FANTASCIENZA STORY 167

IMMORTALITA’: ISTRUZIONI PER L’USO (1985) – PARTE 03

COCOON – L’ENERGIA DELL’UNIVERSO (Cocoon)

Mentre un ragazzo, David (Barret Oliver) sta guardando la Luna attraverso il suo telescopio, qualcosa si avvicina dallo spazio in direzione della Terra. Gli esperti riconoscerebbero, se potessero vederla, la rutilante sagoma di un gigantesco disco volante che illumina a giorno il mare. Tra delfini festanti, i cangianti raggi di luce penetrano nelle profondità marine fino a illuminare debolmente delle misteriose rovine e degli altrettanti misteriosi bozzoli che il tempo ha coperto di incrostazioni.

In un cupo ospizio, ultimo demiurgo per un gruppo di anziani pensionanti, l’unico divertimento di Art Selwin (Don Ameche), Ben Luckett (Wilford Brimley) e Joe Finley (Hume Cronyn) è quello di intrufolarsi di nascosto dentro al recinto di una vecchia ma elegante villa abbandonata lì vicino per fare il bagno nella piscina coperta. Contemporaneamente Jack Bonner (Steve Guttenberg), proprietario di una vecchia imbarcazione chiamata Manta, viene ingaggiato da quattro strani individui, tre uomini e una donna, per compiere delle escursioni sul fondale marino. Per ventisette giorni egli sarà al loro servizio e questo è un toccasana per le sue tasche eternamente vuote.

Ma gli stessi misteriosi personaggi sono anche i medesimi che prendono in affitto la casa con la piscina, con grande dolore dei tre che devono rinunciare al loro bagno quotidiano. Iniziano così le escursioni e le immersioni del gruppo in un punto ben determinato del fondale che il loro capo, Walter (Brian Dennehy), ha stabilito secondo una precisissima carta in suo possesso. Dalle immersioni i quattro portano in superficie degli strani e grandi bozzoli che poi immergono, nuovamente, la sera, nella loro piscina coperta. I loro movimenti sono spiati da Art e compagni che, di nascosto e in loro assenza, decidono nuovamente di tornare ai loro bagni e, quando entrano nel locale piscina, trovano sul fondo della stessa gli strani e misteriosi oggetti. I loro bagni cominciano ad avere un effetto sorprendente, guarendoli dagli acciacchi, restituendo loro forza virile e vitale e, addirittura, nel caso di Joe, facendolo guarire dal cancro. Intanto Jack cerca di capire inutilmente che cosa siano quegli strani “cosi” che ogni giorno i suoi clienti recuperano e la ragazza, Kitty (Tanee Welch, la figlia di Raquel), gli spiega che si tratta di gusci di lumache giganti per il Museo di Orlando. Convinto dalla spiegazione Jack sta riparando per l’ennesima volta il motore della sua barca quando vede Kitty entrare nella sua cabina. Un poco imbarazzato si mette a spiarla da un buco nel legno della paratia e, con stupore e con orrore, vede la ragazza togliersi la “pelle” e diventare un alieno splendente dall’aspetto umanoide. Urlando si precipita in coperta dove tutti gli altri, Kitty compresa, lo stanno aspettando.

L’uomo esce con in mano un cannello a ossigeno e cerca di tenere a bada quelli che ritiene dei mostri pericolosi.

Jack: “Indietro! …Indietro…

Walter: “Qualche problema, Jack?

Jack: “Lei non è normale! Non so come spiegarlo, ma non è normale.

Cerca di avviare il motore che non risponde alle sue sollecitazioni.

Dopo aver scoperto che anche Walter è ricoperto di pelle umana, Jack si butta fuori bordo ma i delfini e il fatto che è molto lontano dalla costa, lo convincono a rientrare a bordo.

Walter: “Jack, posso capire che tu sia sconvolto ma cerca di rilassarti, adesso.

Jack: “Io non voglio rilassarmi!

Walter: “Lascia almeno che ti spieghi che…

Jack: “Io non voglio sapere niente, e se credi di poter mangiare la mia faccia o entrare nel mio corpo, ti conviene cambiare idea, potresti pentirtene di brutto!

