SERGIO VALZANIA

Scrittore, giornalista, saggista, uomo della radio (è stato vicedirettore di Radio Rai e direttore di Rai Radio 2 e 3): questo e molto altro è Sergio Valzania, una persona molto eclettica (e molto impegnata) che vale veramente la pena di conoscere… e naturalmente siamo qui a darvene la possibilità.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È SERGIO VALZANIA?

Un signore di sessant’anni con un po’ di pancetta. Diventato nonno da pochi mesi.

DICIAMO CHE LA TUA ATTIVITA’ SI DIVIDE IN DUE RAMI: LA RADIO E LA SCRITTURA. PARTIAMO DA QUEST’ULTIMA: COME HAI COMINCIATO A SCRIVERE?

Come tutti a scuola. Poi è venuto il periodo della fascinazione, dell’ambizione al giornalismo e alla scrittura anche più impegnativa dei libri. L’aspetto centrale che riconosco adesso è quello dell’autoterapia. So che molti psichiatri consigliano ai loro pazienti di scrivere per guadagnare in serenità. Su di me ho l’impressione che funzioni. Certo è faticoso e allora per proseguire nella cura occorre organizzare l’attività, dargli senso, continuità. Tutti siamo vanitosi e quindi si scrive per essere pubblicati e letti. Altrimenti non ne sarei capace.

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI CUI SEI PIU’ LEGATO?

Tutti i figli hanno pari dignità. Semmai posso dire che mi è capitato di rileggere con piacere la “Trilogia di Keerg”, anche se penso i testi meglio riusciti siano quelli di storia. Arriverei a vantare un qualche talento nel genere, o almeno una grande passione. Mi piace analizzare le situazioni, immedesimarmi in esse e cercare di capire perché è successa una cosa e non un’altra.

NONOSTANTE PREDILIGI SCRIVERE LIBRI LEGATI ALLA STORIA, CIO’ NON TOGLIE CHE TI CAPITA SPESSO DI OCCUPARTI ANCHE DI NARRATIVA FANTASY, COME NEL CASO DEI RACCONTI CHE ANNUALMENTE PUBBLICHI SULLE ANTOLOGIE “MONDI INCANTATI” DEL “TROFEO RiLL”. QUAL E’ IL TUO RAPPORTO CON IL FANTASTICO?

Un rapporto ottimo. Anche se adesso mi impegno su altri fronti. Per esempio ha scoperto con grande piacere che è uscito in italiano la “Pausa Caffè” di Douglas Adams e l’ho letto con altrettanto grande piacere, anche se avrei da ridire sulla traduzione. Con il tempo però ho dovuto finalizzare le mie letture alla scrittura, nel senso che per scrivere di storia occorre leggere un sacco, quindi non riesco a seguire il fantasy, il cui difetto consiste negli sbalzi violenti di qualità. A fianco di grandi libri si trovano opere veramente scadenti. Rischiare richiede tempo che a me manca. Aggiungo che sono un grande rilettore dei classici che mi sono piaciuti. Sono molto grato a RiLL che mi spinge a scrivere tutti gli anni qualche cosa di fantastico, mi diverte molto.

E CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Mi pare una delle più libere. Quando ti serve un pezzo per il tuo racconto te lo inventi e ogni lettura o esperienza può essere tradotta in linguaggio fantasy. Forse questo è l’aspetto che mi piace di più, la trasfigurazione in fantasy di persone e luoghi che rimangono riconoscibili, almeno per l’autore. Jack Vance era un maestro in questo tipo di operazioni.

DURANTE LA TUA CARRIERA HAI SCRITTO RACCONTI E LIBRI DI VARIO TIPO: A QUALE GENERE TI SENTI PIU’ LEGATO E PERCHE’?

