FUTURO CRIMINALE

Vi segnaliamo l’uscita di un’interessante antologia curata da Gian Filippo Pizzo: si tratta di FUTURO CRIMINALE (270 pagine; 12,99 euro) pubblicata dalle Edizioni La Ponga nella collana Cose che voi umani.

A. si voltò di scatto, tendendo l’orecchio. Il rumore si ripeté.” Una storia che contenga una frase come questa, teoricamente può essere dì qualsiasi genere; ma in pratica si può scommettere che sarà o poliziesca, o di fantascienza. E già questo dimostra l’affinità tra i due generi di narrativa.

Con questa citazione tratta dalla prefazione di Carlo Fruttero e Franco Lucentini a Universo a sette incognite (Mondadori, 1963) si apriva l’introduzione di Gian Filippo Pizzo a Delitti dal futuro, una raccolta di fantagialli che aveva curato per Istos Edizioni nel 2016.

Seguendo e anzi ampliando il concetto di affinità evidenziato dai due noti curatori di Urania, Pizzo aveva proposto dei racconti che avessero contemporaneamente le caratteristiche del poliziesco e della SF, che rispettassero l’essenza stessa dei due generi. Non quindi semplicemente delle storie di fantascienza che celavano un qualche mistero né dei gialli truccati da science fiction mediante una semplice ambientazione nel futuro, ma dei racconti che seguissero gli stilemi della classica detection – delitto, occasione, movente, alibi, indagine – e fossero al contempo veramente fantascientifici. Operazione ovviamente molto difficile, tanto è vero che opere di questo tipo sono assai rare e solo pochi scrittori, anzi forse il solo Isaac Asimov, possono vantarsi di avere raggiunto questo equilibrio. Ma operazione che può dirsi riuscita, tanto che Pizzo ha pensato di riprovarci e propone adesso questa FUTURO CRIMINALE che è stata costruita con le stesse caratteristiche e la cui introduzione è un vero e proprio saggio storico sull’argomento.

Da questa introduzione riportiamo un passaggio che esprime bene il concetto alla base della raccolta:

Quando si parla di giallo o di poliziesco si possono intendere storie affatto diverse l’una dall’altra. I cultori di questo genere amano suddividerlo in varie categorie: ci sono i racconti di semplice ambientazione poliziesca e c’è il giallo classico, quello nel quale il lettore “partecipa” con i personaggi alla scoperta del colpevole; c’è il giallo all’americana degli investigatori ubriaconi, nel quale non conta l’enigma ma la rappresentazione di un ambiente e la psicologia dei personaggi. C’è il “nero” in cui il protagonista è il delinquente e non il detective, ci sono le storie al confine con l’orrorifico o con lo spionaggio, c’è il thrilling e c’è il suspense. C’è il cosiddetto giallo d’indagine, in cui il poliziotto di turno va continuamente alla ricerca di indizi e testimonianze, fino a risolvere il caso, e quello di ambientazione forense, che si svolge praticamente in tribunale (Perry Mason). Tutte queste categorie hanno le loro versioni fantascientifiche. Speriamo tuttavia che i lettori siano d’accordo con noi nel ritenere per “gialle” per eccellenza quelle storie nelle quali c’è un mistero, sovente un delitto, da risolvere, e il lettore procede di pari passo con l’investigatore nell’acquisire elementi che portino alla soluzione, tentando di scoprire il colpevole prima dell’ultima pagina. Scrivere gialli fantascientifici in senso così stretto è molto difficile, perché gli elementi inconsueti — robot e macchinari superscientifici, alieni, poteri paranormali, viaggi nel tempo e simili, insomma tutti gli aspetti sociali e tecnologici del presunto futuro — portano disomogeneità e spesso lo stesso autore non riesce a padroneggiarli, finendo per tradire l’esigenza di unità di trama e di consequenzialità logica tipica della detective story. Ciò nonostante c’è un discreto numero di opere che sono connubi se non proprio perfetti almeno ben riusciti tra i due generi.

E naturalmente lo sono anche i racconti presenti! Tra gli autori vi sono vecchie volpi come Donato Altomare, Mauro Antonio Miglieruolo e Antonio Bellomi – con un racconto inedito della serie di Ariel Qeta che segna il suo ritorno alla scrittura dopo qualche tempo –, scrittori noti quali Antonino Fazio e Giovanni Agnoloni, e una notevole e qualificata presenza femminile data da Giulia Abbate, Alessandra Cristallini (in collaborazione con Andrea Pomes), Sara Elisa Riva e Monica Serra. Quanto alle trame, eccone qualcuna: siamo su Marte e una persona sparisce. Si pensa a un incidente ma in realtà è stata uccisa. Chi è stato, e perché? E cosa c’entra questo delitto con quello che era successo sulla Terra? Oppure: siamo nella Berlino del futuro, un futuro caratterizzato dalla fine di internet, senza più interconnessioni tra noi e il mondo, e uno studente scopre verità che sarebbe meglio non sapere. O ancora: Roma, dove viene assassinato un alto prelato perché dal Tevere è emerso qualcosa che metterebbe in crisi l’esistenza stessa della Chiesa. E così via…

Il delitto perfetto non esiste… per ora. Ma esisterà domani? Forse, o forse le forze dell’ordine faranno del loro meglio per essere sempre un passo avanti nella lotta al crimine. In un’eterna partita a guardie e ladri questi racconti ci portano nel futuro, a scoprire se il crimine continuerà a non pagare. Conduce le indagini l’ispettore capo Gian Filippo Pizzo.

Buona lettura.

A cura della redazione