DONATO ALTOMARE… “TEMPOSPIRALE” E LA WORLD SF ITALIA

Donato Altomare è un noto scrittore di fantascienza ma anche un grande affabulatore. Nella conversazione ha il vezzo delle citazioni letterarie, dei riferimenti alle conoscenze tecnologiche (è un ingegnere-scrittore) ma anche di passare repentinamente al gioco e all’umorismo.

La prova del nove l’abbiamo avuta in un incontro pubblico tenuto  insieme tempo fa a Matera, al quale hanno preso parte oltre 200 alunni del Liceo scientifico e dell’Istituto tecnico economico e tecnologico della città, che lo ascoltarono con interesse e con il sorriso sulle labbra visto che lui affabilmente riusciva ad alternare temi filosofici, riflessioni sulle biotecnologie, ricerca spaziale e globalizzazione economica, con battute di spirito, aneddoti e ironia.

In occasione dell’uscita del suo ultimo romanzo dal titolo “Tempospirale” (Fratini Editore Firenze 2015), abbiamo conversato con lui. E’ stata anche l’occasione per fare un bilancio sull’attività della World Sf Italia, associazione nazionale  che divulga la cultura della fantascienza e del fantastico, che Donato presiede da  circa tre anni.

DONATO, INIZIAMO QUESTA INTERVISTA DA “TEMPOSPIRALE”. IN PROPOSITO IL SAGGISTA GIAN FILIPPO PIZZO IN UNA RECENSIONE HA SCRITTO “…E’ UNA STORIA IN CUI I PARADOSSI TEMPORALI E NUOVE TECNOLOGIE FANNO DA SFONDO A UNA VICENDA EROTICA CHE NON MANCHERA’ DI COINVOLGERE IL LETTORE…”.  UNA CONSIDERAZIONE CHE INDUBBIAMENTE INCURIOSISCE. CE NE VUOI PARLARE? COME NASCE QUESTO ROMANZO? COSA SIGNIFICA PER TE?

Mia moglie si è sempre lamentata di non riuscire a capire cosa accadrebbe se qualcuno tornasse indietro nel tempo e causasse la morte del se stesso più giovane. Non c’è una vera e propria risposta che non sia mera dissertazione filosofica, tranne se non si muta la prospettiva. E’ nato così “Tempospirale”. Io sono certo che il concetto di infinito dell’universo è nella ciclicità. Puoi percorrere una circonferenza all’infinito in quanto giri in tondo senza mai trovare la fine della linea. L’universo armonico scoppia e si espande, ma quando raggiunge il massimo della grandezza e quindi l’entropia zero si involve e torna a contrarsi sino a raggiungere quella Singolarità (che non c’entra con i buchi neri) che poi riesplode ricominciando tutto daccapo. Riproponendosi nella identica forma e contenuto, così i soli e i pianeti e la vita saranno sempre identici. Infinitamente uguali. Ma, se d’improvviso interviene un elemento a disturbare la perfezione di questa ciclicità all’interno dello spazio-tempo, il tempo da Tempociclico diviene Tempospirale e l’universo va verso la sua fine. Cosa accadrà dopo? Dammi un po’ di tempo per pensarci. Ma non spaventarti, la storia è godibilissima, con un po’ di tecnologia, un po’ di erotismo che non guasta mai e un finale che nessuno, ma proprio nessuno si potrebbe aspettare.

LE OPERE DI FANTASCIENZA HANNO SEMPRE UNA METAFORA. QUAL E’ QUELLA  CHE  ESPRIME “TEMPOSPIRALE”?

Se ci si riflette un po’, ci si accorge che la nostra vita è comparabile, nelle opportune dimensioni, a quella dell’universo (si legga il mio racconto “Bino e Infinito”, edito dalla Perseo di Bologna, e si capirà che voglio dire). La stragrande maggioranza della gente vive la sua vita mono-tona senza nulla che in qualche modo la scuota, ma ci sono molti che, in un determinato momento della loro esistenza, subiscono uno sconvolgimento che muta drasticamente la loro vita. Ecco, quelli sono gli uomini-universo del mio “Tempospirale”. La domanda da farsi è una e molto semplice: meglio vivere in eterno infinite volte la stessa vita, oppure viverne una sola differente? Ciascuno ha la sua risposta.

HAI RAGGIUNTO LA MATURITA’ SOTTO L’ASPETTO NARRATIVO, STA CAMBIANDO QUALCOSA NELLA TUA SCRITTURA? SENTI DI VOLER TOCCARE ALTRE CORDE DELLA TUA CREATIVITA’?

Curiosamente non credo sia mutato nulla. Io amo scrivere, ma, soprattutto, io amo raccontare. E se lo faccio bene è soddisfatto il lettore e sono soddisfatto io (magari anche l’editore). Lo sai che preferisco essere definito narratore non scrittore. La maturità è nella narrazione. Prima, quando avevo poche estati addosso (si dice sempre “primavere” ma io sono nato a luglio…), ero più superficiale, volevo a qualsiasi costo e nel minor tempo possibile raggiungere il finale, magari per sorprendere (adoro i finali a sorpresa e credo li adorino un po’ tutti). Commettevo quindi errori che un autore non può permettersi. Ora ne faccio molti di meno perché tengo a freno la mia voglia e lavoro molto di zappa, con più riletture ed editing finale, prima di mandare in visione a qualcuno il mio lavoro. Tutto qui, perché la voglia di scrivere e di narrare mi brucia dentro come avessi vent’anni. E non immagini quante storie vorticano nella mia mente in coda, col biglietto numerale, in attesa impaziente di essere scritte.

