ALESSIO BANINI… E LA STRADA PERDUTA

Scrittore, saggista, critico, blogger… sono tanti i volti di Alessio Banini e abbiamo avuto il piacere di conoscerli tutti, compreso il suo ruolo come giurato di qualità al nostro “Trofeo la Centuria e La Zona Morta”. Recentemente è tornato alla ribalta con il suo nuovo romanzo fantasy per Plesio Editore intitolato “La strada perduta”… e naturalmente non abbiamo perso l’occasione per intervistarlo e farci raccontare qualcosa di più.

CIAO ALESSIO, E’ DA UN PO’ CHE NON CI SENTIAMO, DAI TEMPI DI “SANGUE RIBELLE”. COMINCIAMO PROPRIO DA LI’: COME E’ ANDATA?

Ciao, è un piacere ritrovarci! Sono soddisfatto di “Sangue Ribelle”, ho ricevuto molte recensioni positive e tanti stimoli per migliorarmi. Inoltre la Plesio si è dimostrata una casa editrice seria e appassionata, che si impegna nella promozione degli autori e dei romanzi. Esperienza positiva, quindi!

POI PER UN PAIO DI ANNI NON ABBIAMO AVUTO TUE NOTIZIE NEL CAMPO DEL FANTASTICO: COSA HAI FATTO IN QUESTO PERIODO E DI COSA TI SEI OCCUPATO?

Ho continuato a scrivere. Oltre a preparare il nuovo romanzo, ho seguito una pubblicazione di saggistica e ho intrapreso altre collaborazioni su testate online. Inoltre ho pubblicato alcuni racconti a puntate sul mio blog dove ho anche sperimentato alcune narrazioni crossmediali che mi piacerebbe portare a termine.

ORA E’ USCITO IL TUO NUOVO ROMANZO, SEMPRE PER PLESIO EDITORE, INTITOLATO “LA STRADA PERDUTA”. CE NE VUOI PARLARE?

“La strada perduta” è un romanzo ambientato nello stesso universo di “Sangue Ribelle”, anche in questo caso si tratta di un romanzo autoconclusivo. La storia è incentrata su Uziel, un angelo caduto per l’ossessione di sterminare il male; attraverso una serie di racconti seguiamo la sua discesa nella follia, viaggiando attraverso villaggi e campagne che raccontano la storia della nostra umanità.

CI SEMBRA DI CAPIRE CHE SIA UN FANTASY UN PO’ PARTICOLARE, CHE MESCOLI ALTRI GENERI… COME E’ NATA L’IDEA DI QUESTA TUA NUOVA FATICA?

Anche questo romanzo fa parte del ciclo di “Daemon Inside”, che non è una saga bensì l’ambientazione che ho utilizzato per i miei romanzi fantasy, inserendo le tipiche tematiche della mia formazione da antropologo. Con questo romanzo volevo concentrarmi su un personaggio in particolare, a differenza degli altri: Uziel era la scelta migliore, perché la sua storia è fondamentale per capire tutta l’ambientazione e mettere in luce gli aspetti più oscuri e cinici della nostra società.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?

Sull’ambientazione lavoro da dieci anni, così come su alcuni personaggi. La maggiore difficoltà è stata quella di non affezionarmi troppo alle idee e continuare ad evolvere man mano che cresceva la mia esperienza. Inoltre, era necessario un buon dosaggio tra realismo e “sense of wonder”, per mettere in luce gli aspetti sociali e culturali dell’ambientazione e del nostro mondo, ma senza perdere il senso del meraviglioso tipico del fantasy.

SI TRATTERA’ DI UN ROMANZO SINGOLO OPPURE RIVEDREMO ANCORA UZIEL?

Il romanzo è autoconclusivo, ma ho intenzione di continuare a scrivere di Uziel. Anzi, vi dirò di più: ho già del materiale pronto su cui lavorare, e la figura dell’angelo caduto ricorre più volte nell’ambientazione di “Daemon Inside”. Se Uziel vi piacerà, quindi, potrete leggere ancora di lui!

A PROPOSITO PROPRIO DEL PROTAGONISTA, NON POSSIAMO CERTO DIRE CHE SIA UN EROE POSITIVO, MA PIUTTOSTO UNA SORTA DI ANTIEROE, CINICO E AMBIGUO QUANTO BASTA DA NON FARLO APPARIRE TROPPO “UN BUONO”. COME MAI QUESTA SCELTA?

Perché è un angelo caduto. La sua ambiguità è il centro del romanzo. Se fosse stato un uomo, avrei potuto limitarmi al classico vigilante, duro e solitario, dai toni grigi, che non eccede mai nel buonismo o nel cinismo. Invece Uziel è un angelo caduto, che vive di eccessi. La sua natura angelica, che dovrebbe portarlo a perseguire il bene, è già stata offuscata dalla sua ossessione, fino a renderlo pari ai demoni che vuole sterminare. Uziel funziona proprio perché è eccessivo, disumano nella sua umanità.

