IL GRIMORIO DELL’ERETICO SAMAEL

Vi segnaliamo l’uscita del nuovo lavoro di Matteo Manferdini intitolato IL GRIMORIO DELL’ERETICO SAMAEL (214 pagine; 13 euro), disponibile per il circuito Lulu.com e su Amazon.

Samael l’eretico è solo uno dei tanti sventurati caduti vittima delle paure, delle superstizioni e del potere soverchiante della religione. La sua vita, insolitamente lunga e ricca di esperienze, lo ha portato a produrre strani scritti recanti storie ambientate in epoche lontane e che in parte ha incluso in questo suo grimorio.

Matteo Manferdini scrive stavolta un omaggio al “Necronomicon” di Lovecraft, nella sua struttura e orchestrazione e rende un tributo ai grandi russi del surreale e del gotico, che hanno esaltato le fole, le leggende, giocandoci attraverso chiaroscuri talvolta appena accennati. IL GRIMORIO DELL’ERETICO SAMAEL è una raccolta di racconti che riprende quei formidabili autori, i quali ancora oggi dipingono in chi li legge quadri meravigliosi dalle tinte oscure. In questa antologia le storie, seppur lancino uno sguardo al genere gotico del passato, si presentano con ambientazioni più o meno moderne, seppur non sempre ben definite.

“Il primo racconto, ci dice l’autore, è una sorta di prologo creato come pretesto per allestire un nesso in capitoli che non hanno nulla a che vedere tra loro, se non uno stile che cerca – per quanto possibile – di fare riferimento ai russi della letteratura (Gogol, Puskin, Bulgakov). Questo Samael, questo “eretico”, trova brani che paiono scritti di suo pugno, sebbene non ne abbia memoria; vicende ambientate in epoche a cui non è in grado neppure di dare una collocazione temporale, e che raccoglie parzialmente in un libro, un “grimorio”, in cui le fole si sostituiscono alle formule alchemiche”.

“I racconti, prosegue Matteo nel presentarci questo suo nuovo lavoro, parlano di streghe (seppur non in una veste prettamente tradizionale: a tal proposito ricordiamo il racconto “La strega del bosco di pioppi”, pubblicato proprio sulla Zona Morta tempo addietro e incluso in questo libro, nda), di entità antiche, sortilegi e maledizioni, cercando di discostarsi il più possibile dalle canoniche ambientazioni gotiche, in cui i manieri sferzati dalla pioggia la facevano da padrona. Qui, il palcoscenico è una panchina sul lungomare, una villa nel Monferrato, oppure la campagna piemontese nella sua veste più affascinante e in quella più derelitta”.

La prefazione è scritta da una nostra vecchia conoscenza, ovvero Daniele Vacchino, che spesso e volentieri collabora con noi con i suoi racconti e i suoi saggi… insomma, un nome che è una garanzia.

Nel frattempo Matteo è al lavoro sul secondo libro de “La Danza del Diavolo”, il cui sottotitolo sarà “La Città d’ossa” e noi resteremo impazienti in attesa anche di questa nuova uscita… intanto buona lettura.

A cura della redazione