FANTASCIENZA STORY 242

CHE LA SAGA ABBIA INIZIO (1999) – PARTE 01

MATRIX (Matrix)

La polizia entra in uno squallido portone situato alla periferia di una non ben identificata metropoli. Il loro scopo è quello di arrestare una componente della banda di Morpheus (Laurence Fishburne), Trinity (Carrie-Ann Moss), una terrorista cibernetica.

La ragazza riesce audacemente a fuggire in maniera quasi incredibile subito dopo l’intervento del misterioso Agente Smith (Hugo Weaving) coadiuvato dai suoi colleghi Brown (Paul Goddard) e Jones (Robert Taylor VII).

Seguendo le indicazioni telefoniche di Morpheus, Trinity si dirige verso una cabina telefonica che il gruppo di agenti investe con un camion. Della ragazza nessuna traccia. Gli agenti se ne vanno preparando la prossima mossa.

Thomas Anderson è un hacker, cioè un pirata informatico conosciuto con il nome di Neo (Keanu Reeves).

Il primo fatto strano della serata si verifica sul suo computer quando vi compaiono delle parole misteriose.

Matrix ha te

Segui il Coniglio Bianco

Bussano alla porta. Sono dei suoi clienti ai quali lui consegna un dischetto in cambio di soldi. Poi vede un tatuaggio su una delle due ragazze: un coniglio bianco e si lascia convincere da loro ad andare tutti assieme in un locale notturno dove si trova a colloquio con Trinity.

Trinity: “Per adesso posso solo dirti che corri un grave pericolo, ti ho fatto venir qui per avvertirti.”

Neo: “Di cosa?

Trinity: “Ti osservano, Neo.

Neo: “Chi sono?

Trinity: “Zitto e ascolta… So perché sei qui Neo, so cosa stai facendo, so perché non dormi, so perché una notte dietro l’altra lavori al tuo computer, tu stai cercando lei… lo so perché a suo tempo ho ricercato la stessa cosa, fin quando ho trovato lui. Mi ha detto che non cercavo qualcosa di preciso, ma che cercavo una risposta. È la domanda il nostro chiodo fisso, è la domanda che ti ha spinto fin qui… destino che tu non conosci come non lo conoscevo io…”

Neo: “Che cos’è Matrix?

Trinity: “La risposta è intorno a te, Neo e ti sta cercando e presto ti troverà, se tu lo vorrai…”

Trinity si allontana rapidamente. Il mattino dopo Neo arriva tardi al suo posto di lavoro alla Metacontex, una multinazionale d’informatica e il capo settore gli fa una fredda tirata d’orecchi rispedendolo nel suo box di lavoro. Mentre sta svolgendo i suoi soliti compiti riceve da un corriere una busta che apre perplesso trovando all’interno un cellulare che suona come lo prende in mano.

Neo: “Pronto?

Morpheus: “Ciao Neo, sai con chi parli?”

Neo: “Morpheus…

Morpheus: “Bravo… Ti stavo cercando, Neo. Non so se sei pronto a vedere quello che voglio mostrarti, ma purtroppo abbiamo pochissimo tempo. Stanno venendo da te e non so che intenzioni abbiano.”

Neo: “Chi sta venendo da me?

Morpheus: “Alzati e lo scoprirai.

Neo: “Cosa? Adesso?

Morpheus: “Sì, adesso. Alzati lentamente, guarda l’ascensore.”

Neo vede entrare Smith e i suoi uomini.

Neo: “Cazzo!”

Morpheus: “Esatto.”

Gli uomini con gli occhiali scuri si avvicinano al suo box.

Neo: “Che vogliono da me?”

Morpheus: “Non lo so, ma se non vuoi scoprirlo ti suggerisco di andartene da lì.”

Neo: “E come?”

Morpheus: “Posso guidarti, ma devi fare esattamente quello che ti dirò.”

Neo: “Va bene.”

Morpheus: “Il box davanti a te è vuoto…”

Seguendo le istruzioni di Morpheus, Neo si trova in un ufficio vuoto.

Morpheus: “Bene, adesso fuori dalla finestra c’è un’impalcatura…”

Neo: “E tu come lo sai?”

Morpheus: “Non c’è tempo, Neo. La finestra alla tua sinistra, avvicinati… aprila. Puoi usare il ponteggio per arrivare sul tetto.”

Neo: “No, non se ne parla… Tu sei pazzo!”

Morpheus: “Ci sono due modi per uscire da questo edificio. Uno è grazie al ponteggio, l’altro è in stato d’arresto. Corri comunque un rischio, sta a te decidere.”

