FABRIZIO CADILI E MARINA LO CASTRO

Coppia di scrittori e coppia di fatto, con la saga degli Euritmi, Fabrizio Cadili e Marina Lo Castro ci propongono, grazie alla lungimiranza di Plesio Editore, un urban fantasy di ampio respiro che non potrà non appassionarvi. Ma facciamoci raccontare da loro com’è andata e soprattutto chi sono questi due ragazzi che si definiscono “da record”! Vediamo perché.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI SONO FABRIZIO CADILI E MARINA LO CASTRO?

Nati nell’82, siamo entrambi appassionati di libri fantastici, fumetti, videogiochi e in generale di tutto ciò che riguarda la fantasia. Nella vita Fabrizio lavora come operatore turistico, mentre Marina è laureata in Lettere Moderne e specializzata in Filologia Moderna con una tesi proprio sulla letteratura fantasy. Chicca per i curiosi: siamo una coppia da otto anni e scriviamo da oltre sei. Due bei record, non è vero?

COME AVETE COMINCIATO A SCRIVERE?

F: Tutto è iniziato circa sei anni fa, durante il turno di notte nell’edicola in cui lavoravo. Marina mi faceva compagnia e siccome entrambi stavamo leggendo con passione Le cronache del ghiaccio e del fuoco di G. R. R.Martin (a dire il vero lei aveva già terminato i romanzi usciti e mi aveva da poco consigliato di leggerli), mi ha proposto di trasporre su carta a quattro mani la trama di una campagna di gioco di ruolo di cui in quel periodo ero master.

M: La nostra passione per la scrittura è iniziata quasi come uno scherzo, insomma, ma da lì non ci siamo più fermati. Quel primo libro esiste ancora, ovviamente. Ha trovato il suo posto in un cassetto mentre io e Fabrizio abbassavamo un po’ il tiro iniziando con i racconti, che ci hanno dato negli anni le prime soddisfazioni.

RECENTEMENTE AVETE PUBBLICATO “MEMORIE DEGLI EURITMI – CAESAR”. CE NE VOLETE PARLARE?

F: Memorie degli Euritmi – Caesar per noi è come un figlio. Come già accennavo, scrivo con Marina da molti anni, e Memorie degli Euritmi è il terzo (quasi quarto) romanzo che buttiamo giù. Dopo diverse delusioni per i manoscritti rifiutati (una saga fantasy per adulti e un libro fantasy per ragazzi) ho deciso di iniziare a scrivere una cosa che mi piacesse, fuori dagli schemi del commerciale, che mi appassionasse. Così dopo quasi un anno, sono riuscito a fare la prima bozza del manoscritto che ho fatto leggere a Marina. Inutile aggiungere che le è piaciuto molto.

M: Si tratta di un romanzo urban fantasy scritto in prima persona che segue le disavventure-avventure (in quest’ordine!) di Leonardo, un trentaquattrenne che, dopo aver perso tutto, scopre di non essere soltanto uno squattrinato mago di strada. Si accorge che la realtà nasconde più segreti di quanto avrebbe immaginato e, suo malgrado, verrà coinvolto in macchinazioni ben più grandi di lui.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?

F: Sicuramente la creazione di alcuni personaggi tra cui Don Alessio. Immedesimarsi in un prete che ha deciso di non dire più messa perché convinto che la sua gente vada in chiesa solo nel momento del bisogno, è stata una sfida difficile. Ricordo di aver impiegato diverse settimane per abbozzare un solo capitolo, e non ero mai soddisfatto (tuttora non lo sono!). Per l’ambientazione, invece, nessuna difficoltà. Catania è la città in cui sono nato e cresciuto e la conosco come la mia stanza. La amo e la odio, come in uno di quei rapporti d’amore conflittuali.

M: Scrivere a quattro mani ha tanti pro, ma anche qualche contro, uno dei quali è appunto la creazione di alcuni personaggi. All’inizio può infatti risultare problematico in quanto dobbiamo, di comune accordo, far emergere le peculiarità, soprattutto caratteriali, dei nostri protagonisti. Come ha già detto Fabrizio, l’ambientazione non è stato un problema, anzi. Uno dei consigli che spesso vengono dati agli esordienti è di scrivere di ciò che si conosce, e questo, ve lo assicuro, vale anche per il teatro delle vicende.

COME SI SVILUPPERANNO LE VICENDE DEI PROTAGONISTI NEL PROSSIMO FUTURO?

Memorie degli Euritmi – Caesar - è un librone (oltre mille pagine!) autoconclusivo. Per adesso preferiamo non sbottonarci dando notizie certe o indizi specifici sul prosieguo delle vicende oltre a dire che un eventuale seguito potrebbe avere il titolo provvisorio Messia. Assicuriamo inoltre a chi si fosse affezionato ai personaggi della saga, che ognuno di loro ha ancora molto altro da raccontare e avventure da… subire. Questo perché gli eventi del primo libro, come leggerete, sono importanti e non possono non avere un peso in un eventuale seguito delle vicende di Leonardo & co. Chi vivrà vedrà, insomma.

