LEMURIA

Le Edizioni Hypnos ci segnalano l’uscita, nella collana “Mirabilia”, dell’antologia di racconti weird e fantastici LEMURIA (18,00 € il cartaceo e 5,99 € l’e-book) del maestro dell’horror e del fantastico tedesco Karl Hans Strobl, con traduzione di Alessandro Fambrini e illustrazione di copertina di Ivo Torello che ha rielaborato la copertina della raccolta originale LEMURIA del 1917, dalla quale sono tratte anche otto illustrazioni in bianco e nero riprodotte nel volume.

LEMURIA raccoglie quattordici storie, originariamente pubblicate tra il 1902 e il 1917, qui presentate per la prima volta in Italia, e considerate tra le massime vette nella produzione fantastico-orrorifica di quegli anni. Tra queste ricordiamo: “La testa”, definito da Mike Mitchell un capolavoro del genere macabro; “Laerte”, una sorta di sorprendente anticipazione di un capolavoro weird degli anni a venire, ovvero “Four Ghosts in Hamlet” di Fritz Leiber; “La mia avventura con Jonas Barg”, che con le sue architetture distorte e impazzite precede di una decina di anni le visioni espressioniste del Dottor Caligari; e il claustrofobico tour de force di “La tomba di Père Lachaise”.

L’antologia è arricchita dall’introduzione di Alessandro Fambrini intitolata Karl Hans Strobl – Il terrore dell’altrove e dalla postfazione di Walter Catalano dal titolo Tra Caligari e Hitler – Il fantastico germanofono novecentesco, Strobl, Ewers e il nazismo.

Come afferma nella sua introduzione Alessandro Fambrini, traduttore e curatore del volume, i racconti di Strobl (autore anche di romanzi fantastici) «contribuirono a porre l’autore in un trio ideale di “maestri” insieme a Hanns Heinz Ewers e Gustav Meyrink in quella che Marco Frenschkowski definisce “la seconda ondata del fantastico tedesco tra il 1890 e il 1930”».

Leggiamo un estratto da “La testa”, 1902: Era completamente buio nella stanza… le tende tirate… nessun bagliore di luce dalla strada e silenzio completo. Il mio amico, io e lo sconosciuto ci tenevamo per mano, con stretta spasmodica e tremante. Un’angoscia spaventosa ci sovrastava… era dentro di noi… E poi… una mano bianca, scheletrica, luminosa, avanzò dalle tenebre e iniziò a scrivere con la matita che si trovava sul tavolo. Non vedevamo che cosa la mano scriveva, ma lo sentivamo dentro di noi… in quello stesso momento… come se davanti ai nostri occhi si formassero lettere di fuoco… Era la storia di quella mano e della persona a cui essa era appartenuta, ciò che nell’oscurità profonda della mezzanotte veniva inciso sulla carta dalla mano bianca e lucente.

Buona lettura.

A cura della redazione