LA MASCHERA DEL MALE

Il Foglio Letterario edizioni, associazione culturale, presenta un’interessante novità nella sua collana dedicata al cinema, un libro imperdibile per tutti gli appassionati di horror: stiamo parlando di "La maschera del male – Il cinema di Rob Zombie” di Francesca Lenzi (190 pagine; euro 15,00) con prefazione di Fabio Zanello e postfazione di Andrea Fontana.
Con solo tre film all’attivo Rob Zombie è riuscito ad imporsi sul palcoscenico cinematografico come autore in grado di rompere gli schemi della banalità del genere horror, respirando l’inestimabile aroma di capolavori del passato, felici ispirazioni per una nuova ed autentica poetica. “La maschera del male” è la forma visiva peculiare, la firma estetica, l’impronta artistica dell’eclettismo suadente, spontaneo, sfrontato, espressione dell’orrore traboccante e malsano, morboso e sarcastico di Zombie; il saggio, prima monografia italiana a lui dedicata, si propone quale studio puntuale ed appassionato sulla sua opera. 
Le illustrazioni presenti nel libro sono state realizzate dall’autrice Francesca Lenzi, che tra l’altro non è nuova a libri del genere, avendo già pubblicato “Inferno - Dario Argento da Suspiria alla Terza Madre (edizioni Profondo Rosso, 2008).
“La maschera del male sarà presentato venerdì 24 ottobre alle ore 17.30 alla libreria “La Bancarella” di Piombino.
Ma il Foglio Letterario non si ferma qua: ci sono moltissimi altri libri interessanti nella collana dedicata al mondo del cinema da poco usciti.
Il primo che vi presentiamo è “I dannati e gli eroi – Il cinema di Guillermo Del Toro” di Alessio Gradogna (euro 15,00 – pag. 200).
Da “Cronos” a “Hellboy”, da “Blade 2” a “Il labirinto del fauno”, la filmografia di Guillermo Del Toro è una tela ricoperta di mille colori e di infinite sfumature. Un quadro in cui trovano spazio l’estetica del fumetto, il videogame, l’omaggio ai grandi maestri, la frenesia del cinema post-moderno, e al contempo il dramma storico e sociale e la sensibilità umanistica del puro cinema d’autore. Del Toro è uno dei registi più intriganti usciti allo scoperto negli ultimi anni; questa monografia, la prima in Italia a lui dedicata, analizza dettagliatamente tutti i suoi lavori. L’autore èAlessio Gradogna, giovane critico cinematografico collaboratore di “Sentieri Selvaggi” ed “Effetto Notte”, vincitore nel 2004 del premio nazionale di critica “Giovane e Innocente”. Nel 2006 ha pubblicato (con Fabio Tasso) il libro “Tokyo Syndrome – Le nuove frontiere dell’horror giapponese”, edito da Falsopiano.
Il secondo libro di cui parliamo è “ANIME – Storia dell’animazione giapponese 1984 – 2007” di Andrea Fontana e Davide Tarò (euro 15,00; pag. 230) con prefazione di Enrico Azzano e contributo di Stefano Gariglio.
Il volume vuole essere un approfondimento multiprospettico su uno dei fenomeni più importanti degli ultimi decenni: l’animazione giapponese (chiamata appunto anime). Il libro è tra i primi ad analizzare lo stratificato mondo degli Anime sotto una luce puramente critica, abbracciando non solo il mercato cinematografico ma anche quello televisivo e degli OAV. Nel dar corpo a questa analisi, gli autori hanno affrontato numerosi titoli, apparsi in più di vent’anni di animazione, alcuni inediti, cercando di fornire le giuste coordinate per giostrarsi all’interno di una dimensione visiva così ampia e a più livelli. Per fare ciò si è partiti dal 1984, anno di fondazione dello Studio Ghibli, che sarà padre di gioielli quali “La città incantata” e “Il Castello errante di Howl”, nonché anno del primo prodotto destinato al solo mercato Home Video (OAV), arrivando sino ad oggi. Si sono tracciate le tappe più importanti, coinvolgendo nomi di grande spessore: da Hayao Miyazaki a Isao Takahata, da Katsuhiro Otomo a Mamoru Oshii, da Satoshi Kon fino ad arrivare a Hideaki Anno, tutti registi in grado di segnare un’epoca con lavori quali “Akira”, “Tonari no Totoro”, “Ghost in the shell”, “Tokyo Godfathers”, “Neon Genesis Evangelion” e via dicendo. Un volume unico, raro, indispensabile per chiunque voglia ulteriormente approfondire, o solo scoprire, quel meraviglioso universo colorato di nome Anime.
Terzo libro della collana cinema del Foglio Letterario che vi segnaliamo è “Il cinema di Sam Raimi” a cura di Fabio Zanello (euro 12,00; pag. 160).
