GORDON LINK

“Gordon Link” è stato il personaggio d’esordio nel mondo del fumetto di Gianfranco Manfredi, scrittore, saggista, musicista, attore e sceneggiatore cinematografico e di comics, che in seguito ha dato vita anche a serie come “Magico Vento”, “Volto Nascosto” e “Shangai Devil”, senza escludere qualche capatina nel mondo di “Dyan Dog”. Il protagonista di questa sorta di urban-horror-fantasy è uno strano detective, perché si occupa di spettri urbani, fantasmi e gnometti che convivono con lo smog, le carcasse d’auto, gli scenari delle periferie metropolitane segnate da gas mefitici e le fabbriche abbandonate che riportano sia al romanzo d’esordio di Manfredi (“Magia Rossa”, Feltrinelli, 1983) sia allo scrittore Fritz Leiber maestro riconosciuto del fantasy e alle sue storie ambientate nella California “acida” degli anni ‘50 e ‘60.

Ma andiamo con ordine. Tutto ebbe inizio nell’agosto 1991, quando l’Editoriale Dardo decise, dopo anni di sole ristampe (“Blek Macigno”, “Capitan Miki” e altri), di dare alle stampe un nuovo personaggio, con l’intenzione di tentare di emulare la fragorosa esplosione dylandoghiana della Bonelli. Manfredi venne coadiuvato nell’ideazione del personaggio dal creatore grafico, e autore di tutte le copertine, Raffaele Della Monica e la serie durò per 22 numeri più due speciali. Ai disegni si alternarono molti autori, tra cui Marcello Toninelli, Emilio Cecchetto, Leo Cimpellin, D’Auria, Picerno e Bergamini; ai testi invece si avvicendarono nomi come Maffeis, Casseri, Manitto e anche il sottoscritto che ebbe un ruolo di sceneggiatore nel numero 16 intitolato “Nato il 2 novembre”, mentre un’altra mia storia ambientata a Venezia rimase inedita a causa della chiusura della serie.

Il nome del personaggio è composto da Gordon (nome ispirato a “Flash Gordon”, simbolo dell’avventura fantastica a fumetti ideato da Alex Raymond) e Link (a simboleggiare il legame tra aldilà e aldiquà): le sue sembianze ricalcano il volto dell’attore Kyle MacLachlan, ovvero l’agente Cooper di “Twin Peaks” per intenderci, ed è il capo di un’agenzia di scovaspettri, i Ghostfinder. La loro sede operativa e abitazione è una postmoderna e postatomica villetta situata alla periferia di Hinterland, immaginaria capitale degli altrettanto immaginari Stati Uniti d’Europa (erano i tempi in cui si iniziava a parlare di Europa unita… e ancora oggi possiamo dire che siamo ben lontani dal concetto che si intendeva allora). Hinterland conta sei milioni di abitanti, è il centro amministrativo, commerciale, tecnologico e industriale del vecchio continente e i suoi principali prodotti sono l’atrazina, il biossido d’azoto, l’ossido di carbonio, le piogge acide e… i fantasmi.

Gordon Link è un ex-poliziotto che lavorava al “Dipartimento Casi Bizzarri” (una sorta di “X-Files” ante-litteram) prima di mettersi in proprio, fuma la pipa, è affetto da un certo dandismo soprattutto nel vestire, guida una Bugatti 110 targata L.I.N.K. che raggiunge i 270 all’ora ed è quasi divorziato da Jessica Pinkerton (capo della sezione omicidi della polizia di Hinterland), con la quale però continua ad accoppiarsi nonostante le difficoltà di intendimento tra i due, tra cui il fatto che la signora non si toglie mai il giubbetto antiproiettile. Vanta approfondite conoscenze storiche ed etnologiche, sa tutto sugli spiriti nelle loro più assurde manifestazioni.E’ esperto di ogni tipo di sport (dal golf al biliardo), pratica numerose arti marziali (dal Tai-chi-chuan alla boxe coreana) ed è un eccellente tiratore, anche se ricorre alla forza solo in casi estremi.

