X-MEN: APOCALISSE

SCHEDA TECNICA

Titolo originale: X-Men: Apocalypse

Anno: 2016

Regia: Bryan Singer

Soggetto: Stan Lee & Jack Kirby (personaggi), Bryan Singer, Simon Kinberg, Michael Dougherty e Dan Harris (storia)

Sceneggiatura: Simon Kinberg

Direttore della fotografia: Newton Thomas Sigel

Montaggio: John Ottman e Michael Louis Hill

Musica: John Ottman

Effetti speciali: Digital Domain, Direct Dimensions, Hydraulx, Legacy Effects, Moving Picture Company e Rising Sun Pictures

Produzione: Bryan Singer, Hutch Parker, Lauren Shuler Donner e Simon Kinberg

Origine: Stati Uniti

Durata: 2 h e 23’

CAST

James McAvoy, Michael Fassbender, Jennifer Lawrence, Oscar Isaac, Nicholas Hoult, Rose Byrne, Tye Sheridan, Sophie Turner, Olivia Munn, Lucas Till

TRAMA

Nell’Egitto faraonico il mutante En Sabah Nur governa come un dio e un tiranno, aiutato dai suoi quattro luogotenenti, mutanti come lui, ma periodicamente deve rigenerarsi cambiando di corpo per poter continuare a vivere. Durante una cerimonia che accompagna una delle sue rigenerazioni, scoppia una rivolta e la piramide sotto cui si trova il mutante viene fatta crollare, seppellendolo vivo e lasciandolo in una condizione di stasi. Negli anni Ottanta del secolo Ventesimo, l’agente della CIA Moira McTaggert, antico amico di Charles Xavier, si trova in Egitto per investigare su una setta e assiste alla resurrezione di En Sabah Nur, che sconvolge il mondo, iniziando a radunare adepti, tra cui la ladruncola di strada Ororo, che diventa Tempesta, e Magneto, travolto in Polonia dove si era trasferito dalla tragica morte di sua moglie e sua figlia.

Charles Xavier, con alcuni alleati, tra cui la giovane Jean Grey, Mystica, Scott e Nightcrawler, affronta Apocalisse che vuole distruggere il mondo ma che deve anche rigenerarsi e ha scelto il corpo che lo ospiterà: lo stesso Charles.

NOTE

Terzo capitolo della saga sulle origini degli X-Men, stavolta senza più richiami alla vecchia guardia di personaggi e interpreti, ma raccontata tutta dalla nuova generazione, negli anni Ottanta delle ultime battute della guerra fredda, con un prologo nell’antico Egitto che echeggia film moderni ma anche più antichi come i peplum, per un film che ha diviso gli appassionati tra entusiasti e scontenti.

C’è chi ci ha visto troppi tempi morti, un nemico troppo simile a quelli dei Power Rangers e dintorni e una trama non eccezionale rispetto ai primi due capitoli, c’è invece chi ha ritrovato personaggi e situazioni, oltre alla costruzione della mitologia potente del diverso e del mutante in una storia che in ogni caso funziona, e non solo grazie agli effetti speciali ma anche e soprattutto ai personaggi.

Personaggi che, tolto un cattivo che poteva essere più carismatico tenendo conto che ci si rifaceva a un serbatoio dell’immaginario come l’antico Egitto e una comparsata di Wolverine di cui non si sentiva granché la mancanza, si ritrovano con piacere, con alcune new entry.

James McAvoy e Michael Fassbender hanno trovato in Xavier e Magneto due alter ego perfetti, tenendo conto che sono due interpreti che passano in maniera disinvolta dal cinema d’autore ai  blockbuster, riuscendo bene in entrambi i filoni. In particolare Fassbender aggiunge nuovi tasselli al suo personaggio, figura quasi shakesperiana, in cerca di una vita normale e di una felicità che non può raggiungere e pronto alla vendetta contro chi lo tradisce dopo magari essere stato aiutato da lui, come capita ai suoi ignari colleghi di lavoro in Polonia.

Per quello che riguarda le ragazze, emerge la Mystica di Jennifer Lawrence, altra attrice eclettica e poliedrica, tra film da Oscar e cult di fantascienza, ma sono da citare la Ororo / Tempesta di Alexandra Shipp, doppiamente discriminata e diversa, e soprattutto la Jean Grey di Sophie Turner, che si dimostra ben più grintosa che nel ruolo di Sansa Stark di Game of thrones.

Sempre a proposito di donne, sembra davvero oziosa la polemica scatenata negli States per un poster promozionale in cui si vede Apocalisse che afferra Mystica per la gola e che inciterebbe alla violenza sulla donne: sono ben altri i modelli cinematografici che propongono sottomissione delle donne e soprusi, e forse sarebbe meglio occuparsi di quelli che non di una storia in cui l’altra metà del cielo ha un ruolo paritario e anzi predominante.

Insomma, comunque alla fine X-Men Apocalisse riesce a intrattenere, divertire e ricordare comunque il tema della diversità come centrale, come qualcosa da difendere e per cui lottare, ma con cui alla fine convivere.

Elena Romanello