Walter: “Mangiare la faccia, Jack? Non ci ho mai provato. Perchè, è una raffinatezza?

Jack: “No. Dimentica quello che ho detto.

Walter: “Sicuro che non devo provare?

Jack: “Sicurissimo.

Kitty: “Walter, Jack è nostro amico, vero Jack?

Jack: “Amico?! Sì, sì, è così, amico… sono vostro amico, quando uno è amico è amico. È tutta la vita che sogno di diventare vostro… amico.

Kitty: “Ti dobbiamo delle spiegazioni, Jack.

Jack: “No, no, no, no, non mi dovete niente, non mi dovete niente e non voglio niente, neanche per la barca… è gratis! Anzi, è vostra!

Walter: “Jack, stai tranquillo, noi ti paghiamo, siamo onesti.

Jack: “Certo che siete onesti, vi ho forse detto che siete disonesti? Dico solo che venite da un altro pianeta! Un pianeta onesto, eh!

Walter: “Jack… Jack, siediti.

Jack: “No, non voglio sedermi, non…

Walter: “Ho detto siediti… Jack, ascoltami molto attentamente, ti prego. Noi siamo antareani, veniamo da un pianeta chiamato Antarea.

Jack: “Ah, sì… proprio quello che pensavo…

Walter: “Circa cento secoli fa, prima del grande cataclisma, avevamo una base qui, sulla Terra.

Jack: “Mi basta, non voglio sapere altro.

Walter: “Sssstt… Riuscimmo a salvare tutti tranne gli addetti alle operazioni di lancio…

Jack: “Operazioni di lancio?

Walter: “Siamo tornati a prenderli!

Jack: “Oh, Dio… ecco io… io ne ho sentite tante di storie, ma una come questa non mi è mai capitata…

Walter: “Senti, Jack. È inutile che ci denunci, come è inutile da parte tua ostacolare la nostra missione in qualche modo. Perderesti solo tempo, Jack e noi riporteremmo indietro i nostri amici. Il solo risultato che otterresti sarebbe quello di obbligarci a cercare un’altra barca.

Jack: “Una volta, a Coney Island, mi hanno lasciato solo. Avevo nove anni, è dura per uno di nove anni… Venne a prendermi mio padre…

Walter: “Ti capisco.

Jack: “Sì?

Walter: “E noi stiamo facendo lo stesso!

Jack: “Voi siete qui solo per riprendere i vostri amici?

Walter: “Esatto!

Kitty: “Jack, questa è una cosa molto importante per noi.

Jack: “Non mi farete del male, vero?

Walter: “Te l’ho detto. Prendiamo i nostri amici e ce ne andiamo via.

Jack: “E ve ne andate… Puffff?

Walter: “Sì, puffff…

Durante il giorno i tre arzilli vecchietti tornano nella loro piscina, questa volta è un loro amico ad accompagnarli, Bernie Lefkowitz (Jack Gilford). Un uomo sempre scontento e brontolone la cui moglie, Rose (Herta Ware), data l’età, non ha più ormai la capacità di intendere.

Mentre i tre si gettano felici tra le acque sempre più calde della piscina, Bernie vede arrivare dal molo Walter e i suoi compagni e tutti corrono quindi a nascondersi in uno degli spogliatoi allineati contro la parete della piscina. La loro preoccupazione di essere scoperti si tramuta in terrore quando vedono tre di loro togliersi la pelle e prendere le loro vere forme mentre Walter, che si è tolto solo un braccio, irrora la piscina di energia vitale. Scoperto il loro nascondiglio i quattro fuggono precipitosamente verso l’ospizio e obbligano gli infermieri ad avvisare la polizia. Ovviamente non vengono creduti e gli stessi poliziotti si scusano con Walter per il disturbo arrecato ed egli, ovviamente, non sporge denuncia contro di loro. Il tempo passa e le condizioni dei tre peggiorano, specialmente quelle di Joe nel corpo del quale è ricomparsa la mortale malattia. Ben si decide e, preso il coraggio a due mani, va a parlare con Walter.

