JASON HUNTER… ALIAS FRANCO LUPARIA E IL PREMIO ALTIERI

E’ Jason Hunter, pseudonimo dello scrittore Franco Luparia, con “Agente Roachford – Caccia all’incubo” il vincitore della terza edizione del “Premio Alan D. Altieri -  Segretissimo”, dedicato alle spy story. Il romanzo sarà pubblicato sul fascicolo di Segretissimo Mondadori che sarà in edicola nel mese di agosto. Gli altri due finalisti erano i romanzi “Il Chirurgo – Anatomia di un golpe” di David Bones e “Il codice di Leningrado” di Esdra Klugmann.

Ma torniamo al vincitore. Franco Luparia è nato e vive a Casale Monferrato (Alessandria). Dopo il diploma in ragioneria, ha svolto il servizio militare nel Corpo degli Alpini, positiva esperienza che gli ha insegnato molto. Ha poi lavorato come operaio generico nel mondo della termoidraulica. E’ quindi divenuto un agente di commercio di successo, responsabile di filiale per due importanti gruppi distributivi e dopo titolare di mandati di agenzia diretti da importanti aziende. Single impenitente, tra le grandi passioni della sua vita vi sono anzitutto le donne, poi le automobili, la montagna, ovviamente la scrittura e la musica che da sempre è una componente essenziale delle sue giornate sin da quando, giovanissimo, si dilettava a fare lo speaker in una emittente “libera” locale. E’ cresciuto con il funk, r’n’b, groove, soul, per poi passare alla new age, ambient, chili-out, smooth jazz  fusion e la house. Infine ama la Formula 1 e la Moto GP.

CIAO FRANCO, COMPLIMENTI PER LA VITTORIA AL “PREMIO ALTIERI 2020”, TE LO ASPETTAVI? COSA HAI PENSATO QUANDO TE LO HANNO COMUNICATO?

Grazie! Più che aspettarmi di vincere il premio ci speravo. Quando è giunta la notizia mi è mancato il fiato dalla gioia. In realtà non mi considero uno scrittore professionista ma un “narratore occasionale” colpito dalla passione della scrittura piuttosto tardi. Ho iniziato a lavorare a un romanzo così per gioco, più per i miei occhi e quelli di una ristretta cerchia di amici i quali, dopo avere letto le prime prove, mi hanno incitato a migliorare lo stile e a cercare la pubblicazione. Da assiduo lettore di Segretissimo Mondadori ho spiato e cercato di assimilare varie influenze. Dopo avere partecipato a diversi eventi tenuti dalle colonne portanti della collana, sempre più appassionato al mondo della scrittura e deciso a uscire con qualcosa di ben fatto, ho avuto modo di conoscere l’immenso Franco Forte (tra i vari incarichi nel mondo editoriale Franco Forte è anche direttore responsabile di Segretissimo Mondadori, ndr). Seguendo gli insegnamenti di tale mentore ho imparato ad abolire (quasi) ogni tipo di corbelleria, lo stile si è affinato e un mio primo racconto, letto e approvato da Franco, ha visto la luce su Segretissimo del maggio 2015 in appendice al romanzo portante di Rey Molina.

CI PUOI DIRE QUALCOSA SULLA TRAMA DI “AGENTE ROACHFORD – CACCIA ALL’INCUBO”?

Nel romanzo si narra di come un inafferrabile esecutore al soldo dei servizi segreti russi sia l’autore di una carneficina commessa presso un ristorante di Torino. Le vittime sono un boss locale e alcuni suoi ospiti in capo a un cartello della droga messicano. Il caso è seguito anche da una sezione fuori quadro dei servizi inglesi, interessati a mettere più che altro le mani sull’assassino. Nello specifico spetterà a Roachford e ai suoi singolari compagni seguire labili tracce, muovendosi tra Londra, Mosca e l’Italia, rimanendo invischiati in un gioco di violenti intrighi ordito da un ricco politico statunitense con la connivenza di una pericolosa ’ndrina’ calabrese e micidiali narcos.

DA DOVE DERIVA IL TUO PSEUDONIMO?

Quasi tutti gli autori della serie spy mondadoriana pubblicano sotto pseudonimo. A me la cosa è piaciuta e con Franco si è scelto per Jason Hunter. In quel periodo Segretissimo non riusciva a concedere ulteriori spazi ad autori esordienti così, facendo di testa mia, ho stretto accordi con Edizioni della Goccia e i primi tre romanzi del ciclo “Wildguy” sono venuti alla luce riuscendo a creare uno zoccolo duro di appassionati.

HAI AVUTO MODO DI CONOSCERE ALAN D. ALTIERI? COSA TI PIACE DELLE SUE STORIE?

Vincere un premio è un onore, vincere quello intitolato alla memoria di Alan D. Altieri ha una valenza inestimabile. Ho sempre amato il suo stile visionario, secco, apocalittico, che giudico inimitabile. Di fatto non ci provo nemmeno. Ho divorato la saga dello Sniper, mi sono appassionato a suoi lavori precedenti e successivi. Il mio maggior rimpianto è di averlo incontrato solo una volta, in occasione di un evento milanese, durante il quale ho seguito trepidante il suo intervento per poi avere l’occasione di stringergli la mano e scambiare opinioni e battute durante una pausa dedicata a una fumatina. Dal suo comportamento trapelavano le doti di grande umanità che tutti gli riconoscono.

