X-MEN: GIORNI DI UN FUTURO PASSATO

SCHEDA TECNICA

Titolo originale: X-Men: Days of Future Past

Anno: 2014

Regia: Bryan Singer

Soggetto: Stan Lee & Jack Kirby (personaggi), Simon Kinberg, Matthew Vaughn e Jane Goldman (storia), Chris Claremont e John Byrne (miniserie)

Sceneggiatura: Simon Kinberg

Direttore della fotografia: Newton Thomas Sigel

Montaggio: John Ottman

Musica: John Ottman

Effetti speciali: Hydraulx, New Deal Studios, Digital Domain, Legacy Effects, Moving Pictures Company, Rhythm and Hues, Risin Sun Pictures, Animal Logic, Cinesite, Dimension X, Lola Visual Effects, Method Studios, Mokko Studios, Stereo D, YXZ-RGB e The Third Floor

Produzione: Bryan Singer, Hutch Parker, Lauren Shuler Donner e Simon Kinberg

Origine: Stati Uniti

Durata: 2 h e 11’, versione estesa 2 h e 28’

CAST

James McAvoy, Michael Fassbender, Jennifer Lawrence, Patrick Stewart, Ian McKellen, Hugh Jackman, Halle Berry, Nicholas Hoult, Peter Dinklage, Ellen Page, Omar Sy

TRAMA

Nel 2023 i robot senzienti Sentinelle sterminano i mutanti: un gruppo di loro si rifugia in un monastero in Cina, dove incontrano Magneto, il professor Xavier e Logan e decidono di compiere un esperimento di ritorno indietro nel tempo, per sventare l’omicidio del professor Bolivar Trask, ideatore delle Sentinelle, ad opera di Mystica, cosa che aveva distrutto la reputazione dei mutanti, mentre lei era stata usata come cavia proprio per creare le Sentinelle stesse.

Logan è il prescelto per tornare indietro di cinquant’anni, negli anni Settanta, dove si scontra con le controparti giovani di chi conosce da anziani, in una corsa contro il tempo nell’America di Nixon, dove Trask, mente geniale ma perversa in un corpo affetto da nanismo ha vari punti oscuri che forse potranno portarlo alla rovina. E forse quel futuro sarà solo una possibilità mai verificatasi.

NOTE

Dopo aver visitato gli anni Sessanta nel primo capitolo, stavolta gli X-Men si trovano negli anni Settanta, periodo non facile ma molto diverso, con sempre il problema di convivenza con gli esseri umani e l’immagine che questi hanno dei mutanti, anche perché non mancano le minacce esterne e interne.

La storia avviene questa  volta su due piani temporali, quelli di un decennio ricostruito con gusto e strizzate d’occhio, e quello di un futuro distopico in cui i mutanti hanno perso, sterminati da un’arma nata dall’intolleranza degli esseri umani e con comunque poteri presi dai mutanti stessi.

Diventa interessante vedere quindi non solo i piani temporali che si avvicendano, con uno che può influenzare l’altro in una rilettura interessante di un tema caro a molti da Wells in poi, ma anche il confronto tra la vecchia generazione di interpreti, McKellen e Stewart in testa, e i loro giovani interpreti Fassbender e McAvoy, dove comunque tutto si conclude con un pareggio, visto che si dimostrano tutti all’altezza dei loro ruoli.

Gli anni Settanta sono stati quelli dello scandalo Watergate, che coinvolse Nixon che a tutt’oggi non gode di buona fama: non stupisce quindi che nella finzione venga scelto come emblema di corruzione, pronto a giocare sporco e a farsi influenzare dagli interessi di uno scienziato che agisce mosso da calcoli economici prima che da un certo fanatismo intollerante. Realtà e fantasia che si mescolano, quindi, in una lotta contro il tempo da cui dipende un futuro da scongiurare.

Si è già detto del cast, che rimette insieme varie generazioni e interpreti, accontentando i neofiti e gli appassionati della prima ora, in una trama che funziona soprattutto nella parte ambientata negli anni Settanta, tra ironia e colpi di scena. Accanto agli interpreti degli X-Men, in cui si ritrovano quasi tutti, con le new entry Ellen Page, che aggiunge Kitty Pride / Shadowcat alla sua serie di interpretazioni grintose che hanno sottolineato la sua giovane età, e Omar Sy, Lucas Bishop / Alfiere, primo francese a sbarcare nel mondo Marvel, non si può dimenticare l’antagonista per eccellenza del film. Bolivar Trask rappresenta il volto malvagio anche se geniale della scienza, oltre che gli intrallazzi tra i vari poteri, soprattutto quello politico, ed è interpretato da Peter Dinklage, una delle rivelazioni di Game of thrones nella parte di Tyrion, qui altrettanto efficace, a dimostrazione dell’aver saputo andare oltre gli stereotipi di macchietta a cui il suo nanismo lo avrebbe in altri tempo relegato.

X-Men giorni di un futuro passato è quindi un’avventura di supereroi, di nuovo una riflessione sul terrore della diversità, una storia di un viaggio nel tempo e di un futuro distopico, ma anche un apologo sulla corruzione dei poteri e su cosa si è disposti a fare per soldi. Certo, il tutto è ricco di fantasia e di mirabolanti imprese, ma quanta realtà e quante metafore ci sono, disseminate ovunque, mai retoriche e molto efficaci.

Elena Romanello