GLI INCUBI DI DARIO ARGENTO

CAST

Attori non professionisti

Origine: Italia, Rai

Ideazione: Dario Argento

Durata: 1 stagione per un totale di 9 episodi di circa 3 minuti

TRAMA

“Gli incubi di Dario Argento” è stata una serie creata per “Giallo”, programma del palinsesto della Rai a cura di Enzo Tortora. Si trattava di minitelefilm, dove ogni episodio durava 3 minuti circa.

Fra i vari episodi, “Nostalgia punk” si distinse per la polemica nata dopo la sua messa in onda: diversi telespettatori avevano reclamato per le scene violente, finendo con un richiamo a Dario Argento. Si trattò dell’episodio più controverso, dopo la trasmissione del quale i vertici Rai imposero ad Argento, causa le reiterate proteste degli spettatori scandalizzati, di controllare la vena splatter. La storia raccontava di una giovane che scacciava una chiromante in malo modo. Questa, per vendetta, trasformava l’acqua che la ragazza beveva in un veleno torcibudella: tutto questo era in realtà solo un lieve pretesto per l’esplosivo finale, in cui la giovane protagonista sputava sangue e vari liquidi nauseabondi prima di aprirsi la pancia ed estrarne tragicamente le budella. Era per Argento un ritorno al suo vero amore, l’horror truculento, oltre che in realtà un bel saggio della classe del regista… peccato che non fu capito a quei tempi.

Questi i titoli dei singoli episodi:

-      La finestra sul cortile

-      Riti notturni

-      Il verme

-      Amare e morire

-      Nostalgia punk

-      La strega

-      Addormentarsi

-      Sammy

-      L’incubo di chi voleva interpretare “l’incubo” di Dario Argento.

NOTE

A questo punto ci sembra doveroso parlare proprio di “Giallo”: era un programma televisivo settimanale, curato e presentato da Enzo Tortora, in onda su Rai 2 dall’ottobre 1987 al gennaio 1988, a cui partecipò attivamente anche il regista Dario Argento.

Il programma era diviso in due sezioni: una legata all’attualità, curata da Tortora, e una dedicata alla fiction, affidata appunto ad Argento. Circa la collaborazione al programma da parte di Argento, va detto che il regista svolse in “Giallo” anche la funzione di conduttore e di presentatore, offrendo una serie di piccoli show nel corso dei quali diede al pubblico diversi saggi delle sue “specialità”: alcuni di questi provocarono a volte massicce proteste da parte dei telespettatori più impressionabili.

Oltre alla sua partecipazione personale, Dario Argento offrì anche diversi “contributi” di tipo documentaristico e, in più, diresse personalmente la serie di brevi “sketch” orrorifici molto vibranti intitolati appunto “Gli incubi di Dario Argento”, successivamente sostituiti dalla miniserie “Turno di notte” ideata dallo stesso Dario Argento e diretta invece da Lamberto Bava e Luigi Cozzi.

Da segnalare nella trasmissione anche la presenza di una giovanissima Alba Parietti, che ricorda Tortora come un uomo sofferente sia fisicamente che moralmente.

Fu l’ultima trasmissione di Enzo Tortora, il quale provava e conduceva grazie a dosi di antidolorifico. Spesso, entrava in scena un medico che praticava un’iniezione al conduttore. Oltre all’aggravarsi della malattia di Tortora, gli ascolti troppo bassi furono la causa della chiusura.

La sigla di coda del programma era “Midnight’s knock out”, un brano scritto dal cantautore Paolo Conte e cantata da Ornella Vanoni, tratto dall’album “O”, pubblicato nel 1987.

Tornando al regista romano, Argento era anche il narratore, nonché il regista, di questi “incubi”, che potremmo definire miniclip di due o tre minuti che raccontavano sogni terrorizzanti.

Ogni episodio veniva introdotto da Dario Argento, che riassumeva a parole la situazione in cui si trovava il protagonista, poi iniziava il cortometraggio vero e proprio. In alcuni casi, il regista interrompeva il minitelefilm e il suo viso compariva per narrare le scene di raccordo tra una situazione e l’altra.

Come si vede le storie sono minimali, ridotte all’osso, anche perché in tre minuti non è che si possano dire molte cose. Però l’esperimento riuscì perfettamente e in alcuni episodi l’atmosfera da incubo era ben resa, proprio grazie anche alla voce insinuante del narratore Argento. A prima vista le storie potrebbero sembrare ingenue e con un finale troppo improvviso e deludente, ma in realtà fu un’operazione televisiva riuscita, baciata anche dal successo di pubblico, senz’altro anche coraggiosa visto che si mostrava in prima serata molto sangue, almeno per quei tempi.

Girati con una certa cura, artisticamente notevoli a partire dalla fotografia, “Gli incubi di Dario Argento” si avvalevano anche di una colonna sonora che proveniva dai vari film argentiani (soprattutto “Phenomena”). A dominare su tutte infatti c’era l’inquietante “The maggots” di Simon Boswell, presente in quasi tutti gli episodi, oltre a “Piume di cristallo” di Ennio Morricone (utilizzato in “La strega”), “Opera” di Claudio Simonetti (da “Opera”), “Jennifer” (ancora da “Phenomena”) dei Goblin e altre canzoni pop legate al momento.

Davide Longoni