PUBBLICHI ANCHE ROMANZI BREVI E RACCONTI DI SPIONAGGIO PER LA DELOS DIGITAL…

Collaborare con Segretissimo ha continuato a rimanere un sogno nel cassetto. Le valutazioni positive su “Wildguy” proseguivano e un altro grande scrittore che mi onora della sua amicizia percepiva con chiarezza la mia voglia di condividere storie avventurose con i lettori. Così è grazie a Stefano Di Marino se sono approdato a Delos Digital, complice l’approvazione di Franco Forte. Stefano mi ha arruolato in Dream Force, collana interattiva dai testi parecchio spinti. Ci siamo divertiti parecchio e in tale occasione ho iniziato a utilizzare il mio vero nome. Sono sette i racconti pubblicati in tale sede, i quali mi sono valsi l’appellativo di “ragazzaccio della spy italiana”. In seguito è stato il turno di Fabio Novel di inserirmi tra gli autori della sua collana Delos Passport, i cui temi sono decisamente meno sfacciati. In questi giorni, per tale contesto, è uscito il mio secondo romanzo breve dal titolo “Sangue sul Caucaso”. Di nuovo Stefano mi ha spinto a partecipare a Spy Game e ho avuto così l’occasione di narrare, con il mio solito stile, vicende ambientate all’epoca della Guerra Fredda. Un onore dietro l’altro dei quali non finirò mai per ringraziare Franco, Stefano e Fabio. Ai ringraziamenti aggiungo di cuore quelli dedicati alla giuria del Premio Altieri.

COSA RAPPRESENTA PER TE LA NARRATIVA POPOLARE E ATTRAVERSO QUALI PASSAGGI CI SEI ARRIVATO?

La mia produzione verte su storie dense di azione, su intricate vicende a sfondo spionistico che voglio inserire in contesti il più possibile aderenti alla realtà contingente. Mi documento su fatti, luoghi e persone. Non escludo in un domani di dedicarmi a generi diversi, tipo il western o la fantascienza, rimanendo sempre legato al filone della narrativa popolare d’intrattenimento. Ci sono arrivato da subito. Per me leggere significa in primo luogo astrazione. E cosa meglio dei sentieri aperti da un buon lavoro pulp per raggiungere tale scopo?

COME NASCONO LE TUE TRAME E QUALI SONO I FATTORI PRINCIPALI CHE AMI UTILIZZARE E MESCOLARE?

Penso che ogni autore si avvalga di meccanismi propri per scatenare la scintilla della creatività e per poi renderla operativa. Come dicevo non sono un professionista e per lo più sono autodidatta. Ho inoltre un caratteraccio istintivo che mi porta molte volte a decisioni improvvise. Se in campo lavorativo ho imparato a dominarlo da parecchio tempo, nella scrittura gli lascio carta bianca. Le idee possono arrivare mentre sto guardando un film, durante la guida, ascoltando notiziari, nelle serate passate in birreria con amici. Il curioso è che non annoto nulla: le lascio sedimentare. Dal concepimento alla prima stesura esse cambiano, prendono altre direzioni. Quando sono delineate ho presente dove si trova il punto A da cui partire e dove si trova il punto Z a cui dovrò arrivare. Così inizio, sempre senza appunti. L’unione dei due punti non è mai rettilinea. Nascono nuovi spunti, a volte inaspettati, conseguenze improvvise di quelli già in embrione. Il tutto avviene seguendo un filo che deve avere una sua logica perfettamente credibile. Sono talmente pignolo da stupire me stesso. Ovvio che poi ci siano revisioni e/o cambi radicali a fine lavori. Quando sono soddisfatto del risultato il piatto è servito.

NEI GIORNI SCORSI E’ VENUTO A MANCARE IL GRANDE SCRITTORE CILENO LUIS SEPULVEDA, PURTROPPO ANCHE LUI COLPITO DA QUESTA TERRIBILE PANDEMIA CHE E’ IL COVID 19. HAI LETTO I SUOI LIBRI? COSA NE PENSI?

Sono addolorato dalla perdita di ogni vita umana causata dal Covid. Mi ha colpito parecchio la dipartita di uno scrittore del calibro di Luis Sepulveda. Ti confesso di non averlo però mai seguito. Ho letto qualcosa in passato ma la sua opera non è nelle mie corde, come non lo è la produzione di tutti i grandi autori sudamericani e spagnoli. Tra gli europei preferisco i francesi, uno sopra tutti: Jean – Cristophe Grangé.

QUALI SONO GLI ALTRI SCRITTORI FONTE DI ISPIRAZIONE PER TE?

I pilastri della mia formazione vanno da Emilio Salgari a Wilbur Smith. Da Tom Clancy a John Le Carrè. Da Eric Van Lustbader a Robert Ludlum. Divoro Daniel Silva e tutto quanto è Segretissimo: Stefano Di Marino, Andrea Carlo Cappi, Secondo Signoroni, Gianfranco Nerozzi. Il western di Gordon D. Shiirrefs o Lewis B. Patton. Non amo la fantascienza classica di Isaac Asimov e Frank Herbert ma mi interessano autori quali James S. A. Corey o Alastair Reynolds.

CONCLUDIAMO CON  UN BREVE RIFERIMENTO AL CINEMA E ALLE SERIE TV, COSA PREFERISCI?

Oltre ai film d’azione, sono da sempre un fan dei supereroi, soprattutto DC, e sto scoprendo appassionanti serie TV. Le mie preferite? “The man in the High Castle”, “La Regina del Sud” e “Penny Dreadful”.

Filippo Radogna