FANTASCIENZA STORY 93

CONTINUA L’EPOPEA DELLE SCIMMIE (1969) – PARTE 02

L’ALTRA FACCIA DEL PIANETA DELLE SCIMMIE (Beneath the Planet of the Apes)

La pellicola si apre con alcune sequenze del primo film della serie, quelle in cui Taylor  (Charlton Heston) si allontanava verso il suo destino scoprendo che la sua astronave non è caduta su un altro pianeta, ma è ripiombata sulla Terra del futuro, un mondo distrutto dall’uomo e adesso dominato dalle scimmie.

Una seconda astronave, seguendo la stessa rotta di Taylor, è giunta anch’essa sulla Terra del futuro (naturalmente i due occupanti ignorano di essere di nuovo sul proprio pianeta).

Nel disastroso atterraggio, uno di essi muore, mentre il secondo, Brent (James Franciscus, 1934-  1991), s’incammina alla ricerca di aiuto. Nova (Linda Harrison) gli viene incontro, a cavallo, sola,. Brent nota che la ragazza ha al collo la piastrina di Taylor (una novità della seconda puntata): apprendiamo così che l’astronauta è misteriosamente scomparso mentre tutti e due cavalcavano nella zona proibita.

L’ultimo ordine che Taylor aveva dato a Nova era che, se gli fosse accaduto qualcosa, avrebbe dovuto andare da Zira (Kim Hunter). Tutto questo naturalmente Brent non lo sa e quando egli chiede alla ragazza di condurlo da Taylor, Nova lo porta davanti alla città delle scimmie dove proprio in quel momento il capo dell’esercito, Ursus (James Gregory, 1911 – 2002), sta tenendo una specie di comizio di fronte ai rappresentanti delle varie categorie di scimmie.

Brent (guardando da dietro un cespuglio): ‘‘Mio Dio… una città… abitata dalle scimmie…’‘

Ursus: ‘‘E vi dirò quello che ogni soldato vero sa bene: l’unica cosa sulla Terra che conti veramente è il potere e il potere si ottiene solo con la forza (applausi da parte degli altri gorilla presenti, mentre gli scimpanzé e i babbuini sembrano indifferenti). Signori del consiglio dei cittadini, io sono un semplice soldato e come tale vedo le cose in modo semplice: io non dico che tutti gli uomini siano cattivi soltanto perché hanno la pelle priva di peli, no, ma il nostro grande legislatore ci dice che mai e poi mai gli uomini avranno la divina facoltà delle scimmie di saper distinguere fra il bene e il male. L’unico uomo buono è un uomo morto! (Applausi) Ma quei pochi fortunati che resteranno vivi avranno l’onore di rendersi utili al nostro illustre ministro della scienza, l’eminente professor Zaius.’‘

Scrosciano applausi e anche quando questi cessano una scimpanzé continua ad applaudire: è Zira.

Cornelius: ‘‘Zira, smettila: è pericoloso!’‘

Zira: ‘‘Lo so, ma anche quel pallone gonfiato che fomenta una assurda avventura militare è un pericolo per l’avvenire della scienza.’‘

Ursus: ‘‘La zona proibita è stata chiusa da secoli ed è giusto che sia così. Però adesso abbiamo delle prove inequivocabili che quella vasta regione è abitata. Da chi o da che cosa non lo sappiamo ma se c’è qualcuno, come sembra che ci sia, evidentemente riesce a viverci. Noi dobbiamo arricchire e compensare i territori che furono devastati dagli uomini con delle nuove terre che siano in grado di nutrirci e queste terre possiamo andare a cercarle nella zona una volta proibita. E’ pertanto nostro sacro dovere rimettere piede su quelle terre, impossessarcene con le nostre armi, con i nostri mezzi e piantarci le nostre bandiere! (Applausi) Dobbiamo allargare i nostri confini e abbiamo la forza necessaria per farlo… abbiamo la forza per conquistare… per dominare, per dominare e per vincere!…’‘

Lo spettacolo è troppo per Brent che decide di allontanarsi. Viene però accidentalmente ferito da un colpo di pistola, Nova lo porta in casa di Zira e Cornelius (David Watson, 1940 – 2014) che nel frattempo si sono sposati e sono in attesa di un figlio. Comunque, da essi Brent apprende la scomparsa di Taylor nella zona proibita e della sorte dei suoi due compagni  (ma per una svista degli sceneggiatori l’astronauta non chiede affatto notizie della Stuart, la donna che era a bordo dell’astronave di Taylor che è morta prima dell’atterraggio). Il tentativo di Brent e Nova di uscire dalla città delle scimmie non ha successo: i due vengono catturati e l’astronauta, precedentemente istruito da Zira, si guarda bene dal parlare. E’ Zira stessa che aprirà loro la gabbia e li libererà: dopo una lunga fuga i due penetrano nella zona proibita e si rifugiano in un anfratto del terreno. Giunta la notte ed esplorando la cavità, Brent si accorge non solo di trovarsi di fronte alle rovine di una metropolitana ma, addirittura, di essere di fronte ai resti di quella di New York: la verità si affaccia quindi alla sua mente.