Uno dei due assistenti, John (Clint Howard; l’altro, Pillsbury, è interpretato dal figlio di Tyrone Power, naturalmente Tyrone Power Jr. molto somigliante al padre e che dice una battuta per tutto il film), lo conduce davanti a Walter.

Ben: “Salve, Walter.

Walter: “Non mi sorprende vederti qui!

Ben: “C’è… c’è qualcosa in quella piscina di cui un mio amico ha proprio bisogno. Anzi, ad essere sincero, ne abbiamo bisogno tutti. Non c’importa chi siete, cosa fate, da dove venite e cosa volete. Vogliamo solo fare il bagno.

Walter: “Beh, se tu vuoi aiutare la tua gente io voglio aiutare la mia.

Ben: “Walter, il mio amico Joe Finley ha il cancro. Gli vorrei salvare la vita!

Walter: “E io vorrei salvarne venti… e ho poco tempo.

Ben: “Se ci dai il permesso nessun figlio di puttana verrà mai a sapere che facciamo il bagno nella tua piscina. Nessun figlio di puttana, te lo posso garantire!

Walter: “Ogni dieci, quindicimila anni commetto un grosso errore… L’ultimo l’ho commesso quando ho scelto Atlantide come base sulla Terra, gli altri mi dicevano: È meglio il Polo… no, è troppo freddo… Non credevo che sarebbe sprofondata…

Ben: “Allora ci lasci usare la piscina…

Walter: “Non toccherete quei bozzoli, vero?

Ben: “No! No, lo giuro!

Walter: “Buon bagno, allora.

I tre riprendono, con le rispettive compagne, a rigenerare le loro forze, diventano amici degli alieni che ogni tanto li vengono a trovare levitando. Riprendono a ballare, giocano addirittura a carte con gli extraterrestri e il loro stato di forma comincia a suscitare sospetti e gelosie nell’ospizio.

Intanto Jack prova con Kitty l’amore altareano. Una forma di energia che si estrinseca in un vortice di calore infuocato. Anche questo, come gli alieni fluttuanti, opera dei poderosi computer della ILM e della troupe di effettisti guidata da John Dykstra.

Il vortice lo colpisce lasciandolo senza forze e facendogli esclamare languidamente:

Jack: “Se questi sono i preliminari io sono un uomo morto…

Una sera Joe non vuole tornare a casa, manda via amici e moglie e, con la scusa di bere qualcosa, rimorchia una donna. Quando torna indietro vede sua moglie Alma (Jessica Tandy, che era sua moglie anche nella vita) uscire di casa con una valigia e andare dalla donna di Art, Bess McCarthy (Gwen Verdon). Il mattino dopo Joe litiga con Bernie il quale, urlando, rivela a tutti il segreto della loro estrema salute e così tutto l’ospizio o almeno quelli che sono in grado di camminare, si precipitano nella piscina di Walter il quale, entrando all’improvviso, scaccia tutti quanti ma il danno, almeno per quanto riguarda due dei bozzoli, è già stato fatto. Apertolo Walter assiste piangendo alla morte di uno dei suoi amici (una creatura meccanica abilmente realizzata da Greg Carnom con la supervisione del solito Rick Baker).

Walter: “Tutto questo tempo per dare energia alla piscina e ora tutta la forza vitale è stata consumata. Non potremo più portarli via con noi!

All’ospizio Rose muore e Bernie, disperato, porta il corpo di sua moglie nella casa di Walter per immergerlo nelle acque. Mentre bagna il corpo della sua donna piangendo, davanti a lui vede Walter.

Bernie: “Puoi aiutarmi? Per favore, fa qualcosa, lei è.… è.…

Walter: “La piscina non funziona più. È troppo tardi.

Bernie: “Ti darò tutto quello che vorrai…

Walter: “Mi dispiace Bernie… ti aiuterei se potessi, solo che è tardi.

Dopo che l’ambulanza ha portato via il corpo di Rose, Ben va da Walter.

Walter: “Salve, Ben!

Ben: “Walter, non pensavo di trovarvi. Credevo che ve ne foste andati dopo quello che è successo oggi. Sono venuto qui per chiederti scusa, Walt. Ti abbiamo deluso, lo so e mi dispiace molto!

