VIAGGI NEL TEMPO

Viaggiare nel tempo è sempre stato uno dei sogni dell’uomo moderno: poter vedere di persona gli eventi del passato e constatare realmente come sono andate le cose oppure avere la possibilità di scrutare il futuro per sapere come andranno le cose. Comunque si guardi la cosa, il viaggio nel tempo è dettato dalla curiosità di toccare con mano la Storia, quella con la “s” maiuscola, che sia già avvenuta o che ancora debba avvenire ed è sicuramente una delle più grandi sfide dell’uomo, fin dai tempi della teoria della relatività di Einstein… fin dai tempi della macchina del tempo ideata dallo scrittore Herbert George Wells!
Il romanzo di Wells, pubblicato nel 1895, è ambientato sul finire dell’Ottocento: qua troviamo uno scienziato che dice di aver inventato, utilizzando le sue conoscenze di fisica e di meccanica, una macchina in grado di spostarsi in avanti nel tempo, senza però mai muoversi nello spazio. Deciso a provarla di persona, l’uomo si ritrova nell’anno 802.701 e scopre che l’umanità è divisa in due razze: i pacifici e gentili Eloi, con i quali stringe subito amicizia, in particolare con la giovane Weena, e gli spietati e antropofagi Morlock, che gli hanno rubato la macchina del tempo, senza la quale non può più far ritorno a casa. Dopo vari scontri con questi esseri, lo scienziato si addentra nella roccaforte dei Morlock e, grazie anche al sacrificio della ragazza che ha conosciuto, rientra in possesso del suo mezzo e riparte, ma si ritrova ancor più nel futuro, dove vede la fine del pianeta: terre desolate illuminate da un sole rosso fuoco dove la vita non esiste più. Finalmente lo scienziato riesce a tornare a casa, racconta la sua storia e poi riparte a vagare nel tempo senza più far ritorno.
Nelle due versioni cinematografiche ispirate al romanzo troviamo qualche aggiunta: in “L’uomo che visse nel futuro” di George Pal, del 1960, lo scienziato attraversa anche le epoche della Prima e della Seconda Guerra Mondiale e gli anni poco seguenti fino a una ipotetica Terza Guerra Mondiale scoppiata nel 1966, mentre in “The Time Machine” di Simon Wells, del 2002, lo scienziato in un primo momento tenta di salvare dalla morte la sua fidanzata, tornando indietro nel tempo, ma, quando si rende conto che non si può cambiare il passato, allora decide di abbandonare tutto e tutti e di rivolgere la sua attenzione al futuro. Dopo aver attraversato varie epoche si ritrova negli anni Trenta del 2000 in cerca della risposta alla domanda: “Perché non si può cambiare il passato?”. Non trovando niente in proposito, decide di spingersi ancora oltre, ma un disastro di grandi proporzioni, per la precisione lo sgretolamento della luna, lo costringe a ripartire e sballottato nel flusso del tempo si ritrova nell’anno 802.701.
Un altro film che si ispira al capolavoro di Wells, ma che poi prende una piega completamente diversa, è “L’uomo venuto dall’impossibile” di Nicholas Meyer, del 1979, in cui ritroviamo lo stesso scrittore che si presuppone abbia realmente inventato la macchina del tempo. Purtroppo se ne impossessa nientemeno che Jack lo Squartatore che fugge negli anni Settanta e continua la sua opera di violenza iniziata nel famigerato quartiere di Whitechapel: a Wells non resta che inseguirlo e tentare di fermarlo.
