MAURO SARACINO

Autore prolifico ed eclettico, che sa spaziare dall’horror al thriller al fantasy con molta disinvoltura, Mauro Saracino è uno degli autori più interessanti dell’attuale panorama letterario fantastico italiano, nonché una delle punte di diamante della neonata, ma già molto attiva, casa editrice Plesio Editore. Vediamo di conoscerlo meglio.

COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È MAURO SARACINO?

Sono uno sportivo, in particolare vengo dal mondo del nuoto, che mi ha lasciato un grosso insegnamento sulla disciplina e la costanza. Per anni ho coltivato la passione della musica militando in diversi gruppi come cantante, imparando che a lavorare da soli ci si guadagna soltanto. Diciamo che mi sono tranquillizzato e ora conduco una vita abbastanza riservata. Anche perché, parliamoci chiaro, scrivere richiede parecchio tempo.

VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI?

Il primo romanzo uscito è La Casa Del Demone, con Asengard, un horror al quale sono ancora affezionato. Di recente è uscito anche un thriller: Il Gioco Della Mantide, per Nulla Die, qualcosa di diverso da ciò che scrivo di solito.

RECENTEMENTE È USCITO IL TUO ROMANZO INTITOLATO “ALI DI TENEBRA”. VUOI PARLARCENE?

È un urban fantasy dalle tinte horror. Fondamentalmente abbiamo due storie che si intrecciano tra loro, aprendone una terza che al momento è solo accennata. Abbiamo un uomo sull’orlo del fallimento che trova nei problemi del fratello la forza per rialzarsi e una donna senza famiglia che per vivere uccide quelli che gli uomini chiamano angeli. Come avrai intuito, non si tratta di una versione canonica delle creature celesti… che forse tanto celesti non sono. La visione di bene e male è qualcosa che appartiene agli uomini e qui ho cercato di stravolgere quel punto di vista. Chi ha già letto La Casa Del Demone, troverà affinità con il pantheon accennato in quel romanzo, così come gradirà il ritorno di una vecchia conoscenza.

COME È NATA L’IDEA DI FONDO DEL ROMANZO?

Sembra strano, ma l’idea che sta alla base (una partita di droga data a credito a un tizio che con la mala non aveva nulla a che fare) nasce da una storia vera. Non entro nei dettagli, ma una volta mi ha contattato un amico, perché un ragazzo che conosceva si trovava in quella scomoda situazione e mi chiedeva se c’era modo di piazzare della roba. Le storie di amici di cui si sente parlare a Roma, be’, a volte sono vere. Certo, questo è stato solo il punto di vista per narrare qualcosa che mi ronzava in testa da diverso tempo. E, tanto per rassicurarvi sull’accaduto, non sono stato complice di nessun reato.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI?

In realtà non ho avuto grosse difficoltà a creare i personaggi. Alessio era già in stato embrionale prima che iniziassi a scrivere e Mayra è venuta fuori da sola, con la sua carica devastante di aggressività. Pensandoci bene, in realtà ogni personaggio viene fuori da sé, rivelando il suo passato, il suo carattere e la sua vitalità. Perciò più che di creazione parlerei di scoperta. Alcuni, poi, già li conoscevo. Troviamo la banda del Texano in un altro romanzo di prossima uscita. Quanto a Graham, magari qualcuno se lo ricorda. Mi rendo conto che romanzo dopo romanzo si sta delineando una vera e propria Roma alternativa, con i suoi personaggi e i suoi movimenti.

IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?

Credo sia normale, il fantastico fa parte della mia vita da quando ero piccolo, dalla letteratura al cinema, dai giochi di ruolo alla musica.

VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?

Non c’è una regola generale, di solito attendo che siano i fatti esterni a premere il grilletto dell’ispirazione. Nel caso di Ali Di Tenebra è bastata quella richiesta bizzarra del mio amico. Per Il Gioco Della Mantide delle riflessioni sulla gelosia hanno portato alla costruzione del romanzo. Quello cui sto lavorando in questo momento mi è stato ispirato da uno spezzone di video su You Tube. Quindi, andando a trovare il minimo comune denominatore delle mie storie, posso dirti che non c’è mai niente di programmato. Quello viene dopo, quando la storia è già delineata nei suoi aspetti essenziali.

QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?

Ce ne sono moltissimi. Per motivi di spazio ne cito tre per i generi che prediligo. Nell’horror: Dean Koontz, Brian Keene e Edward Lee. Nel thriller: Jeffery Deaver, Robert Crais e Deon Meyer. Tra i classici non posso non citare Lovecraft, Howard e Moorcook.

E PER QUANTO RIGUARDA I FILM, CHE CI DICI?

Sono da sempre un patito di horror, anche se devo riconoscere che ormai il cinema di genere, almeno a livello mainstream, è un morto che cammina. Persino le ultime uscite di due mostri sacri come Romero e Carpenter sono inguardabili. Anche sul fantastico non vedo grossi titoli, se escludiamo storie di bambini prodigio che sono destinati a salvare il mondo. Vogliamo parlare dei remake? Ho osato guardare Conan il Barbaro e ancora non ho capito il nesso tra il titolo e ciò che ho visto. Fright Night? Diventato un film “a tormentone”: «Un vampiro non può entrare in una casa se non è stato invitato». Anche il periodo d’oro delle serie tv sembra tramontato. Walking Dead? Chiacchiere su chiacchiere per il novanta per cento del tempo. American Horror (love) Story? Peggio che mai. E stendo un velo pietoso su Teen Wolf, basata sul film con Michael J. Fox Voglia di Vincere. Meglio un qualunque film di Bruno Mattei, che almeno era trash anche negli intenti. Perciò preferisco “rifugiarmi” nei classici. Anche per quanto riguarda la serie B.

ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?

Semmai nel cassetto avrei lasciato degli incubi… In ogni caso un pensiero che mi perseguita è quello di scrivere un romanzo fantasy storico che parta dalle vicende del pirata William Kidd. Saranno due anni che ci penso e ancora devo mettermi all’opera. Magari, terminata la stesura del seguito di Ali di Tenebra, verrà il momento di parlare col capitano Kidd.

E ALLORA RESTIAMO IN ATTESA… INTANTO IN BOCCA AL LUPO PER TUTTO!

Davide Longoni