NELLA VITA REALE SIETE FIDANZATI: COME RIUSCITE A VIVERE TALMENTE IN SIMBIOSI DA RIUSCIRE ADDIRITTURA A SCRIVERE INSIEME?

F: Anni e anni di litigi, scontri e discussioni. Scherzo, detta così sembra una discesa all’inferno. In realtà abbiamo gusti molto simili e ci capiamo perfettamente. Abbiamo affinato una tecnica molto produttiva, infatti progettiamo un’opera, ne discutiamo, la modelliamo e poi inizio a scrivere la prima bozza che Marina legge. Se il lavoro di base ci sembra buono, lei inizia a riscriverlo in versione definitiva. Io ho spazio soprattutto per quanto concerne la creazione delle vicende, dei personaggi, ma anche per una parte della scrittura. Marina, invece, oltre a occuparsi prettamente degli aspetti tecnici, ha la libertà di inserire personaggi e situazioni che le piacciono.

M: Penso che il trucco consista nel non pestarsi (troppo!) i piedi a vicenda. Bisogna che ognuno di noi lasci spazio all’altro di esprimersi come vuole nel romanzo, ovviamente purché questo non influisca nella resa omogenea finale dell’opera; problema che negli anni si è andato sempre più ad affievolire. Per il resto… brainstorming. Continuo. Passeggiamo molto e parliamo, progettiamo. A volte ci guardiamo in faccia e ci rendiamo conto di sembrare matti!

COME NASCE UN ROMANZO A QUATTRO MANI E QUALI SONO LE DIFFICOLTA’ CHE SI INCONTRANO QUANDO A SCRIVERE SONO DUE TESTE?

F: A questa domanda abbiamo in parte già risposto. Le difficoltà sono diverse, soprattutto se le teste differiscono in idee o gusti. Per fortuna in questo io e Marina siamo molto simili, anche se capita che andiamo in contrasto per alcune scelte dei personaggi (soprattutto quelli femminili) e per aspetti dell’impostazione (è mia la colpa se i nostri libri sono dei mattoni giganteschi). In generale, però, ci fidiamo molto l’uno del lavoro dell’altra, quindi se lei mi dice che una cosa va scritta in una maniera io taccio.

M: Nella risposta alla domanda precedente, Fabrizio ha già spiegato a grandi linee il “processo di creazione”. Il problema principale della scrittura a quattro mani, a detta di editori e lettori, è il rischio che un’opera risulti poco omogenea a causa dell’unione di due teste nell’ideazione e soprattutto dell’uso di quattro mani nella stesura. Il “trucco” che usiamo si basa sulla fiducia che abbiamo l’uno nelle capacità dell’altro: ognuno di noi si occupa sia della trama che della scrittura, ma Fabrizio ha l’ultima parola sulla prima, io sulla seconda (oltre a occuparmi della forma finale dei nostri lavori). A questo si aggiungono molti, molti, molti passaggi sull’opera e ore di discussioni, più o meno produttive.

CI SEMBRA DI CAPIRE CHE AVETE SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER VOI QUESTA TEMATICA?

F: Amo il fantastico in qualsiasi sua sfumatura, purché intelligente. Cosa intendo per intelligente? Be’ qualsiasi cosa che stuzzichi il mio “sense of wonder”, che mi meravigli, per dirla in italiano. Se un film, un fumetto, un libro o un videogioco riescono a far girare le mie lancette dello stupore, allora mi piace. Altrettanto provo a fare io con le mie storie, nelle quali cerco di affascinare il lettore e accompagnarlo in un mondo dove la fantasia ha una logica, delle regole, dove nulla è mai scontato. Voglio spiazzare e divertire chi mi legge.

M: Ho un’educazione “classica”, il fantastico per me è sempre stato evasione, libertà e puro piacere, legato alla lettura per prima cosa e anche alla scrittura da quando ho deciso di cimentarmi. Anch’io, come Fabrizio, pretendo però che ciò che leggo, soprattutto se fantastico, abbia una logica, studi alle spalle e segua regole (sono un po’ fissata). Ne sono talmente convinta da aver basato sulle ambientazioni fantasy la mia tesi di laurea specialistica.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAETE ISPIRAZIONE PER TUTTE LE VOSTRE STORIE?

F: Questa è la domanda più difficile in assoluto. Per scrivere Memorie degli Euritmi ho attinto da tante di quelle fonti che sarebbe impossibile fare un elenco. I più attenti potranno riconoscere alcuni rimandi alla saga dei Guardiani di Sergej Luk’janenko, ma anche sfumature “kinghiane”. Per quel che riguarda la complessità della trama, invece, sono sempre stato affascinato da strutture complesse e piene di colpi di scena come il fumetto Watchmen di Alan Moore oppure l’anime Neon Genesis Evangelion di Hideaki Anno. Ci sarebbero altre migliaia di fonti di ispirazione, quindi mi fermo qui per non annoiare il lettore.