Con il cuore in gola e smoccolando in sordina Neo s’inoltra nello stretto cornicione per cercare di avvicinarsi al ponteggio. Il telefono gli cade e capisce di non farcela. Preferisce rientrare, essere arrestato e portato alla centrale dove viene fatto sedere davanti a una scrivania in una stanza. L’agente Smith si siede davanti a lui con in mano una cartella, la apre e ne scorre velocemente i numerosi fogli.

Smith: “Come può vedere dalla quantità di carte la tenevamo d’occhio da diverso tempo, signor Anderson. A quanto pare lei sta vivendo due vite distinte. In una di queste lei è Thomas A. Anderson, programmatore per una rispettabile società d’informatica. È iscritto alla previdenza sociale, paga regolarmente le tasse e… aiuta le vecchiette gettando per loro l’immondizia. Un’altra vita lei la passa al computer, è una celebrità tra gli hacker col soprannome di Neo e di fatto ha commesso ogni crimine informatico concepibile e attualmente perseguito. Una di queste vite ha un futuro, l’altra invece no. Voglio comunque dimostrarmi generoso e disponibile, signor Anderson, lei è qui perché il suo aiuto ci farebbe comodo. Sappiamo che è stato contattato da un losco individuo, da un personaggio che si fa chiamare Morpheus. Quello che lei presume di sapere su quest’uomo è irrilevante. È considerato dalla massima autorità il criminale più pericoloso oggi in circolazione. I miei colleghi pensano che io stia sprecando il mio tempo con lei, ma io sono convinto che lei desidera fare ciò che è giusto e sono disposto a cancellare la lavagna. Potrà ripartire da zero. In cambio io le chiedo una certa collaborazione per assicurare un losco terrorista alla giustizia.”

Neo: “Già… è un offerta molto allettante… Ma io ne ho una migliore… Facciamo così: io le presto il mio dito (il medio è in una posizione inequivocabile) e lei mi fa fare la mia telefonata.”

Smith: “Male, signor Anderson… Sono deluso… molto.”

Neo: “Non mi fanno paura i suoi sistemi da Gestapo. Conosco i miei diritti, voglio fare la mia telefonata.”

Smith: “Mi dica, signor Anderson, a che serve telefonare quando uno non è neanche capace di parlare?”

Smith guarda fisso Neo e la bocca del giovane scompare, come cancellata dal viso. I tre lo immobilizzano sulla tavola.

Smith: “Lei ci darà una mano, signor Anderson, che lo voglia o no.”

Una strana creatura simile a uno scorpione viene fatta crescere e poi uscire da una fiala. L’essere s’infila nel corpo di Neo attraverso l’ombelico. Neo si sveglia all’improvviso nel suo letto. Il telefono suona.

Morpheus: “Questo telefono è sotto controllo perciò devo essere breve. Sono arrivati a te per primi ma hanno sottovalutato la tua importanza, se sapessero quello che so io a quest’ora probabilmente saresti morto. (Dato che sa che il telefono è sotto controllo è proprio necessario dare tutte queste notizie?)”

Neo: “Ma di chi parli? Non capisco… Che volete da me?”

Morpheus: “Tu sei l’Eletto. Vedi, tu hai passato gli ultimi anni a cercare me ma io è una vita, una vita intera che cerco te. Vuoi ancora incontrarmi?”

Neo: “Sì.”

Morpheus: “Allora va sotto al ponte di Adams Street…”

Dopo tutta questa serie d’informazioni date a un telefono sotto controllo, il giovane va all’appuntamento.

La serata è piovosa e Neo viene caricato su una macchina. Trinity gli punta addosso una pistola e lo obbliga a togliersi la camicia. Neo vorrebbe andarsene, ma poi ci ripensa e Trinity gli toglie con un’apparecchiatura lo scorpione e lo getta via. Ora Neo è sicuro di non aver sognato l’incontro con Smith. La macchina prosegue la sua corsa fino a che non si ferma in un androne buio. Neo viene invitato a entrare e, nella penombra della stanza, incontra Morpheus.

Morpheus: “È stata una lunga attesa, lunga ed estenuante… Ti do il benvenuto Neo, sono Morpheus.”

Neo: “È un onore conoscerti.”

Morpheus: “No, l’onore è mio. Prego, vieni… Immagino che in questo momento ti sentirai un pò come Alice che ruzzola dentro la tana del Bianconiglio, eh?”

Neo: “L’esempio calza.”

Morpheus: “Lo leggo nei tuoi occhi. Hai lo sguardo di un uomo che accetta quello che vede solo perché aspetta di risvegliarsi e curiosamente non sei lontano dalla verità. Tu credi nel destino, Neo?”