Segue con Nova il percorso delle vecchie rotaie, finché non trova uno sfiatatoio dal quale esce dell’aria. Non appena egli tocca la scaletta di accesso il sibilo dell’aria tace e l’astronauta si rende conto di trovarsi di fronte a un sistema di allarme per una forma di vita della zona. Procede ancora attraverso le rovine finché giunge nei pressi di una vecchia chiesa: un sibilo penetra nella sua mente e, come preso da un raptus di follia, cerca di affogare Nova immergendola nell’acqua di un vecchio aspersorio. Rientra in sé in tempo per fuggire ed entrare nella chiesa chiudendosi alle spalle la porta. Si trova così di fronte a uno strano individuo che comunica attraverso la proiezione dei pensieri.

Nel frattempo, Ursus ha visto prevalere la sua opinione e, accompagnato da Zaius (Maurice Evans), ha preparato una spedizione militare, peraltro “contestata” dagli scimpanzé che organizzano una marcia di protesta con tanto di cartelli inneggianti alla pace e alla libertà…

Brent viene condotto davanti ai capi telepati e da essi, dopo aver rivelato la sua provenienza e la sua missione, viene a sapere che lo strano popolo che abita la zona proibita è il risultato di mutazioni e che esso adora una gigantesca bomba innestata che giace nella cattedrale.

Brent: ‘‘Vorreste dire… che… che quella cosa laggiù… quella bomba atomica sarebbe… sarebbe il vostro Dio!’‘

Sacerdote: ‘‘Tu non capisci, Mister Brent. La bomba è una sacra arma di pace.’‘

I telepati sono preoccupati perché sanno che le loro uniche armi sono delle illusioni, delle proiezioni mentali che hanno effetto solo sulle menti umane e assai difficilmente sulle menti primitive delle scimmie.

Sacerdote: ‘‘Noi abbiamo un grande bisogno del tuo aiuto, Mister Brent…’‘

Brent: ‘‘Perché?’‘

II Sacerdote: ‘‘Siamo i custodi della divina bomba: è la nostra unica ragione di sopravvivenza, ma per il resto siamo senza difesa, senza alcuna difesa contro quel brutale, mostruoso, popolo di scimmie…’‘

I telepati erigono una barriera mentale contro l’esercito delle scimmie. Queste credono di vedere una barriera in fiamme (la scena richiama “I Dieci Comandamenti” con l’esercito egiziano trattenuto da una colonna di fuoco mentre gli ebrei attraversano le acque del Mar Rosso che si aprono al loro passaggio) in cui bruciano dei loro simili e, sopra tutti, la grande statua del legislatore, l’antico condottiero del popolo delle scimmie, che sanguina. Ma nemmeno questo riesce a fermarle. Il popolo dei telepati è in allarme e si raduna, prima della battaglia finale, nella cattedrale per innalzare una preghiera al loro Dio.

Sacerdote: ‘‘I cieli attestano la gloria della Bomba e il firmamento è la prova della Sua opera…’‘

Coro: ‘‘La Sua voce si ode su tutte le terre e la Sua luce raggiunge i confini del mondo.’‘

Sacerdote: ‘‘Essa è discesa dal più alto dei cieli e niente può sottrarsi al suo calore. Essa non ha lingua né parola, eppure la Sua voce viene udita da tutti…’‘

Coro: ‘‘Gloria a Te, gloria a Te, mio usbergo e mia direttrice.’‘

Sacerdote: ‘‘Sia gloria alla Bomba e alla Sua Divina Nube Distruttiva come era in principio e come è ora.’‘

Coro: ‘‘Amen’‘

Sacerdote: ‘‘Onnipotente ed Eterna Bomba che sei scesa fra noi per portare il cielo sopra la Terra illumina le nostre tenebre. O strumento di Dio concedici la Tua pace… Benedetta la verità che abita in noi, e riveliamo questa verità al cospetto del nostro Creatore… io rivelo la mia immagine segreta al cospetto del mio Dio…’‘

Coro: ‘‘Al cospetto del mio Dio…’‘

I telepati si tolgono le maschere che simulavano perfettamente i volti umani e mostrano il loro aspetto devastato dalle radiazioni. La preghiera termina con un ultimo avvertimento:

Sacerdote: ‘‘Che tutti vadano nei loro rifugi privati, sgomberate le strade, essi devono trovare la città dei morti… e che la Benedizione della Bomba e la Sua Divina Nube discendano su ciascuno di noi in questo giorno e nei giorni futuri..’‘

Brent viene condotto via da uno dei telepati.

