STRANE FERITE

E’ tornato dopo un po’ di assenza, mentre impegnava il suo tempo come curatore di altri autori, il nostro amico Stefano Fantelli, questa volta ancora in veste di scrittore con il volume “Strane ferite” (15 euro), edito da Cut-Up nella collana “Strade perdute” e disponibile anche sul circuito Ibs.

I sogni neri e viscidi di Valentina, le canzoni paradossali di Alice, Fabrizio e il suo odio disperato per l’attrice Maya Murna, e ancora, un’astronave, un Babbo Natale telepatico e una bomba che sta per esplodere. In questa nuova favola dell’orrore dell’autore più visionario degli ultimi tempi, troviamo un’umanità fatta a pezzi che penetra le viscere della terra per risalire dall’inferno delle sue solitudini.

Di lui hanno detto: “Stefano Fantelli evoca mondi incredibili, deliranti squarci nella realtà, finestre su altre vite (im)possibili. Con l’abilità di un alchimista mescola orrore e amore. E cattura fino in fondo”. Antonio Tentori.

“Quando l’immaginario si veste di colori sgargianti e la metafora diventa costruttiva. Quando tutto si perde dentro dimensioni aperte, dove la fantasia sgocciola come se fosse sangue. Stefano Fantelli, che altro?”. Gianfranco Nerozzi.

Strane ferite è una follia quotidiana in cui è impossibile non perdersi. Munitevi di bussola e cominciate a leggere!”. Alda Teodorani.

E come se non bastasse il libro è anticipato dalla prefazione di Danilo Arona:

“IL WASTELAND STA ARRIVANDO

Un romanzo così non l’avete mai letto.

Un autore così non l’avete mai conosciuto.

Per concedermi un paragone che ne renda minimamente l’idea, devo rifarmi in modo ingeneroso a un mio Alter Ego che si chiama Morgan Perdinka e che così sbottava, tronfio di presunzione, ne L’estate di Montebuio:

«I film di David Lynch fanno paura, vera paura. Lui è l’unico regista che gira in base alla teoria dei quanti. Nel campo unificato ogni idea è collegata all’altra. Scrivere un film scena per scena senza la più pallida idea di dove vada a finire… Cazzo, questa è purissima paura. Un giorno ce la farò a scrivere un libro così.»

Morgan Perdinka, scrittore, si sarebbe ucciso da lì a pochi giorni. Io non ho mai capito francamente perché. Aveva tutto quello che io, che non sono invidioso di nessuno al mondo, avrei potuto invidiargli: viveva scrivendo libri horror che svettavano ai primi posti delle classifiche, si accoppiava con la sua figherrima agente, possedeva un’isoletta privata nel Mediterraneo. Eppure Morgan si sarebbe ucciso.

Perché?

Forse, tra Montebuio e Milano, da una cronofessura era schizzato fuori questo libro di Stefano “El Brujo” Fantelli, proveniente dal futuro. E Morgan capiva che qualcuno, non uno da poco, ci stava arrivando prima di lui. In verità i Re (soprattutto dell’horror) stanno lì per essere detronizzati. Morgan non avrebbe retto con sufficiente classe al colpo di stato.

In verità il paragone con Lynch, se riferito a Stefano, rende solo una idea. Perché io, dopo la prima lettura (ne servirà un’altra, di sicuro), ho nella testa immagini e nomi che mi girano vorticosamente, però non voglio qui abbandonarmi al solito, ritrito gioco dei riferimenti. Fatelo voi: di ospiti virtuali sulla graticola del lettore onnivoro ce n’è una discreta serie. Ma poi ognuno si porta dentro i propri fantasmi. Che in questo caso chiamato “Strane ferite” (e già il titolo v’imporrà di ragionarci su…) troveranno degli ottimi agganci per apparire e interagire con quelli dell’autore.

Stefano è uno scrittore impressionante.

Nel senso più genuinamente tecnico della parola.

