DONATO ALTOMARE… E “MANTIS”, IL SUO NUOVO HORROR EROTICO

Mantis, è un giallo- horror scritto con una prosa fluida e accattivante, con un giusto equilibrio tra i linguaggi di vari generi narrativi. Si legge d’un fiato, è agile, godibile e tiene sulla corda il lettore. Il libro può anche essere letto come romanzo erotico, che si dipana in una trama poliziesca”. E’ quanto affermato da Daniele Giancane, noto critico letterario, giornalista e direttore della rivista “La Vallisa”, presentando di recente a Bari, alla libreria Roma, l’ultimo avvincente romanzo di Donato Altomare. Prolifico e noto scrittore, Altomare, ha una vasta produzione letteraria, molto apprezzata in Italia e con numerose traduzioni estere, ed è un importante narratore non solo di fantascienza ma anche di horror e fantasy.  Durante la presentazione del testo si è sviluppato uno stimolante e articolato dibattito. Sono intervenuti molti dei soci del cenacolo intellettuale de “La Vallisa”, del quale Donato Altomare fa parte anche in veste di redattore dell’omonima rivista letteraria, che con i suoi 35 anni di vita risulta la più longeva d’Italia.

In chiusura della serata abbiamo intervistato l’autore sul suo nuovo e originale lavoro.

“MANTIS” (EDIZIONI WATSON, 2017) E’ L’ULTIMO ROMANZO CHE HAI PUBBLICATO. COSA DEVE ASPETTARSI DI NUOVO IL LETTORE RISPETTO ALLE TUE OPERE PASSATE?

E’ una storia insolita per me. Si tratta di un giallo fantascientifico con una buona dose di erotismo (il titolo dovrebbe farlo capire) e con venature horror. Insomma, manca il “rosa” e c’è tutto lì. E’ alquanto raro che io scriva gialli di fantascienza, ma, come dico sempre, scrivo ciò che mi va di scrivere. Non faccio programmi, scalette o cose del genere. Se ho un’idea e mi piace la sviluppo, senza preoccuparmi se è un giallo, un horror o un fantasy, se è un romanzo o un racconto.

IL TEMA DELL’EROTISMO E’ STATO SPESSO COLLEGATO AL POLIZIESCO E ALLE STORIE DI INTRIGO. CITO UNO TRA TUTTI, IL GRANDE GEORGE SIMENON, IL QUALE HA SCRITTO ROMANZI CON TALI CARATTERISTICHE E CON VARI PSEUDONIMI. NEL TUO ROMANZO, IN PIU’, ABBIAMO ANCHE LA COMPONENTE DEL FANTASTICO. CHE TIPO DI STORIA HAI COSTRUITO?

Penso che l’erotismo faccia parte della nostra vita, per cui non deve sorprendere se viene usato non soltanto nelle storie poliziesche. In effetti i grandi autori ci hanno abituato ad associare la “bionda tutte curve” al gangster di turno, ma io faccio una netta distinzione, tra erotismo “gratuito” (che a volte sfocia nel porno) che serve soltanto ad attirare l’attenzione del lettore (quasi sempre maschile), e quello “finalizzato” alla storia. Capire la differenza è facile. Basta fare un piccolo gioco, togliere la parte erotica e verificare se la narrazione ne risente o meno. Se sì, allora è importante.

CI SONO ALTRI TUOI LAVORI NEI QUALI HAI TRATTATO DI STRISCIO L’EROS. IN QUESTO, INVECE, CIO’ ASSUME UN TRATTO BASILARE, COME MAI?

In molte delle mie storie ci sono tracce più o meno marcate di erotismo, che, come ho detto, fa parte della vita. Basta ricordare i romanzi “Mater Maxima” e “Tempospirale” ma anche “Si risvegli il dio tonante” o il racconto “Lena e l’altra”, ecc… In ognuno c’è quella che per me è la giusta dose di erotismo, essenziale alla storia.  In “Mantis” le scene di erotismo anche spinto sono indispensabili. E riflettono una realtà della quale non dovremmo poi molto sorprenderci. Sono un tenace assertore che la realtà funga da base alla fantascienza e che non si può prescindere da essa se si vuole scrivere una buona opera di SF.

