IL RAGAZZO INVISIBILE – SECONDA GENERAZIONE

SCHEDA TECNICA

Titolo originale: Il ragazzo invisibile – Seconda generazione

Anno: 2018

Regia: Gabriele Salvatores

Soggetto: da un’idea di Gabriele Salvatores

Sceneggiatura: Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo

Direttore della fotografia: Italo Petriccione

Montaggio: Massimo Fiocchi

Musica: Ezio Bosso e Federico De Robertis

 

Effetti speciali: Víctor Pérez e Fabio Traversari

Produzione: Francesca Cima, Nicola Giuliano, Carlotta Calori e Viola Pestrieri

Origine: Italia

Durata: 1h e 40′

CAST

Ludovico Girardello, Ksenia Rappoport, Kristof Konrad, Galatea Bellugi, Ivan Franek, Dario Cantarelli, Noa Zatta

TRAMA

Sono passati tre anni da quando Michele Silenzi ha salvato se stesso e i suoi amici da un’associazione misteriosa, ma nessuno ricorda più niente e lui è stato isolato da tutti, a cominciare dall’amata Stella. Inoltre la sua amata mamma Giovanna è morta in un incidente d’auto, lasciandolo nella disperazione, che sembra svanire quando ritrova la sua madre naturale, Yelena, reduce da anni in un gulag per persone dotate di poteri speciali, e la sorella Natasha, pirocinetica. Ma crescere vuol dire fare i conti con il proprio lato oscuro, e Michele scoprirà presto che forse questa famiglia ritrovata non è quello a cui doveva aspirare.

NOTE

Il secondo capitolo della saga super eroistica tutta italiana del Ragazzo invisibile, dopo il finale aperto del film precedente, era d’obbligo e la storia continua, con un Michele ormai cresciuto, diverso come si è a quell’età rispetto a come si era da ragazzini, alle prese con il tema eterno del saper fare i conti con il proprio lato oscuro, in una situazione non facile, anche perché affronta una condizione molto comune e sempre intollerabile da giovanissimi, la solitudine e l’isolamento.

Il ragazzo invisibile – Seconda generazione si ispira a vari universi narrativi, dalla saga di X-Men con la comunità di mutanti perseguitati a X-Files per le atmosfere e il tema dei supersoldati, ma ha una sua originalità, dimostrando che anche in salsa italiana il fantastico funziona e magari sarebbe una strada da percorrere per aiutare a risollevare il cinema di casa nostra dalla crisi in cui vessa e contro la quale gli ormai obsoleti cinepanettoni non riescono a fare niente. Anche perché oltre a Il ragazzo invisibile si sono avuti successi come Lo chiamavano Jeeg robot e Il racconto dei racconti, che tra passato e presente hanno fatto scoprire che anche da noi c’è un immaginario legato al fantastico.

Un film che continua quindi una storia iniziata, raccontando una metafora della crescita e della ricerca di sé, con una variante sulla storia del super eroe con super problemi che scopre che ci sono altri come lui, anche molto vicini a lui, con cui dovrà scegliere se costruire o meno la sua vita e che potranno riservare delle sorprese, non sempre piacevoli.

Ludovico Girardello cresce bene sullo schermo, raccontando bene l’evoluzione di un personaggio non eroico a tutto tondo, pieno di fragilità. Spiace per la quasi uscita di scena di Valeria Golino, impegnata in altri progetti e film, ma in fondo la sua morte è più che funzionale e la nuova madre, l’oscura e vampiresca  Ksenia Rappoport, è centrale nel film, facendo virare il tutto nelle tenebre da cui Michele dovrà uscire.
Ci sarà un terzo capitolo di una saga che lascia ancora aperte delle porte? Non resta che aspettare e sperare e nell’attesa godersi le graphic novel uscite e il libro con il romanzo tratto dalla sceneggiatura, le prime per Panini Comics e il secondo per Salani.

Elena Romanello