Neo: “No.”

Morpheus: “Perché no?”

Neo: “Perché non mi piace l’idea di non poter gestire la mia vita.”

Morpheus: “Capisco perfettamente ciò che intendi. Adesso ti dico perché sei qui. Sei qui perché intuisci qualcosa che non riesci a spiegarti, senti solo che c’è. È tutta la vita che hai la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra nel mondo, non sai bene di che si tratta ma l’avverti… è un chiodo fisso nel cervello, da diventarci matto. È questa sensazione che ti ha portato da me. Tu sai di cosa sto parlando…”

Neo: “Di Matrix…”

Morpheus: “T’interessa sapere di che si tratta? Che cos’è?”

Neo annuisce.

Morpheus: “Matrix è ovunque, è intorno a noi anche adesso nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra o quando accendi il televisore. L’avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.”

Neo: “Quale verità?”

Morpheus: “Che tu sei uno schiavo, Neo, come tutti gli altri sei nato in catene, sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore, una prigione per la tua mente. Nessuno di noi è in grado, purtroppo, di descrivere Matrix agli altri. Dovrai scoprire con i tuoi occhi che cos’è. È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre. Pillola azzurra, fine della storia. Domani ti sveglierai in camera tua e vedrai quello che vorrai. Pillola rossa resti nel Paese delle Meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del Bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo, niente di più.”

Neo prende con decisione la pillola rossa e la ingoia.

Morpheus: “Seguimi.”

Neo si trova così in un mondo irreale ma che è, invece, la realtà.

Esce da Matrix con il quale era collegato coperto da uno strano liquido e con vicino una strana macchina che lo afferra e poi lo lascia andare. Il liquido sembra ingoiarlo ancora e farlo precipitare lungo un imbuto dove viene afferrato da una specie di rampino e poi posto su un lettino dove, lungo tutto il corpo, gli vengono inseriti degli spilli.

Morpheus gli dice di stare calmo, gli stanno rigenerando i muscoli che erano atrofizzati. Quando Neo si risveglia si trova dentro a una piccola stanza con ancora un ago inserito nel braccio. Se lo toglie e sta per tastarsi la fronte quando entra Morpheus.

Neo: “Morpheus, che cosa mi succede? Dove mi trovo?”

Morpheus: “Più importante del dove è il quando.”

Neo: “Il quando?”

Morpheus: “Tu pensi che siamo nel 1999. Saremo almeno nel 2199, non posso dirti con esattezza l’anno perché, sinceramente non lo so neanch’io e qualunque mia spiegazione non ti basterebbe. Vieni con me. Guarda tu stesso. Sei sulla mia nave, la Nabucodonosor. È un hovercraft. Sei in plancia, adesso. È il nostro cuore operativo dal quale lanciamo il segnale pirata d’ingresso in Matrix. Parte dell’equipaggio già lo conosci… Tu volevi sapere cos’è Matrix, vero?”

Morpheus fa sedere Neo su una poltrona e poi gli fa inserire un sensore in un attacco che gli ha inserito in testa. Neo si trova in un luogo soffuso di luce bianca con due poltrone e un televisore. Morpheus è accanto a lui.

Morpheus: “Questo è Struttura. Il nostro programma di caricamento. Possiamo caricare di tutto, vestiti, equipaggiamento, armi, addestramento simulato. Tutto quello di cui abbiamo bisogno.”

Neo: “In questo momento siamo all’interno di un programma?”

Morpheus: “Abbastanza facile da credere, abiti diversi, spinotti nelle braccia e in testa assenti, anche i tuoi capelli sono cambiati, il tuo aspetto attuale è quello che noi chiamiamo “la proiezione mentale del tuo io digitale”.”

Neo tocca la poltrona.

Neo: “Questo… non è reale?”

Morpheus: “Che vuol dire reale? Dammi una definizione di reale. Se ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel reale sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello. Questo è il mondo che tu conosci (accende il televisore), il mondo come era alla fine del XX secolo e che ora esiste solo in quanto parte di una neurosimulazione interattiva che noi chiamiamo Matrix. Sei vissuto in un mondo fittizio, Neo. Questo è il mondo che esiste oggi… Benvenuto nella tua desertica, nuova realtà. Abbiamo pochi bit, brandelli d’informazione, ma quello che sappiamo per certo è che un bel giorno, all’inizio del ventunesimo secolo, l’umanità intera si ritrovò unita nel segno dei festeggiamenti. Grande fu la meraviglia per la nostra magnificenza mentre davamo alla luce I.A.…”

