ANTONIO LANZETTA

Appassionato del genere fantastico da sempre, Antonio Lanzetta si è proposto da poco al pubblico grazie al romanzo “Ulthemar – La forgia della vita”, un sapiente mix tra fantasy e fantascienza veramente interessante. Abbiamo deciso di incontrarlo per voi per conoscerlo meglio.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È ANTONIO LANZETTA?

Sono un ragazzo di trentuno anni di Salerno che vive la sua vita dividendosi tra lavoro e hobbies: libri, videogiochi, cinema, tutto ciò che lascia spazio all’immaginazione mi entusiasma fin da quando ero bambino. Ho un passato da musicista, quale bassista della band hardcore “Kernel Zero”, e solo da qualche anno ho iniziato a dedicarmi “seriamente” alla scrittura.

SAPPIAMO CHE HAI PUBBLICATO QUALCHE RACCONTO PRIMA DEL TUO ROMANZO D’ESORDIO, VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI?

Scrivere è complesso, richiede tempo, pazienza e soprattutto passione. Non è da tutti tornare a casa dopo otto di lavoro e chiudersi nella stanza con il solo computer a farti compagnia per dare vita alle storie e i personaggi che si affollano testa. I racconti sono per me uno strumento con cui fare pratica, allenarmi e gonfiare i muscoli per diventare un autore. Tra le storie brevi che erano sepolte nelle cartelle del mio hard disk, “Le Ombre di Keidoran”, uno sci-fi militare, ha trovato spazio nella collana “Scritture Aliene”, un’antologia di fantascienza in e-book, edita da EDS e curata da Vito Introna, di cui vi consiglio caldamente la lettura!

RECENTEMENTE È USCITO IL TUO PRIMO ROMANZO INTITOLATO “ULTHEMAR – LA FORGIA DELLA VITA”. VUOI PARLARCENE?

“Ulthemar” è il mio primo esperimento di scrittura, un romanzo a cui ho dedicato anima e corpo e che mi ha permesso di avvicinarmi al mondo dell’editoria con tutta l’umiltà e la consapevolezza di essere un esordiente. Pubblicato dalla GDS di Iolanda Massa, è stato editato dal mio amico Alfonso Zarbo, autore della “Saga di Ivengral”. Con questo romanzo ho cercato di mettere su carta un mondo che era ben definito nella mia testa, con le sua morfologia, le sue razze e battaglie. Spero di essere riuscito a descriverlo al lettore proprio come lo vedevo io. Chi legge “La Forgia della Vita” deve essere lì, al fianco di Jan, Steev e degli altri personaggi.

IL ROMANZO SEMBRA UNA SAPIENTE FUSIONE DI FANTASY E FANTASCIENZA. VUOI RACCONTARCI COME E’ NATA QUESTA IDEA?

Si parla del fantasy come di un genere stereotipato, dove tutto ciò che leggiamo ci sembra essere l’eco di qualcosa già detto da altri. Sono un fan di “Star wars” e amo il modo in cui Tolkien ha influenzato George Lucas. Ho provato a dare alla mia storia una dimensione “cosmica”, abbinando ai canoni dell’epic-fantasy elementi fantascientifici e spero di esserci riuscito.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI?

“Ulthemar” è un romanzo corale, in cui vari protagonisti si contendono la scena. I personaggi devono essere credibili, devono avere un aspetto non scontato, devono parlare con la propria testa e non con quella dell’autore. Partendo da questo presupposto, credo che la difficoltà maggiore sia stata nel dare spessore e caratterizzazione ai miei “attori”, senza lasciare che in essi trasparisse parte di me.

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Il fantastico non è solo una tematica: significa fuggire, evadere dalla quotidianità fatta di palazzi grigi e uomini spenti, di numeri e di spread, per vivere avventure alla scoperta dei propri sogni.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

L’immaginazione non mi è mai mancata! La passione per la scrittura è una conseguenza diretta della mia fame di libri: negli anni ho divorato intere saghe fantasy, che sono state  per me fonte di notevole ispirazione, insieme a videogiochi e ai giochi di ruolo.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Terry Brooks sopra tutti! A dieci anni ho letto “La Spada di Shannara” e da allora i suoi romanzi sono diventati parte della mia vita, accompagnandomi durante la mia crescita e mi hanno emozionato quando,  a distanza di dieci anni dalla mia “prima volta”, ho deciso poi di rileggerli. Se Brooks è per me un grande, non sono da meno autori quali R.A. Salvatore o George R.R. Martin, che mi ha fatto innamorare dei suoi personaggi e mi ha tenuto incollato alle pagine dei suoi romanzi, come se per me leggere fosse diventato un bisogno primario.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM, CHE CI DICI?

Sono un amante del cinema, cerco di andarci almeno una volta alla settimana e, fatta eccezione per i film horror di nuova generazione e delle commedie smielate, amo tutti i generi. Un film che mi ha colpito di recente? “Avatar”! L’ho visto per ben due volte. Ora attendo con ansia il primo capitolo di “The Hobbit”, oltre che il film ispirato al romanzo “Il Guardiano dei demoni” di Peter V. Brett.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Sto raccogliendo le idee per avviare questa estate la scrittura di un nuovo romanzo che si distanzi per un momento dal sentiero narrativo intrapreso con “Ulthemar”. Ho in mente nuovi personaggi e mondi a cui non vedo l’ora di potermi dedicare. “La Forgia della Vita” è comunque il mio punto di partenza: voglio migliorare, continuare a scrivere per soddisfare la mia voglia di raccontare.

E NOI SAREMO QUI AD ASPETTARE!

Davide Longoni