Se escludiamo “Un americano alla corte di Re Artù” di Mark Twain (in cui il protagonista non sa bene come sia arrivato indietro nel tempo, salvo poi scoprire che è opera della magia) e il “Canto di Natale” di Charles Dickens (in cui potremmo più che altro parlare di un viaggio immaginario e ipotetico nel tempo), “La macchina del tempo” di Wells è stato sicuramente il primo romanzo di fantascienza a proporre il tema del viaggio nel tempo con l’utilizzo di un mezzo meccanico. Vero è che da quel momento in poi moltissimi sono stati gli scrittori che si sono cimentati con l’argomento. In ordine sparso citiamo: Robert A. Heinlein, Ray Bradbury, Isaac Asimov, Jack Finney, Poul Anderson, Larry Niven, Connie Willis, Kage Baker, Michael Crichton, Cecilia Randall… giusto per dirne qualcuno. E non possiamo non segnalare anche “Viaggio nel tempo”, uno dei libri della saga di Geronimo Stilton, amatissima dai bambini, in cui l’investigatore e la sua famiglia vengono catapultati dal professor Volt nella preistoria, nell’antico Egitto e nel Medioevo.
Tornando a parlare di cinema, moltissime sono state le pellicole dedicate all’argomento. La prima in assoluto a parlare di viaggi e paradossi temporali, precedente perfino alla versione cinematografica del capolavoro di Wells, è stata “Mondo senza fine” di Edward L. Bernds, del 1956, in cui un gruppo di astronauti, di ritorno dalla prima missione umana su Marte, si trova risucchiato all’interno di un vortice del tempo e viene catapultato nel ventiseiesimo secolo in una Terra devastata dalle guerre atomiche. Anche nella saga de “Il pianeta delle scimmie” troviamo un astronauta che tornando da un volo spaziale si ritrova nel futuro del nostro pianeta, ma, in questo caso dopo l’olocausto nucleare, quando le scimmie si sono evolute a tal punto da prendere il sopravvento sull’uomo diventando i detentori della civiltà.
Nei due film dedicati invece a “The Philadelphia experiment” si fa riferimento non più a salti nel tempo a causa della differenza di percezione che se ne ha nello spazio, ma a un presunto esperimento di teletrasporto dell’esercito statunitense durante la seconda guerra mondiale: qui troviamo infatti un soldato che, a seguito di alterazioni del tessuto temporale con dei campi magnetici, dal 1943 si ritrova catapultato improvvisamente nel 1984. Anche nella serie di “Terminator” è l’uomo ad aver creato, in qualche modo, il viaggio nel tempo, ma stavolta siamo di fronte a un salto all’indietro, nel passato direttamente da un futuro molto lontano in cui le macchine dominano il pianeta, nel tentativo proprio di cambiare la storia e scongiurare i terribili fatti a venire. Stesso discorso per il viaggio nel tempo effettuato dall’Enterprise nel film “Star Trek IV: Rotta verso la Terra”, che torna indietro nel Ventesimo secolo per scongiurare un pericolo del futuro, ma anche stavolta il viaggio avviene attraverso una curvatura nello spazio. Sempre nel passato si ritrovano anche i protagonisti di “Timeline” (romanzo di Michael Crichton trasformato in film da Richard Donner): qui abbiamo un team di archeologi che, tramite la macchina dl tempo, deve andare nel Medioevo a salvare il padre di uno di questi, persosi nel passato a seguito di un viaggio precedente.
In “Navigator – Un’odissea nel tempo” il passaggio temporale avviene ancora nel Medioevo, ma stavolta all’inverso e viene effettuato da uno sparuto gruppetto di uomini del passato che, attraverso una voragine nel terreno, si ritrova catapultato nell’era moderna per trovare un rimedio per sopravvivere alla Peste Nera. Ancora un salto nel futuro è quello che possiamo vedere in “Freejack – In fuga nel futuro”, dove un uomo viene rapito dal passato per fungere da nuovo corpo per menti di ricchi potenti del futuro che vogliono assicurarsi l’immortalità.