Neo: “I.A. Vuol dire Intelligenza Artificiale…”

Morpheus: “…La cui sinistra coscienza produsse una nuova generazione di macchine. Ancora non sappiamo chi colpì per primo, se noi o loro. Sappiamo però che fummo noi ad oscurare il cielo. A quell’epoca loro dipendevano dall’energia solare e si pensò che forse non sarebbero riusciti a sopravvivere senza una fonte energetica abbondante come il Sole. Nel corso della storia il genere umano è dipeso dalle macchine per sopravvivere… Al destino, come sappiamo, non manca il senso dell’ironia. Un corpo umano genera più bioelettricità di una batteria da centoventi volt ed emette oltre sei milioni di calorie. Sfruttando contemporaneamente queste due fonti le macchine si assicurano a tempo indefinito tutta l’energia di cui avevano bisogno. Ci sono campi, campi sterminati, dove gli esseri umani non nascono, vengono coltivati. A lungo non ci ho voluto credere poi ho visto quei campi con i miei occhi, ho visto macchine liquefare i morti affinchè nutrissero i vivi per via endovenosa. Dinanzi a quello spettacolo, potendo constatare la loro limpida e raccapricciante precisione mi è passata agli occhi l’evidenza della verità. Che cos’è Matrix? È controllo. Matrix è un mondo virtuale elaborato al computer, creato per tenerci sotto controllo al fine di convertire l’essere umano in questa…”

Gli mostra la piccola batteria che ha tra le mani.

Neo: “No, non è possibile, io non ci credo!”

Morpheus: “Non ho detto che sarebbe stato facile, ho detto che ti offrivo la verità.”

Neo: “Smettila! Fammi uscire, fammi uscire! Me ne voglio andare!”

Apre gli occhi sulla poltrona nella quale era stato fatto sedere. È in preda a una crisi isterica.

Neo sviene quindi rinviene e si trova ancora nella realtà della sua stanza, accanto a lui c’è Morpheus.

Neo: “Indietro non posso tornare, vero?”

Morpheus: “No. Ma se potessi, davvero lo faresti? Sento di doverti delle scuse. C’eravamo dati una regola: mai liberare un individuo che ha raggiunto una certa età. È pericoloso, il cervello stenta a rifiutare il passato. L’ho già visto parecchie volte… Mi dispiace, l’ho fatto perché dovevo… Quando Matrix era in costruzione c’era un uomo nato al suo interno che aveva la capacità di fare, di cambiare quello che voleva e reimpostare Matrix a suo piacimento. Fu lui che riuscì a liberare i primi di noi, a insegnarci la verità e fintanto che Matrix esisterà la razza umana non sarà libera. Il giorno della sua morte l’Oracolo profetizzò il suo ritorno che avrebbe preannunciato la distruzione di Matrix, la fine della guerra e la liberazione del nostro popolo. È per questo che alcuni di noi hanno passato tutta la vita esplorando Matrix per cercare lui. Io ho agito così perché penso che la ricerca sia finita. Recupera le energie. Ti serviranno…”

Neo: “Per cosa?”

Morpheus: “Per l’addestramento.”

Morpheus esce e il giorno dopo inizia l’addestramento di Neo. Nel suo cervello vengono immessi tutti i dati che riguardano varie discipline di arti marziali per dieci ore di fila. E il risultato di questa emissione di dati la prova con Morpheus usando sempre la realtà virtuale. Il primo scontro finisce a favore di Morpheus.

Morpheus: “Perché ti ho battuto?”

Neo: “Sei troppo veloce.”

Morpheus: “Tu davvero pensi che il mio essere più forte o più veloce sia legato soprattutto ai miei muscoli in questo posto? Credi sia aria quella che respiri ora? Di nuovo…”

Dopo un altro scontro Morpheus continua la sua lezione.

Morpheus: “Dì, che cosa aspetti? Sei più veloce di così. Non pensare di esserlo, convinciti di esserlo.”

Il successivo scontro vede Neo muoversi molto più velocemente.

Neo: “So che cosa cerchi di fare.”

Morpheus: “Cerco di aprirti la mente, Neo, ma posso solo indicarti la soglia. Sei tu quello che la deve attraversare…”

In un altro programma Orpheus gli mostra quello che può fare una volta dentro Matrix, balzi giganteschi da un edificio all’altro. Neo ci prova, ma scava un buco virtuale per terra dal quale rimbalza e ricade.

Si risveglia sulla solita poltrona di fianco a Morpheus e sente uno strano sapore in bocca… sangue…

Neo: “Credevo che non fosse reale.”