Più che mai in questo libro. Il suo terzo, se non vado errando e se escludo la graphic novel “El Brujo Grand Hotel”. I primi due s’intitolavano “Alla fine della notte” e “Dark Circus”, ovvero – per citare Nero Nerozzi che scrisse l’introduzione per il secondo – raccolte di “favole” (e che altro?). Ma già favole “impressionate” su una sinistra lastra nerastra che erano autentici stacchi di orrore, come un respiro asmatico in piena crisi di mancanza d’aria. Uno stile convulsamente controllato, ma che nella sottile arte del controllo – la distillazione delle parole giuste al momento giusto – arrivava a toglierti il respiro. Su un tappeto di idee autenticamente nuove, per quanto si possa essere “nuovi” in un genere autoreferenziale quale il gotico contemporaneo.

Con “Strane ferite” il Gioco degli Stacchi Impressionanti arriva al suo affascinante limite estremo. In una martellante serie di flash brevi e serrati – Impressioni di Dicembre? – El Brujo vi scaraventerà in un mondo di cui non sospettavate neppure l’esistenza e per un po’ non vi porrete neppure il problema di quel che sta accadendo.

Perché sta accadendo. E non è un mondo lontano, onirico, riemergente dal Buio. E’ qui, siamo noi, è l’Italia. Altro che giochini: questo è puro genio.

Personaggi indimenticabili che, una volta piazzatisi dentro, non ti mollano più. L’Apocalisse sinergica delle menti. La follia che cambia maschera a seconda di chi la deve indossare (la Maschera o la Follia?). Un Male fisico e ripugnante che neppure Cronenberg reggerebbe a lungo, forse Burroughs… (ecco, ci sono cascato!). La Fine del Mondo che avanza, eppure c’è una fessura da qualche parte attraverso la quale ci si può salvare.

E poi c’è Valentina… Eh, scusate. Ma di Valentina ci si può solo innamorare. Lei è il più incredibile personaggio dell’horror italiano degli ultimi anni. Della Wasteland che sta per attecchire nel mondo come un tumore terracqueo Valentina è la Bimba-Orco che ti trascina nell’Altrove che è già qui, in mezzo a noi. E tu in quell’Altrove ci entri con somma, determinata convinzione perché è Lei che ti prende per mano. La ami mentre dice cose terrificanti come: “Quegli alberi mi sembra siano più vicini di quanto non lo fossero ieri” e “Ho sognato il Wasteland, sta arrivando!”

No, un romanzo così non l’avete mai letto”. Danilo Arona.

La movimentata biografia di Stefano Fantelli è un lungo, interminabile sentiero selvaggio che comprende le professioni di barman, lucidatore di bare, operatore sociale, sparring partner per pugili, pugile lui stesso, progettista elettronico, segretario d’albergo, lanciatore di coltelli, scaricatore di acqua minerale. Tutti mestieri che lo hanno arricchito di storie e di personaggi. Nonostante da bambino gli sia stato detto ripetutamente di non inventare le cose, si ostina a voler fare lo scrittore di professione. E’ ossessionato dalla scrittura in ogni sua forma di linguaggio, da quello della narrazione a quello delle canzoni, da quello cinematografico a quello del fumetto. Ha all’attivo più di cento pubblicazioni apparse su numerose riviste e antologie. “Tante parole” dice. E altre se le è fatte tatuare sul corpo, ma non in punti troppo visibili. “Un libro di carne, una stele umana”. Ha pubblicato le raccolte di racconti “Alla fine della notte” (Mobydick, 2003) e “Dark Circus” (Cut-Up, 2009), la graphic novel “El Brujo Grand Hotel” (Cut-Up, 2010) e il romanzo “Strane ferite” (Cut-Up, 2012). Il suo e-book “Bambine cattive” (La Tela Nera, 2004) scaricabile dal sito www.latelanera.com ha avuto più di 50.000 download. E’ il curatore della collana di graphic novel “Neverland” per Delos Books. Non si sa nulla di ciò che tiene seppellito in giardino… e non ci teniamo a scoprirlo.

Buona lettura… se ci riuscite!

Davide Longoni