SI TRATTA DI UNA STORIA ITALIANA, CON PERSONAGGI ITALIANI. DOVE SI SVOLGE E COSA AVVIENE? DALLA PRESENTAZIONE DI QUESTA SERA E’ EMERSO ANCHE COME CI SIA UN CONTINUO SUCCEDERSI DI COLPI DI SCENA. SENZA OVVIAMENTE RACCONTARCI LA TRAMA, CI PUOI DARE QUALCHE TRACCIA?

La vicenda si svolte quasi tutta in Sardegna, a Olbia e nei dintorni. C’è un commissario (molto italiano), c’è un antieroe, un ragazzo un po’ troppo farfallone (di come ce ne sono tanti in giro) e ci sono alcune ragazze un po’ troppo disinibite. L’incontro è esplosivo. In effetti il romanzo è un continuo colpo di scena, con un finale certo inaspettato. Leggere per credere.

HAI DEI TUOI RIFERIMENTI PRECISI SOTTO L’ASPETTO DELLE OPERE DI AUTORI ITALIANI O STRANIERI IN TALE GENERE? E SE SI’ COME RITIENI VENGA TRATTATO QUESTO ARGOMENTO?

Non so rispondere a questa domanda. In genere scrivo sulla base delle mie idee e sensazioni. Ma pare logico che possa essere stato influenzato da letture anche se di autori non molto recenti (ci metto pure i fumetti come quelli di Manara). La mia vena sentimentale nasce da “L’uomo che ride” di Victor Hugo, quella comico-fantastica da Calvino, quella eroico avventurosa da Howard, quella fantasy-italiana da Pestriniero, quella spaziale da Brunner, Herbert, Heinlein. Ma l’elenco sarebbe lunghissimo. Penso che ogni romanzo o racconto abbia lasciato in me una traccia subliminale. Per i racconti il mio riferimento è a Martin (ai suoi inizi) e a Malaguti. Che io abbia seguito i loro canoni narrativi è possibile, ma senza pensarci, quasi d’istinto. Credo che ogni autore (consciamente o inconsciamente) dimensioni le proprie opere sulla falsariga degli scrittori che più l’hanno colpito.

UNO DEI CAPISALDI DELLA LETTERATURA ITALIANA “PASSIONALE”, IN TAL SENSO, E’ “IL PIACERE” DI GABRIELE D’ANNUNZIO. A TUO PARERE CHE IMPORTANZA HA L’EROTISMO IN LETTERATURA?

Può essere fuorviante. Abbiamo opere impostate sull’erotismo (di classe), oppure l’erotismo è praticamente assente (a parte il personaggio femminile che dev’essere affascinante, altrimenti non funziona). Non dev’essere così, è come scrivere un thriller dove vengono soltanto uccise persone senza una vera storia, o un western che si basa soltanto sulle rapine in banca. In un buon romanzo tutto dev’essere equilibrato ed essere finalizzato alla narrazione. Il caro mai troppo compianto amico Riccardo Valla mi diceva: se in una storia ci metti un fucile, quello prima o poi deve sparare. Intendeva dire (mentre editava il mio “Mater Maxima”) che in una storia nulla dev’essere lasciato al caso e nulla deve esistere fine a se stesso. Aveva assolutamente ragione.

“MANTIS” E’ STATO PUBBLICATO DALLA WATSON, FONDATA NEL 2008 DAL GIOVANE EDITORE IVAN ALEMANNO, COME NASCE QUESTO TUO NUOVO RAPPORTO EDITORIALE ?

Iascy e La Manno un paio di anni fa mi hanno parlato di questa casa editrice che stava cercando storie un po’ particolari e loro gli avevano fatto il mio nome. Io sono sensibile a due elementi: il coraggio di mettere su una casa editrice in piena crisi di lettori, e quello di trattare argomenti per nulla scontati (altrimenti non amerei visceralmente il fantastico). Avevo un racconto lungo inedito che si chiamava “La Mantide” (ho sempre racconti e romanzi inediti e ne ho tanti lasciati a metà, pronti a essere ripresi e completati all’occorrenza). L’ho trasformato in un romanzo di un idoneo numero di pagine. Gliel’ho proposto e Ivan Alemanno della Watson è stato entusiasta della storia e della trama. Mi ha fatto aspettare un po’ per pubblicarlo (come ogni bravo autore, una volta accettato, voglio vedere subito pubblicato il romanzo), ma ce l’abbiamo fatta.

