FANTASCIENZA STORY: APPENDICE 03 – PARTE 03

INEDITI CINEMATOGRAFICI E TELEVISIVI – PARTE 03

Fino al 1955… e altri ancora

È il 1953 e la critica esordisce classificando il film Robot Monster come il peggiore film del genere: la Terra è stata distrutta e la popolazione decimata dal terribile raggio sterminatore dei Mo-Mans: solo sei persone sopravvivono dal momento che il Professor Mylong è riuscito a mettere a punto un antidoto che annienta la forza del raggio. I Mo-Mans si sono impadroniti del pianeta e i sei coraggiosi escogitano un piano per sconfiggerli… e proprio prima di attuare il piano, il piccolo Moffet si sveglia per cui, meglio chiarirlo subito, il film è solo il sogno di un bambino di dieci anni. Il budget molto alto farebbe pensare a un’accurata lavorazione, ma spulciando i conti di casa Phil Tucker (il regista) si scopre che i costi maggiori sono dovuti alle post-produzioni del film Volo su Marte, del 1951, mai pagati. Gli effetti del film sono praticamente inesistenti e la recitazione degli attori, salvo quella di Claudia Barrett, è scadente.

Più interessante si rivela, ancora nel 1953, Terence Fisher con il suo Four Sided Triangle, che ci presenta due scienziati innamorati della stessa donna e capaci di replicare sia oggetti che esseri viventi; quando la ragazza si innamora di uno dei due, l’altro chiede di replicarla per poterla amare anche lui. Ciò avviene, ma anche la copia è innamorata dello stesso scienziato. Nel finale il classico incendio del laboratorio uccide una delle due fanciulle… quale?

Project Moonbase, sempre del 1953, di Richard Talmadge parla di una spedizione sul suolo lunare, dove i due protagonisti devono subire il tentato sabotaggio di una spia che però non riesce nel suo scopo.

Cat Women of the Moon di Arthur Hilton (1953), conosciuto anche come Rocket to the Moon, racconta di una spedizione di terrestri in visita a un mondo lunare popolato da giovani e avvenenti fanciulle.

Siamo quasi alla fine di questa breve carrellata e ricordiamo Devil girl from Mars, per la regia di David MacDonald (1953), dove una aliena tiene in ostaggio gli abitanti di una casa vicina, decisa a portare sul suo pianeta un uomo per la semplice riproduzione della specie. Colui che salirà a bordo del disco volante saboterà lo stesso che esploderà in volo.

Il 1954 vede un film di W.L. Wilder dal titolo The Snow Creature: uno yeti rapisce la moglie di un botanico durante una spedizione in Himalaya. Viene portato a Los Angeles, ma fugge.

A proposito di Yeti: nel 1955 il prolifico regista giapponese Ishiro o Inoshiro Honda girò il film Jujin Yuki Otoko, una pellicola imperniata sullo Yeti: prima di uscire negli Stati Uniti il film è stato completamente rimontato nella versione americana e gli avvenimenti sono raccontati da John Carradine. Nella sua versione originale questo era il soggetto: nel Giappone del Nord cinque sciatori si separano per seguire piste diverse. A causa di una tempesta di neve, tre di loro si rifugiano in una capanna. Una volta passata la tempesta vengono trovati, in un altro rifugio, gli altri due gitanti massacrati e uccisi da una misteriosa creatura. Si parla subito, grazie anche al ritrovamento di un tipo di misteriosa peluria, di un massacro compiuto da uno Yeti per cui il professor Takeno  (Kenj Sahara) parte con una spedizione della quale fan parte la figlia  e un altro giovane (Akira Takarada). Inizia la ricerca e lo Yeti, durante la notte, si avvicina alla ragazza che urla vedendolo, l’essere fugge e il ragazzo lo segue, ma cadrebbe in un burrone se non venisse salvato da Chika, la quale fa parte di una tribù che adora lo Yeti. Comunque i guai non sono finiti, perché i montanari sono molto seccati con i membri della spedizione e il giovane morrebbe se a salvarlo non fosse proprio lo Yeti il quale viene a sua volta catturato da un’altra spedizione, composta da uomini di un circo che usano il figlio della creatura come esca e poi lo uccidono. Lo Yeti s’incavola di brutto e scaraventa i carrozzoni in un burrone e sta per far fuori anche Chika scaraventandola in un pozzo. Interviene la spedizione primaria che è costretta a sparare e, pur colpita a morte, la creatura trascina con sé Chika.

Nella versione americana edita nel 1958 e intitolata The Half Human, questa è la storia: il dottor John Rayburn (John Carradine) narra, a modo suo, l’avventura accaduta alla spedizione giapponese e che noi vediamo in flashback con la sola voce narrante dello scienziato, mostrando ai suoi colleghi il cadavere del cucciolo e dissertando maldestramente sulla crudeltà umana. La regia americana è di Kenneth G. Crane.

Ma, restando ancora nel 1955, ecco King Dinosaur di Bert I. Gordon, dove quattro astronauti atterrano sul lontano pianeta Nova e qui si trovano alle prese con un gigantesco dinosauro. Le sequenze con gli animali preistorici sono state “rubate” a Sul sentiero dei Mostri.

Non perchè sia un capolavoro, ma è giusto per non fare discriminazioni che parliamo di questo vecchio film messicano del 1955 di Julian Soler Los platillos Voladores, dove degli scienziati vengono scambiati per degli extraterrestri ma quando l’equivoco sembra chiarito ecco che gli alieni arrivano veramente…

(3 – continua)

Giovanni Mongini