M: Dopo l’elenco così specifico di Fabrizio, io mi manterrò volutamente sul generico: da tutto. Da un libro, da un film o un telefilm, da una pubblicità o da una persona incrociata per caso alla Posta. E dai sogni, senza dubbio.

QUALI SONO I VOSTRI SCRITTORI PREFERITI?

F: Solitamente il mio apprezzamento per un autore è direttamente proporzionale alla complessità della sua opera e/o al lavoro oscuro che sta dietro il libro o i libri. Quindi inserisco al primo posto il conosciutissimo e apprezzatissimo J. R. R. Tolkien, per l’enorme fantasia e per la creazione di un mondo e di una cosmologia che resterà per sempre nell’immaginario dell’umanità. A pari merito inserisco Stephen King, non tanto per i suoi lavori più famosi ma per la saga della Torre Nera, che reputo geniale. Apprezzo moltissimo George Martin (e lo odio per la sua incredibile bravura nello scrivere) e, come già detto, Sergej Luk’janenko. C’è poi Valerio Evangelisti, secondo me il miglior scrittore italiano di fantastico. Ce ne sarebbero molti altri (Howard, Lovecraft, Sanderson, Puzo, Sciascia, Camilleri…) ma anche qui lascio la risposta in sospeso per non appesantire troppo l’intervista con una lista di nomi.

M: Ho letto tantissimi romanzi e ne ho amato tanti. Oltre a citare banalmente, anche se banale non è, Tolkien, che considero il capostipite della letteratura fantasy moderna, i miei scrittori preferiti sono Robin Hobb, Luk’janenko e Martin; i loro libri mi drogano letteralmente. Allontanandomi dal fantasy, adoro i thriller di Lehane. Avete chiesto solo i preferiti, per cui vi risparmio la lista degli autori che “semplicemente” mi piacciono.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM CHE PIU’ VI PIACCIONO, CHE CI DITE?

F: Sono un amante dei vecchi film anni ’80 e ’90, forse perché sono cresciuto con loro, forse perché li trovo più originali e divertenti di quelli moderni. Da piccolo guardavo e riguardavo film come “Ghostbusters”, “I Goonies”, “Terminator”, “Conan”, “Robocop” e molti altri. Di film dell’ultimo decennio che mi piacciano ne ricordo pochi (a parte i capolavori di Tarantino) e se aggiungiamo la parola “fantastico” … be’ allora mi ritrovo a storcere il naso. Il motivo? Mi sembrano film tutti uguali, senza originalità. Tanti effetti speciali e poco cuore. Ovviamente è una mia opinione, una questione di gusti.

M: I gusti miei e di Fabrizio coincidono perfettamente, in fatto di film. Alla sua lista aggiungo Il signore degli anelli di Jackson. Okay, non mi è piaciuto del tutto (sono purista, anche se non fanatica), però la ritengo una trilogia fantasy di tutto rispetto, soprattutto se paragonata con quelle che l’hanno seguita.

ULTIMA DOMANDA, POI VI LASCIAMO AL VOSTRO LAVORO. QUALI PROGETTI AVETE PER IL FUTURO E QUAL È IL VOSTRO SOGNO (O I SOGNI) CHE AVETE LASCIATO NEL CASSETTO?

Di progetti ce ne sono tanti. Purtroppo (o per fortuna?) la testa di Fabrizio ha sempre bisogno di immaginare uno scenario, una storia, un protagonista, quindi l’unica limitazione è il tempo che ci vuole nel plasmare bene un’opera, farne una bozza, una prima versione e poi passarla nelle mani di Marina. Comunque in cantiere, oltre al possibile seguito di Memorie degli Euritmi dal sottotitolo provvisorio Messia, abbiamo un horror ambientato in Canada con un protagonista molto particolare (se qualcuno ha seguito la nostra carriera e i racconti che abbiamo pubblicato in antologie, il nome Exceptor potrebbe risultargli familiare) e un thriller ambientato a Catania con sfumature molto forti. Un altro progetto che abbiamo in mente, ma molto difficile da realizzare e che con il fantastico ha veramente poco a che fare, riguarda la storia di un calciatore che si accorge di provare dei sentimenti molto “particolari” e impossibili da conciliare con il mondo dello sport. Abbiamo altro nel cassetto? Sì, il nostro primo libro Aphoteosis, da riscrivere, e Joe Ford creatore di mondi, romanzo fantasy per ragazzi in cerca di un editore. Ma per adesso restiamo in trepidante attesa di ricevere i pareri del pubblico sul nostro Memorie degli Euritmi – Caesar -.

CHE NON POTRANNO CHE ESSERE POSITIVI, CREDETECI! PER IL RESTO, RESTEREMO ANCHE NOI IN TREPIDANTE ATTESA.

Davide Longoni