Morpheus: “La tua mente lo rende reale.”

Neo: “Se vieni ucciso in Matrix muori, qui.”

Morpheus: “Il corpo non sopravvive senza mente.”

Ora i due si trovano in mezzo alla gente sul marciapiede. Uomini e donne che si muovono come in una intensa giornata di lavoro.

Morpheus: “Matrix è un sistema, Neo, e quel sistema è nostro nemico, ma quando ci sei dentro ti guardi intorno e che cosa vedi? Uomini d’affari, insegnanti, avvocati, falegnami. Le proiezioni mentali della gente che vogliamo salvare, ma finchè non le avremo salvate queste persone faranno parte di quel sistema e questo le rende le nostre nemiche. Devi capire che la maggior parte di loro non è pronta per essere scollegata. Tanti di loro sono così assuefatti, così disperatamente dipendenti dal sistema, che combatterebbero per difenderlo… Mi stai ascoltando Neo o guardi la ragazza dal vestito rosso?”

Neo: “Ma no… stavo…”

Morpheus: “Girati…”

Neo si gira e si trova davanti la canna di una pistola impugnata da uno dei misteriosi agenti.

Morpheus: “Blocca.”

Tutti si immobilizzano nella posizione in cui sono.

Neo: “Questa non è Matrix.”

Morpheus: “No, è un altro programma di tirocinio studiato per insegnarti una cosa: se non sei uno di noi sei uno di loro.”

Neo: “Chi sono loro?”

Morpheus: “Programmi senzienti. Si muovono, entrano ed escono da qualunque software rimanendo integrati nel sistema il che significa che chiunque non sia stato liberato da noi è potenzialmente un agente. All’interno di Matrix lo sono tutti e non lo è nessuno. Siamo sempre sopravvissuti nascondendoci e fuggendo da loro: sono i Guardiani, i custodi di ogni accesso, ne hanno tutte le chiavi per questo spetta a qualcun altro, a qualcun altro affrontarli.”

Neo: “Qualcun altro?”

Morpheus: “Non ti mentirò, Neo, ogni uomo e donna che se li è trovati davanti, chiunque abbia affrontato un Agente è morto, ma dove loro hanno fallito tu avrai successo.”

Neo: “Perché?”

Morpheus: “Ho visto Agenti dare pugni attraverso muri di cemento, uomini svuotargli i caricatori addosso colpendo solo l’aria, la loro velocità e forza, però, sono e restano il frutto di un mondo che osserva delle regole e per questa ragione loro non saranno, per fortuna, forti e veloci come te.

Neo: “Cosa cerchi di dirmi? Che posso schivare le pallottole?”

Morpheus: “No, Neo. Cerco solo di dirti che quando sarai pronto non ne avrai bisogno…”

Il cellulare di Morpheus suona. Il Nabucodonosor è inseguito e sta per essere intercettato da una sentinella di Matrix. Seguendo il sistema sommergibile Seconda Guerra Mondiale (Duello nel Pacifico, per esempio), tutte le luci e tutti i motori vengono fermati e il veicolo nemico li sorpassa. Uno dei loro uomini, Reagan (Joe Pantoliano) tradisce Morpheus e gli altri denunciandoli a Mr. Smith in cambio della cancellazione della memoria e di una vita da attore celebre in Matrix.

Nel Nabucodonosor stanno mangiando quando Morpheus entra per condurre Neo dall’Oracolo. Entrano quindi in Matrix ed escono in macchina per dirigersi verso l’abitazione dell’Oracolo. Durante la strada Neo ricorda dei luoghi dove è stato e si rende conto di quanto la sua vita vissuta in precedenza sia stata solo un’illusione. La casa dell’Oracolo è una abitazione normalissima, anzi forse tra le più povere e la donna che finalmente lo fa entrare sembra una normalissima casalinga intenta a cuocere dei biscotti (Gloria Foster).

Oracolo: “Sai perché Morpheus ti ha portato qui da me?”

Neo annuisce.

Oracolo: “Allora, tu che ne pensi? Pensi di essere l’Eletto?”

Neo: “Ad essere sincero non lo so.”

Oracolo: “Sai cosa dice quella scritta? Conosci te stesso. Voglio confidarti un piccolo segreto. Essere l’Eletto è come essere innamorato. Nessuno può dire se sei innamorato, lo sai solo tu. Te ne accorgi dall’istinto… Bene, ora fatti dare un’occhiata. Apri la bocca e dì “A”… Molto bene… A questo punto dovrei dire: Mmmt, eh sì… interessante ma… al che tu mi dirai…”

Neo: “Ma, cosa?”