TORNANDO AL RECENTE PASSATO, “SANGUE RIBELLE” E’ STATO IL SECONDO ROMANZO DI PLESIO EDITORE TRASFORMATO ANCHE IN E-BOOK: A PARER TUO QUALE SARA’ IL FUTURO DELL’EDITORIA? VEDREMO PIAN PIANO SCOMPARIRE IL CARTACEO A FAVORE DEL DIGITALE O PENSI CHE QUESTE DUE REALTA’ POSSANO CONVIVERE ANCORA PER LUNGO TEMPO?

Sono un fiero sostenitore dell’editoria digitale. Apprezzo il volume cartaceo, il piacere della lettura e l’ideale romantico dell’invio di un manoscritto a un editore. Ma il mondo è già cambiato. Se non ci fossero appassionati, finanziamenti e investimenti, probabilmente il cartaceo sarebbe già scomparso. Non dobbiamo avere paura dei nuovi media, delle nuove forme di narrazione, dei nuovi modelli di comunicazione: abbiamo l’opportunità di sperimentare tutte le potenzialità di questa era digitale, e credo che gli scrittori e gli editori abbiano il dovere di provarci. Si dice spesso che in Italia ci siano più scrittori che lettori. Eppure, in quale altro periodo storico c’è mai stata una così alta domanda di contenuti editoriali di qualità? Dobbiamo soltanto allargare la visuale e non trincerarci dietro il feticismo del “libro” come lo abbiamo sempre conosciuto.

OLTRE CHE SCRITTORE, TI OCCUPI ANCHE DI ARTICOLI SUL FANTASTICO E SAGGISTICA PER IL WEB… E NON SOLO. VUOI PARLARCI DI QUESTA SECONDA FACCIA DELLA MEDAGLIA DELLA TUA ATTIVITA’?

Per me è tutto collegato. Come dicevo prima, c’è grande richiesta di contenuti di qualità, soprattutto nel web. Che sia un articolo per un giornale, un racconto di narrativa, un volume di saggistica sulla storia di un territorio oppure un brano per attività di comunicazione online. Ho deciso di specializzarmi nello storytelling a tutti i livelli, sperimentando nuove forme di narrazione e partecipando a progetti creativi di varia natura assieme a grafici, illustratori, informatici e altri scrittori. Cerco di non fossilizzarmi su un unico mezzo, ma di adattarlo al contenuto. Anche perché di romanzi fantasy, anche se in forma di manoscritti grezzi, ne ho ancora un bel po’ nel cassetto, quindi posso dedicarmi anche ad altri progetti!

COME SI CONCILIA UN MODO DI NARRARE ISTINTIVO E PIU’ LEGATO AL CUORE, COME QUELLO DELLA NARRATIVA, CON UNA MANIERA DI SCRIVERE PIU’ RAGIONATA E PIU’ LEGATA ALLA MENTE, COME QUELLA DELLA SAGGISTICA?

Posso rivelare che nella preparazione dell’ambientazione di “Daemon Inside”, pur facendo parte del filone della narrativa fantasy, ho lavorato per anni in maniera seria e ragionata, per renderla coerente e credibile e utilizzare tutti gli elementi che mi interessavano della formazione accademica da antropologo. E nella saggistica, con la ricerca sulla mezzadria in Valdichiana, ho indagato i luoghi del cuore, ovvero le origini del mio territorio e della mia famiglia. Quindi le due forme di scrittura possono essere molto vicine. L’importante è adattare la forma al testo e al contesto.

CHIUDIAMO CON LA DOMANDA DI RITO IN QUESTI CASI: COSA BOLLE ANCORA IN PENTOLA PER ALESSIO BANINI?

Tanti progetti. Quelli che riguardano la narrativa fantastica mi stanno più a cuore, e sono quattro. Sto lavorando a una “storia di storie” di narrazioni transmediali che percorrono la storia della nostra civiltà, chiamata “The gospel accordin to All”. Poi un progetto di steampunk italiano, “Le cronache del Vapore”, di cui ho preparato gran parte dell’ambientazione, e che dovrà utilizzare più di due mani. Sto anche lavorando a un urban fantasy ambientato in provincia di Siena, in cui il lettore possa partecipare attivamente alla narrazione, compiendo delle scelte sulla base dei tarocchi, chiamato “Il teatro degli arcani”. Infine, un nuovo romanzo del ciclo di “Daemon Inside”, quasi completato, dal titolo provvisorio “Il carnevale delle anime”. Tutte le informazioni su questi progetti potete trovarle anche all’interno del mio blog.

VISTO CHE DI CARNE AL FUOCO NE VEDIAMO TANTISSIMA, ATTENDIAMO CHE ARRIVINI I PIATTI DI PORTATA. IN BOCCA AL LUPO!

Davide Longoni