DONATO ALTOMARE E…. OMNE IGNOTUM PRO MAGNIFICO

Prima di laurearsi in ingegneria civile e diventare un celebre narratore – che tra i riconoscimenti ricevuti annovera due volte il Premio Urania e varie volte il Premio Italia - Donato Altomare ha svolto gli studi intermedi al Liceo scientifico di Molfetta (Bari), la sua città, appassionandosi “ma non eccessivamente – come egli dichiara – al latino”.

Oggi, dopo un bel po’ di anni dalla Maturità e aver scritto un gran numero tra romanzi e racconti del fantastico, ha deciso di pubblicare un libro nell’antica lingua dei nostri padri.

L’opera si intitola Omne ignotum pro magnifico (pagg. 119 – Edizioni Della Vigna 2013, euro 9,00) ed è una locuzione contenuta in un’opera di Tacito, che in italiano significa “Tutto ciò che è sconosciuto è sublime”.  E’ una raccolta di racconti di fantascienza: tre sono appunto di Donato Altomare, in più a impreziosire il testo ne è presente uno del grande scrittore americano Mike Resnick, vincitore di cinque premi Hugo e anche di un Nebula.

La pubblicazione è stata possibile anche grazie alla disponibilità di due docenti di latino, e precisamente di Valeria Altamura che ha svolto una prima traduzione dei testi e di Roberto Bianchi che ha realizzato la trasposizione definitiva.

Il libro è stato già presentato in varie manifestazioni tra cui citiamo la Levantecon di Bari, la Fiera dell’Autore di Basilicata (che quest’anno si è svolta a Matera) e l’Italcon svoltasi a Bellaria-Igea Marina (Rimini), tutte tenute nello scorso maggio.

L’opera sta suscitando molta curiosità e, nel corso delle varie presentazioni, dopo un primo impatto scettico e le domande più disparate all’autore, gli amatori di science fiction lo acquistano, certi di arricchire la loro collezione.

E’ importante segnalare che la casa editrice garantisce a coloro che acquistano il testo l’invio di una copia del pdf dei quattro racconti in italiano.

Abbiamo chiesto all’autore di parlarci di questo singolare lavoro.

COME MAI HAI PENSATO DI PUBBLICARE UN LIBRO DI RACCONTI DI FANTASCIENZA IN LATINO?

Perché è l’unico libro al mondo di fantascienza pubblicato in latino. C’è un precedente ma si tratta soltanto di un racconto, quello dello scrittore Antonio Bellomi che avrebbe dovuto partecipare a un’antologia per le Edizioni Della Vigna, da me ideata. Non se ne fece più nulla e lui pubblicò da solo.

PERCHE’ NON SI REALIZZO’ PIU’ L’ANTOLOGIA?

Avevamo difficoltà nella traduzione dei testi che erano una decina. Così con l’editore Luigi Petruzzelli ci siamo decisi a farne tradurre solo tre dei miei e uno di Mike Resnick. A tal proposito un grazie va alla professoressa Altamura e al prof. Bianchi per la squisita disponibilità, in quanto, va evidenziato, che è molto difficile trovare docenti che traducano dall’italiano al latino.

MA C’E’ STATA UN’OCCASIONE CHE TI HA PORTATO A PENSARE PROPRIO ALLA LINGUA LATINA?

Sì! Anni fa alcuni familiari di Ludmila Frejova, la mia traduttrice in lingua ceca, giunsero in visita a Molfetta per incontrare il vescovo, allora era Monsignor Tonino Bello e io li accompagnai. Essi parlavano diverse lingue, ma il prelato nessuna. L’unico modo nel quale riuscirono a intendersi fu il latino in quanto uno di loro lo parlava bene e ovviamente anche Monsignor Bello lo parlava. Per farla breve pensai che il latino fosse una lingua viva da tornare a valorizzare, anche perché tutt’oggi molti Paesi la adoperano. Magari, potrebbe diventare la lingua da utilizzare nei documenti ufficiali dell’Unione europea in modo da unificarne il linguaggio.

COME HAI ARMONIZZATO IL LATINO, CHE E’ UNA LINGUA DEL PASSATO, CON I TERMINI DELLA FANTASCIENZA NELLA QUALE SPESSO VI E’ LA NECESSITA’ DI ADOTTARE NEOLOGISMI?

Anzitutto voglio sottolineare che la fantascienza prende molto dal passato! Sono tante le storie ambientate nell’Impero Romano e la science fiction ha sempre compreso che spesso il futuro deve avere una chiave di lettura nel passato. Quanto ai termini e alle espressioni nuove, in coda al testo vi è un glossario dal latino all’italiano e all’inglese.

I RACCONTI DI COSA TRATTANO?

Due dei miei racconti narrano di fantascienza spaziale e si svolgono sia su pianeti del sistema solare, quali Saturno e Giove, sia su esopianeti. L’altro, invece, tratta di un’arma di distruzione che sfugge dal controllo umano.

E QUELLO DI RESNICK?

Non so, devo ancora leggerlo.

ALLORA, A CHI LO CONSIGLIAMO QUESTO TESTO? CHE NE PENSI DEGLI STUDENTI DEL LICEO?

Sì, anzitutto al posto delle traduzioni “indigeste” dei grandi autori latini. Magari le traduzioni di storie di fantascienza possono risultare originali e interessanti per i ragazzi. Poi lo consiglio a coloro che hanno affetto nei confronti della lingua latina. E ovviamente ai collezionisti. Immagina che la prima versione sperimentale del testo – stampata in venti copie – portata da Luigi Petruzzelli alla Convention internazionale di science fiction di Chicago, per verificarne l’impatto, se la sono contesa in tanti!

Persino l’agente letterario di Resnick, che è uno dei più importanti agenti americani, l’ha voluta per sé. Per non parlare di Mike Resnick che è stato felicissimo di parteciparvi perché era la ventisettesima lingua in cui è stato tradotto!

COSA AGGIUNGERERE SE NON CHE IL “VULCANICO” DONATO ALTOMARE NON FINISCE MAI DI MERAVIGLIARCI CON LE SUE IDEE. E ANCHE QUANDO SONO ESPRESSE NELL’ANTICA LINGUA LATINA RIMANGONO, COME SEMPRE, “FANTASTICHE”!

Filippo Radogna