Walter: “In vita mia è la prima volta che provo… dolore e tristezza associati all’idea della morte. Non era mai morto nessuno che mi fosse vicino.

Ben: “Walter, i tuoi amici in quei cosi, li porterai via con te sulla nave spaziale?

Walter: “No, morirebbero durante il viaggio.

Ben: “Che cosa farai? Li riporterai in mare?

Walter: “Ne ho già persi due, due miei amici che non rivedrò. Non abbiamo il tempo di riportarli tutti in mare, dobbiamo lasciare questo posto domani!

Ben: “Perchè non lo fate stanotte? Vi aiuteremo noi!

E così un gruppo di anziani, con l’aiuto di un giovane, Jack e di alcuni alieni, caricano nuovamente i bozzoli sulla nave per portarli di nuovo dove sono stati trovati.

Walter: “La nostra base si stava inabissando. Non c’era tempo per evacuare tutti sull’astronave e così questi venti si sono sacrificati affinché noi potessimo salvarci. Sono sopravvissuti sul fondo dell’oceano per diecimila anni, possono sopravvivere ancora.

A operazione ultimata, quando anche l’ultimo bozzolo ha raggiunto il fondo marino, Walter parla ai suoi aiutanti terrestri.

Walter: “Vorrei che tutti voi consideraste attentamente quello che sto per dirvi. So che desiderate quello che noi abbiamo già. Beh, c’è posto sull’astronave, c’è posto per voi e per una trentina di vostri amici. Dovrete imparare tante cose e, comunque altre ne insegnerete a noi. Conoscerete nuovi mondi e nuove forme di civiltà… (Fino ad arrivare là… dove nessun uomo è mai giunto prima!) completamente diverse dalla vostra ma, soprattutto, comincerete a vivere una nuova vita.

Ben: “…per sempre?

Walter: “Da noi quella parola non esiste!

Ben va a trovare la figlia, Susan, che è una nostra fantascientifica conoscenza: Nova e cioè Linda (Il Pianeta delle Scimmie) Harrison e il nipotino David e, mentre pesca con lui lì vicino, coglie l’occasione per parlargli.

Ben: “David, ci sono un paio di cose…

David: “Brutto lancio, eh?

Ben: “…Ci sono un paio di cose di cui voglio parlarti.

David: “Davvero?

Ben: “Sì, è probabile che io e tua nonna ce ne andremo via di qui, David.

David: “E dove andrete?

Ben: “Beh, questo non è molto importante. Vedi, David, quello che conta è che nel posto in cui andremo non esistono malattie, non esiste vecchiaia, la gente non muore.

David: “Mi prendi in giro, nonno?

Ben: “No, caro, no…

David: “Potrò venirvi a trovare qualche volta?

Ben: “No! E non potremo venire neanche noi ed è questa la cosa che mi dispiace maggiormente.

David: “Vuoi dire che non vi vedrò più?

Ben: “È così…

David: “E quando partireste, me lo dici nonno?

Ben: “Presto, ragazzo mio, molto presto. Vuoi sapere dove andremo?

David: “Dove?

Ben: “Guarda in alto. Nello spazio, figliuolo. Lassù, tra le stelle…

David: “E chi vi porterà nello spazio?

Ben: “Anche questo non è importante. Tanto non mi crederesti se te lo dicessi e poi non voglio che venga a saperlo tua madre, penserebbe che io e tua nonna siamo impazziti. Chissà se troverò posti per pescare lassù, eh? Ci saranno tante cose ma sicuramente non ci saranno i nipotini, non ci saranno… le partite di baseball, non ci saranno le automobili, i film di Stanlio ed Ollio, gli hamburger… mi mancheranno un po’… Tieni, lancia da quella parte… Speriamo che abbocchi qualcosa, mi piacerebbe prendere un bel pesce per l’ultima volta.

Dopo aver detto addio, senza averlo detto apertamente, alla figlia Susan, Ben e Mary stanno tornando verso l’ospizio. Il vecchio vede l’espressione di sua moglie e intuisce i suoi pensieri.