Oracolo: “Ma tu conosci già quello che io sto per dirti…”

Neo: “Non sono l’Eletto.”

Oracolo: “Scusa, ragazzo. Tu hai dentro tanta energia, ma agisci come se stessi aspettando qualcosa.”

Neo: “Cosa?”

Oracolo: “La tua prossima vita, forse, chi può dirlo? È così che vanno queste cose… Cosa ridi?”

Neo: “Morpheus… lui… lui mi aveva quasi convinto…”

Oracolo: “Lo so. Povero Morpheus. Senza di lui saremmo perduti.”

Neo: “Perché hai detto: senza di lui…?”

Oracolo: “Sei sicuro di volerlo sapere?”

Annuisce.

Oracolo: “Morpheus crede ciecamente in te e nè tu, nè i suoi, nè io riusciremo mai a convincerlo del contrario. Crede in te al punto che finirà col sacrificare la sua vita per salvare la tua.”

Neo: “Cosa?”

Oracolo: “Presto sarai obbligato a fare una scelta, sì perché da un lato ci sarà Morpheus che rischierà la vita, da un altro la tua in pericolo. Uno di voi due dovrà morire. Chi sarà dipenderà da te. Mi dispiace, ragazzo mio, mi dispiace tanto. Tu hai buon cuore e a quelli come te non mi piace dare brutte notizie, ma comunque non preoccuparti, non appena avrai varcato quella soglia inizierai a sentirti meglio. Ti ricorderai che non hai mai creduto a queste sciocchezze da chiromante. Sei tu che gestisci la tua vita, parole tue… Tieni, biscotti caserecci. Ti prometto che non appena avrai finito di mangiarlo ti sentirai leggero come l’aria…”

Neo esce. Morpheus si alza dalla sedia e lo guarda fisso negli occhi.

Morpheus: “Quello che ti ha detto è per tua utilità e tua soltanto.”

Escono mentre Neo sgranocchia il suo biscotto.

Tornano alla loro base e Neo nota due gatti perfettamente uguali che passano davanti alla porta, questo preoccupa gli altri perché si tratta di una imperfezione di Matrix e questo avviene quando qualcosa viene cambiato. Sono in trappola, bloccati dentro. Si armano ed entrano di nascosto nelle tubature che li portano al pianterreno grazie alle istruzioni che trasmette loro l’operatore. Scendendo fanno però rumore e i soldati li sentono, abbattono il muro e catturano Morpheus. L’uomo cerca di lottare contro Smith, ma subisce una cocente sconfitta. Reagan abbatte l’operatore e poi parla con Trinity al telefono confessandogli il suo tradimento e aggirandosi tra i corpi in trance le cui proiezioni sono appunto ora su Matrix. Stacca la spina di collegamento di due dei guerriglieri uccidendoli e sta per staccare anche la spina di Neo quando l’operatore, ancora vivo, lo abbatte.

Quasi in cima a un alto edificio, di fronte a una grande vetrata, c’è Morpheus, ammanettato a una sedia con dei sensori collegati al suo cervello. Smith gli indica la città dietro la vetrata.

Smith: “Ti sei mai fermato un attimo ad osservarla? Ad ammirare la sua bellezza? La sua genialità… Miliardi di persone che vivono le proprie vite inconsapevoli… Tu sapevi che la prima Matrix era stata progettata per essere un mondo umano ideale dove non si soffriva e dove erano felici tutti quanti e contenti? Fu un disastro. Nessuno si adattò a quel programma: andarono perduti interi raccolti. Tra noi ci fu chi pensò a errori nel linguaggio di programmazione nel descrivere il vostro mondo ideale, ma io ritengo che, in quanto specie, il genere umano riconosca come propria una realtà di miseria e di sofferenza (uno degli agenti fa un’iniezione sul collo di Morpheus).

Quello del mondo ideale era un sogno dal quale il vostro primitivo cervello cercava, si sforzava di liberarsi… Ecco perché poi Matrix è stata riprogettata così. All’apice della vostra civiltà. Ho detto vostra civiltà di proposito perché appena noi cominciammo a pensare per voi diventò la nostra civiltà e questa naturalmente è la ragione per cui noi ora siamo qui. Evoluzione, Morpheus, evoluzione… come per i dinosauri. Guarda dalla finestra. Avete fatto il vostro tempo, il futuro è il nostro mondo, Morpheus, il futuro è il nostro tempo…”

Smith sta cercando di far parlare Morpheus per poter ottenere da lui i codici segreti che potranno distruggere tutto, compresa Zion, la città degli uomini liberi nascosta vicino al centro della Terra. Non resterebbe che scollegare il sedile sul quale è collegato, ma Neo si oppone. Vuole andare lui a liberarlo e Trinity lo segue.

