FEDERICA RAMPONI

Abbiamo avuto modo di apprezzarla recentemente grazie a “L’erede di Vitar”, un romanzo a metà strada tra la fantascienza e il rosa che ha destato molto interesse, anche se Federica Ramponi, a giudicare da quanto ha pubblicato finora, non è certo una scrittrice alle prime armi… anzi, di strada finora ne ha già fatta davvero tanta e le auguriamo di continuare così. Cediamo ora volentieri a lei la parola, giusto per conoscerla meglio.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È FEDERICA RAMPONI?
Per prima cosa sono una mamma, anzi, bi-mamma: è l’attività che mi occupa maggiormente dopo quella di impiegata amministrativa. Il ruolo di moglie (il marito è con lei nella foto a sinistra, ndr) è subordinato a quello di mamma, e quello di cantante viene un po’ in lontananza, più che altro per qualche serata sporadica! Alla fine, ma molto in fondo, sono diventata scrittrice. Vorrei tanto riuscire a lasciare un segno del mio passaggio sulla Terra, e credo che pubblicare un romanzo, racconti, insomma qualcosa che resterà in qualche archivio, sia un modo costruttivo per farlo. Mi do da fare in molti modi, vorrei anche provare a dipingere, forse è per questo che la casa è quasi sempre in disordine…
VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI?
Più che volentieri. Per cominciare ho scritto qualche racconto brevissimo e l’ho mandato a un paio di concorsi, per capire se avevo qualche speranza o se era meglio limitarmi al canto e alla pittura (cosa che comunque farò non appena avrò finito di scrivere l’ultimo romanzo che mi sarà venuto in mente). Al primo concorso, col primo racconto che ho scritto, mi sono classificata prima (il racconto si intitola “Il quadro” ed è stato pubblicato sulla rivista Danae Magazine n. 7, e per il momento è l’unico non di argomento fantastico). Lì per lì non me ne ero nemmeno resa conto, poi ho realizzato e mi sono esaltata tantissimo! La fortuna del principiante probabilmente. Però da quel racconto ho cominciato a pensare “seriamente” a scrivere, sebbene continui a considerarlo un divertimento, e allora ho cercato in rete qualche consiglio per muovermi nel mondo dell’editoria. Prima sono approdata al “Rifugio degli esordienti”, sito dove si trovano un monte di consigli secondo me utilissimi e tante bravissime persone che mettono il loro tempo e la loro esperienza a servizio dei novellini come me! Lì ho conosciuto uno scrittore con diversi lavori all’attivo, Walter Serra; una scrittrice che ha già pubblicato due romanzi, Chiara Guidarini, la quale poi mi ha presentato un’altra scrittrice, Antonia Romagnoli (finalista al “Premio Italia 2009”), e loro mi sono stati di enorme aiuto nella stesura del mio primo romanzo. Nel frattempo, partecipando ad altri concorsi che mi avevano segnalato proprio loro, ho raggiunto i piazzamenti in finale al “Premio Galassia 2007” (Velocità relativa), “Image not found” (Esilio), “Oltrecosmo III edizione” (Soglia del dolore), “500 gocce d’inchiostro” (Il Lago di Luce), “NASF 4” (Coma parziale). L’ultimo in ordine di tempo è il terzo posto al “Premio Letteraria 2008” col racconto “Immagazzinamento dati”. Sono tutti racconti “fantastici”. Purtroppo negli ultimi tempi non mi sono potuta dedicare alla narrativa breve perché sto lavorando a un romanzo fantasy.
RECENTEMENTE È USCITO IL TUO ULTIMO ROMANZO INTITOLATO “L’EREDE DI VITAR”. VUOI PARLARCENE?
Beh, più che ultimo è proprio il primo!!! È la prima volta che riesco a lavorare a un progetto tanto lungo (almeno per quel che mi riguarda, sono 170 pagine) e riesco a terminarlo. Fin dal liceo desideravo scrivere un romanzo di fantascienza, ma avevo pensato a una storia forse troppo complicata, così finivo per scrivere e riscrivere sempre e solo il primo capitolo! Finalmente, a maggio 2006, ho sognato una storia semplice, chiara, precisa: mi sono detta, perché non provarci? E dopo un anno e mezzo (e meno male che sono una dattilografa veloce!), le revisioni e i suggerimenti di una mia cara amica, Silvia, appassionata del genere, e di Walter, Chiara e Antonia, “L’erede” era pronto. Ho dovuto modificare leggermente il titolo perché c’erano già altri due romanzi intitolati così. Mi ha già dato tante soddisfazioni: intanto, aver trovato nuovi amici. Poi, con mio marito Fabio (sostegno morale) sono andata alla Fiera del Libro di Torino e presentarlo mi ha divertita immensamente. I miei colleghi lo hanno comprato in massa (grande vantaggio lavorare in una grande azienda!) ed è piaciuto molto anche alle maestre delle mie figlie! La prima presentazione alla Libreria Coop di Imola è stata emozionante, ero preoccupata di non riuscire a spiccicare parola. Devo dire che il fatto di cantare e quindi di essere, diciamo così, abituata a stare di fronte a un pubblico ha aiutato parecchio…
COME È NATA L’IDEA DI UNIRE DUE TEMI COME IL ROMANZO ROSA E LA FANTASCIENZA?
Non poteva essere diversamente: adoro le commedie americane con Cary Grant e Audrey Hepburn (tara ereditata da mia mamma) e le saghe di “Star Trek” e “Star wars”, con le quali sono cresciuta. Con simili presupposti potevo dar vita solo a un mix fra i due. In più avevo letto da poco la raccolta “Un’odissea marziana” di Weinbaum, dove c’era il racconto “La Peri rossa”, una storia di amore e pirateria spaziale. Quando ho detto a mio babbo di aver scritto un romanzo, ha indovinato subito il genere: aveva detto “Amore fra le stelle”. Purtroppo non ha avuto la soddisfazione di vederlo pubblicato.
QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI?
Riuscire ad allontanarli da me e dai miei amici: rischiavo di dare a ognuno di loro fattezze e carattere di quanti conosco. Invece devono avere vita propria. Ciascun personaggio deve avere la sua storia, abitudini, manie e complessi, virtù e difetti. Senza però farne degli stereotipi. Insomma, l’eroe di turno è senza macchia e senza paura fino a un certo punto: anche lui ha le sue pecche, dubbi e remore. Il cattivo lo è solo con gli avversari, ma tenero e innamorato della sua complice. La principessa è ingenua e un po’ sprovveduta, ma alla fine si rimbocca le maniche se non vuole rimetterci la pelle! Nonostante questo, non ho resistito e i sovrani sono ricalcati dai miei genitori!
IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO IN GENERALE. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?
La fantascienza è sempre stata la mia passione: ho una libreria stipata di romanzi e raccolte di racconti delle collane Nord, Fanucci, Bompiani e Mondadori, ma anche di altre case editrici più piccole. Come dicevo, è cominciato tutto alla fine degli anni settanta, quando da bambina guardavo “Star Trek” in televisione. Lo spazio è sempre stato un chiodo fisso, l’astronomia la mia materia preferita (tanto che all’esame di maturità ho portato geografia astronomica, al liceo linguistico…). Ho bisogno di sognare, di evadere, e credo che la letteratura fantasy e SF sia il non plus ultra per chi desidera queste cose. A parte i filoni catastrofici o pessimisti, c’è moltissima fantascienza che mostra un futuro migliore, sia per noi come esseri umani evoluti e rispettosi di noi e del mondo in cui viviamo che per la tecnologia e la medicina. Il fantasy è un rifugio dalla realtà, ma anche una rappresentazione allegorica della stessa. Si può criticare di tutto nascondendolo sotto le spoglie di un tiranno medievale o di un politicante del pianeta X415, e infatti moltissimi scrittori si sono fatti beffe della censura in questo modo.
VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?
Mah… mi capita di continuo di avere degli spunti, tanto che certe volte mi arrabbio e urlo “indietro, devo ancora scrivere almeno 12 racconti!”. Tanto sono in macchina o sotto la doccia, la maggior parte delle volte, e quindi non se ne accorge nessuno… quasi tutte infatti nascono nel tragitto da casa al lavoro e viceversa: quando sono in ufficio sono concentrata sui miei compiti e quando sono a casa sulle bambine. A meno che non sogni delle storie con un minimo di coerenza: ma in genere quelle diventano romanzi!
QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?
Asimov e Dick: forse sono un po’ scontati, ma i miei due romanzi preferiti sono “Notturno” e “La penultima verità”. Poi anche Silverberg, i cui racconti sono veramente incredibili, Clarke, Heinlein, Verne, Camilleri e Agatha Christie: non c’entrano con la fantascienza ma mi piacciono tantissimo anche i gialli!
E PER QUANTO RIGUARDA I FILM, CHE CI DICI?
I film con Julia Roberts e Sandra Bullock, Bud Spencer e Terence Hill, le commedie americane degli anni ’50 e ’60, tutta la serie di “Star Trek” (l’ultimo è spettacolare), la saga di “Star wars” e “Contact”, il mio preferito. Quanto vorrei che al telegiornale annunciassero: “finalmente il SETI ha ricevuto un messaggio”! Mi piacciono anche quelli apocalittici (vedi “Armageddon” o “The day after tomorrow”) e delle serie a fumetti, tipo “Spiderman” o “I Fantastici 4” e naturalmente “X-men”, anche se non so se sia merito dei film in sé o di Hugh Jackman nei panni di Wolverine…
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?
Sogni, ancora troppi e forse è troppo tardi per alcuni di essi: ricominciare a cantare un po’ sul serio, in maniera continuativa, per esempio. Ho interrotto l’attività per via delle gravidanze, e rientrare nel giro adesso è durissima!
Riuscire a tirare su le bambine come si deve, questo è un obiettivo fondamentale.
Per la letteratura (uh, che parolone!): non ho ancora conferme quindi è tutto ufficioso, ma dovrebbe uscire un mio romanzo breve, genere fantastico, per le Edizioni Scudo, in pdf scaricabile gratuitamente da internet. Credo che sia una bella iniziativa.
Vorrei riuscire a terminare la prima stesura del mio primo romanzo fantasy entro la fine dell’anno, così poi comincio le revisioni e fra un paio d’anni cercherò un editore (se la 0111 Edizioni mi vuole ancora, allora sono già a posto!).
Sicuramente mi piacerebbe organizzare qualche altra presentazione de “L’erede di Vitar”, giusto per gironzolare un po’ nella nostra bella penisola.
Quando sarò riuscita a finire, mi aspettano alcuni racconti lasciati a mezzo e altri tre romanzi, uno completo (manca solo che lo scriva, in testa è tutto pronto), e due ancora un po’ embrionali.

Se vincessi al Superenalotto potrei chiedere il part-time e avrei più tempo a disposizione. Però prima bisogna che mi ricordi di giocare la schedina…

IN BOCCA AL LUPO, ALLORA… SCHEDINA COMPRESA!

13/07/2009, Davide Longoni