REALISMO E SENSE OF WONDER NELLA NARRATIVA FANTASTICA

Il problema della verosimiglianza affligge tutti gli aspiranti scrittori che intendono cimentarsi con la narrativa fantastica. Nella creazione di un’ambientazione, nello stile con cui si affrontano le vicende e nel modo di mostrarle al lettore, ogni scrittore affronta una scelta più o meno consapevole sul grado di realismo che infonde alla sua narrativa.

La verosimiglianza, intesa come attinenza alla realtà e come credibilità di ciò che si scrive, è un problema presente in tutte le opere di finzione. Ma nel fantastico è particolarmente accentuato, perché si scontra con una delle sue caratteristiche principali: il Sense of Wonder, ovvero il senso del meraviglioso suscitato nel lettore dalle immagini, le situazioni e le creazioni letterarie scaturite dalla fantasie dell’autore.

Il senso di meraviglia è causato dalle situazioni irreali presenti all’interno della finzione narrativa: è una reazione emotiva, slegata dalla logica e dalla coerenza interna della situazione stessa. Astronavi che viaggiano più veloci della luce, paradossi temporali, draghi che sputano fuoco e magie che scatenano apocalissi: gli autori di fantascienza e di fantasy fanno a gara a stupirci con creazioni irreali, per suscitare il nostro Sense of Wonder.

Il senso del meraviglioso è strettamente collegato a una tecnica narrativa che spinge alla sospensione dell’incredulità: i lettori sanno che ciò che stanno leggendo non è realistico, ma sospendono il loro giudizio critico per gustarsi la meraviglia della creazione artistica e per immergersi nell’immaginazione dell’autore. Rumori che si propagano nello spazio, divinità che si fanno la guerra a colpi di spada, mostri e alieni: i lettori sono disposti a sospendere il loro giudizio e persino la loro logica, se necessario, per farsi coinvolgere pienamente dalle emozioni suscitate dalla narrazione.

Considerando questa tecnica narrativa che ogni lettore conosce alla perfezione, consapevolmente o no, risulta chiaro il problema della verosimiglianza che affligge l’autore. Come si può coniugare la verosimiglianza e il senso del meraviglioso nella narrativa fantastica? Sembrano due aspetti incompatibili, a prima vista. In un certo senso, il fantastico è nemico del realismo, poiché al suo interno avvengono le situazioni più irreali della narrativa e della letteratura in generale. Ma l’autore può scegliere il grado di verosimiglianza da infondere nelle sue opere: può scegliere quanto rendere credibili, coerenti o realistiche le sue scelte fantastiche.

Uno scrittore fantasy può strutturare mondi fantastici con ambientazioni complesse e realistiche, con le sue reti economiche, le lotte politiche, le questioni sociali, e magari anche una spiegazione pseudo-scientifica per la magia. Stessa cosa può fare un autore di fantascienza, con lunghe trattazioni sui viaggi spaziali e i viaggi nel tempo, fino alle speculazioni tecnologiche del cyberpunk.

Ma il realismo non si limita all’ambientazione, bensì può essere una scelta di stile: se il vostro eroe scala montagne a mani nude, salta per cinque metri e resiste a centinaia di colpi di pistola mentre lancia fulmini dalle mani, state chiedendo al vostro lettore un grande sforzo di sospensione di incredulità. È una scelta stilistica meno realistica rispetto a un guerriero che muore per colpa di un ferita infetta dopo un banale colpo di spada. Con buona pace del Sense of Wonder.

Più aumentiamo il realismo, più diminuisce il Sense of Wonder e di conseguenza più sarà necessario, per il lettore, ricorrere alla sospensione dell’incredulità. Viceversa, più un’opera di narrativa fantastica è volta a suscitare il senso del meraviglioso, meno sarà attenta alla verosimiglianza. Il grado di realismo da infondere nell’opera è una scelta che l’autore deve fare fin da subito.

Ciò non significa che sia impossibile coniugare realismo e senso del meraviglioso nella narrativa fantastica. Il grado di verosimiglianza non è infatti un indicatore di qualità. Il realismo è importante solo se il lettore cerca questo tipo di esperienza. Il realismo è solo uno dei tanti mezzi per raggiungere lo scopo che gli autori, di volta in volta, si sono prefissati. Troppo realismo in un’opera di narrativa che cerca di stupire con le idee più assurde o strabilianti, che punta all’epicità del fantasy high-magic, può essere controproducente.

Ciò che conta, quindi, è la coerenza, piuttosto che la verosimiglianza. Si può chiedere al lettore un grande sforzo di sospensione dell’incredulità su determinate situazioni, fintanto che rimangono coerenti tra di loro. Un’ambientazione fantastica non deve essere più o meno realistica: deve essere coerente con sé stessa. Una narrazione realistica, profondamente strutturata nei rapporti sociali e dallo stile cinico non può essere risolta da un duello tra eroi immortali a colpi di palle di fuoco. A ogni stile utilizzato corrispondono delle specifiche tecniche per suscitare il senso del meraviglioso nel lettore, e devono essere utilizzate in maniera coerente per raggiungere l’effetto desiderato.

Quello che chiediamo a un autore di narrativa fantastica, in fin dei conti, è un sapiente dosaggio di realismo e di Sense of Wonder, a seconda dei gusti personali. Ma la qualità artistica e narrativa, al di là dei gusti, è condizionata dalla coerenza interna dell’opera.

Alessio Banini