ALFONSO ZARBO

Lo abbiamo conosciuto tempo fa con “Frammenti dal mondo della luce e delle tenebre”, è stato tra gli organizzatori di “Modena Fantasy 2010” e recentemente ha pubblicato il suo nuovo romanzo “Ivengral”: tutto questo è Alfonso Zarbo. E’ giunto ora il momento di saperne qualcosa di più.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È ALFONSO ZARBO?

Ciao Davide, e intanto grazie per avermi voluto ospitare sulle oscure quanto preziose pagine della Zona Morta. Sono un autore emergente che a partire dal 2008 sta cercando di trasformare la passione per la scrittura in una professione. Ovviamente scrivere libri non è che l’inizio per chi voglia intraprendere questa carriera. Personalmente, ho scelto di iscrivermi alla facoltà di Lettere dell’università di Parma (curricula in Scienze dell’informazione scritta e ipertestuale). Al contempo collaboro col sito “Fantasy Magazine” ed eccezionalmente con “Fantasy Italia” e “Terre di Confine”. Dal mese di agosto sono curatore della collana “Spade d’inchiostro” per Edizioni della Sera di Stefano Giovinazzo. Nel futuro, miro a diventare giornalista pubblicista e a proseguire contemporaneamente nel settore editoriale.

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI?

Ti dirò la verità: parlare della mia pubblicazione precedente non mi entusiasma molto, per il semplice fatto di essere cascato nella trappola dove vengono spesso e troppo volentieri dati in pasto gli scrittori esordienti: l’editoria a pagamento. Nel 2008 ho scelto – più per ignoranza che per convenienza – di pubblicare il romanzo “Frammenti dal mondo della luce e delle tenebre” in tale maniera. E anche se la mia opera d’esordio presentava senz’altro uno stile acerbo e molto frammentato (ogni scrittore è solito rendersi conto dei difetti passati man mano che sviluppa il proprio stile) a due anni da allora non ripeterei più quell’errore.

RECENTEMENTE È USCITO IL TUO ULTIMO ROMANZO INTITOLATO “IVENGRAL”. VUOI PARLARCENE?

Molto volentieri. “Ivengral” è il primo romanzo di quella che diverrà una saga fantasy; racconta la storia di Aradras e Uldaric, un elfo delle tenebre e un cavaliere nero. Due personaggi apparentemente malvagi, poiché nella loro vita hanno conosciuto soltanto l’oscurità. Ma quando l’intero mondo in cui vivono si ritorce loro contro, non resta che lasciarsi morire oppure allearsi con lo schieramento nemico. Al contempo non sarà facile per il fragile fronte della luce, oramai decaduto e prossimo alla sconfitta, accettare coloro che sono sempre stati considerati i nemici per antonomasia. Esiste un solo elemento in grado di accomunare due culture così differenti, ed è qui che entrerà in scena il misterioso termine “Ivengral”. Questa storia punta a fare breccia nel cuore dei lettori per due sostanziali particolarità:

1_ in “Ivengral” bene e male non sono entità pure e assolute, ma devono fare i conti con il contesto drammatico in cui si svolgerà la vicenda. Luce e ombra scompaiono in una foschia color piombo, incerta come la guerra e letale come l’acciaio.  

2_ “Ivengral” può vantare una pluralità di generi e di atmosfere: non è un fantasy classico e non è un romanzo d’avventura, ma nemmeno un dark fantasy o un horror. Allora cos’è? Io vi rispondo: e chi lo sa?! (ride n.d.a.) Ci sono parti che ai più giovani rievocheranno “Eragon” di C. Paolini (è stato un successo: inevitabile che mi abbia influenzato!), altre in cui l’atmosfera cupa e tenebrosa che incombe su tutti i miti eroici del leggendario Robert E. Howard vi porterà dritto nelle catacombe di un’isola dimenticata; a volte vi sembrerà di avere a che fare con i combattimenti epici delle canzoni di gesta e degli antichi classici (es. “Chanson de Roland”, “Beowulf”); alcune descrizioni richiameranno i magnifici paesaggi di Tolkien e la mitologia nordica a cui lui stesso volle ispirarsi, il tutto  riproposto ovviamente dal mio personale punto di vista.

COME È NATA L’IDEA DI QUESTO ROMANZO E COME L’HAI SVILUPPATA?

A un anno dalla pubblicazione di “Frammenti dal mondo della luce e delle tenebre” sentivo che non era finita. L’opera era frammentata: c’erano i personaggi, c’era la trama, ma mancava qualcosa a cui poter porre rimedio solo con uno stravolgimento di stile e una diversa tipologia narrativa. Così è nato “Ivengral”. Non è stato pensato per essere una continuazione del mio romanzo d’esordio  – poiché troppo diverso da esso – ma piuttosto come l’inizio di una saga a sé stante. Io e Mauro Pozzi, collaboratore nell’ideazione della trama e nel suo sviluppo, abbiamo impiegato all’incirca due anni per completare il romanzo, sperimentando, selezionando e tagliando diverse parti per giungere al prodotto finito, mentre la mia fidanzata, Elisa Rava, ha contribuito abilmente nell’editing. In compenso sono piuttosto contento del risultato finale.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI?