Il team con cui lavora Gordon è un insieme di personaggi particolari, a metà tra il demenziale e il serio, caratteristica questa tipica anche della serie e delle storie. Troviamo Helga, segretaria tuttofare, sensitiva e medium, fissata con l’astrologia, bella, punk e assatanata di sesso, anche se in realtà è solo a parole che le piacerebbe farlo spesso, mentre la si vede più negarsi che cedere alle lusinghe. Con Gordon ha un rapporto di grande amicizia, anche se un pensierino al suo capo ogni tanto lo fa.

Poi abbiamo Nick, dotato di grande forza bruta, che però è accompagnata da una demenza surreale e un umorismo scatologico che fanno di lui il comico del gruppo. Goloso di banane all’inverosimile, ama andare in palestra, le moto e soprattutto fare a cazzotti e si esprime in un linguaggio molto balbettante.

Il timidissimo Arun Chuckraverty alias Chuck, è invece lo scienziato matto della situazione, nel senso che è proprio totalmente svalvolato, ma è pur sempre un genio, che escogita e fabbrica sempre nuovi strumenti per individuare e combattere i fantasmi, pur essendo terrorizzato dagli incontri ravvicinati… soprattutto se si tratta di donne.

Tra i comprimari troviamo poi Kalimba, una pianta carnivora il cui stelo misura oltre tre metri e le cui fauci spalancate possono vantare una cubatura impressionante, che difende l’abitazione dei ghostfinder dagli intrusi. In suo onore un cartello sul cancello della villa recita “Cave Plantam” (“Attenti alla pianta”). Frutto di incredibili incroci biogenetici, riesce a emettere ruggiti e mugolii, ed è soprattutto in grado di intendere e di volere.

E infine chiude il cerchio Puki, la mascotte del gruppo: di tratta di un elementale, una creaturina a metà strada tra i Gremlins e i Critters (palle di pelo dalle fauci di squalo), ma assolutamente inoffensiva. Dimora sotto forma di una buffa decalcomania sulla canotta di Gordon Link e quando viene evocato esce dalla maglietta, il più delle volte sfondando la preziosa camicia del nostro. Il tenero Puki ama le telecamere e adora combinare guai e il suo incontro con Gordon sarebbe stato raccontato nello speciale a colori che non fu mai pubblicato.

Pur avendo avuto una vita editoriale molto breve, Gordon Link ha comunque incontrato alcuni nemici che si sono fatti ricordare. Tra questi il più ricorrente è stato il cowboy/zombie Jack Condor, una Lee Van Cleef ritornato dall’aldilà e scatenato, autentico simbolo di quell’horror-western a cui Manfredi darà successivamente vita con “Magico Vento”. Jack è un killer redivivo che infesta i film western e si materializza dai televisori uccidendo i telespettatori non pago d’aver già sterminato tutti i personaggi dei film che interpreta. Solo la magia degli shamani pellerossa può fermarlo.

Sai-Tan è invece un mago indiano dotato di incredibili poteri, che può apparire e sparire, muovere gli oggetti a distanza, catturare spiriti e demoni e che può cambiare forma e volontà. Lo vediamo tornare periodicamente a minacciare il mondo forte di un’esperienza di tremila anni di vita malvissuta.

Dall’India alla Cina troviamo poi il dottor Pan Zhang, signore delle volpi e delle tigri, dominatore delle piante esotiche, creatore di micidiali droghe allucinatorie, inventore di raffinati strumenti di tortura. Vive nelle fogne di Hinterland, sotto il quartiere cinese.

Ollie e Trashie sono invece i leader di una sfigata banda metropolitana dedita all’evocazione di demoni che possano assicurare loro ricchezza e potere. Purtroppo richiamano sempre le divinità sbagliate diventandone succubi.

Oltre a questi personaggi di un certo rilievo, i ghostfinder nei vari albi hanno affrontato spettri di tutte le nazionalità e di tutte le consistenze, mostri di tutte le fogge e colorazioni, oltre a monaci pazzi delle più varie estrazioni religiosa, tutti esseri degnamente in linea con la grande tradizione del cinema di serie Z e con la letteratura di genere fanta-horror-pulp dei bei tempi andati.

Davide Longoni