DIEGO LAMA… LA VENERE CALLIPIGE E IL COMMISSARIO VENERUSO

L’ultimo lavoro editoriale dello scrittore partenopeo Diego Lama è un’antologia di racconti gialli dal titolo “Delitti al museo”, curata con Franco Forte, e pubblicata nella collana “Il Giallo Mondadori” che  celebra i suoi 90 anni. Le dieci storie contenute nel testo sono ambientate tra le affascinanti e misteriose sale del Museo archeologico nazionale (Mann) di Napoli, fondato nel 1816, uno tra i più importanti musei a livello mondiale soprattutto per la storia di epoca romana. A scriverle, sono stati chiamati alcuni tra i giallisti più affermati in Italia e precisamente Giulio Leoni, Andrea Franco, Stefano Di Marino, Romano De Marco, Antonio Fusco, Luigi Guicciardi, Diana Lama, Diego Lama e Carlo A. Martigli. Con un’introduzione di Serena Venditto.

L’opera è stata presentata nel corso della seconda edizione della prestigiosa rassegna NapoliCittàLibro tenuta dal 4 al 7 aprile nella fortezza di Castel Sant’Elmo alla presenza di Paolo Giulierini direttore del Mann, Franco Forte editor della collana “Il Giallo Mondadori”, Mario Punzo direttore della scuola italiana di Comix, Daniela Savy docente dell’Università Federico II di Napoli e degli scrittori Serena Venditto e appunto Diego Lama co-curatore nonché autore.

Quest’ultimo ha scritto un godibile e originale racconto con colpo di scena finale, dedicato al seducente corpo della celebre scultura marmorea di epoca romana della Venere Callipige, anzi a una specifica ammirevole parte anatomica della statua, il cui titolo è “Le natiche di Venere”.

“Tutto il giallo – ci ha confermato l’autore a margine della conferenza di presentazione dell’antologia – gira attorno al bellissimo sedere di questa Venere e, ovviamente, vi è la presenza del commissario Veneruso”. Proprio al personaggio, scontroso e solitario, del commissario capo di polizia che opera nella Napoli post-unitaria deve la notorietà Diego Lama, che oltre a essere autore di gialli di successo pubblicati negli Oscar Mondadori è architetto e giornalista.

“Veneruso – ci ha riferito l’autore  – ha origini molto profonde e nascono con una storia familiare. Tutto parte dal colera che giunse a Napoli, dal Nord, nel 1884 causando 10 mila morti. Tra questi vi fu anche la sorella della mia bisnonna. Il marito della defunta, che aveva 4 figli, sposò la mia bisnonna, lui era vecchio aveva 54 anni e lei solo 28. Ebbero altri 5 figli e la primogenita fu mia nonna. Tutto questo dolore e questo pessimismo viene ripreso nel romanzo “La Collera di Napoli”, collera che è anche quella di Veneruso”.

Con il sopra citato romanzo il nostro si aggiudicò il Premio Tedeschi nel 2015. Poi sono seguiti “Sceneggiata di morte” nel 2016 e, lo scorso anno, la raccolta di racconti “La settima notte di Veneruso”. Tutte le storie sono ambientate in questo contesto.

Ma come si trova Lama a scrivere in ambientazioni del passato? “Mi diverte molto – risponde – ma mi diverte anche utilizzare un linguaggio abbastanza contemporaneo. Non scrivo romanzi ottocenteschi, è come se il sottofondo fosse la musica rock; anche se parlo del passato io immagino un sottofondo con chitarra e batterie. La lingua secondo me è contemporanea l’ambientazione è invece remota e questa cosa mio parere crea un bel cortocircuito”.

Quanto alla popolarità di Veneruso che entra appieno nel cuore dei lettori, Lama se lo spiega con il fatto che “si tratta di un disgraziato che vive da solo. Che è arrabbiato, privo di compagnia e sofferente. Ciò determina una simpatia da parte dei lettori e trova un forte calore”. Sulla napoletanità presente nei racconti risulta fondamentale, “però – aggiunge – mi piace anche raccontare di una Napoli orgogliosa che non aveva accettato l’Unità d’Italia, che si sentiva una grande capitale non come la Napoli odierna che è molto depressa e sfiduciata quindi questo commissario rappresenta ancora la vecchia guardia. Lui si sente un uomo borbonico, ha nei confronti dei piemontesi un atteggiamento  di insofferenza”.

Gli chiediamo anche quanto c’è della personalità dell’autore nel commissario. A detta di Lama di se stesso non c’è niente, ma secondo alcuni l’autore con il poliziotto condivide il pessimismo. Aggiungiamo che Diego Lama predilige i gialli di Simenon e immagina che il suo Veneruso somigli al Maigret interpretato da Gino Cervi.

Per il futuro, a breve ci saranno novità, infatti sarà pubblicato un nuovo romanzo ma se riguardi o meno un’altra storia dedicata a Veneruso, Lama non lo ha detto. Perciò rimanete sintonizzati, appena sapremo qualcosa sarà nostra cura comunicarvelo!

Filippo Radogna