Ben: “Vorresti ripensarci, vero?

Mary: “Sì… È così…

Ben: “Credi che abbia ragione Bernie, che sia contro la natura?

Mary: “Sì…

Ben: “Voglio dirti una cosa. Per come ci sta trattando la natura, non mi dispiace per niente andarmene.

Art preleva e chiude il suo conto in banca ed esce a distribuire soldi per la strada mentre Joe va a chiedere perdono ad Alma.

Joe: “Io voglio andare. Ma se devo scegliere fra… fra un’eternità da passare da solo e sei mesi qui con te scelgo i sei mesi con te, Alma. Non voglio vivere per sempre se tu non sei vicino a me…

Prima di partire Art sposa Bess. E così, la sera della partenza, con il massimo silenzio e davanti a un addormentato infermiere, l’ospizio si svuota. Intanto Susan cerca di capire lo strano comportamento del padre e ne chiede ragione a David ma il bambino le risponde che non può parlare e che è un segreto. La donna, preoccupata, va nell’alloggio dei genitori e lo trova vuoto e poi va alla reception dell’ospizio e presto tutti si accorgono che praticamente nessuno è rimasto tra quelle mura. Seguendo David, che sa ovviamente dove trovare il nonno, Susan e i poliziotti lo vedono saltare sopra la Manta mentre si sta staccando dal porto.

Le vedette della guardia costiera e un elicottero seguono la barca e stanno per raggiungerla quando David, per permettere ai nonni e agli altri di raggiungere il luogo dell’appuntamento con la nave spaziale, si getta in acqua costringendo così le lance a fermarsi per recuperarlo.

L’astronave arriva e genera una fitta nube tutto attorno al battello di Jack costringendo gli altri ad andarsene. È il momento dell’addio o forse di un arrivederci, come Kitty dice a Jack. Il giovane, dopo aver accettato una enorme somma da Walter si getta in mare con un canotto mentre, lentamente, la barca sale verso il cielo e viene portata dentro la nave spaziale.

È un tardo pomeriggio sulla riva dell’oceano.

David e Susan assistono alla funzione funebre di coloro che tutti credono scomparsi in mare.

Prete: “Non ci sono parole per descrivere il dolore e la sofferenza arrecate da questa tragedia del mare che ha strappato tante vite a noi così care privandole del pacifico e sereno tramonto della loro esistenza. Ma non temete. I vostri cari ora sono al sicuro, sono passati in un mondo migliore, un mondo migliore del nostro, non la vita che conosciamo ma una vita eterna, senza fine. Ora essi sono in buone mani e sono felici e lo saranno per sempre. Unitevi a me adesso in silenzio in un momento di preghiera…

Gli occhi del giovane David si girano a guardare il cielo di un Sole al tramonto, con la fantasia perforano lo spazio e vedono, in mezzo a un pulsare di astri, un’astronave che naviga in un mare di stelle. Lui la vede e sorride…

Avevamo detto che saremmo tornati ad occuparci di Ron (Happy Days) Howard e ancora lo faremo. Il suo Richie Cunningham è passato alla storia televisiva e il suo debutto come regista, a parte una pellicola del 1982 intitolata Night Shift, Splash (titolo italiano Splash, Una Sirena a Manhattan con Daryl Hannah) si è rivelato un ottimo successo commerciale e una simpatica commedia. Cocoon non è un film molto costoso, circa diciotto milioni di dollari che, per gli americani, è un basso costo ed è stato girato interamente a San Petersburgh in Florida e a Nassau. Gli effetti più eclatanti riguardano la luminosità dei corpi alieni, naturalmente realizzati al computer, che paiono svolazzare su e giù per le stanze: il trucco è il solito, ovvero una persona in calzamaglia aderente viene appesa al soffitto con dei fili di acciaio e nylon. Come per Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo la scelta dei soggetti per interpretare i ruoli alieni è ricaduta sul gentil sesso: cinque donne alte pressappoco un metro e sessanta, del peso di circa cinquanta chilogrammi, filiformi e con i capelli lunghi (per giustificare la profondità della testa sotto la maschera).

(3 – continua)

Giovanni Mongini