IL GRANDE LIBRO DEI FANTASMI DI NATALE

Oscar Draghi presenta per le feste di fine anno un libro insolito e curioso, che rievoca cosa era il Natale o Yule se si preferisce il nome celtico tra Settecento e primi del Novecento: una ricorrenza dove si pensava che i confini tra i mondi diventassero labili e i morti tornassero sulla Terra.

Oggi questo ruolo è stato preso da Halloween o Samhain, ma in realtà quelle stesse atmosfere un tempo arrivavano fino a fine anno, finché il Sole non ricominciava a salire in cielo: del resto, la più celebre storia di Natale, il Canto di Natale di Charles Dickens, ha al suo interno bambini e buoni sentimenti, ma innanzitutto si parla di fantasmi.

Il grande libro dei fantasmi di Natale raccoglie quindi una serie di storie per scoprire o riscoprire gli aspetti più inquietanti di una giornata sospesa tra morte e vita, dove spesso si ricorda chi non c’è più, ancora oggi, e dove ci sono elementi inquietanti, dal Krampus delle tradizioni germaniche al cult Nightmare before Christmas di Tim Burton.

L’antologia non contiene i notissimi racconti di Natale di Charles Dickens, ma altri dello stesso tenore, scritti da autori specializzati nei generi del fantastico ma anche da altri noti per altre prove.  Tra i nomi presenti si segnalano infatti quelli di Arthur Conan Doyle, famoso per Sherlock Holmes ma che scrisse anche varie storie di protofantascienza; James Matthew Barrie, l’ideatore di Peter Pan, icona della narrativa per ragazzi; Howard Phillips Lovecraft, uno dei padri dell’horror; e Lewis Carroll, che ha dato alla letteratura la prima ragazza magica di sempre, Alice.
Ma nelle pagine del libro ci sono autori e autrici di storie di altro tenore, che qui dimostrano la loro versatilità: da Louisa May Alcott, che come il suo alter ego Jo March di Piccole donne manteneva la sua famiglia scrivendo racconti gotici, a Jerome K. Jerome, cantore di divertimenti nella campagna britannica ma capace di amare anche i fantasmi, da James Joyce, a suo agio con spettri e dintorni della sua Terra d’origine, l’Irlanda, a Edith Wharton, non solo narratrice di cronache sontuose e spietate dell’alta società newyorkese.

Il grande libro dei fantasmi di Natale è un viaggio tra paure del passato, struggimenti e morti che tornano, di gran fascino per vedere in un’ottica diversa le feste di fine anno e recuperare un loro antico ma in fondo sempre presente aspetto.

Elena Romanello