Smith: “Desidero condividere con te una geniale intuizione che ho avuto durante la mia missione qui. Mi è capitato mentre cercavo di classificare la vostra specie. Improvvisamente ho capito che voi non siete dei veri mammiferi. Tutti i mammiferi di questo pianeta d’istinto sviluppano un naturale equilibrio con l’ambiente circostante cosa che voi umani non fate. V’insediate in una zona e vi moltiplicate, vi moltiplicate finchè ogni risorsa naturale non si esaurisce e l’unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi in un’altra zona ricca. C’è un altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento e sai qual è? Il virus. Gli esseri umani sono un’infezione estesa, un cancro per questo pianeta. Siete una piaga e noi siamo la cura.”

Neo e Trinity si armano mentre sul grattacielo Smith congeda i suoi colleghi.

Smith: “Mi senti, Morpheus? Voglio essere sincero fino in fondo con te. Io odio questo posto, questo zoo, questa prigione questa… realtà o come diavolo la chiamate voi, la odio, non la sopporto più. L’odore soprattutto, ammesso che esista, certo. Ne sono saturato, mi nausea a sentire il tuo… fetore! E devo confessarti che ho paura di rimanere in qualche modo infettato dal tuo puzzo repellente! E allora… io me ne devo andare di qui, devo essere libero e la chiave che mi serve è nel tuo cervello, la mia chiave… Quando Zion sarà distrutta non ci sarà più bisogno di me, qui, lo capisci o no? Voglio quei codici, devo riuscire ad arrivare a Zion e tu adesso devi dirmi come o, mi dispiace tanto, ti devo uccidere!”

Sono due furie scatenate quelle che entrano nel palazzo e fanno fuori le guardie per poi eliminare i soldati in mezzo a un inferno di colpi.

Salgono sull’ascensore ed evitano un sabotaggio dirigendosi sul tetto dopo aver abbandonato il mezzo che esplode. Intanto i due agenti informano Smith dell’arrivo di Trinity e Neo. Arrivati sul tetto i due continuano il massacro mentre uno degli agenti prende il corpo di un pilota d’elicottero e si dirige verso i due: Neo gli spara e l’agente evita i colpi e spara a sua volta a Neo che li evita. Trinity lo fa fuori puntandogli la rivoltella alla tempia. Ma chi muore, in realtà, è solo il povero pilota. Poi si fa mandare dall’operatore le istruzioni per la guida dell’elicottero. Quindi i due salgono sul mezzo e si portano davanti alla grande vetrata scatenando un inferno di fuoco con la mitragliatrice e distruggendo tutto tranne, molto incredibilmente, Morpheus il quale si libera delle manette e si lancia verso l’elicottero, ma viene ferito e quindi Neo si lancia verso di lui afferrandolo a mezz’aria poi entrambi restano a spenzolare dall’elicottero mentre Trinity comincia ad allontanarsi. I colpi di pistola di Smith causano la perdita del carburante dal mezzo il quale, dopo aver lasciato i due su un tetto, cade contro un palazzo. Neo recupera Trinity usando la stessa corda che lo teneva legato all’elicottero. Morpheus si avvicina ai due.

Morpheus: “Mi credi adesso, Trinity?”

Neo: “Ma l’Oracolo mi aveva detto…”

Morpheus: “Ti ha detto solo quello che tu avevi bisogno di sentire, niente di più. Prima o poi capirai come ho fatto anch’io che una cosa è conoscere il sentiero giusto, un’altra è imboccarlo.”

Quando Smith e i suoi colleghi giungono sul tetto è troppo tardi, ma non è tardi per scatenare l’attacco. Essi non sono ancora usciti da Matrix.

Raggiunto il posto telefonico Morpheus può rientrare nel proprio corpo e anche Trinity fa appena in tempo perché arriva Smith. Inizia un furioso combattimento tra i due fino a che Neo non riesce a trascinare Smith sotto le rotaie della metropolitana che sta sopraggiungendo, ma quando il giovane comincia a salire le scale il treno, fermandosi, scarica tra i passeggeri ancora il suo mortale nemico. Intanto un gruppo di Sentinelle sta per attaccare il Nabucodonosor mentre un inseguimento furioso si svolge tra le strade della città. Le Sentinelle penetrano nello scafo mentre Neo si trova davanti a una porta chiusa, la apre e dietro la stessa c’è Smith che gli scarica addosso la sua pistola, il giovane cade.