Telepate: ‘‘Spero che questa cerimonia ti abbia convinto delle nostre pacifiche intenzioni e vorrei ringraziarti per la tua collaborazione…’‘

Brent: ‘‘Quando possiamo sperare di essere liberati?’‘

Telepate: ‘‘Potete sperarlo ma soltanto sperarlo, Mister Brent… non possiamo lasciarvi andare alla vigilia di una guerra, Mister Brent. Tu conosci troppi nostri segreti, come il tuo amico.’‘

L’astronauta viene condotto nella cella di Taylor e, quindi, costretto da un telepate (Don Pedro Colley) a lottare contro di lui. I rumori della colluttazione giungono sino a Nova che si svincola dal suo guardiano e giunge davanti alla cella: lo shock di rivedere Taylor le fa trovare la voce e grida il suo nome. Questo distrae il telepate quel tanto che basta perché i due lo possano uccidere, poi i due astronauti discutono la situazione mentre Taylor cura le ferite che Brent si è procurato nella lotta, bendandole con un pezzo del saio del loro guardiano ucciso.

Taylor: ‘‘Sei ridotto male. Non sarà proprio sterile ma a qualcosa servirà.’‘

Brent: ‘‘Taylor, Taylor, hanno una bomba qui… una bomba… è pronta a esplodere e la useranno…’‘

Taylor: ‘‘Di che tipo è?’‘

Brent: ‘‘Non lo so, non lo so di che tipo… non l’avevo mai vista prima…’‘

Taylor: ‘‘Hai visto se c’è sopra qualche numero?’‘

Brent: ‘‘Nessun numero soltanto… soltanto delle lettere sopra… un alettone… lettere greche… alfa e…’‘

Taylor: ‘‘.. e omega…’‘

Brent: ‘‘Ebbene?’‘

Taylor: ‘‘E’ una bomba definitiva”‘‘

Brent: ‘‘Mio Dio!’‘

Taylor: ‘‘L’ultimo grazioso souvenir del ventesimo secolo. Non erano soddisfatti di una bomba che potesse distruggere una città. Finalmente riuscirono a costruirne una con la testata di cobalto e tutto nel sacro nome della pace…’‘

Brent: ‘‘Quei pazzi sfrenati. Non sanno che cosa hanno in mano, lo capisci che pregano quell’arnese maledetto per farlo esplodere sulla città delle scimmie? Scatenerà una reazione a catena in tutta l’atmosfera…’‘

Taylor: ‘‘Possono ridurre la Terra in cenere: questo significa l’omega!’‘

Le scimmie penetrano nella città dei telepati e cominciano a devastarla uccidendo i sacerdoti e i capi telepati. Durante uno degli assalti una scimmia uccide Nova con una raffica di mitra. Brent e Taylor si dirigono nella cattedrale dove sono già entrati Ursus, Zaius e altri soldati che, dopo aver ucciso il grande sacerdote (Thomas Gomez, 1905 – 1971), hanno fatto cadere l’ordigno, sempre innestato, dalla sua impalcatura. I due astronauti si dividono: Brent si piazza con un fucile in un punto sopraelevato, Taylor si nasconde dietro una colonna. Viene però scorto da Zaius che lo indica a Ursus, il quale spara colpendolo a morte. Taylor rotola giù per le scale, mentre Brent uccide Ursus continuando a sparare all’impazzata finché una scarica di mitra non lo finisce.

Taylor, sanguinante, alza il volto verso Zaius.

Taylor: ‘‘Zaius…’‘

Zaius: ‘‘Taylor!’‘

Taylor: ‘‘… è la fine… la fine del mondo… aiutami…’‘

Zaius: ‘‘Vorresti che io aiutassi te?! L’uomo è il male: è capace soltanto di distruggere!’‘

Taylor: ‘‘Maledetti… maledetti…’‘

La mano che ricade fa scattare la leva che innesca la bomba. Esplode una grande luce e una voce fuori campo conclude il film:

‘‘In una tra gli innumerevoli milioni di Galassie e universi si trova una stella di media grandezza; uno dei suoi satelliti, un verde pianeta insignificante, adesso è morto…’‘

Come sempre accade quando un film ha successo, tutti coloro che erano perplessi o contrari alla realizzazione de Il Pianeta delle Scimmie, e stiamo parlando dei dirigenti della Fox, diventarono improvvisamente entusiasti e, uno di essi, Stan Huff, capo della produzione, praticamente impose ad Arthur P.  Jacobs e a Richard Zanuck, un’impresa che non era affatto facile.