La caratterizzazione e, in minor parte, il loro intreccio. Ho sempre avuto una sorta di adorazione per i personaggi che amo definire “completi”. Descrizione, mentalità, storia e scopo individuale: queste sono le regole da tenere in mente per cercare di distaccarsi dagli stereotipi. Come già annunciato in altre interviste, i miei sono spesso eroi tormentati che nascono dall’acciaio, crescono sul campo di battaglia e convivono con la crudeltà della vita finché non sono pronti a sfidare le fiamme dell’Inferno. In “Ivengral”, adatto anche a un pubblico giovanile, la prepotenza dello Sword & Sorcery esoterico delle mie future pubblicazioni lascia comunque spazio ad altre emozioni, dando vita a eroi che, al di là delle corazze di metallo nero e delle magie ancestrali, nascondono un’umanità concreta, riscontrabile nella vita reale di tutti i giorni. Tristezza, odio e incertezze non scompaiono, ma vengono affiancati da coraggio, amicizia, grinta e spirito di sacrificio.

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

“Tessere i propri sogni è un dono che un artista fantasy non si sentirà mai di sprecare.” Questa era la frase creata dal sottoscritto in occasione del “Modena Fantasy 2010”. Per me il fantasy è il modo migliore di esprimere appunto la capacità di sognare, di inventare nuovi mondi, personaggi e avventure in cui ogni scrittore diventa lo psicologo di se stesso. Il fantasy – e in un senso più esteso la scrittura stessa – permettono di superare momenti di crisi e di malinconia, di condividere gioia e soddisfazione, di schiudersi nei confronti di chi ci legge; Il rapporto con la critica ci costringe anche a temprare la fragilità del nostro carattere per affrontare gli ostacoli che si presentano anche al di fuori di questo campo. In buona sostanza, giudico per sua natura l’uomo come un pensatore. Lo si potrebbe paragonare a uno scrigno di sogni: la chiave sta in quello che scrive, la ricchezza nei lettori che credono in lui.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

Da tutto ciò che è possibile. Ho cominciato a scrivere proprio per imprimere sulle pagine tutte le mie passioni. Mitologia, musica epica e metal, arti marziali, storia, cinematografia e anime, disegno, esoterismo e occulto sono alcune di esse.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Le montagne di libri sparse un po’ per tutta la casa rivelano una certa predilezione per gli autori di fantasy (anche se non disdegno romanzi storici, gialli, thriller e horror)! Tra questi adoro specialmente Robert Ervin Howard, Arthur Conan Doyle, Conn Iggulden, Greg Cox e da poco tempo anche Alan D. Altieri. Aggiungo anche Hyung Min Woo, autore del manwha coreanoPriest”, che ha cambiato profondamente il mio modo di pensare e di scrivere indirizzandomi verso una visione dei personaggi di tipo introspettivo e non solo esteriore.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM, CHE CI DICI?

Adoro le riprese cinematografiche ad alto impatto che rendono vivide le vicende, la tensione che tiene incollato lo spettatore allo schermo in particolari atmosfere e i discorsi dinamici di alcuni personaggi ben congegnati. La cinematografia ha molto da insegnare (così come la scrittura ha un ruolo fondamentale nella sceneggiatura e nell’ispirazione di un kolossal); io cerco di trarne spunto soprattutto negli stacchi tra un capitolo e l’altro o, per esempio, quando voglio che delle parti risultino più evidenti di altre tanto da restare impresse nella mente (punto molto su questa mia scelta e ho ricevuto diversi complimenti per quelle che puntualmente pubblico sui social network).

Alcuni dei miei film preferiti: The number 23, Secret window, Matrix, The Lord of the Rings, Underworld, La leggenda di Beowulf, The chronicles of Riddick, L’ultimo samurai, Il gladiatore, The One, Pirates of the Carribean: la maledizione della prima luna, 300, Costantine, School of rock.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Il mio sogno nel cassetto? Quello di non fermarmi mai e di volare in alto. Per quanto riguarda i progetti futuri, sto già lavorando alla prima stesura del seguito di “Ivengral” per Linee Infinite Edizioni, mentre altri due romanzi di stampo sword & sorcery sono in valutazione grazie ad agenzia letteraria presso il gruppo editoriale Mauri Spagnol, Nord e altri editori. Alcuni racconti saranno presenti in versione cartacea nell’antologia “Stirpe Angelica” per Edizioni della Sera (uscita prevista nel dicembre 2010), di cui sono curatore assieme a Filomena Cecere, e nel progetto “Fantasy Next Talent” de La Corte Editore. Ho un’altra infinità di progetti avviati e interrotti per mancanza di tempo. Il più interessante, che a breve riprenderò, ha già riscontrato un discreto interesse in anticipo per un importante editore italiano. Ovviamente titolo e trama restano top secret. Nel frattempo, a voi lettori de La Zona Morta, anticipo un breve estratto del racconto “Dalla parte della vendetta”:

Le dita accarezzarono i pomoli delle spade. Affioravano dalle spalle come scettri di tenebra, sculture blasfeme pronte a sfidare il cielo. Dove le parole non riuscivano a fare presa, le lame prendevano il loro posto. Erano molto più convincenti in proposito: colpivano dritto al cuore.

NON CI RESTA CHE SALUTARTI SEGNALANDO ANCHE A CHI VOLESSE SAPERNE DI PIU’ IL TUO SITO: GRAZIE DI TUTTO E… IN BOCCA AL LUPO!

Davide Longoni