IL CINEMA DI PAUL VERHOEVEN

In concomitanza con la proiezione di BENEDETTA a Cannes, è uscito a luglio per Falsopiano Editore la monografia su PAUL VERHOEVEN, curata dai torinesi Antonio Pettierre e Fabio Zanello per la casa editrice di Alessandria specializzata in saggistica cinematografica, ma non solo.

Dopo un’infanzia imperniata sull’occupazione nazista nei Paesi Bassi e gli studi di matematica e fisica, Paul Verhoeven maturerà una poetica estrema che lo renderà fin dai primi lungometraggi uno dei registi più provocatori e imprevedibili del cinema europeo. Le sue immagini sono permeate da una sessualità molteplice, violenta, mortifera mai compromissoria o catartica, da un crudo realismo e dall’intenzione di filmare controstorie in opposizione alla storiografia ufficiale, tramite uno stile che contamina i generi spesso con toni allucinatori, orrorifici, surreali e a volte blasfemi.

Tutti elementi che scandiscono trasversalmente una filmografia prismatica, che attraversa tutti i generi: dall’erotico (Fiore di carne, Kitty Tippel, Basic Instinct, Benedetta) alla fantascienza (Total Recall, Robocop e Starship Troopers), dal thriller (Il quarto uomo, Elle), alla satira (Showgirls), dallo storico/fantasy (L’amore e il sangue, Black Book) al giovanilismo (Spetters), facendo dell’eccesso il motore del climax narrativo. Però, usando una materia così incandescente come mezzo espressivo, Verhoeven ha avuto la libertà di realizzare fra il Vecchio e il Nuovo Continente anche opere profonde, complesse, stratificate e artisticamente uniche.

Al suo eclettismo autoriale finalizzato a configurare un “super genere”, è dedicato questo volume che oltre ai saggi di Aurora Auteri, Ilaria Dall’Ara, Giuseppe Gangi, Roberto Lasagna, Davide Magnisi, Mario Molinari, Giorgio Placereani, Antonio Pettierre, Francesco Saverio Marzaduri, Michele Raga, Mario A. Rumor, Elisa Torsiello e Fabio Zanello, include anche un’intervista inedita a Rutger Hauer.

Buona lettura.

A cura della redazione