Jacobs si rivolse dapprima a Pierre Boulle e a Rod Serling affinché si inventassero qualcosa  ma tutto ciò che gli fu presentato fu da lui respinto. Il produttore associato Mort Abrahams era a Londra quando incontrò casualmente, lo scrittore, sceneggiatore e poeta Paul Dehn. A lui si dovevano film come La Spia che venne dal Freddo e Goldfinger per cui Mort gli espresse la difficoltà nella quale si trovava. Dehn promise di pensarci su e, due giorni dopo, telefonò ad Abrahams dicendogli che aveva avuto un’ idea. I due si misero a lavorare insieme e presentarono a Jacobs la prima bozza nel settembre del 1968. S’intitolava The Planet of the Apes revisited e conteneva molte idee che poi sarebbero rimaste, ma una fu scartata: l’idea di un bambino mezzo umano e mezzo scimmia perché l’immagine di un ibrido fra due razze diverse non sarebbe stato appropriato per un film che doveva essere adatto per le famiglie. Il regista Franklin J. Schaffner era impegnato con  Patton, generale d’acciaio per cui non era disponibile e, al suo posto, fu scelto un veterano del cinema e della regia televisiva come Ted Post (1918 – 2013) il quale, dopo aver accettato, minacciò di andarsene quando seppe che Charlton Heston aveva rifiutato di riprendere il ruolo di Taylor. Ted Post era giustamente convinto che senza di lui il film non avrebbe avuto successo. Dopo le continue insistenze di Zanuck, Heston accettò di girare un breve cameo purché comparisse nella scena iniziale e poi morisse e il suo compenso sarebbe stato una donazione a qualche scuola o ente benefico. Zanuck accettò felice salvo proporgli poi una variazione: sparire nella prima scena e ricomparire e morire nell’ultima, Heston accettò.

Il periodo economico della 20th Century Fox non era tra i più felici e questo perché alcune pellicole sulle quali avevano fatto affidamento non erano andate molto bene, prima fra tutte Il Dottor Dolittle di Jacobs per cui l’ordine era di abbassare i budget di qualunque produzione in corso. Si fissò, per il film di Ted Post, un budget di tre milioni di dollari e le riprese iniziarono a febbraio del 1969.

La scelta del protagonista era dapprima caduta su Burt Reynolds, ma poi fu scelto James Franciscus  non solo per merito di Heston, ma anche perché l’attore era una copia, in piccolo, dello stesso Heston. Per il ruolo di Ursus si era pensato a Orson Welles, ma al suo rifiuto, fu preso l’ottimo caratterista James Gregory. Roddy McDowall stava girando un film in Inghilterra e fu costretto, suo malgrado, a rifiutare la parte di Cornelius che, per quel film, fu data all’attore inglese David Watson che fu comunque istruito da McDowall a resistere alla pesante truccatura e sui movimenti veramente molto simili all’interprete precedente, mentre Natalie Trundy, moglie di Jacobs, cominciò la sua avventura nel pianeta delle scimmie interpretando la parte di una telepate.

Dato lo scarso budget, la produzione dovette arrangiarsi per cui, per le scene di New York distrutta e sepolta nelle viscere della terra furono usate delle gigantografie ritagliate, ritoccate da un esperto di mascherini e sovrapposte sulla scena. La sala dell’interrogatorio di Brent e la Cappella dove viene tenuta “La preghiera alla Bomba” sono set riciclati provenienti dal film Hello Dolly.

Il make-up era sempre sotto l’egida di John Chambers, ma la scarsità di budget non impedì, ad esempio, di far apparire sullo sfondo dei gorilla e degli scimpanzè truccati approssimativamente mentre per quanto riguarda il trucco dei telepati Ted Post scartò parecchi progetti troppo assurdamente mostruosi, poi il regista vide su un libro un’immagine di un viso con lo strato epidermico rimosso e dove erano evidenziate per bene vene e capillari e fu quella la scelta.

Il finale del film fu suggerito dallo stesso Charlton Heston per essere sicuro di non ritrovarsi nel sequel di un sequel, quindi suggerì di distruggere la Terra con la bomba definitiva, ma come sappiamo, nemmeno questo fermò l’ostinazione dei dirigenti della Fox e la fantasia di Paul Dehn. In più anni dopo, precisamente nel 2011, assumerà il ruolo di una scimmia per un breve cameo nel remake diretto da Tim Burton

La pellicola uscì il 26 maggio del 1970 e incassò 14 milioni di dollari, ma per i dirigenti della Fox l’osso scimmiesco era ancora molto al di là dall’essere spolpato…

Contrariamente a quanto è stato scritto, L’altra faccia del pianeta delle scimmie possiede parecchi spunti felici: vi si nota, ad esempio, un velo di pungente ironia, specie nell’estrema caratterizzazione della figura di Zira (elementi che saranno ancora più evidenti nel terzo film, il quale, però, segna un netto passo indietro rispetto ai due precedenti).

(2 – continua)

Giovanni Mongini