Un capitolo a parte lo meritano i film in cui ritroviamo poliziotti che viaggiano nel tempo: in “Demolition man” tramite ibernazione per fermare un delinquente del passato liberatosi accidentalmente dalla criogenesi in un futuro dove il crimine non esiste più; in “The One” troviamo un corpo speciale di polizia che vigila sui viaggi nel multiverso; in “Timecop” un poliziotto viaggia avanti e indietro nel tempo per salvare la moglie e fermare un criminale; mentre in “Deja vu – Corsa contro il tempo” un agente tenta di fermare una strage tornando indietro nel tempo.
Anche le commedie si sono spesso ispirate ai viaggi nel tempo, regalandoci perle come “I banditi del tempo” di Terry Gilliam o la trilogia di “Ritorno al futuro”, senza dimenticare “Sbucato dal passato” (in cui torna il tema dell’ibernazione), la saga francese de “I visitatori” (con ancora dei viaggiatori temporali dal Medioevo a oggi) e i due film italiani “A spasso nel tempo” (in cui i protagonisti tornano nel passato per assistere a diverse vicende storiche rivisitate in chiave comica).
Molto particolari sono i due viaggi nel tempo de “L’armata delle tenebre” (terzo capitolo della serie “Evil dead” conosciuto in Italia come “La casa”) e de “L’esercito delle 12 scimmie”, sempre di Gilliam. Nel primo troviamo Ash, il protagonista, che si ritrova nel passato (ancora il Medioevo) per fermare un’armata inferocita di demoni a colpi di motosega, mentre nel secondo un pazzo (o presunto tale) afferma di provenire da un futuro in cui la popolazione è stata decimata da un virus letale e che è stato inviato nel passato per scongiurare il contagio e quindi la fine dell’umanità.
Anche l’amore è stato oggetto spesso e volentieri di viaggi nel tempo: in “Frequency” un padre e un figlio separati dal tempo, ma uniti da un collegamento radio, riescono a salvarsi la vita e a incontrarsi indenni nel futuro, mentre ne “La casa sul lago del tempo” è un’abitazione a far da tramite tra due innamorati persi uno nel passato e l’altro nel futuro; in “Always – Per sempre” torna il tema dell’ibernazione, mentre in “Kate & Leopold” assistiamo a un amore vissuto tra presente e passato tramite un vortice temporale, tema che viene reso meglio e ampliato, basandosi anche su presunte teorie scientifiche, nei due capitoli di “The butterfly effect”.
La televisione è spesso tornata sul tema dei viaggi nel tempo con telefilm come “Kronos - The time tunnel”, “Doctor Who”, “Quantum leap – In viaggio nel tempo” e “Seven days”.
Perfino il fumetto non si è esentato dal trattare l’argomento: gli X-Men, Hulk, Dylan Dog, Martin Mystere e Nathan Never spesso hanno avuto a che fare con il tempo e i suoi paradossi.
Un capitolo a parte merita “L’eternauta” di Hector Oesterheld e Francisco Solano Lopez, in cui si raccontano le peripezie di Khruner, il vagabondo dell’infinito, il pellegrino dei secoli, l’eternauta appunto, alla ricerca della sua epoca perduta dopo essersi imbattuto in un manufatto alieno durante la più grande e memorabile invasione extraterrestre della storia del fumetto, iniziata semplicemente con una nevicata.
Tracce di viaggi nel tempo le troviamo infine anche negli anime giapponesi: uno su tutti il serial delle Time Bokan, ovvero le macchine del tempo, e Dragonball Z, in cui si scopre che Trunks proviene dal futuro.
Insomma, di strada ne è stata fatta parecchia in poco più di cento anni, da quando Wells ci ha regalato il suo capolavoro “La macchina del tempo” e adesso, dopo che la fantasia ci ha fatto viaggiare in lungo e in largo per le epoche del passato e del futuro, anche la scienza sta prendendo in considerazione l’argomento: chissà che realmente prossimamente non si diventi tutti viaggiatori del tempo, un po’ come è successo a John Titor… ma questa è un’altra storia!
03/02/2009, Davide Longoni