COME E’ CAMBIATO IL TUO MODO DI VEDERE LA FANTASCIENZA OGGI RISPETTO AL PASSATO?

In modo irritante. La fantascienza ha preso strade stridenti (almeno quella italiana che conosco, ovviamente non tutta) proponendo storie che pretendono di essere a tutti i costi originali, di innovare il genere. Ma di che stiamo parlando? Perché il genere dev’essere rivoluzionato? Mentre la cinematografia straniera torna sulle belle storie spaziali, ricche di fantasia, qui si tentano strade differenti. E’ un bene? Può essere, ma dobbiamo capirci. Penso che idee veramente originali siano rarissime in quanto la buona narrativa di genere è la riproposizione degli stessi temi in forma originale. Questo per la fantascienza. Per il fantasy (che adoro) purtroppo ultimamente si ripropongono romanzi con gli stessi temi e con le stesse formule. Per questo hanno successo (e non sono ironico, ma addolorato). Si aggiunga che si tende a ripudiare il passato, ma se non c’è passato non c’è futuro e se non c’è futuro non c’è fantascienza. Io resto sempre attaccato allo spazio, alle storie umanamente impossibili, all’amore e alla morte. Il segreto è dar loro facce nuove. Lì si gioca tutta la partita della nuova fantascienza. E si mostra l’abilità dello scrittore.

DOPO TANTO TEMPO PASSATO A SCRIVERE DI FANTASCIENZA DA CIRCA TRE ANNI SEI IL PRESIDENTE DELLA WORLD SF ITALIA. PUOI FARCI UN BILANCIO DEL TUO MANDATO?

La World SF Italia dormicchiava da quando Ernesto (Ernesto Vegetti, 1943 – 2010, ndr) l’ha dovuta lasciare. Almeno nella nostra realtà. Da qualche parte certamente starà ricompilando il suo Catalogo delle Opere Universali. E per universale intendo proprio dell’universo. La World era una semplice associazione come mille altre, senza uno statuto e una registrazione ufficiale. Io l’ho regolarizzata. Non aveva un sito tutto suo, non aveva iniziative. Sì, ho fatto qualcosa per la World. Di buono? Non sono io che debbo giudicarlo, ma sono particolarmente orgoglioso del sito realizzato con l’aiuto dell’eccezionale Salvo Toscano, ma anche dall’aver messo un po’ di ordine tra i soci (ce n’erano decine che risultavano iscritti pur non pagando la quota annuale da anni) e richiamando nuovi soci. Infatti c’è stata l’iscrizione di molti nuovi soci (ma ne voglio centinaia e centinaia), le pubblicazioni world (vedi il libretto francese o C’era una volta la fantascienza) e la partecipazione a livello internazionale dei nostri soci. Inoltre, ho convinto alcuni editori a sfruttare il logo per le loro pubblicazioni ricavando un po’ di euro per rimpinguare la nostra asfittica cassa. Ma ho altre idee. L’unica lamentela è che se escludiamo quattro o cinque soci che mostrano di essere attivi (tra i quali un certo Filippo Radogna efficientissimo con i suoi ottimi saggi), gli altri non fanno praticamente nulla. Di questo si parlerà alla prossima assemblea.

COSA INTENDI FARE PER IL FUTURO? HAI NUOVI PROGRAMMI?

Vorrei incrementare l’uso del nostro logo nell’editoria e far capire che la presenza della World SF Italia non può mancare nelle manifestazioni di genere, anzi dev’essere richiesta. Ma soprattutto vorrei risolvere il problema del Catalogo Vegetti. Ormai sono entrato nella mentalità che occorre investire denaro per poterlo fare.

INFINE, UNA DOMANDA DALLA QUALE NON POSSO ESIMERMI. NEI GIORNI SCORSI E’ SCOMPARSO UMBERTO ECO, UN PENSATORE CHE E’ UN VERO PATRIMONIO PER LA CULTURA ITALIANA, OLTRECHE’ UN ROMANZIERE DI GRANDE SUCCESSO CHE SI E’ ANCHE INTERESSATO DI FANTASCIENZA. QUAL E’ IL TUO PENSIERO SUL POLIEDRICO INTELLETTUALE?

Lo scorso anno, durante la partecipazione a un programma radiofonico della Rai, lo citai come autore stesso di genere fantastico, suscitando le perplessità della conduttrice che mi chiese in quale modo potessi ritenere Eco uno scrittore del fantastico. Le risposi che, a parte il suo interessamento critico per la fantascienza, “Il nome della Rosa” era così pregno di fantastico da sembrare un romanzo fantasy. Basti pensare alla presenza quasi ossessiva del diavolo in ogni sua pagina.

Purtroppo ogni qual volta viene meno un grande uomo di cultura lo si inneggia all’inizio, poi, pian piano, lo si scorda (se non con qualche premio qua e là) nascondendolo lentamente ma inesorabilmente alla vista della gente con quel gossip del quale, pare, l’umanità mediocre non possa farne a meno. Quindi, quando io me ne andrò, lasciatemi perdere e dimenticatemi subito. Mi riscopriranno tra un centinaio di anni. Ammesso che tra un centinaio di anni esisterà ancora la libertà di cultura.

…CI VIENE IL DUBBIO CHE IL TEMA DELLA PROSSIMA STORIA CHE SCRIVERA’ DONATO ALTOMARE POSSA ESSERE RACCHIUSO PROPRIO IN QUESTE ULTIME RIGHE. NELL’ATTESA DI SCOPRIRLO, GODIAMOCI “TEMPOSPIRALE”!

Filippo Radogna