LOGAN – THE WOLVERINE

SCHEDA TECNICA

Titolo originale: Logan – The Wolverine

Anno: 2017

Regia: James Mangold

Soggetto: liberamente tratto dalla serie a fumetti Marvel Comics “Vecchio Logan” di Mark Millar e Steve McNiven

Sceneggiatura: Scott Frank, James Mangold e Michael Green

Direttore della fotografia: John Mathieson

Montaggio: Michael McCusker e Dirk Westervelt

Musica: Marco Beltrami

Effetti speciali: Garry Elmendorf, Teresa Berus e Richard Betts

Produzione: James Mangold, Stan Lee, Joseph M. Carracciolo, Josh McLaglen e Kurt Williams

Origine: Stati Uniti

Durata: 2 h e 17’

CAST

Hugh Jackman, Patrick Stewart, Dafne Keen, Richard E.Grant, Boyd Hollbrok, Stephen Merchant, Elizabeth Rodriguez, Eriq la Salle, Elise Neal

TRAMA

Nel 2029 gli X-Men sono scomparsi, uccisi da una catastrofe causata inavvertitamente dal professor Xavier: Logan campa facendo l’autista privato, tornando periodicamente in una casa isolata in Messico dove vivono il telepate Calibano e Xavier stesso, che oscilla tra lucidità, demenza senile e crisi devastanti.

Un’infermiera gli rivela l’esistenza di una clinica in Messico dove gli X-Men sono stati clonati in bambini e bambine, cresciuti per diventare armi: gli scienziati hanno deciso di eliminare questi ragazzini, e il personale medico li ha fatti scappare. Logan si trova tra capo e collo Laura, la sua figlia biologica, con i suoi stessi poteri e una rabbia che le impedisce di controllarli. In fuga on the road e braccati, Logan e Xavier cercheranno di dare a Laura una possibilità di vita, e una speranza per un futuro in cui i mutanti potranno ancora esistere, costi quello che costi.

NOTE

Dimentichiamo i toni eroici e spettacolari degli altri film sugli X-Men, con sempre al centro il discorso sulla diversità: qui ci troviamo di fronte a un crepuscolo dei supereroi, a una distopia tanto simile alla nostra realtà, in cui gli eroi sono vecchi, invalidi, malati, con la demenza, ma possono ancora provare a fare qualcosa.

Più simile a un film on the road, con echi del western da Ford a Leone, Logan racconta la fine di un’epopea, anche perché Hugh Jackman e Patrick Stewart hanno deciso che questa sarebbe stata la loro ultima comparsata in questi panni. Il loro è quindi un addio definitivo: struggente e dimesso quello di Xavier, che ricorda un passato che non esiste più ma è aperto a una nuova speranza; tragico quello di Logan, che nell’esistenza di quella figlia che non ha mai conosciuto trova l’ultimo scopo di una catarsi e di un riscatto.

Un film adulto, crudo, vietato ai minori di 14 anni, che propone i supereroi Marvel in una nuova prospettiva, umana ma eroica, disperata ma pronti a cercare un’ultima impresa, un’ultima avventura con cui provare a cambiare le cose.

Logan parla ancora di diversità così come di situazioni disperate, di possibilità di stravolgere una situazione che sembra senza uscita, ma anche di paternità in senso lato. Xavier si sente il padre di tutti i suoi ragazzi mutanti, anche di quelli che non ci sono più (quello che è capitato è accennato e mai detto esplicitamente) e di quelli che ci potranno forse essere di nuovo. Logan scopre l’essere padre di una creatura ribelle, senza freni, come era lui, terrificante ma nello stesso tempo capace di fargli riscoprire umanità e tenerezza, nostalgia di cosa avrebbe potuto essere e desiderio di lasciare un mondo migliore a questa ragazzina che fino a pochi giorni prima non conosceva ma alla quale si sente legato e della quale si sente responsabile.

Bello rivedere per l’ultima volta Jackman e Patrick Stewart, mentre nel resto del cast si distinguono lo scienziato Zander Rice del veterano caratterista Richard E. Grant, molto vicino alle varie anime nere alla Mengele, e soprattutto la furia della natura Laura, interpretata dalla giovanissima Dafne Keen, alla quale è facile prevedere una carriera interessante.

Anche perché Logan e Xavier saranno anche usciti di scena ma questa nuova generazione di mutanti in cerca di un loro futuro, che riecheggiano Il signore delle mosche, può essere molto interessante da raccontare in nuove storie.

Elena Romanello