi della scenografia del nazismo che Leni Reifensthal presentò in Triumph des Willens, con qualche strizzata felliniana nella costruzione di un mondo ricco, opulento e corrotto in contrasto con la miseria dei Distretti, a metà strada tra il neorealismo e i romanzi di Dickens, senza dimenticare gli spietati Pacificatori tanto simili alle guardie dell’Impero di Star Wars.

La lotta contro ogni forma di oppressione, la critica alla società del consumismo e dei reality show, il richiamo ad ideali irrinunciabili perseguitati oggi come ieri, ancora in tante parti del mondo: ne La ragazza di fuoco c’è tutto questo, in un film che si divide in due parti, abbastanza uguali, la prima, in cui Katniss fa i conti con la sua fama, confrontandosi anche con i focolari di rivolta (la scena nel Distretto 11, con l’omaggio alla piccola Rue e la ribellione di tutti partendo da un anziano, è straziante), mentre la seconda che rivede in scena i giochi, con toni completamente diversi dalla prima volta, i toni di chi, adulto o anziano, deve tornare in un meccanismo di morte e inizia la sua ribellione, a tratti inconsapevole, a tratti no.

La ragazza di fuoco non rinuncia agli effetti speciali della contemporaneità ma nemmeno a costruire una storia credibile e appassionante, cosa purtroppo latente per anni nel genere fantascientifico, disseminando la storia di scene madri che non stonano e sono funzionali ad una storia di eroismo in fondo per caso ma assoluto, che culminano quando la protagonista rivolge la freccia verso la cupola in cielo dell’arena (una reminiscenza di De André), distruggendo finalmente un sistema di oppressione, e aprendosi la strada verso gli sviluppi finali di una situazione ormai fuori dal controllo di Capitol City.

Squadra che vince non si cambia, per cui tornano tutti gli attori del primo film nel ruolo dei rispettivi personaggi, a cominciare da Jennifer Lawrence, e sono da elogiare anche le new entry. Philipp Seymour Hoffman, efficace doppiogiochista all’interno del sistema che vuole abbattere, la brava Amanda Plummer, figlia d’arte, la vincitrice grazie alla tecnica Wiress, la spregiudicata Johanna di Jena Malone, eroina nascosta, il simpatico Sam Claflin nella parte di Finnick e l’anziana Lynn Cohen, Mags, partecipante eroica al gioco di morte.

Spicca di nuovo ne La ragazza di fuoco il personaggio di Katniss, nuova icona al femminile del fantastico, nella tradizione di Ripley di Alien, eroina non sottomessa in un mondo in cui sono state introdotti modelli anche pericolosi (la Bella di Twilight, per tacere della Anastasia delle sfumature), capace di suscitare sullo schermo e fuori passioni, ideali, voglia di fare e di cambiare le cose. Perché anche qui nel fantastico si può vedere la metafora della vita reale: Katniss è già stata eretta ad icona dei movimenti Occupy Wall Street e degli Indignati, vedremo la sua strada nell’immaginario negli anni prossimi.

Elena Romanello