FANTASCIENZA STORY 267

IL CINEMA AL TEMPO DEL COVID-19  (2020)

Il 2020 è stato l’anno della pandemia di Covid-19 che ha sconvolto il mondo intero. I cinema sono rimasti chiusi a lungo, e questo ha reso difficile o impossibile la distribuzione o la visione di molti film. Cerchiamo comunque di riferire di alcuni film di fantascienza che sono riusciti a emergere in una situazione così difficile.

In L’uomo invisibile (The Invisible Man) di Leigh Whannell, Cecilia Kass (Elisabeth Moss) abbandona il marito Adrian Griffin (Oliver Jackson-Cohen), ricco e geniale oculista, perché stanca delle sue violenze e della sua mania di controllo, e trova rifugio in casa del suo amico poliziotto James (Aldis Hodge) e della figlia di questi, Sydney (Storm Reid). Due mesi dopo la sorella di Cecilia, Emily (Harriet Dyer), le comunica che Adrian si è suicidato, lasciandole una ricca eredità. L’incubo sembra finito, ma strani eventi convincono Cecilia che in realtà Adrian non solo ha simulato la morte, ma addirittura la perseguita sfruttando la capacità di rendersi invisibile… Nominalmente tratto dall’omonimo romanzo di H.G. Wells, in realtà L’uomo invisibile ne prende solo vaghi spunti. Nonostante qualche buco di sceneggiatura, è un valido thriller di stampo classico: partenza volutamente lenta e allusiva, crescendo di dramma e violenza nella seconda parte. L’ambizione è anche quella di una denuncia in chiave fantascientifica di temi come la violenza domestica, lo stalking e il femminicidio. Effetti speciali digitali basati sul “ti vedo-nonti vedo” non mancano, ma il grosso della carica espressiva del film è sulle spalle della bravissima protagonista, resa famosa dalla serie tv The Handmaid’s Tale.

Passiamo a Tenet (Tenet) di Christopher Nolan. Il Protagonista (John David Washington) è un agente della CIA talmente fedele alla causa da essere reclutato in una sezione speciale detta Tenet, la cui missione è muoversi nel futuro per impedire la creazione di un dispositivo che inverte l’entropia del tempo, permettendo di muoversi in epoche diverse ma a ritroso rispetto al normale fluire del tempo. Il timore è che i futuri inventori possano tornare fino all’invenzione della bomba nucleare e anticiparla, cambiando il corso della storia. Inizia così la sua lotta contro l’oligarca russo Sator (Kenneth Branagh), per contrastare il quale il Protagonista s’infilerà in un dedalo di paradossi e inversioni temporali… Nolan è un regista geniale e inventivo, che ha letteralmente riscritto il genere con capolavori come Inception e Interstellar. Stavolta il film si basa sul gioco delle inversioni temporali, con il contrasto fra personaggi che procedono a ritroso nel tempo rispetto ad altri che avanzano: idea suggestiva e foriera di scene spettacolari e vincenti, ma che alla lunga si mostra ripetitiva e prevedibile. Il risultato è un buon film, ma non all’altezza del nome del regista.

Infine diamo un’occhiata a The Midnight Sky (The Midnight Sky) di George Clooney. Nel 2049 tutta l’umanità superstite viene trasferita in bunker sotterranei in seguito a una non meglio precisata catastrofe. Ma l’astronomo Augustin Lofthouse (George Clooney), malato terminale, decide di restare, solo, in un base scientifica al Polo Nord. Da lì contatta l’astronave Aether, di ritorno da Giove, e in particolare l’astronauta Sully (Felicity Boone). Ma Augustin scopre anche una bambina nascostasi clandestinamente nella base, Iris (Caoilinn Springall), alla quale si affeziona paternamente. Perseguitato dai rimorsi per la sua vita familiare passata, Augustin si scopre sempre più preoccupato per il destino di Iris e dell’Aether… George Clooney è un regista ricco di personalità, oltre che un valido attore, ma qui si perde in una vicenda esile dagli sviluppi scontati, nonostante dei pretesi colpi di scena che tanto imprevedibili non sono. Resta il fascino dei paesaggi artici, ritratti con poetica ispirazione.

Mario Luca Moretti