COSA PENSI DEL PANORAMA EDITORIALE ITALIANO?

Il mondo editoriale italiano è composto da eroi. Selezionano le opere, le correggono, le pubblicano e le pubblicizzano, in alcuni casi organizzano anche le presentazioni. Davvero eroi in un mondo dove la lettura è una Cenerentola (senza principe azzurro, ahimè!).  Praticamente fanno tutto loro. E’ facile fare il grande editore, con molti collaboratori e col rifiuto facile (spesso senza neanche aver aperto l’opera). La carenza di lettori per me non ha misteri. I lettori diminuiscono perché… muoiono e non c’è rincalzo. Oggi i giovani non hanno pazienza (e neanche tempo), fagocitati dalle macchine infernali che frullano il loro cervello in un continuo ossessivo inseguirsi. E’ un Oroborus, il classico serpente che si morde la coda.

QUAL E’ IL TUO PENSIERO SUL RAPPORTO GIOVANI- LETTURA?

Specie i giovanissimi vogliono apparecchi sempre più potenti, ma gli apparecchi sempre più potenti rubano tutto il loro tempo libero, sino a quando non si stancano e chiedono apparecchi ancora più potenti. E la giostra ricomincia. Spezzare questo cerchio infinito è impossibile. Aggiungi Internet & Social e la fantasia muore. Sono come le sirene, danno tutte le risposte (in pillole e spesso falsate dalla superficialità, ma quanto basta), per cui non è più necessario leggere, tantomeno saper come cercare, basta andare nel web e si crede di conoscere quello che sarà scordato in fretta. Ma a che serve “capire”? A che serve sapere da dove deriva una parola o la sua origine, a che serve saper preparare una banalissima domanda di assunzione, ne esistono decine di versioni già pronte per l’uso? A che serve avere uno stomaco di ferro se mangi soltanto pastina e liofilizzati? A che serve avere una mente in grado di creare immagini se te le forniscono già bell’e fatte? L’universo ci insegna che la legge predominante, unica  e fondamentale, è l’economia. I pianeti e le stelle sono rotondi per economia, i corpi si muovono in maniera rettilinea per economia, solleviamo i piedi nel camminare il minimo indispensabile per economia, ecc. ecc. Allora perché “sprecare” cervello nel leggere se c’è qualcuno che ci racconta (false?) storie vere? Il libro è una finestra aperta sulla vita degli altri. Ma la maggior parte della gente pensa egoisticamente soltanto alla propria vita, nella errata certezza che quella degli altri non possa insegnarci nulla. Così la letteratura va a rotoli.

…E LA SITUAZIONE DEL FANTASTICO, INVECE, COME LA GIUDICHI?

Nel fantastico il ragionamento è speculare con un’aggravante (secondo la maggior parte dei lettori): allontana dalla realtà, mentre oggi bisogna tenere i piedi saldamente ancorati al suolo per non essere sbattuti via dalla folla arrembante. Il mio problema è che sono ottimista. Continuerò a scrivere, a leggere e a spingere la gente alla lettura, perché sono convinto  che tutto ciò prima o poi muterà ciclicamente e si tornerà a cercare in un buon libro la propria umanità persa in un display lucido e freddo.

ALLORA SEGUIAMO L’INVITO DI DONATO. UN BUON LIBRO PORTA SEMPRE UN PO’ DI FERTILIZZANTE ALLA MATERIA GRIGIA. SE POI E’ ANCHE AVVINCENTE COME “MANTIS”, NON RESTA CHE ACQUISTARLO. SARA’ DI CERTO UNA “SEDUCENTE” E DIVERTENTE  LETTURA!

Filippo Radogna