IL FANTASY IN ITALIA

Malgrado il successo di autori, scrittori e fumettisti, di fantastico e fantasy italiani, continua a prevalere nel nostro Paese l’idea che certi generi non siano adatti alle nostre latitudini e che appartengano per tradizione e cultura al mondo anglosassone.

Si potrebbe obiettare con il fatto che ormai esistono da tempo autori e autrici tedeschi, spagnoli, scandinavi, slavi, giapponesi e via dicendo di fantastico, ma comunque il nostro Paese può vantare una tradizione di fantasy, come emerge nell’interessante e agile saggio Il fantasy in Italia (16 euro), di Franco Ressa, edito da Solfanelli.

Dalle pagine del libro emerge una storia molto diversa e curiosa, che racconta di una frequentazione nostrana del fantasy che risale al Medio Evo, con cantori epici boccaceschi ma con forti elementi fantasy, fiabe, epica, romanzi, epopee di viaggi di tanti autori e autrici. Una storia che spesso non si conosce e che può essere l’occasione di scoprire con questo libro.

Ma chi sono i protagonisti di questo interesse per il fantastico così lungo e duraturo nel nostro Paese? Tra le pagine del libro si trovano reminiscenze scolastiche, come Luigi Pulci, con il suo poema parodico Morgante, Matteo Maria Boiardo e Ludovico Ariosto che prendono un eroe senza macchia e senza paura come Orlando facendolo diventare prima innamorato e poi furioso e anche Torquato Tasso con l’epopea di Gerusalemme liberata. Poemi epici ricchi di duelli, magie, streghe, sortilegi, viaggi fantastici, tutti elementi che si trovano pari passo nel fantasy oggi.

Spesso si parla di fiabe citando solo Perrault in Francia e i fratelli Grimm in Germania, ma l’Italia ha avuto una tradizione di favolisti molto lunga e interessante, da Francesco Straparola che modificò il modello di Boccaccio introducendo ne Le piacevoli notti vari spunti fantastici a Giambattista Basile che diede le prime versione di fiabe celebri come Il gatto con gli stivali e La bella addormentata, dalla malinconia di Guido Gozzano all’autore della prima fiaba per eccellenza, Carlo Collodi con Pinocchio.

In Italia abbiamo anche avuto un Italo Calvino, letterato di grande fama, che si occupò di fantastico, raccogliendo le Fiabe italiane e scrivendo opere come Il visconte dimezzato e Il barone rampante: pochi sanno che nel 1982 ottenne negli States il prestigioso “World Fantasy Award for life achievement”.

Il libro arriva fino a oggi, citando tanti nomi presenti in questi decenni sugli scaffali delle librerie, come Mariangela Cerrino e la sua visione storica del fantasy, Valerio Massimo Manfredi che ha mescolato la fantasia con l’epoca e la storia antica, Silvana de Mari che usa il fantasy per parlare dei drammi della parte povera del mondo, Gianluigi Zuddas che raccontò un’epopea al femminile stile Howard, Licia Troisi, ovviamente.

Forse è solo nel cinema che siamo un po’ carenti, ma chi era ragazzo negli anni Novanta ricorda con piacere le fiabe fantasy natalizie di Lamberto Bava, figlio del maestro del gotico Mario, come Fantaghirò e Desideria, che oggi ispirano i blockbuster tipo Maleficent con Angelina Jolie.

Un libro curioso e interessante per fare il punto sul genere alle nostre latitudini, e creare nuovi percorsi di lettura tra ieri e oggi.

Elena Romanello