Da regista di culto  nell’horror per la trilogia “Evil Dead”, Sam Raimi si è progressivamente dimostrato negli anni un regista dal talento così inventivo e visionario da coniugare la classicità con il postmoderno negli altri generi cinematografici da lui affrontati: dal western (“Pronti a morire”) al noir (“Soldi sporchi”), dal supernatural thriller (“The Gift”) alla consacrazione definitiva con la fortunata saga di “Spider-Man” che oltre ad aver visualizzato l’umanesimo del fumetto Marvel, ha sancito un’autorialità immune alle costrizioni hollywoodiane. Il volume comprende saggi di Massimiliano Spanu, Luca Bandirali, Enrico Terrone, Fabio Zanello, Rebecca Dezzani, Laura Messina, Elisa Grando, Federico De Zigno, Domenico Monetti, Sabrina Negri, Michele Tosolini e Simona Giordano.
Proseguiamo questa carrellata di segnalazioni con il libro “Filmare la morte – Il cinema horror e thriller di Lucio Fulci” di As Chianese e Gordiano Lupi (euro 12,00; pag. 150).
Un libro sul cinema horror e thriller di Lucio Fulci che esce a dieci anni dalla morte di uno dei nostri registi più importanti e meno considerati dalla critica ufficiale. Chianese e Lupi lo hanno scritto da cinefagi più che da cinefili e la loro critica è supportata da altre critiche, per fornire una visione completa dell’iter fulciano del brivido. Lucio Fulci è un cineasta completo che ha lasciato un segno indelebile nel cinema di genere italiano, affrontando ogni tipo di pellicola senza pregiudizi e con la massima professionalità, lottando sempre con budget ristretti e con produttori taccagni. Dalle sceneggiature per Steno e i primi film con Totò alla saga di Franco e Ciccio ai film erotico-maliziosi per finire ai rinomati thriller e horror, il tratto distintivo è un’originalità che salta all’occhio persino del profano. “Filmare la morte” si occupa soltanto del cinema “de paura” di Fulci e solo marginalmente affronta il discorso erotico, comico e apocalittico.
Sempre per restare in tema horror, ecco “Herschell Gordon Lewis: The Gorefather” di Michele Tosolini (euro 15,00; pag. 227;50 illustrazioni in  b/n) con prefazione di Alberto Farina e postfazione di Roberto Curti.
La prima guida in Italia al cinema di H.G. Lewis, padre del gore cinematografico. Il libro contiene una intervista dell’autore a H.G. Lewis e un’intervista esclusiva a Tim Sullivan. Herschell Gordon Lewis dava la ciccia, sfacciatamente e onestamente, con quello sguardo privo di timidezze che distingue il 99 per cento del cinema pornografico. [...] Con “Blood Feast” inaugura con successo la sua pornografia dell’orrore (Alberto Farina). Strano destino, quello di essere studiato come un auteur a tutti gli effetti, per un regista che dichiarava di compatire il cinema come forma d’arte e coloro che spendevano tempo e denaro per una tale «immatura filosofia» (Roberto Curti).
Terminiamo le segnalazioni sulla collana di cinema del Foglio Letterario con il libro “Il cinema di Mel Gibson” a cura di Fabio Zanello (euro 12,00; pag. 160).
Una raccolta di saggi sul cinema di un attore regista di indiscusso talento ma che ha fatto molto discutere con il recente “Passione di Cristo”. Molte firme importanti contribuiscono a fare di questo libro un gioiello irrinunciabile per gli appassionati di cinema. Gibson viene sviscerato come attore e come regista e ogni sua opera è sezionata e raccontata a dovere.
Concludiamo parlando proprio di “CINEMA – Split Screen”, la collana di cui fanno parte tutti i libri sopraccitati, il cui direttore è Fabio Zanello.
La collana, curata come dicevamo dal giornalista e critico cinematografico Fabio Zanello, prende il nome dal quel tipo di  montaggio, dove l’inquadratura suddivide lo schermo in due o più parti, rintracciabile in film come “Il caso Thomas Crown” (1968) di Norman Jewison, “Woodstock” (1970)di Michael Wadleigh, “Il fantasma del palcoscenico” (1974) di Brian De Palma e “Kill Bill Vol.1” (2003) di Quentin Tarantino. Questa collana comprende volumi monografici dedicati ai personaggi cinematografici più complessi, multiformi, innovativi e contradditori che hanno segnato la storia della cinematografia degli ultimi decenni. I libri includono una raccolta di saggi scritti dai migliori nomi della nuova critica italiana, dove la molteplicità di approcci nei confronti dell’oggetto trattato, si prende l’impegno di rendere accessibile a un pubblico il più cospicuo possibile ogni chiave di lettura.
Dunque, qualunque libro decidiate di acquistare… buona lettura!
17/09/2008, Davide Longoni