FANTASCIENZA STORY 230

C’E’ QUALCUNO LASSU’ (1997) – PARTE 07

IL QUINTO ELEMENTO (Le Cinquieme Element)

Egitto 1914.

Quando i tre pianeti saranno in eclissi il Buco Nero si aprirà come una porta. Il Male apparirà spargendo terrore e caos… Ogni cinquemila anni

Gli studi di un archeologo sono interrotti dall’arrivo di una gigantesca astronave che atterra davanti al tempio. Da essa scendono degli esseri alieni, sono i Mondoshawan, esseri benefici che difendono l’universo dal male.

Essi sono tornati per riprendere i cinque elementi che, messi assieme, sconfiggerebbero il male. Il nascondiglio sulla Terra non è più sicuro…

Fra trecento anni quando il Male ritornerà altrettanto faremo noi

Trecento anni dopo…

Ogni cinquemila anni un passaggio tra dimensioni parallele permette a una forza malefica e implacabile di penetrare nel nostro universo.

Ogni forma di vita rischia la totale distruzione e solo l’arma che era nascosta nel tempio egizio composta dai quattro primari elementi: fuoco, terra, acqua e aria con l’aggiunta di un quinto elemento catalizzatore, un essere supremo che si è incarnato nella figura di Leeloo (Milla Jovovich) possono sconfiggere il Male e ricacciarlo nella sua dimensione. Ora il tempo è venuto, siamo nel 2259 e l’astronave dei Mondoshawan sta per ritornare sulla Terra ma viene intercettata e distrutta dai Mangalores, mercenari alieni al servizio di Zorg (Gary Oldman), l’essere malvagio che vuole distruggere il pianeta.

Per colmo di fortuna ciò che viene recuperato dai resti della nave spaziale esplosa è proprio la valigetta contenente le tavole e un frammento d’osso di Leeloo… clonarla è un giochetto da ragazzi, ma la fanciulla è piuttosto confusa e non si rende conto né della sua natura né del compito che le spetta.

La ragazza fugge e si trova dentro al taxi aereo di Korben Dallas (Bruce Willis) e da qui dipartono tutte le disavventure dell’uomo per cercare di sottrarre la ragazza ai malvagi e permetterle di compiere la sua missione che, non ne avevamo dubbi, avrà esito positivo.

I nostri lettori avranno capito che l’assenza di dialoghi è dettata non da scelte personali, ma dalla mancanza vera e propria di significative parole; il film tuttavia ha avuto un posto accanto agli altri “importanti” titoli che abbiamo affrontato, in quanto la realizzazione e il successo di pubblico lo ha reso tale.

Luc Besson aveva cominciato a scrivere questa storia per puro divertimento e per sé stesso all’età di sedici anni. Durante quella che diventò una folgorante carriera, ci ha dato film come il notevole Le Dernier Combat, storia postatomica dove l’inquinamento impedisce alla gente di parlare; Nikita e Leon che gli ha permesso, finalmente di porre mano a un budget di cento milioni di dollari, la cifra più alta per un film francese, sfrondando però il suo trattamento iniziale di settecento pagine a molto meno della metà.

È interessante notare come i disegni delle navi spaziali e delle tute degli alieni siano opera di un illustratore peraltro famosissimo nel campo della fantascienza: Jean Giraud, meglio conosciuto come Moebius. Creatore di Metal Hurlant, una rivista a fumetti diventata famosa nel mondo, ha collaborato per la prima volta alla realizzazione di un film.

La scelta di Bruce Willis era una garanzia di prevendita della pellicola per il mercato americano. È questo il modo in cui i produttori riescono a spillare soldi ai distributori cercando di metterne fuori il meno possibile dei loro.

(7 – continua)

Giovanni Mongini