EGITTO PROIBITO

Alla domanda “La grande piramide e la Sfinge: eredità di una civiltà perduta?”, risponde un nuovo libro targato Enigma Edizioni intitolato EGITTO PROIBITO (410 pagine; 20 euro) di Alfonso Cappetta, disponibile anche in versione e-book con prefazione di Pasquale Barile.

Sulla Piana di Giza, nei pressi dell’odierno Cairo, tre Grandi Piramidi si ergono maestose e incontrastate, quasi fossero lì da sempre, reminiscenza inestimabile di un’epoca tanto ermetica quanto sibillina ove culto, pensiero e percezioni dell’Uomo antico si fondevano e armonizzavano in una sorta di universale e sconfinata “Sapienza” dalle sfumature non sempre decifrabili. Esse sono il simbolo più solenne e inequivocabile di un Egitto impenetrabile e misterioso che, sorprendentemente, ancora oggi stenta a svelare tutti i suoi segreti; un Egitto per così dire “Proibito”, depositario di una saggezza e una conoscenza mai del tutto accessibili, mai del tutto comprese.

Un monumento su tutti esige ammirazione e riverenza incondizionate, tantoché a tutt’oggi non cessa di suscitare le più turbanti perplessità in quanto a grandezza, precisione e complessità strutturale. Non a caso lo si annoverava come la prima delle Sette Meraviglie del mondo antico, l’unica a essere sopravvissuta sino ai nostri giorni: è la Grande Piramide.

Davvero quest’opera grandiosa fu realizzata con i pochi mezzi tecnologici che, secondo le convinzioni ortodosse, erano disponibili all’epoca in cui fu eretta? Davvero fu concepita al solo scopo di fungere da tomba per un faraone megalomane di nome Khufu? Oppure la totalità di quella conoscenza universale e armoniosa di cui pare farsi garante cela uno scopo ben più complesso e intrigante?

Questi, altro non sono che alcuni dei quesiti più leciti atti a contestualizzare l’enorme scetticismo che persiste circa tali monumenti, e che accresce ancor più se rapportato agli ultimi studi effettuati sulla Grande Sfinge, la scultura a forgia leonina e il volto umano che da tempo immemorabile è posta a guardia delle tre Piramidi. Recenti analisi concernenti la greve erosione che la caratterizza stanno portando ad avallare teorie del tutto rivoluzionarie che tendono a minare le fondamenta delle conoscenze sin qui acquisite dall’egittologia. Non meno interessanti sono le ricerche portate a termine nel campo dell’archeoastronomia, le quali sembrano suggerire che sulla Piana di Giza possa essere stato edificato un sofisticato progetto architettonico basato su rigidi e complessi princìpi matematici, incentrato prevalentemente proprio sul peculiare orientamento delle tre Piramidi e della Sfinge.

Si tratta di scoperte che hanno dell’incredibile, come pure lo sono le implicazioni a esse ancorate le quali schiudono la porta della conoscenza a un Egitto Proibito insospettabile e quanto mai sorprendente.

Buona lettura.

A cura della redazione