ENIGMI DALLO SPAZIO E DAL TEMPO 11

6: VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA – PARTE 03

Nel campo letterario il centro della Terra è sempre stato… al centro di una serie di romanzi di ogni epoca. Eccone alcuni esempi.

Nel 1741, per esempio, con il romanzo “Il viaggio sotterraneo di Niels Klim” (“Nicolai Klimii iter subterraneum”) di Ludvig Holberg, accade che il protagonista Nicolai Klim cade in una caverna mentre la stava esplorando e trascorre molti anni della sua vita sia in un globo più piccolo all’interno della Terra, sia sulla superficie interna del guscio esterno.

Quarant’anni dopo e precisamente nel 1788 ecco la saga “Icosaméron” di Giacomo Casanova, dove ci troviamo davanti a una ponderosa storia in 5 volumi, un’avventura che si dilunga in 1800 pagine e nella quale fratello e sorella cadono all’interno della Terra scoprendo l’utopia sotterranea dei Mégamicri, una razza di nani multicolori ed ermafroditi.

Un altro romanzo precursore della fantascienza dal nome “Symzonia: A Voyage of Discovery” di un certo “Capitano Adam Seaborn” apparve alle stampe nel 1823. Esso riflette ovviamente le idee di John Cleves Symmes, Jr. e alcuni ritennero Symmes il vero autore, che è accreditato in tal modo in una recente ristampa. Altri non sono d’accordo. Alcuni ricercatori dicono che il romanzo fa una voluta satira delle idee di Symmes, e pensano di avere identificato l’autore come uno scrittore statunitense, Nathanial Ames, che scrisse altre opere, tra le quali una che avrebbe potuto fornire ispirazione per “Moby Dick”.

Edgar Allan Poe usò l’idea per il suo romanzo “Storia di Arthur Gordon Pym” (“The Narrative of Arthur Gordon Pym of Nantucket”, 1838) e ne fece riferimento anche in “Manoscritto trovato in una bottiglia” (“Ms. found in a bottle”, 1833) e “L’incomparabile avventura di un certo Hans Pfaall” (“The unparalleled adventure of one Hans Pfaall”).

Jules Verne, che nelle proprie opere non si allontanava spesso dai limiti della plausibilità scientifica, utilizzò l’idea di una “Terra cava” nel suo romanzo del 1864 “Viaggio al centro della Terra” che fu sfruttato parecchio nella cinematografia fantastica e di fantascienza.

La Razza Futura” o “La Razza che verrà” (“The coming Race”) è un romanzo del 1871 dovuto a Edward Bulwer-Lytton e descrive un mondo sotterraneo scoperto dal protagonista della narrazione, mentre esplora una miniera. In esso vive una razza superiore che conduce un’esistenza “utopistica” grazie al possesso di una energia invincibile e inesauribile, che può essere guidata con il pensiero e per mezzo della quale ogni cosa è possibile.

Il romanzo di James De Mille “A Strange Manuscript Found in a Copper Cylinder” (1888) è una satira vittoriana di una società invertita all’interno della “Terra cava”.

“The Land of the changing Sun “di Will N.Harben è del 1894 e narra la storia di un americano e di un inglese che subiscono un incidente su un’isola in mezzo al mare e sono presto salvati e portati in una terra misteriosa via sottomarino. Il libro racconta le storie parallele dei due uomini: l’inglese che trova il favore dell’autoritario re di quella terra e l’americano che viene bandito nel deserto e lasciato morire. Si scopre che la terra è un mondo sotterraneo e il “Sole” è una luce elettrica gigante che cambia colore a ogni ora. In caso di disastro, i due stranieri sono chiamati ad aiutare gli indigeni a sopravvivere…

Il racconto fantastico “Il dio fumoso” (“The Smoky God”, 1908) di Willis George Emerson narra le avventure di un certo Olaf Jansen che viaggiò all’interno della Terra, trovò una civiltà avanzata e se ne andò. Alcuni hanno ritenuto il romanzo un resoconto veritiero.

Edgar Rice Burroughs scrisse storie avventurose del mondo interno di Pellucidar (tra cui, a un certo punto, la visita del suo personaggio Tarzan). Benché la superficie interna della Terra avesse un’estensione ben più piccola dell’esterno, Pellucidar ha oceani in corrispondenza dei continenti sulla superficie esterna, e viceversa; in tal modo il mondo interno ha una superficie occupata da terre emerse più grande di quello esterno. È abitato da esseri umani primitivi e creature estinte sulla superficie esterna, tra cui i Mahar, creature simili a pterodattili con poteri psichici. Pellucidar presenta un sole interno che non tramonta mai, per cui gli abitanti non hanno mai sviluppato la nozione del tempo.

Il racconto horror “Il tumulo” (“The Mound”, 1930) di Howard Phillips Lovecraft narra di immensi paesaggi e di terribili esseri che vivono da tempi remotissimi nel sottosuolo all’insaputa di tutti, riprendendo in parte le teorie di cui abbiamo parlato.

(11 – continua)

Giovanni Mongini