Sul Nabucodonosor Trinity si avvicina al corpo di Neo.

Trinity: “Neo, non ho più paura, ormai. L’Oracolo mi aveva detto che mi sarei innamorata e che proprio l’uomo che avrei amato sarebbe stato l’Eletto. Capisci quindi che non te ne puoi andare, non puoi morire perché io ti amo… Mi senti, Neo? Io ti amo…”

Lo bacia e il corpo ha un sussulto, in Matrix apre gli occhi.

Trinity: “E adesso in piedi…”

Smith e gli altri gli scaricano addosso le sue pistole, ma Neo ferma i proiettili e li fa cadere ai suoi piedi. Smith si dirige furioso verso di lui e il giovane lo tiene a bada con una mano sola poi entra nel suo involucro e lo distrugge. Gli altri due fuggono. Grazie ai suoi poteri sventa la minaccia sul Nabucodonosor e rientra nel suo corpo. Quindi si mette in contatto con i suoi ex padroni.

Neo: “So che mi state ascoltando. Avverto la vostra presenza, so che  avete paura di lui, paura di cambiare. Io non conosco il futuro, non sono venuto a dirvi come andrà a finire. Sono venuto a dirvi come comincerà. Adesso appenderò il telefono e farò vedere a tutta questa gente quello che non volete che vedano. Mostrerò loro un mondo senza di voi, un mondo senza regole e controlli, senza frontiere e confini. Un mondo in cui tutto è possibile. Quello che accadrà dopo dipenderà da voi e da loro.”

Neo appende il telefono e guarda il cielo immergendosi in esso per svolgere il suo nuovo compito.

Mentre per quanto riguarda gli effetti speciali possiamo dichiarare che Matrix affronta delle nuove tecniche, la stessa cosa non si può dire del suo soggetto che risente della probabile involontaria influenza di Dark City e di probabili volontari riferimenti ai due Terminator, specialmente il secondo.

L’innovazione degli sfx ha segnato un’epoca: il nuovo metodo Flow ‘em ha permesso di ricostruire i movimenti in una sequenza prossima alla realtà; questa tecnica infatti si occupa di analizzare una sequenza, di un singolo movimento (ad esempio un passo laterale), componendo la sequenza unica in una serie di micro sequenze singole e totalmente indipendenti. Una volta scomposte quindi l’intento fu quello di sovrapporle digitalmente una accanto all’altra (e non una sopra all’altra) in modo da creare un motion univoco e uniforme, la scena non poteva essere alterata introducendo altri oggetti perché il Flow ‘em non prevedeva l’inserimento di altri elementi; per ovviare a tale problema si è pensato quindi di inserire digitalmente una sequenza, un oggetto, un elemento a sequenza completata. Come si può capire per realizzare una mossa complessa (una serie di 3 o più passi con movimenti di braccia, torso e anche collo) ci sono volute più e più microsequenze messe assieme, per fortuna anche qui il Flow ‘em ha pensato di mettere una pezza: il programma infatti prevede un aggancio singolo per ogni microsequenza. Comodo no?

Il film come si può vedere è imperniato su questa nuova concezione di effetti speciali, lasciando agli sfx tradizionali ben poco spazio. Ritroviamo un classico nella scena in cui viene visualizzata la matrice, i bozzoli che danno la vita, le macchine che tengono i fili della civiltà: un matte painting sapientemente disegnato ha fatto da sfondo a un sacco di vero e proprio ciarpame tecnologico: computer, tastiere, barattoli termici, sacche di plastica portabiti e così via, mixati insieme per dare un aspetto lugubre e triste della vera civiltà; ovviamente anche qui il computer ha fatto la sua parte, nascondendo qualcosa e svelando qualche altra in modo da dare l’impressione di un mondo raccapricciante.

I registi Larry (oggi Lana) e Andy Wachowski hanno girato il film in Australia per poter risparmiare sulle spese con un budget di 65 milioni di dollari per un progetto che avevano in cantiere da più di cinque anni, ma che la Warner esitava a fare. Per quanto riguarda gli interpreti da Laurence Fishburne a Keanu Reeves, ormai specializzato in cyberfilm (Johnny Mnemonic), per poter allenare convenientemente gli attori alle mosse di lotta cinese e giapponese fu chiamato il regista di film d’arti marziali Yuen Wo Ping il quale riuscì a mettere in scena incredibili coreografie di lotta appendendo gli attori come se fossero dei burattini. E stiamo parlando degli attori perché il nostro esperto non accettava controfigure.

(1 – continua)

Giovanni Mongini