Le differenze di genere sono più formali che sostanziali. Un buon libro di storia deve essere ben scritto e stimolare emozioni quanto un romanzo d’amore. Con la storia mi viene più facile, la fatica si distribuisce meglio fra studio delle fonti e redazione dal testo. Adesso mi sto cimentando con il giallo e mi sono accorto che l’organizzazione del lavoro è del tutto diversa: bisogna studiare separatamente ogni passaggio mentre si mantiene una visione d’insieme per non procedere a caso. Interessante. E faticoso.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

Dappertutto. Dalle letture, dai viaggi, dalla vita di ogni giorno, dalle persone che incontro. La narrativa è sempre trascrizione della realtà che ci circonda in chiave autobiografica. Quando scrivo presento il mio punto di vista su quello che vedo. Niente di più.

HAI SCRITTO SIA RACCONTI CHE ROMANZI: IN QUALE FORMA DI ESPRESSIONE TI TROVI PIU’ A TUO AGIO?

Non saprei come rispondere. Il racconto ha il pregio dell’agilità, della concentrazione della scrittura, anche della semplicità. Il romanzo consente maggior profondità, più gioco di fantasia, è uno strumento narrativo molto più potente. Nei due casi ho però una campionatura scarsa. Non più di tre romanzi editi e una quindicina di racconti. Pochi per parlare di trovarsi a proprio agio.

OLTRE CHE SCRITTORE, DA ANNI TI OCCUPI ANCHE DI RADIO. VUOI PARLARCI DI QUESTA ESPERIENZA?

In due parole posso solo dire che è stata un’esperienza bellissima, con un sacco di incontri con persone di grande valore. Ho potuto cimentarmi con esperienze che altrimenti mi sarebbero rimaste ignote. Una fra tutte quella dei pellegrinaggi a piedi. Un’altra quella con Fiorello e Baldini. Per uno che fa il mio lavoro è bello trovarsi al centro del sistema dello spettacolo italiano.

COME VEDI IL FUTURO DELLA RADIO?

Il difficile è dire che cosa sia la radio. La tecnologia moderna, con la digitalizzazione, ha mescolato i vari media. Penso comunque che qualcosa da ascoltare ci sarà sempre.

E LA RADIO DEL FUTURO?

Sarà sempre bella e un po’ più intelligente delle televisione, per quanto possano cambiare tutte e due.

DA QUALCHE ANNO SEI ANCHE TRA I GIURATI DEL “TROFEO RiLL”. VUOI PARLARCI DI QUESTA ESPERIENZA?

Molto gratificante. Vado al mare con i dieci racconti finalisti. Che sono sempre di una certa qualità, e mi viene offerta l’occasione per leggerli con calma, godendomeli. Mi sono accorto che il mio favorito non vince mai, e questo mi fa temere di avere gusti minoritari.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Hesse, Douglas Adams, Dick, Heinlein, Herbert, Tucidide, Canfora, Cardini, Barbero, Mann, Rex Stout, Cervantes, Unamunno, Duby, Cipolla, Jane Austin. Sicuramente ne ho dimenticati parecchi, mi scuso con loro.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM, CHE CI DICI?

I miei preferiti sono “Il Grande Freddo” e “Il Vento e il Leone”, ma se capita in tv “Grand Prix” lo rivedo volentieri.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Per il futuro ho in cantiere un giallo ambientato sul Monte Athos per la narrativa, un pellegrinaggio a Gerusalemme, attraversando l’Italia da Roma a Brindisi a piedi, per la radio e un libro sulla responsabilità dell’Italia nello scoppio della Prima guerra mondiale insieme a Franco Cardini per la storia. Se apro il cassetto dei sogni irrealizzati lo trovo piuttosto sguarnito, da questo punto di vista mi reputo un uomo fortunato. Mi piacerebbe avere anche una nipotina, ma non si può chiedere troppo. Anche se, forse…

TI AUGURIAMO CHE ANCHE STAVOLTA IL SOGNO SI REALIZZI! IN BOCCA AL LUPO!

Davide Longoni